7 giugno 2007

Giuliano Ferrara presenta "Gesu' di Nazaret"


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"GESU' DI NAZARET" DI JOSEPH RATZINGER-BENEDETTO XVI

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Aggiornamento della rassegna stampa del 7 giugno 2007 (1)

Rassegna stampa del 7 giugno 2007

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Presentato a Firenze il libro di Papa Benedetto XVI

Seicento persone hanno ascoltato questa mattina, in Palazzo Medici Riccardi, a un confronto a più voci sul libro ‘Gesù di Nazaret’ di Joseph Ratzinger, libro frutto di una lunga ricerca compiuta da un grande teologo divenuto Papa Benedetto XVI .
Il libro è un best seller e su iniziativa della Provincia di Firenze, dell’Arcidiocesi di Firenze e della Rizzoli, che ha editato il libro, il volume è stato presentato stamani da Giuliano Ferrara, direttore ‘Il Foglio’, Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze, e don Andrea Bellandi, Preside della Facoltà teologica dell'Italia Centrale. Modera Andrea Fagioli, Vicedirettore Toscana Oggi. “Fecondazioni varie, family day, abusi sessuali, eutanasia: tutte le volte che sale alla ribalta un argomento del genere, il pensiero di questi tempi corre alla Chiesa – aveva spiegato il Presidente Matteo Renzi annunciando l’evento - Cosa dirà, cosa farà, cosa non dirà, cosa non farà… Ho pensato che potrebbe essere un’occasione interessante presentare – nell’ambito del nostro ciclo di incontri in Palazzo – anche un libro diverso. E con oggetto non una riflessione etica (anche se naturalmente l’etica non manca), ma una persona che costituisce per i cattolici ben di più di un semplice essere umano”. “Ratzinger propone la sua ricerca in modo onesto, sincero, leale, aperto alla critica e al contraddittorio – osserva Giuliano Ferrara - ma è proprio Ratzinger a contraddire la vulgata per cui esiste il Gesù della fede e quello della storia”. Su questo doppio binario diventa facile confinare la fede a fatto privato, e la storia di Gesù di Nazaret al passato, per poi avviare una contrapposizione esasperata tra credenti e non, tra credenti e laici. “Lo schema però – continua Ferrara - non regge più per una ragione molto semplice: la fede ha una dimensione pubblica: la si può avere o no, la si può trovare o meno, ma non può essere confinata in uno spazio privato”. Oggi nella cultura corrente Gesù è una figura che appartiene a tutti, ma rischia di essere annacquata nell'indistinto, di appartenere a tutti per non appartenere a nessuno. Il libro del Papa che è anche il libro del teologo Ratzinger dice: sì, Gesù appartiene a tutti, ma si è presentato come “figlio di un padre esigente, figlio dell'uomo, incarnazione di Dio ed è il capo di una chiesa che ha fondato. Questa è una figura storicamente sensata e convincente”. Don Andrea Bellandi trova che il libro sia stato scritto con coordinate di realismo, ragionevolezza e moralità: “Ratzinger – ha spiegato - critica un’esegesi ottocentesca, ma anche novecentesca, che legge Gesù con delle categorie che ha già in testa, ma la morale nella conoscenza vuol dire stare al dato”. Ratzinger individua pregi e limiti del metodo storico-critico che non riesce a cogliere come la fede e la storia cristiana maturano nel corpo ecclesiale: “Per noi – sottolinea don Bellandi la rivelazione non coincide col testo scritto. Il Verbo si e fatto carne, non carta” ed è nella comunità ecclesiale che ha preso forma il testo sacro.
Con Gesù e con la Chiesa, secondo Matteo Renzi, “bisogna farci i conti con uno sguardo libero, laico, facendo i conti con un fatto storico: è un antidoto alla semplificazione, a cogliere ogni cosa come ingerenza. La Chiesa è incontro con Cristo ed è bella la chiesa che mette al centro Gesù di Nazaret, quando si coltiva nel tempo, per riprendere i termini di un gesuita citato da Ratzinger, attraverso la costante fedeltà' e l'adorazione mai tradita”. A domanda specifica sul ‘Family day’, Renzi risponde che “è difficile capire perché c’è uno sguardo carico di ideologia sulla famiglia. Tutto ciò che viene detto dalla chiesa viene visto come ingerenza. Non c'è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia. Quando non si coglie il fatto storico di un milione di persone in piazza si commette un errore gravissimo”.

Agipress

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