8 giugno 2007

"Gesu' di Nazaret": il commento del cardinale Lehmann


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di K. Lehman

Note sul libro di papa Ratzinger Regno Attualità 8/2007

Alla domanda d'un giornalista se quello del papa su Cristo sia un libro come gli altri, un noto teologo ha risposto con lucidità: «È un evento! Non c'è stato sinora nulla di paragonabile. Un papa scrive un'opera su Gesù e si confronta in tal modo con le strutture argomentative della ragion critica».

Davvero sorprendente è il fatto che il papa non dia in questo volume una forma organica alle catechesi e alle omelie su Gesù Cristo, da lui regolarmente tenute, ma che scriva e pubblichi un'opera su Gesù scientificamente fondata e sistematicamente articolata.

Il servizio di questo papa è caratterizzato in modo determinante dalla sua capacità di valorizzare la parola. La sua retorica è davvero sorprendente. Ha un'innata tendenza a cesellare la parola, conferendole una particolare bellezza, manifestando talvolta i tratti del poeta e dello scrittore. È in grado di destare nei suoi interlocutori un'attenta sensibilità per il Vangelo e per la persona di Gesù Cristo.

Sono doti che gli sono state date sin dalla nascita e che sono state poi affinate da uno studio approfondito, condotto alla scuola di grandi maestri, e da una particolare passione per la teologia. Sin dall'inizio ha desiderato consacrarsi completamente al compito della predicazione e a quello di fornire agli altri un orientamento sia spirituale sia teologico. Si è pertanto affermato non solo come ricercato maestro della teologia, ma anche come predicatore convincente e costantemente richiesto. È questo un servizio che egli compie da oltre cinquant'anni. Essere scrittore è parte integrante della sua vita.

L'ultimo libro pubblicato porta il semplice titolo Gesù di Nazaret. S'inserisce in una determinata tradizione di opere teologiche cui il papa fa esplicito riferimento sin dalla premessa: «Al libro su Gesù (…) sono giunto dopo un lungo cammino interiore. Al tempo della mia giovinezza - negli anni trenta e quaranta - esisteva una serie di opere entusiasmanti su Gesù. Ricordo solo il nome di alcuni autori: Karl Adam, Romano Guardini, Franz Michel Willam, Giovanni Papini, Daniel-Rops». Questi libri - analogamente a quelli della generazione più giovane, cui appartengo - rappresentano come pochi altri non solo un'introduzione al cristianesimo in generale ma un approccio concreto alla figura di Gesù Cristo. Il loro nucleo centrale è quel Gesù uomo che è al contempo Figlio di Dio, proveniente dal cuore del Padre.

In quest'opera si concretizza in un certo senso un sogno che il teologo Joseph Ratzinger perseguiva da tempo. In collaborazione con il suo futuro collega Johannes Auer (Regensburg) aveva previsto di pubblicare nella «Breve dogmatica cattolica» - curata ed edita in comune - un volume su Il mistero di Cristo; lo prova il piano dell'opera allora reso noto. Successivamente Johannes Auer dovette comunicare che, in seguito alla nomina ad arcivescovo di Monaco, Joseph Ratzinger non avrebbe più avuto il tempo di completare Il mistero di Cristo (come documenta l'introduzione dello Auer stesso al volume IV/1 della «Breve dogmatica», Regensburg 1986, p. 15).

L'unico volume pubblicato nella «Breve dogmatica» da Ratzinger nel 1977, prima della sua nomina ad arcivescovo di Monaco (e di lì a poco a cardinale), è Escatologia: morte e vita eterna (vol. IX, Regensburg 1977; la sesta edizione è stata riveduta nel 1990, una nuova edizione, con una premessa del papa, è del 2007; pp. 11-14). Nelle intenzioni dell'autore il piano di scrivere un libro su Cristo ha pertanto una lunga genesi, anche se una sua collocazione all'interno della «Breve dogmatica»avrebbe verosimilmente conferito all'opera un'impronta piuttosto manualistica.

Per quanto possa essere un «evento» la circostanza che un papa scriva un libro teologico su questo tema e con quest'impronta, sta di fatto che la sua pubblicazione corrisponde a un desiderio e un proposito maturati da tempo nel cuore di papa Benedetto XVI. Ciò spiega perché l'autore abbia dedicato tutto il suo tempo libero per lavorare all'opera intrapresa. Egli stesso afferma: «Come ho detto dall'inizio di questa premessa, il cammino interiore verso questo libro è stato lungo. Ho potuto cominciare a lavorarci durante le vacanze estive del 2003. Nell'agosto del 2004 ho poi dato forma definitiva ai capitoli dall'1 al 4. Dopo la mia elezione alla sede episcopale di Roma ho usato tutti i momenti liberi per portare avanti il libro».

Il papa ci tiene a far presente la volontà di pubblicare - sotto forma di un primo tomo dell'opera complessiva - solo i primi dieci capitoli, relativi al periodo compreso tra il battesimo di Gesù e la sua trasfigurazione. Il secondo tomo dell'opera verterà invece sulla passione, sulla morte e sulla risurrezione di Gesù, nonché sulla discesa dello Spirito Santo a Pentecoste con la conseguente nascita della Chiesa; come il papa afferma, il volume comprenderà anche le storie dell'infanzia di Gesù. È verosimile che contestualmente alle professioni di fede in Gesù Cristo vi venga trattato il credo cristologico esposto nei vari simboli apostolici della Chiesa antica.

Possiamo pertanto attenderci un volume che presenterà probabilmente uno spessore analogo a quello attuale. In un tono riflessivo il papa afferma che intende pubblicare perlomeno la prima parte dell'opera «poiché non so quanto tempo e quanta forza mi saranno ancora concessi».

Il libro presenta uno spessore di 448 pagine; il testo è chiaro e, dopo una premessa iniziale, si suddivide in dieci ampi capitoli. Un indice bibliografico - comprendente brevi commenti ad alcuni lemmi, evidentemente scritti dall'autore stesso - documenta le fonti scientifiche e la letteratura di base cui il papa si riferisce. La casa editrice ha aggiunto un'ampia appendice con un indice e un glossario, che facilitano l'orientamento in un'opera organicamente strutturata a vari livelli.

La premessa e l'introduzione provano la profonda conoscenza dei più recenti risultati dell'esegesi neotestamentaria di cui dispone il pontefice nella sua erudizione. Egli non ha alcuna difficoltà a mettersi alla scuola di noti esegeti evangelici, per quanto si rifiuti di far pedissequamente sue le soluzioni proposte. Afferma pertanto con chiarezza: «È chiaro che con questa visione della figura di Gesù io vado al di là di quello che dice ad esempio Schnackenburg in rappresentanza di una buona parte dell'esegesi contemporanea. Io spero, però, che il lettore comprenda che questo libro non è stato scritto contro la moderna esegesi, ma con grande riconoscenza per il molto che essa ci ha dato e continua a darci. Ci ha dischiuso una grande quantità di materiali e di conoscenze attraverso le quali la figura di Gesù può divenirci presente con una vivacità e una profondità che pochi decenni fa non riuscivamo neppure a immaginare. Io ho solo cercato, al di là della mera interpretazione storico-critica, di applicare i nuovi criteri metodologici, che ci consentono un'interpretazione propriamente teologica della Bibbia e che però richiedono la fede, senza con ciò volere e potere per nulla rinunciare alla serietà storica».

Non v'è dubbio che la discussione scientifica dei prossimi mesi valuterà in che misura il tentativo fatto da Joseph Ratzinger sia effettivamente riuscito e in che senso egli abbia rispettato il metodo storico-critico e al contempo gli sia andato oltre. È un tentativo che comporta una notevole disponibilità al rischio. Nel compierlo il papa ha dimostrato un coraggio che gli va apertamente riconosciuto.

I dieci capitoli ripercorrono il cammino di Gesù nel corso della sua predicazione pubblica: il suo battesimo (29-47), le tentazioni (47-69), il Vangelo del Regno di Dio (69-87), il discorso della montagna (87-157), la preghiera del Signore, il Padre nostro (157), i discepoli (203-219), il messaggio delle parabole (219-257), le grandi immagini giovannee: l'acqua, la vite e il vino, il pane, il pastore (257-333), nonché due momenti importanti del cammino di Gesù: la confessione di Pietro (333-352) e la trasfigurazione (352-367). Il libro si concentra infine sulle più importanti affermazioni di Gesù su se stesso: sui titoli di «Figlio dell'uomo»(369-384) e di «Figlio»(384-395) e sul suo «Io sono» (395-407).

Il papa sa che queste tre affermazioni celano il segreto di Gesù e al contempo lo rivelano: «Le tre affermazioni si radicano tutte profondamente nella parola di Dio, nella Bibbia di Israele, nell'Antico Testamento. Solo però nel segreto queste tre affermazioni acquistano il proprio profondo significato; in un certo senso hanno atteso alla rivelazione di questo segreto: nelle tre affermazioni si manifesta l'originalità di Gesù - la sua novità, ciò che gli è esclusivo e che non devia da altra premessa se non dal fatto d'essere possibili solo sulle sue labbra».

Le vivaci discussioni di questi ultimi giorni erano viziate dal fatto che del libro non era noto il contenuto. Ora che il volume è disponibile si dovrebbero lasciare da parte tutte le speculazioni di tipo teologico-politico o politico-ecclesiale. Desidero citare il noto detto tratto dalla vita di sant'Agostino, tanto caro al papa: «Prendi e leggi». Si tratta di un libro, questo, caratterizzato da attenzione e riflessione, equilibrio e finezza, da una tranquillità e al contempo una semplicità che affascina; un libro che desidera (e certamente vi riuscirà) conquistare molti lettori a condividere il cammino di Gesù. Chi lo leggerà avvertirà - analogamente a quanto avviene nella lettura di altri autori di teologia del ventesimo secolo - che il cristianesimo non è prevalentemente un sistema etico-dogmatico di proposizioni di fede e di prescrizioni morali, ma una persona concreta che c'invita a condividere il suo cammino.

È questa la ragione che ha indotto il papa a intraprendere con assoluta sincerità - mi pare sia questo il termine più appropriato - il tentativo d'aprirci la strada alle fonti del nostro sapere su Gesù Cristo e soprattutto alla comprensione dell'unicità della sua persona, senza peraltro chiederci di rinunciare alla nostra ragione. Gesù di Nazaret è un'opera scientificamente fondata e al contempo un libro di fede: nella tranquillità del suo impulso missionario è un testo di cui oggi abbiamo un profondo bisogno.

Come teologo e come vescovo desiderio ringraziare di cuore Joseph Ratzinger/Benedetto XVI d'averci dato questo libro: per il suo contenuto, ma soprattutto per il coraggio che esso documenta. Il papa ha compiuto il 16 aprile ottant'anni. Con questo libro si è fatto il miglior regalo. Egli non ha però scritto quest'opera per se stesso, ma per fare un dono a tutti coloro che sono alla ricerca della verità - soprattutto ai cristiani che ricercano costantemente l'autentico volto del loro Signore -. E che altro avrebbe potuto fare un papa se non prendere per mano queste persone e aiutarle nel loro cammino di ricerca?

Il percorso che Joseph Ratzinger/Benedetto XVI invita a intraprendere non ha pertanto bisogno d'essere legittimato in termini autoritativi. L'autore stesso ci invita a leggere il libro in completa libertà di spirito: «Non ho di sicuro bisogno di dire espressamente che questo libro non è in alcun modo un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del "volto del Signore" (cf. Sal 27,8). Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell'anticipo di simpatia senza il quale non c'è alcuna comprensione». Una sorprendente libertà!

Karl Lehmann

Il Regno, maggio 2007

7 commenti:

mariateresa ha detto...

grazie Raffaella, è un commento molto bello. Ho comprato a suo tempo e letto anche Escatologia, morte e vita eterna : il libro è molto interessante ma è un libro più specialistico, insomma non per dilettanti , in certi punti può stendere un bufalo dal gran che è denso.
Ma il Gesù è diverso perchè riesce proprio a fondere la sua grande preparazione e il dono veramente straordinario della sua scrittura efficace, a tratti poetica, sì ha ragione Lehman. Proprio come S. Agostino.

Anonimo ha detto...

E' già da un po' che frequento il tuo blog Raffaella e volevo ringraziarti per il servizio di inestimabile valore che rendi a tutti noi.Grazie davvero.

Il libro lo sto leggendo(ma richiede tempo per essere meditato nella sua comprensione)...e non è il primo di Sua Santità che ho la fortuna di leggere.
Lo consiglio caldamente.
Leggetelo, fatelo leggere ai vostri amici e discutetene assieme:vi divertirete e farete una grande opera di apostolato.
Ciao Raffa!
Federico

Anonimo ha detto...

Grazie Mariateresa. Non ho letto Escatologia ma mi sto gustando "Gesu' di Nazaret". Mi piace moltissimo anche perche' mi spinge a leggere la Sacra Scrittura. Penso che il Papa non potesse farci dono piu' bello...

Ciao Federico e benvenuto nel blog :-))
Mi fa molto piacere averti qui insieme a tutti gli amici.
Un abbraccio
Raffa (o Lella) :-))

Anonimo ha detto...

Allora ciao Lella!
P.S. mi permetterei di consigliare anche la lettura degli ultimi esercizi spirituali del Card. Giacomo Biffi, magari quando avrete finito questo libro.
Federico

euge ha detto...

Da quel poco che il tempo mi permettere di leggere, è un libro che appassiona anche se l'argomento è chiaro non è la trama di un romanzo; ma, il modo di scrivere di Benedetto, il modo di presentare l'argomento ti coinvolgono anche quando ti avventuri nella lettura di scritti ben più specifici e complessi. Già dall'enciclica Deus Caritas est, si percepisce questa sua capacità di instaurare con chi legge, un modo chiaro, semplice ma, profondo e completo nel trattare tutti i vari aspetti e concetti del libro stesso. Condivido ciò che avete detto Papa Benedetto non poteva farci regalo più bello ed in cuor mio spero che ce ne faccia tantissimi altri!!!!!!!!!!!!!
Eugenia - Sempre con Benedetto XVI

mariateresa ha detto...

confermo l'impressione di Federico, gli ultimi esercizi spirituali di Biffi sono straordinari...
Anche il suo è un dono di scrittura formidabile, diverso, ma altrettanto efficace. Ve lo consiglio caldamente.

Anonimo ha detto...

Grazie dei consigli :-)
Ho visto la raccolta degli esercizi spirituali del cardinale Biffi in libreria...devo colmare la lacuna :-))