5 aprile 2007

"Gesu' di Nazaret", rassegna stampa del 5 aprile 2007


Vedi anche:

"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI







Il Papa torna teologo: «Ecco il mio Gesù lo racconto in un libro»

di Andrea Tornielli

Sarà presentato il 13 aprile a Roma e arriverà nelle librerie lunedì 16 aprile il libro di Benedetto XVI su Gesù, prendendo in esame il periodo della sua vita pubblica che va dal battesimo sul fiume Giordano fino alla Trasfigurazione. Un secondo libro, contenente l’ultima parte della vita di Cristo, dovrebbe uscire successivamente. Il volume, che il pontefice ha scritto nei ritagli di tempo fin dal 2003, e la cui pubblicazione era prevista già in marzo, ha subito un lieve ritardo a causa del lavoro sulle traduzioni. Ora la Libreria Editrice Vaticana e la Rizzoli, insieme agli editori internazionali che hanno siglato accordi (negli Stati Uniti l’editore è Doubleday di Random House, lo stesso del Codice da Vinci, che già aveva pubblicato opere di Giovanni Paolo II), hanno terminato il lavoro. E ieri, dopo le anticipazioni di ampi stralci dell’introduzione rese note lo scorso novembre, nuovi brani sono stati divulgati dal Corriere della Sera, mentre altri ancora stanno per raggiungere le edicole della Germania attraverso il settimanale Die Zeit.

Il libro di Benedetto XVI sarà presentato il 13 aprile nell'Aula del Sinodo in Vaticano dal cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, dal professor Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma e dal professor Massimo Cacciari, ordinario di estetica all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Per Ratzinger è il primo volume del pontificato pubblicato da studioso: non intende rappresentare un atto di magistero, vuole parlare del Gesù storico e del Cristo della fede mostrando come si tratti della stessa persona, contrastando così le tante correnti esegetiche che da oltre un secolo sostengono l’impossibilità di attingere notizie certe sul Gesù storico. Il Papa mostra come la figura del Nazareno proposta dai vangeli sia «una figura storicamente sensata e convincente».

Nel lungo brano anticipato ieri, viene commentata la parabola evangelica del buon samaritano. Ratzinger spiega che l’episodio dell’uomo che sulla strada da Gerusalemme a Gerico viene assalito dai briganti che lo abbandonano ai bordi della via, spogliato e mezzo morto, «è una storia assolutamente realistica, perché su quella strada assalti simili accadevano regolarmente». Com’è noto, per quella strada passano un sacerdote e un levita, conoscitori della legge, che procedono oltre, mentre il samaritano «probabilmente un mercante», si ferma e aiuta il malcapitato, avendone compassione e «diviene lui stesso il prossimo andando oltre ogni interrogativo e ogni pericolo». «Il samaritano, il forestiero – continua Benedetto XVI – si fa egli stesso prossimo, e mi mostra che io, a partire dal mio intimo devo imparare l’essere prossimo... Devo diventare una persona che ama, una persona il cui cuore è aperto per lasciarsi turbare di fronte al bisogno dell’altro. Allora trovo il mio prossimo, o meglio: è lui a trovarmi».

Ratzinger poi attualizza la parabola parlando del Terzo Mondo: «L’attualità è ovvia. Se la applichiamo alle dimensioni della società globalizzata, vediamo come le popolazioni dell’Africa, che si trovano derubate e saccheggiate ci riguardano da vicino. Allora vediamo quanto esse siano “prossime” a noi; vediamo che anche il nostro stile di vita, la storia in cui siamo coinvolti li ha spogliati e continua a spogliargli. In questo è compreso soprattutto il fatto che le abbiamo ferite spiritualmente. Invece di dare loro Dio – conclude Benedetto XVI – il Dio vicino a noi in Cristo, e accogliere così dalle loro tradizioni tutto ciò che è prezioso e grande e portarlo a compimento, abbiamo portato loro il cinismo di un mondo senza Dio, in cui contano solo il potere e il profitto».

Il Giornale, 5 aprile 2007


Basta prediche da Cacciari l'Anticristo

di ANTONIO SOCCI

C'è un famoso detto attribuito a un Papa che recita: «Chi sa fa, chi non sa insegna, chi non sa insegnare dirige. Chi non sa neanche dirigere, fa il politico e governa». In effetti Massimo Cacciari non sa cosa sia il cristianesimo, non avendolo praticato e sperimentato, tuttavia da anni lo insegna sui giornali e cerca di dirigere il Papa e la Chiesa, facendo il politico. Ora il sindaco di Venezia ha un'occasione straordinaria per insegnare al Pontefice il suo mestiere: è stato chiamato a presentare il libro di Ratzinger, "Gesù di Nazaret", il 13 aprile prossimo, nell'Aula del Sinodo, in Vaticano, insieme col cardinale di Vienna Schönborn e con il valdese professor Garrone. Il tutto coordinato dal direttore della Sala stampa vaticana, padre Lombardi. Cacciari potrà spiegare per esempio un fondamentale dogma della fede cattolica che Benedetto XVI ignora di sicuro. È vero che Ratzinger è un raffinatissimo teologo, è vero che è stato per venti anni il "custode" dell'ortodossia cattolica (all'ex S. Uffizio) ed è vero che è perfino Papa e quindi nessuno più di lui conosce le verità della dottrina cattolica, eppure il Santo Padre ignora che fra i "dogmi" della sua fede c'è quello della "reincarnazione". A dire il vero lo ignorano tutti da duemila anni. Ma lo scoop si deve appunto a Cacciari che in una memorabile intervista alla Repubblica dell'11 settembre 2006 pare aver dichiarato: «Secondo la teologia islamica l'ateismo è insito nella rivelazione della cristianità. Dipende dal dogma della reincarnazione». La "reincarnazione"
La reincarnazione? È l'opposto del cristianesimo, ma non è male come battuta di spirito. Sarà stato un lapsus o un errore del giornalista, ma è divertente che sia capitato a uno che si picca di impartire sempre lezioni a tutti. Innanzitutto al Papa. A bacchettare Ratzinger, come fosse uno scolaretto, il sindaco di Venezia cominciò già alla vigilia della sua elezione, quando bocciò l'espressione «dittatura del relativismo». Poi, subito dopo quella stessa elezione, protestò perché i cardinali non avevano seguito le sue tassative indicazioni di eleggere il cardinal Martini che era amico suo e nel quale egli avvertiva il travaglio di essere cattolico, mentre in Ratzinger - lamentava il barbuto pensatore - il dogma è certezza. Dopo il discorso di Ratisbona Cacciari ha di nuovo bacchettato il Pontefice: «Ratzinger è incorso in una gaffe», «è stata un'imprudenza, bene avrebbe fatto ad argomentare meglio le sue idee». Insomma bocciato. E bocciato pure Ruini e bocciata Oriana Fallaci che - a suo dire - avrebbe «parlato a vanvera, senza usare minimamente la ratio». Infatti la "ratio" è una esclusiva del sindaco di Venezia. Che la sfoggia sempre. Come quando insegna che la religione che «si è imposta agli altri con la violenza» è quella cristiana, mentre «l'islam al contrario, non ha mai usato il "modello assimilazionistico"». Fan- tastico. Questa fa il paio con la trovata della "reincarnazione". Il mese scorso, quando il Papa tornò sul tema delle "radici cristiane" dell'Europa, Cacciari riprese a tuonare dalla Repubblica: «concezione reazionaria». Intimò poi al pontefice di non fare più «predicozze» e bocciò la critica all'intolleranza laicista: «un'accusa priva di fondatezza». Infine, quando Ruini - su indicazione del Papa - annunciò la Nota della Cei sui Dico, scagliò l'ennesimo anatema: «atteggiamento teocratico», «la Chiesa tradisce se stessa».

Lezioni alla Santa Sede
Ora va a discettare in Vaticano. Non sapendo risolvere da sindaco il problema dell'acqua alta, prova a risolvere da filosofo le domande sull'Altissimo. C'è stato un tempo in cui il pensatore della laguna aveva fatto innamorare vescovi e preti per aver scritto "L'Angelo necessario" (Adelphi). Molti, fermandosi al titolo, o leggendolo senza comprenderlo a fondo, lo considerarono un trattato di angelologia cattolica e videro Cacciari quasi come un convertito. Poi la New Age ha cominciato a diffondere una certa moda degli angeli in salsa gnostica, Cacciari è stato letto più attentamente e si è capito che il suo libro è tutt'altro che cattolico. La rivista dei gesuiti, Civiltà Cattolica, l'ha ironicamente definito «filosofo ombrosamente pensoso» e in ambiente cattolico sono cominciate a circolare addirittura "demonizzazioni" di Cacciari. Maurizio Blondet, all'epoca giornalista di Avvenire, iniziava un suo libro sul "potere iniziatico" (titolo: "Gli 'Adelphi' della dissoluzione") proprio riportando un'inquietante frase che Cacciari gli rivolse durante un'intervista: «Il Papa deve smettere di fare il katéchon!». E poi spiegò la "parolaccia", si tratta di «ciò che trattiene l'Anticristo dal manifestarsi pienamente». Ne parla San Paolo nell'inquietante sua profezia sull'Anticristo. Blondet la prese male: «Come si può chiedere al Papa di non opporsi al Male? Mi domandai anche: perché Cacciari desidera accelerare l'avvento dell'Anticristo?». Chissà, forse non si capirono. Fatto sta che Cacciari ammalia alcuni cattolici e ne fa inorridire altri. Nel sito dell'Azione cattolica un lungo argomentato articolo del 2004 illustra i contenuti pericolosi del pensiero di Cacciari che cirolano acriticamente nelle sacrestie. Torna l'accento sullo "gnosticismo", l'antico nemico della Chiesa, l'origine di tutte le eresie anticristiane, soprattutto per il suo dualismo che finisce per identificare il Bene e il Male, Dio e Satana, in un inaccettabile Uno. L'antropologa Cecilia Gatto Trocchi - studiosa del mondo occulto e magico - nel 1996 dedica "a Massimo" il suo libro "Il risorgimento esoterico", scritto in risposta al volume di Cacciari "Dell'Inizio". La Gatto Trocchi confronta "L'Angelo necessario" di Cacciari con un libro di Giovanni Papini che contiene questo capitolo: "Il Diavolo è necessario?". Papini riprendeva antiche teorie gnostiche, condannate dalla Chiesa, secondo cui Satana svolgerebbe un ruolo affidatogli da Dio e alla fine anche lui sarebbe stato salvato. Passione per la gnosi
«Massimo Cacciari aderisce appassionatamente alla tesi fondamentale del pensiero gnostico», afferma la studiosa. Secondo la quale infine il filosofo veneziano sarebbe molto vicino ai temi della New Age. Formulati però in modo colto. Egli arriverebbe a identificare «il nuovo Messia con il Filius perditionis...». Letture allarmate che si trovano riprese da un recente volume sui movimenti esoterici di Roberta Grillo, presidente del Gris della diocesi di Milano. Probabilmente è un eccesso di allarmismo e di complottismo. Bisogna capire che Cacciari usa le categorie teologiche e le dottrine antiche, ma se ne infischia dello "spirito", è sempre di storia e di politica che parla: deve spiegare a se stesso com'è possibile che una persona intelligente sia stata comunista e come si "giustifica" l'orrore che è stato il comunismo. Affronta dunque da filosofo il problema del male e lo risolve all'opposto di Ratzinger che in "Fede, verità, tolleranza" demoliva proprio la tesi della "necessità" del Male. Ecco cosa scriveva il cardinale: «Il male non è affatto - come reputava Hegel, e Goethe vuole mostrarci nel Faust una parte del tutto di cui abbiamo bisogno, bensì la distruzione dell'Essere. Non lo si può rappresentare, come fa il Mefistofele del Faust, con le parole: "io sono una parte di quella forza che perennemente vuole il male e perennemente crea il bene". Il bene avrebbe bisogno del male e il male non sarebbe affatto realmente male, bensì proprio una parte necessaria della dialettica del mondo. Con questa filosofia sono state giustificate le stragi del comunismo, che era edificato sulla dialettica di Hegel, vòlta in prassi politica da Marx. No, il male non appartiene alla "dialettica" dell'Essere, ma lo attacca alla radice». In pratica: il comunismo non è stato un «male necessario», ma solo un Male devastante.

GRANDE ATTESA

L'USCITA "Gesù di Nazaret" (Rizzoli, 446 pagine, 19,50 Euro) uscirà in libreria il 16 aprile, giorno dell'80esimo compleanno di Joseph Ratzinger. Il Pontefice è nato a Marktl am Inn, in Baviera, nel 1927.

LA PRESENTAZIONE

Il libro sarà presentato il prossimo 13 aprile dall'arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn, dal professor Daniele Garrone, decano della facoltà valdese di teologia di Roma e da Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia. A coordinare l'incontro, che si svolgerà alle ore 16 nella città del Vaticano, nell'Aula del Sinodo presso la Sala Paolo VI, sarà padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede.

I LIBRI DEL PAPA

Edito da Rizzoli, come i numerosi libri del predecessore Giovanni Paolo II, "Gesù di Nazaret" sarà disponibile in contemporanea in tedesco (editore Herder) e in polacco (editore Wydawnictwo). Si tratta del primo libro di Benedetto XVI dopo l'ascesa al soglio di Pietro, anche se sono stati pubblicati numerose raccolte di suoi discorsi e interventi dal 19 aprile 2005, data della fumata bianca, oltre all'enciclica "Deus Caritas est" (2006)

TRE ANNI DI LAVORO

Il libro del Papa è un saggio piuttosto corposo, frutto di oltre tre anni di lavoro. Ratzinger ha scritto le prime pagine durante l'estate del 2003, in uno dei brevi periodi di vacanza (allora era prefetto per la Congregazione della Dottrina della fede). Una volta eletto Papa, ha dedicato al testo «tutti i momenti liberi» fino al settembre 2006, data in cui ha completato le bozze. Si tratta di un volume diviso in 10 capitoli dedicati alla figura umana di Gesù, dal battesimo fino alla trasfigurazione. La parte relativa all'infanzia è stata "rimandata" dall'autore alla seconda parte del libro, di cui non è nota la data di uscita. Il Papa ha preferito quindi concentrarsi sull'attività "pubblica" di Cristo.

NELL'AGONE LAICO

È stato lo stesso Benedetto XVI, nell'annunciare l'uscita del libro durante lo scorso autunno, a invitare a un pubblico dibattito culturale e storiografico sul suo testo. Il Pontefice ha chiarito che il volume potrà essere discusso liberamente da chiunque poiché non vincola l'infallibilità pontificia, non trattandosi di un testo inserito nel magistero papale né in atti ufficiali del mandato petrino.

Libero, 5 aprile 2007


Gesù di Nazareth. Il 16 aprile esce il libro di Joseph Raztinger

di Mattia Bianchi

Sarà presentato alla stampa il prossimo 13 aprile, ma in realtà le anticipazioni sul primo libro da papa di Joseph Ratzinger sono già disponibili. Merito del Corriere della Sera che ieri ha pubblicato un ampio stralcio dell'opera, grazie ai contatti con la casa editrice, la Rizzoli, stesso editore del quotidiano. Dalle prime pagine, il "Gesù di Nazareth" si annuncia interessante, sia per il contenuto che per lo stile: un'opera di teologia narrativa che Benedetto XVI ha cominciato a scrivere già prima dell'elezione, sin dal 2003, per proporre una sua personale ricerca del “volto del Signore”, dimostrando la coincidenza tra la dimensione religiosa e storica di Cristo. E senza mettere in gioco alcun atto di magistero, perché, avverte il pontefice, “ognuno è libero di contraddirmi”.

Il papa vuole rispondere alle tendenze del contesto culturale attuale, che sembrano affermare una distanza fra il Gesù storico e il Cristo della fede, dando l'impressione che si sappia ben poco di certo su Gesù, una figura plasmata in un'ottica spirituale solo nel corso del tempo. In realtà, Benedetto XVI, tenendo conto di tutti i risultati della ricerca moderna, presenta il Gesù dei Vangeli come il vero Gesù storico ''come una figura sensata e convincente a cui possiamo e dobbiamo fare riferimento con fiducia e su cui abbiamo ben motivo di poggiare la nostra fede e la nostra vita cristiana''.

Lo fa per esempio, parlando del Buon Samaritano (il capitolo anticipato dal Corriere della Sera), una parabola attuale con cui Cristo, “ci insegna che non si tratta più di stabilire chi tra gli altri sia il mio prossimo. Si tratta di me stesso. Io devo diventare il prossimo, così l'altro conta per me come 'me stesso'''. Insegnamenti attuali, pensando tra le tante cose all'Africa e ai suoi popoli. “Noi – scrive il papa - abbiamo portato loro il cinismo di un mondo senza Dio, dove contano potere e profitto”. Ma la prossimità dobbiamo provarla anche verso le “'vittime della droga, del traffico di persone, del turismo sessuale, persone distrutte nel loro intimo, che sono vuote pur nell'abbondanza di beni materiali”. E anche questa l'alienazione di cui Marx ha fornito una descrizione ''drastica'': ''non ha raggiunto la vera profondità, perché - osserva il Papa - ragionava solo nell'ambito materiale”, ma ha tuttavia fornito “una chiara immagine dell'uomo che è caduto vittima dei briganti”.

“Gesù di Nazaret” uscirà nelle librerie il prossimo 16 aprile, in coincidenza con l'ottantesimo compleanno del papa. Al momento, saranno pubblicati i primi 10 capitoli dell'opera, che considereranno la figura di Gesù dal battesimo nel Giordano alla Trasfigurazione sul Tabor. Il 13 aprile, per la presentazione in Vaticano, arriveranno il card. Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di Teologia di Roma e il filosofo Massimo Cacciari.

Korazym


Ratzinger firma un nuovo libro. Sull'Africa

Uscirà il giorno del suo compleanno, il 16 aprile. Nelle 400 pagine, il Pontefice denuncia le responsabilità dell'Occidente per l'indigenza in cui versa buona parte del continente nero

Roma, 4 aprile 2007 - Un libro sulla figura di Gesù Cristo. Autore dell'opera, che arriverà nelle librerie il giorno del suo compleanno, il 16 aprile, Papa Benedetto XVI. Nelle 400 pagine, il Pontefice denuncia, in particolare, le responsabilità dell'Occidente per le condizioni di povertà in cui versa buona parte del continente africano e sprona le nazioni ricche a non fare come il sacerdote e il levita che passano senza fermarsi davanti al viandante derubato e abbandonato mezzo morto su ciglio della strada.

"Le popolazioni dell'Africa che si trovano derubate e saccheggiate ci riguardano da vicino - scrive Ratzinger, come si legge in un'anteprima pubblicata oggi sul Corriere della Sera - Il nostro stile di vita, la storia in cui siamo coinvolti li ha spogliati e continua a spogliarli".
Il volume, edito da Rizzoli e in vendita in italiano, tedesco e polacco con il titolo 'Gesù di Nazareth', invita dunque a riflettere sugli errori nei confronti dei meno abbienti. "Dobbiamo dare aiuti e dobbiamo esaminare il nostro genere di vita. Ma - avverte Ratzinger - diamo sempre troppo poco se diamo solo materia".

Romaone

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho capito perchè un Filosofo come Cacciari debba presentare un libro di Ratzinger su Gesù. Mi viene in mente Solevev che parla dell'Anticristo, il quale amava Dio e poi si mette al posto del Papa cacciandolo dalla sua Cattedra per proclamarsi,egli stesso, Dio. Qualcuno ha lasciato aperta la porta del Vaticano ed è entrato di tutto! Ho letto di Cacciari un commento sulla "Teodicea impossibile", ovvero sull'impossibilità di giustificare Dio del male dell'uomo, sulla pretesa, utopistica, dei Cristiani di voler lasciare fuori Dio dalle colpe dell'umanità... e va a presentare un libro sul di LUI figlio? a che pro? Mah..

Anonimo ha detto...

Ciao e grazie della visita.
Ti confesso che anche io ho qualche timore su Cacciari perche' ho paura che possa cogliere l'ennesima occasione per attaccare Papa Ratzinger e per fare il panegirico di cardinali a lui particolarmente simpatici.
Mi auguro, pero', che ci si attenga al testo senza divagare. Confido nella presenza dell'arcivescovo di Vienna che e' stato studente del professor Ratzinger e che conosce bene il testo del libro su Gesu'.
Capisco che la scelta di Cacciari possa suscitare molti dubbi, tuttavia penso che sia indice dell'apertura intellettuale di Benedetto XVI che non teme di confrontarsi con altri pensatori. All'inizio del "Gesu' di Nazaret" ha scritto che ciascuno e' libero di contraddirlo:gia' venerdi' avremo un'applicazione di questo concetto.
Ciao
Raffaella

Anonimo ha detto...

ahimè spesso non basta etichettarsi cristiani per esserlo, nè essere preti o vescovi per essere indefettibili nella fede... ricordo di una delle rare volte che vidi la tv qualche anno fa... c'era un cardinale e il cacciari vituperato: beh tra i due il più credente era chiaramente il secondo... il cardinale abbagliato dallo scintillio della tv non sapeva che fare il banalotto con delle risposte all'acqua di rose, mentre il filosofo spiegava con precisione e ragione alcuni principi di fondo della fede... e leggendo altre cose di cacciari (e leggendo la recensione in questo blog di socci, ad esempio) mi pare che abbia un "animus" più cristiano lui (che non si dice credente) che altri che sbandierano di esserlo
mah... per me è una garanzia di cattolicità e di serietà la presenza di cacciari più di altri

Anonimo ha detto...

Ciao Francesco, di quale cardinale parli?
Non tutti hanno la chiarezza espositiva. Quando vuole, Cacciari sa essere molto chiaro. Spero pero' che si attenga al testo che deve presentare e non divaghi troppo.
Ciao