11 giugno 2007

Cattolici-Ortodossi: rapporti ad una svolta?


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Aggiornamento della rassegna stampa dell'11 giugno 2007 (2)

Aggiornamento della rassegna stampa dell'11 giugno 2007 (1)

Rassegna stampa dell'11 giugno 2007


Vaticano: visita dell'arcivescovo di Cipro

CITTA' DEL VATICANO - Il prossimo 16 giugno l'arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, incontrera' il Papa. Si tratta della prima visita nella storia dell'arcivescovo di Cipro con il Pontefice.
Da domani Chrysostomos II sara' in Italia per una serie di visite, tra cui un colloquio con il presidente del Consiglio Romano Prodi e un incontro Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana. (Agr)


La strategia di Ratzinger per la campagna di Russia

Di Paolo Rodari

Adesso, nei rapporti tra Vaticano e Patriarcato ortodosso di Mosca, c’è un mediatore, un intermediario che - se lo augurano Oltre il Tevere - potrebbe giocare in futuro un ruolo decisivo in vista del possibile storico incontro tra il papa e Alessio II, leader della Chiesa ortodossa russa, una delle più importanti tra le Chiese ortodosse del mondo tanto che - si dice -, se Mosca farà dei passi verso l’unità con Roma, tutte le altre Chiese ortodosse potrebbero seguire a ruota.
Il mediatore è l’arcivescovo ortodosso di Cipro, sua Beatitudine Crisostomo II. Grande amico di Alessio II, Crisostomo II sarà a Mosca dal 18 giungo dopo che, sabato prossimo, avrà incontrato in udienza privata il papa in Vaticano. A Mosca, Crisostomo II, racconterà quanto dettosi con Ratzinger a Roma e chissà che qualche cosa non si possa muovere nei rapporti ecumenici tra le due Chiese.
Per Crisostomo II, nei giorni che precedono l’incontro col papa, anche dei faccia a faccia con il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e i cardinali Kasper (del dicastero che si occupa dell’unità tra i cristiani), Martino (di Giustizia e Pace e Pastorale dei Migranti e degli Itineranti), Poupard (Cultura e Dialogo Interreligioso) e il segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Quanto non riuscì ad avvenire con Giovanni Paolo II potrebbe riuscire oggi con Benedetto XVI grazie al lavoro di Crisostomo II? Difficile dirlo. Certo è che col cambio di pontefice i rapporti tra le due Chiese (Roma e Mosca) sono in qualche modo migliorati.
Il merito, probabilmente, è in parte anche di Ratzinger che non ha mai insistito per un suo viaggio apostolico in Russia. Mentre Giovanni Paolo II spingeva parecchio per un suo arrivo a Mosca, Ratzinger ritiene che segnali di pace e di unità con l’ortodossia moscovita si possano giocare anche in campi neutri e che, anzi, è proprio il mostrare di non volere andare a tutti i costi a Mosca (dove gli ortodossi accusano i pochi cattolici presenti di proselitismo) che potrebbe portare Alessio II a fare eventuali passi verso l’unità.
Soltanto lo scorso marzo era stato il presidente russo Valdimir Putin a mettere piede in Vaticano per un colloquio col papa. Poi, la partenza per Bari per un vertice con cinque ministri russi e sette italiani. L’arrivo a Bari era stato ritenuto significativo soprattutto in chiave ecumenica perché, in qualche modo, poteva essere letto come un segnale circa la necessità di un riavvicinamento tra ortodossi e cattolici. Bari, infatti, è città ponte tra cultura cattolica e ortodossa. E anche se i temi religiosi non erano stati esplicitamente a tema nel colloquio Putin-Ratzinger - come anche nell’incontro barese -, la presenza del presidente russo nella città considerata una capitale dell’ortodossia - poiché lì si trova la basilica san Nicola di Myra che gli ortodossi venerano come loro protettore -, non è passata inosservata soprattutto nelle stanze del Patriarcato moscovita.
Dopo Putin, dunque, sulla strada dell’unità tra Roma e Mosca ecco Crisostomo II, leader di una Chiesa che, geograficamente parlando, è anch’essa a mezza strada tra oriente ortodosso e occidente cattolico. «Ho chiesto io - ha detto nei giorni scorso a L’Espresso Crisostomo II - di poter vedere il papa e lo ringrazio per l’opportunità. Noi vogliamo aiutarlo in ogni modo per migliorare la relazione tra le due Chiese perché siamo figli dello stesso Padre. Sarei felice se accettasse l’offerta». E ancora, in merito all’incontro tra il papa e Alessio II: «Ogni momento è un buon momento, perché lo scopo è quello di fare ciò che è meglio per entrambe le Chiese. È chiaro che si tratta di un incontro che non si organizza in 24 ore. Prima bisogna scambiarsi i delegati, mettere al lavoro i teologi. Insomma, bisogna preparare l’evento perché sia un successo. Io sono pronto a fornire il mio contributo. Farò il possibile per farli incontrare. Loro e le Chiese».
E dopo Crisostomo II, il summit della Commissione mista di Ravenna previsto per il prossimo ottobre. Di Ravenna se ne parla dai giorni del viaggio del papa in Turchia dello scorso fine novembre. Un viaggio che portò alla ribalta un altro leader ortodosso, Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli. Fu proprio Bartolomeo I a invitare il papa al summit tra cattolici e ortodossi di Ravenna. Un invito che ha indispettito non poco Alessio II il quale ritiene di dover condurre lui i tempi e i modi del riavvicinamento delle Chiese ortodosse con Roma. E in effetti, non ha tutti torti Alessio II: fino a quando non sarà Mosca a tornare alla piena unità con Roma, non si potrà parlare di piena unità tra cattolici e ortodossi. A Ravenna, con ogni probabilità, Alessio II non sarà presente di persona ma manderà un suo uomo di fiducia: Hilarion Alfeyev, vescovo di Vienna e dell’Austria e rappresentante della chiesa russo-ortodossa di Mosca presso le Istituzioni europee.

Il Riformista, 11 giugno 2007

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