8 giugno 2007

Rassegna stampa dell'8 giugno 2007


Vedi anche:

Trascrizione della seconda parte dell'intervista ad Andrea Tornielli su Pio XII

Gesù bussa alla porta del nostro cuore e ci chiede di entrare non soltanto per lo spazio di un giorno, ma per sempre

(nella foto la processione del Corpus Domini presieduta ieri sera da Benedetto XVI)

Cari amici, voi non ci crederete :-) ma stamattina nessun quotidiano (almeno fra quelli che ho visionato finora) riporta la notizia della Messa e della processione del Corpus Domini presieduta, ieri sera, da Papa Benedetto, nemmeno nelle cronache della citta' di Roma.
Ma che strano! Ma come mai? :-)
Non c'e' da soprendersi, cari amici del blog: le notizione dei giornaloni sono debitamente filtrate e vengono pubblicate solo quelle che servono a fare polemica.
Peccato...

Raffaella


Ma la Chiesa non nasconde orchi

di Bruno Fasani

Torno ancora su Annozero, la trasmissione di Santoro su chiesa e pedofilia. Se c’è una cosa che la gente di buon senso ha capito della scorsa puntata è che l’obiettivo era solo uno: colpire la chiesa gerarchica, facendone intravedere una presunta corresponsabilità e un presunto silenzio omertoso sul dramma della pedofilia. La chiesa come la mafia, regno di malefatte e di insabbiamenti. Insomma, si trattava di portare avanti una strategia nota e cioè provocare lo scollamento dei credenti dai loro vertici, creare il clima di sospetto, perché gli spiriti liberi si emancipino, a vantaggio di una fede fai-da-te, che non ha bisogno né di precettori, né di sacramenti, né di strutture.

Non ho trovato commenti ad un fatto apparentemente marginale ma che la dice lunga sulle reali intenzione del programma. Mi riferisco all’interprete, quello che doveva tradurre il pensiero dell’autore del filmato della BBC, presente in studio. Lo sa anche mia nonna che i professionisti che vanno in Tv a fare da interpreti usano il tono compassato e professionale richiesto dalla situazione. Linguaggio chiaro, ma senza coinvolgimento emotivo, come deve essere quello di chi propone opinioni non proprie. Ma l’avete sentito l’interprete di Annozero? Una furia, un attore consumato nel ruolo di un’Erinni, intento a sperticarsi nei toni drammatici e guerreschi di un samurai d’altri tempi o di un Bravehearth qualsiasi. Dettagli?

Non tanto, soprattutto se funzionali a creare un crescendo di indignazione, magari là dove hanno voluto farci credere che i preti pedofili, sfuggiti alle loro responsabilità, vivono beatamente protetti tra le mura rassicuranti di conventi romani o Congregazioni vaticane.

Ma a Santoro non glielo ha mai detto nessuno che un conto è il diritto canonico, e quindi le pene che può comminare la chiesa e un conto i tribunali dello Stato, che fanno regolari processi senza guardare in faccia nessuno? Non ci sono in giro preti impuniti, perché la chiesa li ha sottratti alla giustizia dello Stato. Questo lo capisce anche la signorina Borromeo, imberbe crisalide intenta ad emanciparsi dalla bambagia di casa, per diventare farfalla rossa. Quindi se ci sono preti al sicuro, o non sono pedofili o nessuna legge penale dello Stato li ha mai portati in tribunale e condannati.

Non meno banale e in malafede l’accusa di silenzio omertoso che è stata mossa al Vaticano, a riguardo dell’espletamento delle indagini. È risaputo che la richiesta di riservatezza nei processi canonici su questi temi non è dovuta alla volontà di insabbiare, come hanno voluto farci credere le truppe d’assalto di Santoro, ma esclusivamente alla volontà di tutelare la riservatezza delle vittime, dei testimoni ed anche degli imputati. Era solo il 2000 quando don Giorgio Govoni, un prete di Modena, moriva di infarto nello studio del suo avvocato, alla vigilia di un processo per pedofilia. Un’accusa infamante, che lo vide, come il mostro della prima pagina, additato come il capo di una setta satanica, avida di carni fresche e innocenti. I processi che ne seguirono ne decretarono l’innocenza e il ruolo di prete limpido e generoso. Ma intanto lui era passato a miglior vita. È questo che fa trasparenza e verità?

Il Giornale, 8 giugno 2007

Ed ecco gli ordini impartiti al Papa:

"Ratzinger riabiliti Don Milani"

Appello degli ex allievi di Barbiana: un suo libro è ancora all´indice

Un appello al Papa affinché cancelli la condanna del 1958 contro «Esperienze pastorali», il testo-base della missione sacerdotale di don Lorenzo Milani, priore di Barbiana (Firenze), scomparso il 26 giugno 1967, a 44 anni, dopo una lunga malattia. Lo lanciano, per il quarantesimo anniversario della morte del priore, i suoi ex allievi aderenti alla Fondazione «Don Lorenzo Milani».
E per la ricorrenza pubblicano anche una sua lettera inedita scritta nel 1957 a uno dei suoi studenti. Quel giovane era Alberto, un ragazzo che ancora «non era riuscito ad apprendere l´arte della parola» anche a causa della sua povertà, e per questo don Milani gli confessa tutto il suo "dispiacere". E´ un testo breve, molto intimo e problematico, nel quale il sacerdote scrive, tra l´altro: «Alberto, rispondi, sono 4 anni che ti frugo negli occhi, che guardo le tue labbra per vedere se si muovono, se buttano fuori qualche cosa della tua anima tormentata...». E si rammarica perché quel ragazzo ancora non ha avuto la «fortuna, la grazia, il privilegio» di «padroneggiare la parola».
A 40 anni dalla morte, torna, dunque, alla ribalta don Milani. Prete scomodo per antonomasia, punito dall´allora Sant´Uffizio per le sue idee pastorali, inventore della scuola per gli ultimi, anticipatore, per alcuni versi, del ‘68, il priore sarà commemorato il 26 giugno prossimo a Barbiana dal cardinale di Firenze Ennio Antonelli. Quasi un risarcimento post-mortem, perché il porporato - oltre a celebrare una Messa - parteciperà a un convegno dedicato ai libri di don Milani, tra i quali - molto atteso - «Esperienze pastorali», il testo che l´ex Sant´Uffizio giudicò «inopportuno», facendolo ritirare dal commercio. «Dopo 40 anni, quella condanna suona come un evidente controsenso, va cancellata», lamenta Michele Gesualdi, uno dei primi 6 allievi di Barbiana, sindacalista Cisl, per 2 legislature presidente della Provincia di Firenze, ed ora presidente della Fondazione «Don Lorenzo Milani». «Sarebbe bello - confessa - che dal Vaticano, magari dal Papa o dal prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, venisse una parola definitiva per cancellare quella ingiustizia, anche perché è risaputo che don Milani non ha mai detto niente, nemmeno una sola parola, in contrasto con gli insegnamenti ecclesiali. Il priore era un sacerdote attaccatissimo alla Chiesa e alla sua missione primaria, cioè il riscatto dei poveri attraverso l´insegnamento, la cultura, la parola viva». Nel 1992 la Cisl, ricorda Gesualdi, «lanciò un analogo appello, firmato anche dall´allora segretario Franco Marini, ora presidente del Senato. Ma il Vaticano disse che il problema era superato perché l´ex Sant´Uffizio non c´era più. E invece è ora che la Chiesa dica una parola di chiarezza su quella condanna per un atto di giustizia verso il priore».
La Fondazione presieduta da Gesualdi è nata nel 2004 per rilanciare l´insegnamento del priore e salvare la scuola da un inevitabile degrado. Oggi la struttura - 2 aule austere, un laboratorio con le strutture didattiche usate dal priore e i suoi allievi - «è meta costante di visite da parte di scolaresche e studiosi che intendono conoscere e approfondire il percorso didattico», racconta Giancarlo Carotti, ex allievo del priore al quale la Fondazione ha affidato il compito di accogliere e guidare i visitatori. «Ma non sarà mai un museo», giura Gesualdi, che intende esportare «il modello Barbiana in quelle aree, periferie metropolitane, paesi poveri, dove oggi c´è tanto bisogno degli insegnamenti di don Milani». La prima meta sarà l´Albania, dove il 12 e il 13 giugno si terrà un convegno dedicato al priore in vista dell´apertura di una scuola per ragazzi poveri.

Repubblica, 8 giugno 2007

Mi pare che l'indice dei libri non esista piu',o sbaglio?
Domanda provocatoria: perche' la "riabilitazione" di Don Milano viene chiesta solo ora? :-)

Bentornato anche a La Rocca...
Raffaella


L´INTERVISTA

L´arcivescovo emerito di Firenze: sarebbe bello che dal Vaticano arrivasse una parola definitiva

Piovanelli: ma quella condanna ormai è superata

BARBIANA - «Magari! Sarebbe proprio bello che dal Vaticano arrivasse una parola definitiva sul quel pronunciamento. Anche se ormai è un problema superato e "Esperienze Pastorali" è un libro letto da tutti». Il cardinale Silvano Piovanelli (84 anni), arcivescovo emerito di Firenze, compagno di seminario di don Lorenzo Milani, sposa in pieno l´annunciato appello della Fondazione presieduta da Michele Gesualdi. Ma non ne fa un problema «prioritario», perché - spiega - «non fu una condanna del priore, ma solo una bocciatura di un suo libro, che però oggi nessuno più tiene in considerazione».
Cardinale Piovanelli, dopo 40 anni dalla morte, cosa resta dell´insegnamento di don Milani?
«E´ sempre attuale. Don Lorenzo fu un anticipatore, un profeta sul piano didattico e sacerdotale. Un grande sacerdote legatissimo alla Chiesa, con un carattere forte, schietto, e una carica umana fuori dal comune».
Eppure, entrò in urto con la gerarchia ecclesiale e il Sant´Uffizio bocciò uno dei suoi libri di maggior successo. Come lo spiega?
«Don Lorenzo era un sacerdote forte, con le sue idee e la sua grande voglia di servire la Chiesa, anticipando i tempi. Ma lui, malgrado i contrasti, non si mise mai contro la gerarchia. Accettò tutto con grande umiltà. Andò a Barbiana senza battere ciglio. E lì mise in pratica le sue intuizioni didattiche che ancora oggi sono di grande insegnamento».
Qual è il tratto caratterizzante dell´esperienza di don Milani?
«La sua attenzione agli ultimi, ai poveri, attraverso la scuola che lui concepiva come servizio aperto a tutti, specialmente ai più sfortunati. Una scuola non selettiva, ma di riscatto sociale, dove nessuno deve restare indietro. E´ un insegnamento sempre valido. E per questo dobbiamo essergli grati».
(o. l. r.)

Repubblica, 8 giugno 2007


«Distruggere l’ambiente è un peccato grave»

Il cardinale Martino: «Il creato è un bene prezioso e va protetto»

di FRANCA GIANSOLDATI

«Dio ci ha dato la terra per usarla - continua il cardinale Martino - non per distruggerla».
Il Protocollo di Kyoto continua a non piacere agli americani...
«Mi auguro che un accordo in vista del futuro possa essere preso in considerazione. Il problema, ripeto, è urgente. Siamo tutti sulla stessa barca».

Il Papa ha lanciato appelli su appelli, l’ultimo dal Brasile per la salvezza dell’Amazzonia..

«Distruggere quel grande polmone verde che è l’Amazzonia è fare male all’umanità intera e non solo alle popolazioni autoctone. Il Creato è un bene prezioso e va protetto. Il nostro dicastero sta valutando l’ipotesi di pubblicare un documento ad hoc sull’ambiente, per ora l’idea è allo stato embrionale».

La Chiesa è così ambientalista?

«Lo è sempre stata, basta andarsi a leggere il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica. Dio quando ha creato il mondo non lo ha fatto solo per Adamo ed Eva ma perché venisse trasmesso ai figli dei loro figli. La terra e i suoi beni sono un dono che possiamo usare, migliorare ma non possiamo distruggere».

Chi inquina commette peccato?

«Commette uno sfregio a Dio».

Un peccato così grave?

«Dipende. Se getto una busta dell’immondizia per strada è un peccato veniale, se distruggo l’Amazzonia è un peccato grave. Dipende dall’entità del danno. Esiste il principio della responsabilità morale per le azioni che si commettono».

Cosa insegna la Chiesa?

«Che occorre cambiare lo stile di vita. Soprattutto noi occidentali. Il cambiamento dovrebbe essere frutto di una nuova presa di coscienza, di un percorso educativo da far partire nelle scuole. Manca educazione ambientale a tutti i livelli, manca anche la percezione delle conseguenze che l’inquinamento provoca sul clima, sulla natura, sull’equilibrio. I danni sono sotto gli occhi di tutti, basta vedere le inondazioni, i ghiacci che si sciolgono, l’ecosistema alterato, l’atmosfera in pericolo».

Il G8 è ancora credibile?

«Assistiamo ad una perdita di credito da parte dell’opinione pubblica. Ne sono esempio le dimostrazioni di protesta che si materializzano puntuali ad ogni G8. I grandi della terra saranno credibili se riusciranno a stabilire qualcosa che vada oltre i propri interessi, il proprio arricchimento».

Un piccolo gruppo di paesi che decide delle sorti del mondo...

«Giovanni Paolo II quando andò all’Onu auspicò quella grammatica naturale che è l’unità del genere umano. La famiglia delle nazioni deve essere davvero come una famiglia, chi è più forte si prende cura dei membri più deboli».

Nell’agenda del summit in Germania c’è anche l’Africa, altro tema che sta a cuore al Papa.

«L’Occidente ha l’obbligo morale di aiutare l’Africa. Ma finora è stato un continente abbandonato. E’ una terra in attesa di rinascita. Il governo inglese, ma anche quello tedesco hanno manifestato l’intenzione di aiutare l’Africa. Il governo francese è tradizionalmente interessato a questa zona del mondo e se ci saranno proposte le appoggerà».

E il governo italiano?

«L’Italia finora l’ho vista meno impegnata rispetto ad altri. Tuttavia vi sono state ottime iniziative come la cancellazione del debito».

Il Messaggero, 7 giugno 2007

3 commenti:

mariateresa ha detto...

cara Raffaella, non mi meraviglio che i giornali non parlino della processione. Ma non è importante, è straordinario che in un mondo così incredulo e cinico su tutto ci sia tanta gente che dedica una serata al Corpo del Signore. Come cristiani, è una cosa che apre il cuore.
Io ne sono felice.
Buona giornata

Anonimo ha detto...

Ciao Mariateresa, non posso che concordare :-)
Raffaella

francesco ha detto...

... la processione del corpus domini è routine, non si parla di dico, di roba pruriginosa... meno male che ci lasciano in pace a stare col signore...
su don milani: son 40 anni dalla sua morte ed è ancora oltre l'attuale assetto della chiesa... ci vorranno forse altri 40 anni perché si cominci il suo processo di beatificazione... che sia un santo è fuor di dubbio... ed esperienze pastorali è uno dei libri fondamentali per il terzo millennio... chissà magari benedetto xvi potrebbe fare qualcosa per accelerare i tempi
francesco