18 settembre 2007

Prolusione di Mons. Bagnasco: i commenti di Repubblica e Stampa


Vedi anche:

I giornaloni parlano della prolusione di Mons. Bagnasco ma tacciono la parte piu' importante: la dichiarazione di fedeltà dei vescovi al Papa

Messa tridentina: le parole di Mons. Bagnasco

MONS.BAGNASCO: CRITICHE AL PAPA DA CATTEDRE DISCUTIBILISSIME

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Messa tridentina: l'esperienza di Padova

Il Papa ricorda il cardinale Van Thuân: nominata la prima donna postulatore nella storia della Santa Sede

Messa tridentina: l'esperienza di Verona

Una città illuminata dai potenti fari di Benedetto

Messaggio del Santo Padre al X Simposio Intercristiano fra Cattolici ed Ortodossi

Messa tridentina: l'esperienza di Bologna e la non esperienza di Legnano

Le decisioni serene ma storiche del Papa

Strano articolo di Ignazio Ingrao (Panorama): una fronda di cardinali contesta il Papa in accordo con i Protestanti

Un ringraziamento a tutti

Messa tridentina: ostruzionismo e tante domande senza risposta (di Raffaella)

"Paese in preda a una crisi morale" Bagnasco richiama politici e banche

"Prevalgono divismo e divertimento. Casa e lavoro le urgenze"

Appoggio al clero impegnato contro mafia, camorra e ´ndrangheta
Il presidente della Cei conferma il no a eutanasia e aborto
Villetti, Sdi: "Ribadire la distinzione tra principi religiosi e leggi dello Stato"
Buttiglione: "Solo la Chiesa ha il coraggio di invitare gli italiani ad amare l´Italia"


MARCO POLITI

ROMA - L´episcopato italiano appoggia il clero e i vescovi, che in condizioni difficili si battono contro la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta, e si prepara ad elaborare nuove linee d´azione per lo sviluppo del Mezzogiorno. È uno dei passaggi della relazione di mons. Angelo Bagnasco al Consiglio permanente della Cei (anche in vista della visita che Benedetto XVI farà il 21 ottobre a Napoli), relazione caratterizzata da grande allarme per un´Italia che rischia di cadere a pezzi. Quel malessere caotico, che l´antipolitica sta portando alla superficie con clamore, diventa nella prolusione del presidente della Cei oggetto di un´analisi preoccupata, che non fa sconti ad un «Paese spaesato» in cui il vincolo tra cittadino e Stato si sta sfaldando ed in cui sembrano mancare totalmente un comune slancio etico e regole di convivenza condivise.
Al parlamentino della Cei Bagnasco ha riconfermato il suo stile pastorale e non-politico (il che non significa affatto apolitico), invocando un «ethos collettivo partecipato» rispetto alla deriva morale in corso. Serve urgentemente, sottolinea l´arcivescovo, una «ricentratura profonda» da parte dei singoli e degli organismi sociali per dare agli italiani «senso e ragione» dello stare insieme come comunità di destini. È in quest´ottica di preoccupazione per lo sfaldamento del Paese si capiscono le recenti sortite del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che ha propugnato il dovere civico di pagare le tasse.
Chiedere una ridefinizione di tavole di valori per la società, sottolinea tuttavia Bagnasco, non significa puntare allo Stato etico. Però c´è da chiedersi se lo Stato debba fare soltanto il regolatore del traffico dei fenomeni sociali oppure debba essere capace di proporre una visione del bene comune. Al tema del «bene comune» non a caso è dedicata la Settimana sociale cattolica che si terrà a ottobre in Toscana.
Le tendenze disgregatrici, ha notato il presidente della Cei, sono molteplici: dalla criminalità organizzata agli incendi boschivi dolosi, dal disimpegno nichilista all´ «abbrutimento» di un tempo libero dedicato a passatempi soltanto apparentemente innocui, dal divismo esasperato ad uno scivolamento «verso il peggio (dove) le differenze si annullano». Alla luce di questi fenomeni, scandisce Bagnasco, sembra «diventare sempre più friabile il vincolo sociale» e pare sfrangiarsi il senso di solidarietà essenziale per ogni comunità nazionale. Eppure, rilancia Bagnasco, ci sono tante energie in Italia e la componente sana, onesta, dignitosa, solidaria della popolazione è assolutamente maggioritaria. La religione, in questa prospettiva, può contribuire a ridare credibilità ai valori essenziali del Paese.
Bagnasco ha poi rivolto l´attenzione ai problemi materiali della società italiana. In primo luogo il lavoro e la formazione professionale. E poi la casa, che rimane irraggiungibile per le giovani coppie. Urgente, dunque, una ripresa dell´edilizia popolare e qui dovranno intervenire «con senso di equità» le banche e gli istituti di credito.
Nella relazione sono risuonati come di prammatica gli accenni alla difesa della vita dall´inizio alla fine naturale, alla libertà educativa, al codice morale cristiano. Con una condanna nei confronti di Amnesty International per aver inserito l´aborto (in caso di stupro) tra i diritti umani fondamentali. Netto il richiamo all´ordine per i politici cattolici: «In nessun ambito, neppure in politica - ha dichiarato il presidente della Cei - si possono tralasciare, per opportunismo o convenzione o altri motivi, le esigenze etiche intrinseche alla fede». Nessuno spazio, ha soggiunto, a compromessi dottrinali o morali.
Immediata la replica del socialista Roberto Villetti: i laici devono farsi sentire per ribadire la distinzione tra principi religiosi e leggi dello Stato. Mentre l´ulivista Franco Grillini respinge l´idea che l´unica verità accettabile sia quella della Chiesa romano-cattolica. Nel centrodestra le adesioni alla relazione sono plebiscitarie. Da Andrea Ronchi di An a Isabella Bertolini di Forza Italia. Iperbolico Rocco Buttiglione dell´Udc: «Solo la Chiesa ha il coraggio e l´autorevolezza per invitare gli italiani ad amare l´Italia».

© Copyright La Repubblica, 18 settembre 2007

Decisamente riduttivo l'articolo di Politi: manca del tutto il nome del Papa. Nessun cenno al motu proprio Summorum Pontificum tanto caro a Politi quando deve attaccare Benedetto XVI. Nessun cenno al voto di collaborazione e fedelta' dei vescovi italiani (secondo le parole di Mons. Bagnasco) al Santo Padre.
Troppo comodo...

Raffaella


Bagnasco: l’Italia è in crisi morale

Ribadita la necessità di difendere la vita
La Bindi: non si tocca la legge sull’aborto


MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO

L’Italia è in crisi profonda, anche morale: impietosa è l’analisi di Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, nella sua «prolusione» al Consiglio Permanente della Cei, il «parlamentino» dei vescovi. E’ un triste quadro del paese in cui si moltiplicano «comportamenti criminali che non riescono a trovare una soluzione»; fra questi il presidente della Cei ha indicato «il dramma recente e crescente degli incendi boschivi, provocati dall’uomo, che in quest’ultima estate hanno messo in ginocchio intere zone del Paese». La situazione è tale che sarebbe «illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento»; per monsignor Bagnasco «sembra che diventi sempre più friabile il vincolo sociale e si prosciughi quel tipo di solidarietà su cui una comunità strutturata deve fare affidamento se vuol essere un Paese non spaesato». Ma lo Stato, osserva, deve essere pronto a dare risposte.
Un barlume di speranza e di ottimismo viene però dalla «componente sana della società», che è «ampiamente maggioritaria», e vive «nel silenzio dignitoso e in spirito di sacrificio con ancoraggio nella fede cristiana». L’arcivescovo di Genova ha sferzato la società odierna, afflitta da «uno strano odio di sé» e dalla fede nel relativismo di cui un segno evidente «sono le tante vicende di cronaca che hanno assediato la nostra estate». Ha parlato di un «atteggiamento di resa che contrassegna tanta prassi sociale, in cui a prevalere sono il divismo, il divertimento spinto a oltranza, i passatempi solo apparentemente innocui, il disimpegno nichilista e abbrutente la persona, giovane o adulta non importa, perché, tanto, verso il peggio le differenze si annullano?».

La Chiesa e il Papa sono attaccati; ma «è singolare peraltro quella ricorrente pretesa, mossa da “cattedre” discutibilissime, di misurare la fedeltà altrui, Papa compreso, facendola coincidere con i propri stilemi e le proprie evoluzioni».

Solidarietà per la Santa Sede che ha ritirato i suoi finanziamenti ad Amnesty International, per la linea a favore dell’aborto « clamorosa» assunta dall’organismo internazionale: «sono derive che ci rendono ulteriormente avvertiti del pericoloso sgretolamento a cui sono sottoposte le consapevolezze umane anche più evidenti». Secco il richiamo ai politici: «in nessun ambito, neppure in politica, si possono tralasciare, per opportunismo, o convenzione, o altri motivi, le esigenze etiche intrinseche alla fede».
Bagnasco elenca i temi sui quali non si può transigere: «il valore intangibile della persona e della vita umana, vita che deve essere accolta e accudita fin dal sorgere ed amorevolmente accompagnata fino al suo naturale tramonto»: ovvia la condanna dell’aborto e dell’eutanasia, la difesa della famiglia. Ogni minaccia a questi valori «troverà sempre una parola rispettosa e chiara da parte della Chiesa». Che però si occupa anche di cose concrete: la casa. «Mi riferisco in particolare al dramma di coloro - pensionati o famiglie con un solo reddito - che sono raggiunti da provvedimenti di sfratto e non trovano altre opportunità», e «i giovani fidanzati che vorrebbero sposarsi e nei loro progetti sono annichiliti per il problema dell'abitazione che non si trova oppure è inavvicinabile per le loro risorse». Il portavoce di An, Andrea Ronchi afferma che «il monito lanciato dal presidente della Cei sulla “grave crisi morale” che sta attraversando il nostro Paese deve essere colto da tutta la classe dirigente»; mentre Rosy Bindi dichiara che l’aborto è una «ferita per la società...ma da qui a mettere in discussione la legge ce ne passa».

© Copyright La Stampa, 18 settembre 2007

Idem come sopra: manca la professione di fedelta' al Papa!
Non si capisce, inoltre, come mai la Bindi abbia pensato subito ad un attacco alla legge 194!
R.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'articolo di Politi mi è piaciuto, manca però il rinnovo della piena fedeltà al papa dei vescovi italiani che certo non è una novità, ma in questi giorni per alcuni è sembrato il contrario. Comunque posso dire con certezza che il papa gode di assoluto rispetto da tanti vescovi, anche da Martini, Tettamanzi e altri che forse non condividono in pieno la scelta del motu proprio. Quello che non mi spiego è come mai attraverso la stampa veniamo a sapere di alcuni vescovi che sembrano criticare il papa. Se davvero non accettano alcuni suoi punti del Magistero perchè non ne parlano direttamente con il papa? Non mi sembra abbiano a che fare con una persona intransigente, anzi, credo sia molto aperto, si fermerebbe a discutere con tutti. Prima di rendere note le proprie posizioni, ne parlino col papa e si può trovare una soluzione.

Mi fa molto piacere vedere inoltre che le analisi di un vescovo quale bagnasco siano più attente delle analisi di un politico. Qui emerge una chiesa attenta ai bisogni morali, spirituali e materiali del suo popolo.

Stamattina su La Sette c'era la Bindi e ha commentato insieme al giornalista i vari quotidiani. Alla notizia di Bagnasco su aborto ed eutanasia era un po' in difficoltà. Lei da cattolica è forse d'accordo che l'aborto e l'eutanasia non siano diritti etici, mentre da politica li sostiene. Questa è vera coerenza!...

Infine una domanda: non si sa nulla di quanto il papa ha discusso con i suoi allievi a Castel Gandolfo in questi giorni? Non ci sono testi da poter leggere? Grazie, Marco

Anonimo ha detto...

Per adesso non si sa nulla, pero' l'anno scorso l'arcivescovo di Vienna ha spiegato i contenuti dell'incontro dopo qualche giorno.