1 giugno 2007

Mons. Fisichella, Massimo Introvigne e Padre Lombardi sul video della BBC


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SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!

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Trasmesso dalla RAI il video della BBC su Chiesa e pedofilia: i commenti di mons. Fisichella, padre Lombardi e Massimo Introvigne

E' andato in onda ieri sera sulla RAI, nell'ambito del programma "Annozero" condotto da Michele Santoro, il video della BBC sulla Chiesa e la pedofilia. Presenti, tra gli altri, l'autore dell'inchiesta, il giornalista della BBC Colm O'Gormer, il rettore della Lateranense mons. Rino Fisichella, e don Fortunato Di Noto, il sacerdote da anni impegnato contro la pedofilia. Ascoltiamo il commento di mons. Fisichella al microfono di Luca Collodi:

R. – Credo che ci sia stata, certamente da parte nostra, la possibilità di poter fare chiarezza e di rendere evidenti anche molte contraddizioni, strumentalizzazioni e vorrei dire anche calunnie che erano presenti nel video. Da questo punto di vista non posso che ringraziare sia per la possibilità che ci è stata offerta di poter parlare e di poter anche esprimere la propria opinione in piena libertà. D’altra parte un tema così scabroso non poteva essere lasciato e non poteva esserci nessuna ombra, che potesse minimamente pesare su quello che è il lavoro di circa 400 mila preti che ogni giorno sono vicini alla nostra gente, ogni giorno lavorano, faticano e sono vicini alle condizioni più disparate che tutti quanti noi conosciamo. Era, quindi, un obbligo morale quello di dover dare una parola chiara, ferma, ma anche di grande speranza per tanta gente, per tutta quella gente che crede nel nostro lavoro.

D. – Mons. Fisichella, spesso la stampa è ritenuta superficiale su argomenti di questo genere, che riguardano l’informazione religiosa. In questo caso possiamo dire che la stampa ha svolto un ruolo importante, in questo caso la televisione, per la verità su argomenti così delicati ed importanti per la vita delle persone?

R. – Anzitutto dobbiamo anche chiederci come mai un filmato come questo va in onda ad un anno di distanza da quando era stato prodotto. Direi quindi che bisogna in ogni caso, pur mostrando la libertà di questo, bisogna anche evidenziare che certamente qualche tratto strumentale ci doveva essere. A me sembra che al di là di questo - ed ho in mano ora un articolo uscito su Panorama, che di fatto non fa che riprendere le falsità che già ieri io ho cercato in tutti i modi di mostrare come al di fuori di qualsiasi pensiero - dicevo che c’è un prurito – secondo me – di voler andare a rivangare situazioni che non hanno senso, a voler a tutti i costi mistificare le notizie e soprattutto dare una lettura distorta dei nostri documenti.
Questa - lo debbo dire con pacatezza, ma anche con molta chiarezza - non è professionalità, non è assolutamente possibile continuare su questo tono.

D. – Panorama dice che dal 2001 ad oggi sono giunte alla Congregazione per la Dottrina della Fede circa un migliaio di segnalazioni su presunti abusi sessuali compiuti da religiosi, ma i processi che sono stati avviati in questi sei anni sono soltanto poco più di una decina. Cosa fa la Chiesa?

R. – Anzitutto questa notizia è profondamente falsa, perché dei 1.500 casi che sono arrivati i dieci a cui si fa riferimento sono i dieci casi di pedofilia. Gli altri sono tutte altre questioni. Direi che le notizie debbono essere date, ma anzitutto nella maniera giusta. Secondariamente, la Chiesa con molta fermezza interviene laddove c’è l’errore, laddove c’è la prevaricazione, laddove un sacerdote non è e non corrisponde al bene e alla propria vocazione. Come Benedetto XVI, ripetutamente e mai stancandosi, ha detto che laddove si opera in mezzo ai giovani, laddove si opera in mezzo ai bambini non può esserci nessuna ombra di dubbio che ci sono sacerdoti impegnati lealmente, fortemente e con tutto l’entusiasmo e la passione che hanno a favore del bene dei nostri giovani.

D. – Anche perché dagli atti di pedofilia la prima ad essere danneggiata è la Chiesa stessa...

R. – Infatti. Tra le vittime che ci sono e verso le quali tutti quanti noi in ogni caso dobbiamo avere il più grande rispetto e la più grande vicinanza, perché non dimentichiamo che le vittime di pedofilia sono vittime innocenti. Ci sono i genitori che debbono avere la piena vicinanza della Chiesa e debbono sentire il nostro sostegno, che non può mai essere tolto a loro. Non possiamo però dimenticare che chiaramente il gesto di alcuni non può gettare fango su quella che è l’opera di carità, la visione di santità e l’annuncio della bella notizia del Vangelo che la Chiesa compie ogni giorno.


Sul video della BBC Fabio Colagrande ha intervistato Massimo Introvigne, direttore del CESNUR, il Centro studi sulle nuove religioni:

R. – Il video fa continuamente confusione tra l’ordinamento canonico e il perseguimento di questi abusi, nel caso siano anche dei reati da parte degli Stati. Faccio un esempio molto semplice. Quando, risolvendo problemi di competenza, dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice di Diritto Canonico, la lettera "De delictis gravioribus" del 2001 dice che alcuni tipi di delitto dell’ordinamento canonico sono riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, i giornalisti della BBC pensano che questo voglia dire: “Ah, malissimo, sono riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, dunque li terremo nascosti alle autorità civili”. Ma questa è una lettera che vuole semplicemente distinguere quanto è riservato alla Congregazione per la Dottrina della Fede e quanto invece è riservato ai tribunali ecclesiastici interdiocesani regionali. L’ordinamento civile non c’entra nulla, per quello ci sono delle disposizioni generali ribadite nel Catechismo, che impongono ai vescovi, ai sacerdoti, come del resto ai semplici fedeli, un dovere di leale collaborazione con le autorità dello Stato, tranne quando ci si trovi in presenza di leggi palesemente ingiuste.

D. – E, tra l’altro, che non si tratti assolutamente di documenti che vogliono interferire con il diritto civile, con le procedure penali, lo dimostra il fatto che, al contrario di quanto afferma il documentario della BBC, non sono segreti…

R. – Il documento del 2001 è tanto poco segreto che fu immediatamente pubblicato sul sito Internet della Santa Sede, oltre che sugli Acta Apostolicae Sedis che sono l’equivalente per la Santa Sede della Gazzetta Ufficiale. Nel 1962 non c’erano siti Internet. La materia era scabrosa e non fu pubblicata negli Acta Apostolicae Sedis, fu edita in un volumetto, mandata sotto regime di confidenzialità ai vescovi di tutto il mondo. Chi sa di cose cattoliche, sa che una cosa mandata ai vescovi di tutto il mondo difficilmente rimane completamente riservata e, infatti, agli addetti ai lavori era nota. Intendiamoci – e su questo punto lo stesso Benedetto XVI, parlando ai vescovi dell’Irlanda, nell’ottobre 2006, è stato molto chiaro – ci fosse anche un solo caso di prete pedofilo sarebbe un caso di troppo ed è giusto che la Chiesa intervenga, come fa, con la massima severità. Tuttavia se gli accusati sono 4 mila in 52 anni, i condannati sono 105, dire che siamo di fronte a decine di migliaia di colpevoli negli Stati Uniti, mi sembra semplicemente cattivo giornalismo.


Ma sulla vicenda ascoltiamo la riflessione del nostro direttore generale padre Federico Lombardi:

La tanto discussa trasmissione da parte della RAI nel quadro del programma “Annozero” del documentario della BBC sulla Chiesa e la pedofilia è infine avvenuta. Ci sia permessa una brevissima riflessione. Animato da una sensibilità ferita, il documentario tratta fatti drammatici in un quadro di prospettiva evidentemente parziale, e diventa gravemente ingiusto quando appunta le sue critiche sulle motivazioni di documenti ecclesiali di cui viene svisata la natura e la finalità, e quando prende di mira la figura del cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI.

Ma la partecipazione di mons. Rino Fisichella e di don Fortunato Di Noto al dibattito ha dimostrato che – contrariamente alle tesi del documentario – nella Chiesa c’è la forte volontà di guardare in faccia i problemi con obiettività e di affrontarli con lealtà, e c’è chi si impegna con competenza e dedizione sul fronte della lotta alla pedofilia conoscendone assai meglio la natura e le dimensioni di quanto non risulti da prospettive condizionate dalle tesi antiecclesiali.

Le denunce possono certamente spingere ad affrontare e risolvere problemi sottovalutati o nascosti. Allo stesso tempo non devono diventare non veritiere, così da essere strumentalizzate per distruggere invece che per costruire. La Chiesa cattolica ha dovuto imparare a sue spese le conseguenze dei gravi errori di alcuni suoi membri ed è diventata assai più capace di reagire e di prevenire. E’ giusto che anche la società nel suo insieme si renda conto che nel campo della difesa dei minori e della lotta alla pedofilia ha un lungo cammino da compiere. La esperienza della comunità ecclesiale, che conta nella sua lunga storia incalcolabili meriti di impegno per la gioventù, dovrà essere un elemento importante per collaborare costruttivamente in questa direzione.

Radio Vaticana

2 commenti:

mariateresa ha detto...

Raffaella, se non hai di meglio da fare, vai a leggere su Repubblica on line l'articolo

Il Vaticano: "Ingiuste le accuse al Papa"L'attacco di Ratzinger al video Bbc ieri su Rai 2

A parte il titolo idiota si legge:
"Il riferimento è alla circolare dell'allora cardinale Ratzinger che ordinò alle gerarchie ecclasistiche di tacere sui casi di pedofilia tra i sacerdoti. Panni da sciacquare in casa, in pratica, di cui il resto del mondo non doveva venire a sapere."
Hai capito che faccia da chiappe hanno questi qui? Smentiscono il loro vaticanista, come si vede bene dagli articoli che hai pubblicato.
Io credo che si stia perdendo il senso del limite. Mi sembrano diventati tutti dei cani arrabbiati.
Mah

Anonimo ha detto...

Ormai non ho piu' parole...