10 giugno 2007

Rassegna stampa del 10 giugno 2007


Buona domenica, carissimi amici del blog :-)
Oggi leggeremo moltissimi articoli di stampa sull'incontro del Papa con il Presidente USA. Ecco la prima parte
.
Raffaella

VISITA DI BUSH: VIDEO DI SKYTG24

Vedi anche:

Il Paese reale e "l'iperuranio" dei mass media

La visita di Bush al Papa


Bush dal Papa:''E' bello essere qui'', poi lo chiama ''sir''

di Fausto Gasparroni

Dire ''His Holiness'' o ''Holy Father'' (sua santita', santo padre) per rivolgersi al Papa non dev'essere venuto naturale a George W. Bush , perche', quando si e' trovato davanti al Pontefice ,lo ha chiamato piu' volte, semplicemente, ''Sir'' (signore).
Una piccola gaffe presidenziale, pur nel clima cordiale dell' incontro con Benedetto XVI, che pero' mostra ancora una volta quanto il presidente Usa si senta stretto in situazioni soggette a un rigido protocollo,come accade nelle severe stanze vaticane. Che non si sentisse propriamente a suo agio Bush lo ha anche ammesso nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. ''E' stato un incontro commovente - ha detto rispondendo a una domanda sulla sua visita in Vaticano -. Col Papa ho avuto l'impressione di parlare con un uomo molto amorevole, molto affettuoso. Dopo oltre sei anni di presidenza ho visto molti posti e persone interessanti. Ma davanti a lui ero in soggezione''.

Poco piu' di un'ora e mezza la durata complessiva della permanenza di Bush in Vaticano per il suo primo incontro formale con Benedetto XVI, compresi i quasi 35 minuti del colloquio a porte chiuse con il Papa e i circa 40 di quello con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone,alla presenza del 'ministro degli Esteri' d'Oltretevere, monsignor Dominique Mamberti. Strette di mano, battute, anche risate, hanno caratterizzato l'inizio dell'incontro, in un contesto di grande cordialita' e sintonia tra i due capi di Stato. In un completo scuro, con una cravatta azzurra, Bush era accompagnato dalla first lady Laura, vestita di scuro anche lei e con il velo sul capo.

''E' bello essere qui con lei, sir'', e' stata la prima frase pronunciata da Bush stringendo con calore la mano a Ratzinger, senza chinarsi a baciare l'anello, nella Sala del Tronetto. ''Lei viene da Heiligendamm...'', ha risposto il Pontefice. ''Si' - ha detto Bush -, dal suo vecchio Paese. Ed e' stato un successo''. ''Un successo?'', ha chiesto Benedetto XVI, mentre il suo ospite gli si sedeva davanti, a gambe accavallate, nella Biblioteca privata. ''Avete preso decisioni? Non era facile'', ha incalzato. ''Beh molte opinioni differenti, ma e' andato bene, e' andato bene'', ha ribadito l'uomo della Casa Bianca. ''Avete deciso qualcosa per l'umanita'?'', ha insistito il Papa. ''Per l'Africa abbiamo varato delle forti iniziative contro l'Aids, raddoppiato la somma di aiuti'', e' stata la risposta di Bush . ''E anche il dialogo con Putin e' stato buono?'', ha chiesto ancora Benedetto XVI. ''Le diro' tra qualche minuto'', ha replicato Bush , lanciando un'occhiata eloquente alla schiera di fotografie e telecamere presenti. A quel punto, tutti e due sono scoppiati in una risata. Ratzinger ha chiesto al presidente anche dei ragguagli sul previsto incontro con la Comunita' di Sant'Egidio, al che Bush si e' limitato a rispondere: ''Yes, sir''. Prima di cominciare il loro colloquio privato, a quattr'occhi in inglese, il Papa e Bush si sono accomodati sulle poltrone bianche, uno di fronte all'altro, al tavolo rettangolare di legno scuro, su cui erano posati, oltre a un orologio d'oro, a un crocifisso, anch'esso d'oro, e un portapenne, alcuni fogli e dossier dalla parte di Benedetto XVI. Bush e' invece entrato senza alcun documento sotto braccio. Al termine, dopo 35 minuti, le porte si sono aperte ed e' entrata dapprima Laura Bush , che incontrava per la seconda volta Benedetto XVI, poi le altre 12 persone del seguito per le presentazioni e lo scambio dei doni. Il Papa ha regalato al presidente degli Stati Uniti un quadro con una litografia raffigurante una veduta di Roma, e in particolare la basilica di San Pietro nel diciassettesimo secolo. ''E' molto bella, grazie'', ha detto il presidente ricevendo la stampa. Il Pontefice ha poi offerto le medaglie del pontificato. Il presidente degli Stati Uniti, oltre che con un grande volume rilegato, ha ricambiato con un bastone bianco su cui sono incisi i dieci comandamenti in diversi colori. Si tratta dell'opera di un artista texano, un ex ''homeless''. ''Sono i dieci comandamenti?'', ha chiesto il Papa osservando il bastone.
E il presidente, ancora una volta: ''Yes, sir''.

Ansa


COMPLIMENTI Il presidente americano dopo la visita: colloquio commovente, il Pontefice è davvero intelligente e capace di compassione

TRENTA MINUTI Il colloquio tra i due è durato 30 minuti. Il capo di Stato Usa ha promesso impegno nella lotta all'Aids in Africa

Il Papa chiede aiuto per i cristiani perseguitati

Ratzinger a Bush: avete deciso qualcosa per l'umanità? Il leader: il G8 è stato un successo

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — Un presidente Bush entusiasta per il colloquio «commovente» con il Papa, che è una persona «veramente intelligente e capace di compassione». Un Papa curioso di conoscere dall'ospite i risultati del G8, la nuova fase del rapporto con Putin e la possibilità che gli Usa svolgano «un ruolo guida contro la sofferenza».
Sono i dettagli più vivi del primo incontro di George W. Bush con Papa Benedetto (ma tre volte aveva visto Wojtyla), che il presidente in persona ha riferito alla delegazione della Comunità di Sant'Egidio e ai giornalisti incontrati a Palazzo Chigi.
Quanto ai contenuti, il dialogo di mezz'ora con il Papa e quello più lungo con il cardinale Bertone hanno rivelato una buona intesa sui temi etici mentre sulla pace in Medio Oriente è risaltata un'oggettiva distanza, quella di sempre legata alla guerra, solo attenuata dall'urgenza con cui la Chiesa oggi chiede aiuto a nome dei cristiani irachenidi.
«È bello essere qui», è la prima frase di Bush mentre stringe la mano a Ratzinger. «Lei viene da Heilegendamm», risponde il Pontefice. «Sì — dice il presidente — vengo dal suo vecchio Paese. Ed è stato un successo». «Un successo? Non era facile» obietta Benedetto.
«Beh molte opinioni differenti, ma è andata bene» ribatte l'ospite.
«Avete deciso qualcosa per l'umanità?» insiste il Papa. «Per l'Africa abbiamo varato delle forti iniziative contro l'Aids e raddoppiato la somma di aiuti», è la risposta di Bush.
«Anche il dialogo con Putin è stato buono?» continua un Benedetto più sveglio che mai. «Le dirò tra qualche minuto», replica Bush, accennando con lo sguardo ai fotografi e alle telecamere. Il Papa ride.
Lo scambio di battute, rubato dai microfoni delle telecamere, si è svolto mentre il Papa conduceva l'ospite dalla sala del Tronetto alla Biblioteca privata. L'incontro a due, in inglese, è iniziato poco dopo le 11 ed è durato 30 minuti. Poi sono entrate le delegazioni per le presentazioni e lo scambio dei doni.
Il presidente ha donato al Papa un bastone con incisi i «dieci comandamenti» presentandolo come «lavoro di un ex senza tetto del Texas». Il Papa ha chiesto: «Tutti e dieci?». E il presidente ha risposto «yes Sir», cioè «sissignore» invece che «sì Santità». Una licenza di linguaggio che è suonata come un tocco di scherzosa confidenza.
«Thanks for your time» (Grazie per il suo tempo), ha detto il presidente al momento del congedo e il Papa: «E' stato un piacere».
Questione israelo-palestinese, Libano, «la preoccupante situazione in Iraq e le critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane» sono state al centro dei colloqui. Un comunicato dice che la Santa Sede ha sollecitato «una soluzione regionale e negoziata dei conflitti e delle crisi che travagliano la regione»: per intendere la portata critica di questa idea va ricordato che i papi la propongono agli Usa da prima della guerra del Golfo del 1991.
Si è parlato anche di Africa, Darfur, America Latina e «diritti umani, libertà religiosa, difesa e promozione di vita, matrimonio, famiglia, educazione delle nuove generazioni, sviluppo sostenibile». L'altro ieri il cardinale Bertone aveva ricordato pubblicamente che la Santa Sede «apprezza» Bush sui temi etici.

IL BASTONE

Il presidente Usa ha regalato al Papa un bastone bianco creato da un senzatetto di Dallas con scene colorate del decalogo. Il dono ha fatto scaturire un dialogo curioso: «I Dieci Comandamenti?», ha chiesto il Papa. E Bush: «Yes, Sir»

IL QUADRO

Papa Benedetto XVI ieri ha regalato al presidente Usa, George Bush, durante il loro incontro ufficiale in Vaticano, un quadro della veduta di Roma .
Ai componenti del seguito presidenziale sono state regalate medaglie del pontificato e rosari per le signore

Corriere della sera, 10 giugno 2007


Laura Bush si racconta

«Che cosa mi mancherà quando non sarò più alla Casa Bianca? Per esempio incontrare il Papa». Laura Bush si racconta, sul nuovo numero di «A» in edicola da mercoledì, in un'intervista esclusiva al direttore Maria Latella

Corriere della sera, 10 giugno 2007


Il Papa: "Negoziati per il Medio Oriente"

Bush emozionato da Ratzinger, poi si rilassa e lo chiama "Sir"

Nei 35 minuti di colloquio hanno discusso anche di Iraq e Libano

MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO - Pace in Medio Oriente, dall´Iraq al Libano, dalla Siria alla Terrasanta: nei trentacinque minuti di colloquio tra George W. Bush e Benedetto XVI predomina la discussione sulla polveriera mediorientale. E altrettanto accade nei tre quarti d´ora che successivamente vedono impegnati il presidente americano e il Segretario di Stato Bertone. Vaticano e Stati Uniti esprimono concorde preoccupazione per la vicenda irachena e le «critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane». Al Papa, che perora la causa dei cristiani allo stremo in Mesopotamia, Bush promette: «Faremo di tutto perché siano protetti, anche da una costituzione che garantisca le loro libertà». Quanto alla strategia geopolitica il Vaticano mette nero su bianco nel comunicato finale che i conflitti e le crisi in Medio Oriente vanno risolti attraverso una «soluzione negoziale».
Bush junior in Vaticano rompe gli schemi protocollari. Non chiama mai il pontefice «Sua Santità», ma gli si rivolge con l´appellativo di rispetto «Sir», in uso tra i militari e nel cerimoniale della Casa Bianca. «Andrà a visitare la Comunità di S. Egidio?», chiede cortesemente Ratzinger appena si siedono nello studio papale. «Sissignore!», replica Bush. Impallidiscono i monsignori vaticani vedendo il presidente degli Stati Uniti che, di fronte al pontefice tutto dritto sulla sua seggiola, si getta indietro sulla poltroncina accavallando disinvoltamente le gambe in uno stile molto relaxed, da conversazione domenicale nel ranch texano. «Ha visto Putin?», domanda il Papa. «Ne parliamo dopo, tra qualche minuto», ribatte Bush come ad un incauto collaboratore, che non si accorga della presenza dei giornalisti. Alla fine Ratzinger volge lo sguardo ai telereporter e con un gesto lieve della mano accenna a sgombrare lo studio. Ma lo stile un po´ troppo informale del "commander in chief d´Oltreatlantico" rivela anche l´ammirazione che Bush prova per il pontefice e la Santa Sede. Già attraversando la Seconda Loggia tutta affrescata per recarsi all´incontro, il presidente leva ogni tanto sguardi stupiti e un po´ intimiditi verso lo splendore rinascimentale che lo circonda. «È bello qui», sono le sue prime parole al pontefice. «L´udienza è stata commovente e mi ha molto colpito», confesserà più tardi nella conferenza stampa. «Ho parlato con una persona molto intelligente e amorevole», aggiunge. Laura Bush ammette che una volta abbandonata la Casa Bianca sentirà la mancanza di «incontri con il Santo Padre».
Con papa Ratzinger il colloquio si svolge a quattr´occhi, sempre parlando in inglese. I due entrano presto in sintonia. «Lei viene da Heiligendamm», esordisce il pontefice. «Sì, dal suo vecchio Paese - risponde Bush - è stato un successo. Be´, c´erano molte opinioni differenti, ma è andata bene». «Avete deciso qualcosa per l´umanità?», insiste il Papa. «Per l´Africa abbiamo varato forti iniziative contro l´Aids, raddoppiando la somma degli aiuti». Africa, Darfur, le novità in America latina, libertà religiosa, diritti umani, sviluppo sostenibile hanno completato il giro d´orizzonte. Piena convergenza su difesa della vita e della famiglia e sull´educazione dei giovani. Molto originale un regalo portato dal presidente a Benedetto XVI. Un bastone da viandante decorato da un artista americano, un ex barbone, con le prescrizioni dei Dieci Comandamenti. «Ci sono tutti e dieci?», si informa precisino il pontefice. «Yes, Sir», annuisce Bush. E i due si mettono a ridere.

Repubblica, 10 giugno 2007


LE NOMINE

Segreteria di Stato monsignor Filoni nuovo numero due

CITTÀ DEL VATICANO - Benedetto XVI completa la riorganizzazione dei vertici vaticani. A luglio arriverà a Roma come "Sostituto" (cioè vicesegretario di Stato) il nunzio Fernando Filoni. Un pugliese sessantunenne di grande esperienza e acume politico che è stato l´unico ambasciatore occidentale a restare a Bagdad sotto le bombe durante l´attacco Usa del 2003. Ieri il Papa ha annunciato che l´attuale Sostituto, mons. Leonardo Sandri, diventa prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. Mons. Filoni ha ricoperto incarichi delicati. Dal ‘92 al 2001 ha operato alla Missione vaticana a Hong Kong, tenendo i rapporti con i vescovi cattolici ufficiali cinesi. Poi è stato in Iraq e da un anno era nelle Filippine. (m.pol.)

Repubblica, 10 giugno 2007


Il Papa e Bush, due vie per la pace

Il Pontefice incalza il presidente Usa, che ammette: «Incontro commovente, mi ha messo in soggezione» La Santa Sede: soluzione regionale e negoziata per il Medio Oriente, inquietudine per i cristiani in Iraq

Alberto Bobbio

CITTÀ DEL VATICANO In cima alle preoccupazioni vaticane c'è il Medio Oriente e soprattutto la condizione sofferente dei cristiani nella regione. È stato questo l'argomento principale dei colloqui tra il Papa e il presidente americano ieri in Vaticano. La misura dell'angustia e dell'inquietudine della Santa Sede è racchiusa tutta nel comunicato della Sala stampa: cinque righe su dieci sono dedicate al Medio Oriente e all'Iraq, il resto all'Africa, con una citazione della situazione in Darfur, all'America latina, alla libertà religiosa, alla difesa della vita e della famiglia, alla promozione del matrimonio e a questioni morali e religiose.
Bush ha parlato per 35 minuti con il Papa, a quattr'occhi, in inglese, senza interprete. Un incontro definito «commovente», che ha messo «in soggezione» il leader della Casa Bianca, che poi ha visto per 40 minuti il Segretario di Stato Bertone e il ministro degli Esteri della Santa Sede monsignor Mamberti. Colloqui «cordiali», li definisce la Sala stampa, anche se analizzando il linguaggio del comunicato, non si può escludere qualche attrito tra la posizione americana e ciò che desidera la Santa Sede per arrivare alla pace in Medio Oriente. Il comunicato spiega che si è parlato della «questione israelo-palestinese», del Libano, della «preoccupante situazione in Iraq» e delle «critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane».
Ma ecco la frase che lascia supporre una decisa presa di posizione da parte della Santa Sede e alcune critiche all'amministrazione americana: «Da parte della Santa Sede si è auspicata, ancora una volta, una soluzione "regionale" e "negoziata" dei conflitti e delle crisi che travagliano la regione». Si può vedere tra le righe la diversa valutazione del Vaticano, che non ritiene, come la Casa Bianca, il conflitto mediorientale parte della lotta globale al terrorismo. Usa invece l'aggettivo «regionale» per la sua soluzione. Poi c'è l'auspicio di un negoziato che interessi tutte le parti e tutte le nazioni dell'area, Siria e Iran compresi, idea opposta a quella della diplomazia di George W. Bush. Poi c'è l'Africa, l'America latina, con una punta di attenzione al G8 appena concluso in Germania. Con un accenno al G8 infatti è cominciato il colloquio tra Bush e Ratzinger.
Il presidente americano è arrivato in Vaticano con qualche minuto di ritardo sul programma. Il Papa lo ha accolto sulla porta della Biblioteca privata e subito si sono seduti al tavolo. Bush è apparso un po' imbarazzato: «È bello essere qui, sir». È stata una delle solite gaffe di Bush che ha chiamato il Papa «signore» e non «Santo Padre».
Ratzinger, incurante dei microfoni e delle telecamere, ha cominciato a chiedere qualcosa del G8: «Presidente lei viene da Heilingendamm, giusto?». Bush ha risposto: «Sì, il suo vecchio Paese ed è stato un successo». Ma il Papa si è stupito: «Un successo? E avete preso delle decisioni? Non è così facile». Il presidente americano ha convenuto con il Papa: «Sì, ha ragione. Ci sono diverse opinioni. Ma è stato buono, un incontro buono».
Ratzinger non sembrava soddisfatto e ha cercato altri dettagli: «Avete deciso cose importanti per l'umanità? E il colloquio con Putin è stato buono?». A questo punto Bush ha dato impressione di non sapere cosa dire: «Hum, glielo riferirò in un minuto
. È stato un successo, abbiamo parlato anche dell'Africa, abbiamo preso delle iniziative molto forti per combattere l'Aids e raddoppiato lo stanziamento finanziario e continueremo a lavorare». Benedetto XVI ha ascoltato e poi di nuovo ha chiesto qualcosa sull'incontro successivo tra Bush e la Comunità di Sant'Egidio. Il presidente ha risposto ancora «Yes, sir» Sissignore. Poi le porte si sono chiuse.
Le parole del comunicato vaticano sottolineano la riserve della Santa Sede e confermano la linea divergente del Vaticano sulla guerra e sul cosiddetto dopoguerra iracheno. Non esita invece a confermare le convergenze sulle questioni della vita, del matrimonio e della famiglia, per le quali Bush si è speso molto. Bush ha parlato dell'incontro con il Papa nella conferenza stampa a Palazzo Chigi con Prodi, accennando alla sua «profonda inquietudine per i cristiani in Iraq». Ha detto di aver assicurato il Papa che gli Stati Uniti «cercheranno di fare in modo che venga rispettata la Costituzione irachena», che prevede la libertà religiosa. Non invece rivelato nulla riguardo all'America Latina. Sicuramente, forse più con Bertone che con il Papa, si è parlato di Cuba. Alcuni giornali americani hanno scritto nei giorni scorsi che era intenzione di Bush chiedere al Papa di spendersi come mediatore per risolvere la crisi del dopo-Castro a Cuba. Ma difficilmente la Santa Sede farà qualche passo, visti i buoni rapporti tra il Vaticano e Cuba, da dove è appena tornato il capo dei Gesuiti e dove si recherà tra qualche mese, secondo quanto si apprendere, il cardinale Bertone, non nuovo per altro a missioni nell'isola.
Il protocollo e l'apparato di sicurezza che ieri la Santa Sede ha deciso di mettere in campo ha stupito molto osservatori. Piazza San Pietro non è stata chiusa ai turisti e nemmeno la basilica vaticana. È stato previsto solo un corridoio di transenne per il lungo corteo di auto blindate del capo della Casa Bianca. E la ferialità del Vaticano strideva con le imponenti misure di sicurezza italiane. Neppure il calendario del Papa è stato modificato. Così Benedetto XVI, atteso per la visita alla Congregazione delle Chiese orientali, a metà di via della Conciliazione, dove ha annunciato la nomina di monsignor Sandri a capo della Congregazione e la sua sostituzione in Segreteria di Stato con monsignor Filoni, ha lasciato il Palazzo apostolico mentre Bush era ancora a colloquio con Bertone. Nel cortile di San Damaso lo attendeva, accanto alla limousine nera blindata come un carro armato di Bush, la sua Mercedes. Non era mai accaduto prima che un Papa uscisse dal Vaticano, mentre un illustre ospite era ancora lì.

L'Eco di Bergamo, 10 giugno 2007


COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE , 09.06.2007

Stamani, sabato 9 giugno 2007, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Sua Eccellenza il Sig. George W. Bush, è stato ricevuto in Udienza da Sua Santità Benedetto XVI e, successivamente, si è incontrato con Sua Eminenza il Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da Sua Eccellenza Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nei cordiali colloqui sono stati passati in rassegna i principali temi di politica internazionale, soffermandosi in particolare, per quanto riguarda il Medio Oriente, sulla questione israelo-palestinese, sul Libano, sulla preoccupante situazione in Iraq e sulle critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane. Da parte della Santa Sede si è auspicata, ancora una volta, una soluzione "regionale" e "negoziata" dei conflitti e delle crisi che travagliano la regione. Nelle conversazioni si è dedicata attenzione all’Africa e al suo sviluppo, con riferimento anche al Darfur, non mancando inoltre uno scambio di opinioni sull’America Latina.

Vi è stato infine un esame delle questione morali e religiose odierne, tra cui quelle relative ai diritti umani e alla libertà religiosa, la difesa e la promozione della vita, il matrimonio e la famiglia, l’educazione delle nuove generazioni, lo sviluppo sostenibile.

Nessun commento: