12 luglio 2007

Il Papa in Cadore: cronaca della terza giornata


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IL TESTO DEL MOTU PROPRIO (in italiano)

LA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI PER PRESENTARE IL MOTU PROPRIO.

IL PAPA IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG

Cadore: il Papa lascia in auto la sua residenza

Uscita improvvisa per andare in chiesa

Mezz’ora al Santuario mariano di Lozzo poi a Lorenzago passando tra la folla

Ha fatto una passeggiata poi è uscito da Mirabello alle 18 Il rosario a porte chiuse

FRANCESCO DAL MAS

LORENZAGO. Ha proprio ragione il vescovo Giuseppe Andrich: a papa Benedetto sta un po’ stretta la casa, ha anche lui voglia di uscire, d’incontrare la gente. Ed ecco Benedetto XVI uscire dal Mirabello e recarsi fino alle prime case del paese, lungo via Pecol.
E’ la strada dei campi da tennis. Poi rientra in macchina, e attraversa il paese salendo per via Roma. Ieri sera, alla stessa ora, il papa è di nuovo uscito. Ma non per camminare, come ha fatto durante la giornata in giardino e nel “parco dei sogni”, ma per andare a Lozzo di Cadore, al santuario mariano della Madonna di Loreto, del XVII secolo. Si è chiuso in chiesa e ha recitato il rosario. A porte chiuse, insieme ai suoi collaboratori. All’esterno si è radunata una piccola folla di residenti e villeggianti, tanti bambini, pronti a donargli mazzetti di fiori. In molti pensavano che dopo la preghiera, il papa e i suoi accompagnatori si sarebbero spinti in passeggiata lungo la strada romana, antico itinerario che conduce da Lozzo ad Auronzo.
Assalto a Lorenzago. Dopo tre quarti d’ora, il corteo pontificio è ripartito per Lorenzago. Il papa ha salutato dall’interno dell’auto, con a fianco il segretario padre Georg. Dieci minuti dopo il pontefice è arrivato a Lorenzago. E in piazza è ritornata la folla, come ai tempi di Wojtyla, almeno 300 persone. Il corteo era preceduto da due poliziotti in motocicletta. Quando la Volkswagen nera di Ratzinger è arrivata all’altezza della piazza, è scattato l’“assalto”, trattenuto a stento dai poliziotti e dagli uomini della gendarmeria. I cameramen sono stati presi a spintoni. Il papa ha sorriso dal finestrino della porta posteriore destra. Ha salutato, ha stretto qualche mano allungata. Il corteo d’auto si è parzialmente bloccato, per evitare d’investire le persone che accorrevano. Molta l’agitazione. Ma il pontefice non sembrava accorgersi. Ha continuato a salutare. Poi la fuga delle auto in avanti. Il pontefice era atteso a Lorenzago in serata, per il concerto d’organo in onore di San Benedetto. Ha inviato un saluto.
Passo da montanaro. «Il Papa ha un passo da montanaro, si vede che ha voglia di camminare». Lo ha detto il vescovo Andrich, a margine dell’illustrazione degli itinerari d’arte nelle chiese dell’Alto Bellunese. «Ho accompagnato il santo padre il giorno dell’arrivo», racconta il vescovo, «lungo il sentiero in leggera salita dal castello Mirabello alla sua casa. Ho riscontrato che aveva un passo rapido, veloce». Andrich, ricordando il sinodo della diocesi ed il “sentiero del sinodo” che attraversa tutte le Dolomiti, dice d’augurarsi che il papa possa compiere uno di questi itinerari, magari quello dedicato a Frassati, in alto Comelico. Dell’incontro con Benedetto XVI mons. Andrich sottolinea «soprattutto la grande semplicità e serenità». Per Andrich, inoltre, «il santo padre ha il desiderio d’incontrare le persone, ma problemi di sicurezza non lo permettono». Altro riscontro del vescovo: «Mi ha sorpreso per la sua semplicità e per la sua serenità».

© Copyright Corriere delle Alpi, 12 luglio 2007


Canale val bene una visita

Intanto procede la causa di beatificazione di Luciani

L’Agordino in attesa Il prossimo anno cade il 30º dell’elezione

LORENZAGO Benedetto XVI a Canale d’Agordo? «Non è escluso», risponde mons. Giorgio Lise, vicepostulatore della causa di beatificazione di Papa Luciani. Lise, però, non se la sente di confermare. «Se avverrà, sarà una visita privata, di cui si saprà solo successivamente», afferma. Il sindaco Flavio Colcergnan precisa di non saperne niente: «Spero che mi diano un avviso».
«Sarebbe comunque un grande evento per il nostro paese». Ratzinger, nell’eventualità, sosterebbe nella chiesa arcipretale, dove c’è il fonte battesimale di Albino Luciani e una statua a lui dedicata. Un volume raccoglie i pensieri dei pellegrini. Che, arrivando a Canale d’Agordo, pregano Luciani già come un santo. Ed è ciò che ha confessato di fare l’allora cardinale Ratzinger, a margine degli incontri a Belluno e a Col Cumano, nell’ottobre 2004. Mons. Lise conferma, al riguardo, che il processo di beatificazione va avanti speditamente. A fine giugno è stato ascoltato il presunto miracolato, un pugliese sui 50 anni. E’ in corso di verifica, infatti, l’attendibilità della guarigione miracolosa attribuita dal testimone all’intercessione di Luciani. Il testimone continua a pregare Luciani e a riconoscergli questa grazia; aveva un brutto tumore. «Nel prossimo autunno dovrebbe arrivare dalla congregazione per le cause dei santi il decreto di validità del processo in sede diocesana, a Belluno. «Dopodiché», sottolinea mons. Lise, «il processo viene inserito nel protocollo, non so in quale posto. Ma sicuramente “in coda” ad altre situazioni, per cui verrà discusso fra una quindicina d’anni. A meno che...». A meno che? «Se verrà certificato il miracolo, il processo potrebbe risalire ai primi posti, per concludersi entro cinque anni». Lise è molto fiducioso. Il prossimo anno ricorre il 30º anniversario dell’elezione di Luciani. E della sua morte. E se Benedetto XVI ritornerà in Cadore, come è probabile, a quegli appuntamenti non mancherà di certo. Canale d’Agordo, fra l’altro, è il paese natale di mons. Giuseppe Andrich. E anche il vescovo gradirebbe una visita del pontefice.(f.d.m.)

© Copyright Corriere delle Alpi, 12 luglio 2007


LAGGIO

Tutto il paese in gran fermento

LAGGIO DI CADORE. Ogni famiglia ha esposto sulla propria casa la bandiera bianca e gialla. La parte del leone però l’ha fatta il Capitolo di S. Antonio Abate, l’ente che gestisce la piccola chiesa del paese, che ha innalzato imponenti bandiere papali sul sagrato e sulla “murazza” che sostiene la chiesa. Sul campanile, una grande scritta suggerita da Nizzardo Tremonti: “Benedictus qui venit in nomine Domini” con il ritratto del pontefice di Lucio Da Rin Pagnetto. Sulla “murazza” un’altra scritta: “Laggio di Cadore saluta Sua Santità Benedetto XVI”. Tutti sperano che, una volta giunto a Vigo in visita privata alla chiesa di S. Orsola, possa visitare pure le chiese di Laggio, S. Antonio Abate, e S. Margherita in Salagona, quest’ultima vero scrigno d’arte e di fede del XII secolo.

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Benedetto XVI ha elogiato il restauro dell’organo, «il re degli strumenti musicali»

Messaggio al concerto: «Grazie, Lorenzago»

Le parole di Ratzinger lette dal segretario mons. Georg: «Chi canta prega due volte»

Eseguite musiche di Mozart All’esterno era stato allestito anche un maxischermo

LORENZAGO. Le Dolomiti? Per Benedetto XVI sono montagne davvero «maestose». Lorenzago? «Una bella località», circondata da «boschi bellissimi». Riconoscimento migliore non poteva arrivare da Benedetto XVI per il Cadore che lo ospita. Il “grazie” l’ha portato, con un messaggio personale del pontefice al parroco don Sergio De Martin, al concerto in suo onore, ieri sera a Lorenzago, il segretario padre Georg. Affollatissima la chiesa. E una lunga coda anche all’esterno, sia sulla porta centrale che su quelle laterali. Non è bastato che Telebelluno trasmettesse in diretta l’evento. Da tutto il Cadore è arrivata una folla mai vista a Lorenzago, per un evento religioso. Per la verità, c’era l’attesa anche del papa.
«L’altra sera l’ho visto seduto pacificamente, a braccia conserte, su una panca in legno, vicino ai campi da tennis», testimonia la signora Alessandra. Ieri sera, al posto suo, si è materializzato il segretario, padre Georg. Che ha subito ringraziato il parroco e le autorità «per l’accoglienza» e in particolare «per gli auguri per un fruttuoso periodo di riposo».
«Auguri tanto graditi», ha sottolineato il papa, «perché avvalorati dalla preghiera sulla quale conto molto per compiere la missione che il Signore mi ha affidato». Benedetto XVI ha rivolto un «ringraziamento particolare» al maestro Josè Loui Uriol e alla Schola cantorum. E appassionato com’è di pianoforte, Benedetto XVI ha riconosciuto la primazia dell’organo: «Il re degli strumenti musicali».
Quanto, invece, al canto, Benedetto XVI ha ricordato con Sant’Agostino che «chi canta prega due volte». «Cordiale ed affettuoso» il suo saluto conclusivo a Lorenzago.
E particolarmente appassionato è stato il saluto anche del vescovo Andrich che ricordando il patriarca Luciani che rammentava come lui, povero bambino di Forno di Canale, si sentisse un grande quando in chiesa ascoltava l’organo, ha sottolineato: «La chiesa fa grandi anche i piccoli ed i poveri». Dopo il vescovo, sono saliti all’altare il sindaco Mario Tremonti e il presidente della Provincia, Sergio Reolon. «La visita del santo padre suscita entusasmo e gioia», ha sottolineato Tremonti, valorizzando la «tenacia e la sagacia dei nostri padri» nella realizzazione di un organo tanto importante a Lorenzago. «Tutta la comunità bellunese è orgogliosa della presenza di Benedetto XVI», ha sottolineato, dal canto suo, Reolon, ricordando il vescovo Savio per la valorizzazione dei tesori d’arte e ringraziando «quanti lavorando insieme e concordemente, indicano anche un metodo di lavoro per risolvere i problemi».

© Copyright Corriere delle Alpi, 12 luglio 2007


Una botta tremenda: il fulmine gli è caduto vicino

«Carabiniere miracolato» Parola del primario del Suem

LORENZAGO. «Quel carabiniere si è salvato per miracolo», commenta Angelo Costola, primario del Suem di Pieve di Cadore.
«Miracolo? Se lo dice un medico che se n’intende...», chiosa il vescovo Giuseppe Andrich. Il carabiniere colpito nella notte tra lunedì e martedì da una scarica di un fulmine caduto poco distante è ritornato a casa, dopo le dimisisoni dall’ospedale di Pieve di Cadore.
«Sta bene», assicura Costola. «La botta è stata tremenda. Il ricoverato accusava un forte dolore toracico dovuto alla contrattura muscolare. Abbiamo fatto gli esami di laboratorio, l’elettrocardiogramma e la visita cardiologica. Gli esiti sono tutti negativi. Neppure un segno sulla mano».
Il carabiniere è stato visitato, quando era già in ospedale, dal capitano Filippo Vanni, comandante della Compagnia di Cortina. Durante i temporali gli alti alberi di montagna fanno da parafulmini. E questo è un problema per la vigilanza dei carabinieri, della polizia e della guardia forestale che 24 ore su 24 vigilano sulla sicurezza del pontefice. Dopo le prime due giornate di maltempo, a Lorenzago è tornato il sole. (fdm)

© Copyright Corriere delle Alpi, 12 luglio 2007


Vegliava sul Papa, colpito dal fulmine carabiniere «miracolosamente» illeso

di Redazione

Non sarà un miracolo, ma lui un po’ miracolato si sente. E chi non lo sarebbe, dopo essere stato investito da un fulmine che è entrato nella mano e gli ha attraversato il corpo? Se poi tutto questo avviene mentre si sta sorvegliando il perimetro del parco che avvolge la villetta e il castello di Mirabello, a Lorenzago di Cadore, dove il Papa si concede un periodo di riposo… Si è sfiorata la tragedia nella notte tra lunedì e martedì scorsi, la prima che Benedetto XVI ha trascorso in Cadore: un carabiniere in servizio di pattugliamento è stato infatti colpito dalla potente scarica che gli è caduta vicino e lo ha investito, lasciandolo fortunatamente illeso. Il giovane è caduto ed è stato prontamente soccorso dai commilitoni che l’hanno portato all’ospedale di Pieve di Cadore. È già stato dimesso e ieri è tornato a casa per un periodo di riposo, nonostante volesse riprendere immediatamente servizio a tutela del pontefice, come conferma il sindaco di Lorenzago Mario Tremonti. «Sta bene - ha assicurato Angelo Costola, primario del Suem a Pieve -. La botta è stata tremenda. Abbiamo fatto gli esami, l’elettrocardiogramma e la visita cardiologica. Gli esiti sono tutti negativi. Neppure un graffio sulla mano».
Le vacanze di Benedetto XVI continuano intanto nella più assoluta tranquillità e discrezione. Martedì scorso, nel pomeriggio, il Papa ha fatto una passeggiata giungendo fino alle prime case del paese, e dunque fuori dal perimetro della sua residenza. Ieri pomeriggio, dopo le 18, il Papa è uscito in macchina e si è diretto verso Lozzo per andare a recitare il rosario in una chiesa della zona. Al ritorno si è fermato qualche istante per salutare la gente sulla piazza di Lorenzago. Ieri sera nella chiesa parrocchiale di Lorenzago si è tenuto un concerto in onore del Pontefice nel giorno della festa di San Benedetto, patrono d’Europa. Benedetto XVI ha voluto essere presente con un messaggio di saluto e un ringraziamento. La manifestazione è stata organizzata anche presentare l’iniziativa «Tesori dell’arte nelle chiese dell’alto bellunese 2007», un prezioso lavoro di recupero e di restauro del patrimonio artistico delle chiese della zona. Proprio ieri è stato offerto al Pontefice il cofanetto contenente i quattro volumi editi dalla Provincia di Belluno che descrivono i percorsi artistici. Alla conferenza stampa di presentazione, ieri mattina a Lorenzago, è intervenuto anche il vescovo, Giuseppe Andrich.

© Copyright Il Giornale, 12 luglio 2007

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