21 luglio 2007

«Grazie per le stelle alpine. E anche per i funghi»


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Riportiamo la cronaca dell'incontro del Papa con un gruppo di fedeli e giornalisti.
Questi ultimi sono stati tenuti ai margini e uno di loro ha subito una battuta, fulminante e molto significativa, da parte di Benedetto XVI
:-)
Raffaella

Lorenzago. La passeggiata serale del pontefice prima del concerto dei cori alpini

«Sono felice che padre Bossi sia stato liberato»

L’incontro con la gente e i giornalisti all’uscita del sentiero dal castello Mirabello

«Grazie per le stelle alpine. E anche per i funghi»

LORENZAGO. Filo diretto tra Lorenzago e il Vaticano sulla liberazione di padre Bossi. Ieri mattina si sono telefonati il segretario di stato vaticano, Tarcisio Bertone, e il papa. A mezzogiorno è il segretario del pontefice, padre Georg, a riferire, in piazza Calvi, la «vivissima gioia» del Papa per quanto avvenuto. E in serata, all’uscita dal sentiero del “parco dei sogni”, ecco il papa in persona.

Benedetto XVI ad un giornalista: «Perché scrive? Non ci sono notizie».

Giornalista: non ha neppure il tempo di rispondere.

Il papa: «Sono felice che padre Bossi è stato liberato. Siamo grati al Signore».

Giornalista: «Ha ringraziato anche il governo?».

Il papa: «Sì, abbiamo già parlato con Prodi (lo ha fatto Bertone, ndr) e siamo grati a tutti coloro che hanno operato per la liberazione».

Ore 18, manovra in curva. E’ l’ora della passeggiata, per Benedetto XVI. Si alza la sbarra ai campi da tennis e questo è il segnale che il papa scende dal castello Mirabello. Già alcuni paesani e villeggianti s’incamminano verso il “parco dei sogni”. Hanno visto, in precedenza, qualche poliziotti fiondarsi lì dentro. Protesta cortesemente una tennista perché non può salire ai campi. Trascorrono tre minuti ed arriva il corteo di macchine. Per fare la curva ad “U”, anche il fuoristrada di Ratzinger deve fare manovra. Un’altra manciata di minuti e Benedetto XVI è già all’ombra degli abeti e dei larici. L’ingresso esterno del bosco è di nuovo libero. Ma residenti e villeggianti, una trentina di persone, in aggiunta alcuni giornalisti, vengono fermati in un spazio.

«Buona sera». Ed ecco, dopo una quarantina di minuti, stagliarsi in fondo al sentiero la figura bianca del papa. Quella di padre Georg, in borghese, si confonde con i colori del bosco. Scatta l’applauso. Tutti, infatti, aspettavano il pontefice in auto. Cammina svelto, Ratzinger. Ai piedi porta delle comode scarpe, un po’ sportive, color marron. «Buona sera», augura timidamente, al gruppo disposto dal personale della gendarmeria vaticana in semicerchio. I giornalisti vengono accomodati alla fine. Via il registratore, via anche il microfono della telecamera.

Una signora s’inginocchia e gli bacia la mano: «Quale onore santità».

Il papa: «Sì, sì», porgendo la mano a lei e accarezzando i primi bambini.

Le stelle alpine. Una signora di Conegliano, con casa a Villa Piccola: «Santità, l’altro giorno le ho mandato le stelle alpine. So che le ha ricevute, perché mi hanno mandato la lettera di ringraziamento».

Il papa: «Le stelle alpine? Sì, è vero, grazie ancora».

Un anziano di Pieve di Cadore: «L’altro giorno ho cercato di consegnarle direttamente un cesto di funghi porcini...».

Il papa: «Ah, i funghi. Ne ho mangiati».

Chirstian di Cortina. Christian è in prima fila, ha giocato, le mani sono sudate, se le sfrega sui pantaloni, per presentarle belle pulite al papa.

Il papa: «Come ti chiami?».

Il ragazzo: «Christian».

Il papa: «Ciao, Christian». E lo accarezza sul volto.

I genitori ai cronisti: «Lavoriamo a Cortina, questa era l’unica giornata libera dal lavoro, siamo venuti fin quassù perché speravamo di incontrare il santo padre».
Schiavinato. Ci sono anche i signori Schiavinato. Veneziani, hanno la casa vicino all’ingresso ai campi da tennis. «Quando esce, ci affacciamo alla terrazza e il papa ci saluta da lontano». L’incontro all’ingresso del bosco, invece, è di tipo ravvicinato. Marito e moglie si commuovono.

«Santità», gli fa lui, «io sono un laico nella chiesa». Il papa allarga le braccia.

Wojtyla. C’è un altro veneziano che s’affaccia avanti.

Il villeggiante: «Santità, mi fa proprio piacere incontrarla. Sono fortunato, ho dato la mano anche al suo prodecessore».

Il papa: «Dove l’ha incontrato? Qui a Lorenzago?».

Il villeggiante: «No, a Venezia».

In coda i giornalisti, tenuti ovviamente a bada dagli uomini della gendarmeria. Ma, sostanzialmente, non c’è bisogno di far domande al papa. Perché è lui stesso ad intuirle: parlandoci, appunto, della liberazione di padre Bossi.
Mancano pochi minuti alle 19. Benedetto XVI rientra, per la cena. Alle 20 ha l’appuntamento con i 7 Cori alpini del Cadore. Che gli canteranno “Signore delle cime”, “Marmarole”, “Benedizione irlandese”.
Per quanto riguarda l’andamento della vacanza di Benedetto XVI, mons. Georg Genswein ha sottolineato che «il santo padre è molto sereno e disteso». Il segretario del papa ha salutato i numerosi residenti e villeggianti che, presenti in piazza, gli sono corsi incontro.

© Copyright Corriere delle Alpi, 21 luglio 2007

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