18 ottobre 2007

Eutanasia: gli articoli di Repubblica (solita politica di Politi) e della Stampa


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Eluana, il Vaticano all´attacco "Una sentenza inaccettabile"

L´Osservatore contro la Cassazione: no al relativismo dei valori

La replica del magistrato sotto accusa: "Critica libera ma decide il Parlamento"

MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO - L´Osservatore Romano attacca frontalmente la Cassazione per la sentenza sul caso Eluana. La Corte è accusata di un «relativismo di valori inaccettabile», perchè è in gioco la conservazione o meno della vita.
Il forte nervosismo del Vaticano deriva da un fatto preciso. Dal caso Welby in poi cresce la spinta nell´opinione pubblica verso una legge che autorizzi a staccare la spina sia nello stato vegetativo di un coma irrecuperabile sia nei casi di un peggioramento assoluto, destinato a privare il paziente delle sue facoltà.
Nel tentativo di bloccare una legge sul testamento biologico l´Osservatore accusa i magistrati di volere «orientare fatalmente il legislatore verso l´eutanasia». L´organo vaticano nega alla radice che si possa attribuire alle persone «una potestà indeterminata sulla propria esistenza», respinge la tesi che esista un coma irreversibile e mette in dubbio la volontà espressa in anni lontani da Eluana ad amici e parenti sul rifiuto di vivere in coma permanente, definendola «dichiarazione di un momento».
Immediata la replica del socialista Villetti: «Sembra che occorra l´imprimatur del Papa per legiferare sui diritti civili». Mentre Pellegrino dei Verdi esorta il Vaticano a non creare contrapposizioni ideologiche.
La linea vaticana è sviluppata dal professore Adriano Pessina, direttore del centro di Bioetica dell´Università Cattolica, secondo il quale teorizzare l´«abbandono assistenziale» di una persona senza attività conoscitive, privandola dell´alimentazione e dell´idratazione, sarebbe una «scelta moralmente inaccettabile quanto l´eutanasia e l´abbandono terapeutico».
Il termine emotivo qui è «abbandono assistenziale», quasi che l´individuo venisse privato di qualcosa e non fosse invece capace di determinare in anticipo sino a che punto andare avanti con le cure meccaniche. Infatti anche il commento di Pessina, rilanciato dall´agenzia dei vescovi Sir, nega il diritto all´autodeterminazione delle persone: «Non esiste il diritto di morire, la morte è un fatto e non un bene di cui disporre». E su questo punto la gerarchia ecclesiastica è decisa a dare battaglia, sebbene un sondaggio Ipsos, reso noto nel luglio scorso, evidenzi chiaramente che il settantaquattro per cento dei cattolici impegnati in attività parrocchiali ritiene che la voce della Chiesa vada ascoltata, ma poi «decide la coscienza» individuale.
Asciutta la reazione di Alessandro Criscuolo, presidente titolare della Prima sezione civile della Cassazione: «Ognuno è libero di criticare. Ma toccherà al Parlamento italiano fare le valutazioni che ritiene, senza lasciarsi condizionare da nessuno». E Giuseppe Englaro, padre di Eluana, ribadisce quanto affermato lunedì: «Da un paese civile e avanzato ci si aspetta una decisione del genere».
Il Polo si allinea al Vaticano. L´azzurra Laura Bianconi paventa un nuovo caso Terry Schiavo. Polledri della Lega afferma che in Italia «si tenta di distruggere la vita». Lapidario Mantovano di An: «Non esiste il diritto di morire». Aggressivo Volontè dell´Udc, per il quale sentenza «viola» le prerogative del Parlamento.
Diverso l´atteggiamento dei cattolici del centro-sinistra. Morrone dell´Udeur, pur perplesso dinanzi alla sentenza della Cassazione, definisce «in malafede» quanti parlano di anticipazione dell´eutanasia. Castagnetti (Partito democratico) commenta: «Il potere legislativo appartiene al Parlamento e non alla magistratura. Ma credo che dovremmo arrivare a fare la legge sul testamento biologico». Per la nuova leadership del Pd la vicenda è una sfida: naufragare col testamento biologico come con i Dico avrebbe forti contraccolpi.

© Copyright Repubblica, 18 ottobre 2007

Politi, Lei fa il vaticanista o il portavoce del Partito Democratico e dell'ala sinistra di governo? Francamente non capisco che cosa c'entri un vaticanista con i DICO! Il Polo si allinea al Vaticano? Ma che modo di scrivere e'? E' sicuro, Politi, che l'opinione pubblica prema per una legge che consenta di staccare la spina? Ne e' proprio sicuro? Che prove ha? Lo pensa o lo sa? Nel prossimo articolo Le dimostero' che le cose non stanno esattamente come Lei vorrebbe...
E basta con questa storia dei Cattolici impegnati in parrocchia! Troppo facile...
Nervosismo vaticano? C'e' un certo nervosismo, ma e' fuori dal Vaticano...direi che e' sui giornali
:-)
Raffaella


LA RAGAZZA IN STATO VEGETATIVO DAL 1992

“Su Eluana «Sulla vita e sulla sua interruzione nessun uomo ha alcuna signoria»

MARCO TOSATTI

CITTA’DEL VATICANO
L’Osservatore Romano si scaglia contro la sentenza della Cassazione sul caso Eluana, definendola il frutto di un «relativismo dei valori» che risulta «inaccettabile soprattutto se questi riguardano la conservazione o meno della vita». Il quotidiano della Santa Sede afferma che «nel vuoto legislativo una tale posizione significa orientare fatalmente il legislatore verso l’eutanasia. Attribuire a ognuno una potestà indeterminata sulla propria esistenza avrebbe conseguenze facilmente immaginabili, anche solo ragionando dal punto di vista etico».
Al giornale vaticano appaiono «evidentemente confutabili» anche le premesse della decisione della Cassazione: «Nessun esperto potrebbe, allo stato attuale, dichiarare l’irreversibilità della condizione di stato vegetativo, se non in base a una scelta puramente soggettiva. Sulla volontà di Eluana l’arbitrarietà appare palese: la dichiarazione di un momento non può essere presa a parametro per presumere la volontà di una persona riguardo a scelte come quelle che riguardano la contrarietà o meno a un trattamento che fra l’altro si pone al limite fra terapia e nutrizione».
L’Osservatore cita il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori, che pur non entrando nel merito della vicenda ha ricordato che «la vita va difesa sempre». «In ogni suo momento, si può aggiungere, poiché - conclude la nota - sulla vita stessa, e sulla sua interruzione, nessun uomo ha alcuna signoria».
All’Osservatore risponde un giurista, presidente di sezione della Cassazione, Gaetano Nicastro, sottolineando i problemi legati all’evoluzione delle tecniche mediche: «Queste vicende pongono problemi gravi dal punto di vista giuridico perché si tratta d’interpretare e basarsi su norme che non considerano nella loro complessità tutti gli elementi. Ed evidenziano implicazioni etiche di cui un legislatore moderno deve tener conto».
Già in occasione dell’anno giudiziario, ricorda Nicastro, fu ritenuto «urgente e indispensabile» un intervento del legislatore in tema d’interruzione del trattamento terapeutico nei malati terminali: «La linea giurisprudenziale attuale va in senso contrario all’eutanasia, la vita va tutelata fino alla fine. Probabilmente, però, ci potrà essere una evoluzione. Ad alcuni miei amici sacerdoti ho posto l’interrogativo se l’uso di mezzi meccanici per tenere in vita una persona non sia una forma di ribellione a Dio, una tendenza all’immortalità».
Sul caso di Eluana si sta scatenando una battaglia politica. Per Paola Binetti (Ulivo) «la richiesta della Cassazione sull’assoluta irreversibilità del coma non è accoglibile perché oggi si parla di assistenza protratta e non più di coma irreversibile». La senatrice Ds Annamaria Carloni aggiunge: «È tempo di decidere, da un anno stiamo discutendo in Senato sul testamento biologico».

© Copyright La Stampa, 18 ottobre 2007

1 commento:

mariateresa ha detto...

vedi, cara amica, che Politi non fa che illuminare con altre parole il rodimento di Rusconi, con il solito uso dei sondaggi pro domo propria e solo quando fanno brodo, uno stratagemma veramente scoperto.
E' solo un fetente (per me) problema di egemonia dentro il partito democratico. I singoli tragici casi umani hanno ben poca rilevanza per questa gente qui.
La tragedia è tutta del padre di questa povera ragazza.
Che pena ragazzi...