6 ottobre 2007

Repubblica piagnucola ed attacca Avvenire e Famiglia Cristiana


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Pubblichiamo un articolo di Repubblica in risposta alle sacrosante reazioni di Avvenire e Famiglia Cristiana nei confronti delle "inchieste" di Curzio Maltese e del partito radicale. Non c'e' firma estesa ma dalla iniziali (e.m.) e' ragionevole supporre che a scrivere sia il direttore, Ezio Mauro.
Alla fine il mio commento.

Raffaella


LA CHIESA E LA LIBERA STAMPA

Con una reazione senza precedenti, in soli due giorni il giornale dei vescovi "Avvenire" e il settimanale "Famiglia Cristiana" si sono scagliati contro l´inchiesta giornalistica di "Repubblica" su quanto costa la Chiesa cattolica agli italiani, firmata da Curzio Maltese. Se aggiungiamo che anche Papa Benedetto XVI, ricevendo giovedì il nuovo ambasciatore d´Italia presso la Santa Sede, ha affrontato l´argomento (per spiegare che la Chiesa non ha mire di potere, non pretende privilegi, non aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale, perché ha un interesse profondo per il bene) allora è doveroso concludere che un´indagine giornalistica sta creando un effetto a catena nei Sacri Palazzi, forse perché il tema è in Italia inusuale.
"Avvenire" parla di "totali menzogne e mezze verità", mentre sottolinea come la Chiesa cattolica italiana "non goda di alcuna garanzia, perché dipende solo ed esclusivamente dagli italiani, che oggi la sostengono, domani chissà".
"Famiglia Cristiana" si domanda invece addirittura "chi vuole ridurre al silenzio i cattolici italiani" e denuncia gli "attacchi alla Chiesa", spiegandoli così: "I preti vengono visti e raccontati come libertini pedofili e molestatori sessuali, veri figli di Sodoma e Gomorra, mentre la Chiesa è rappresentata come un carrozzone fallimentare, simile alla Cassa per il Mezzogiorno, destinataria di aiuti di Stato". Il giornale sostiene ancora che non c´è nulla di meglio di storie di sesso e soldi ("che comunque riguardano singoli individui") per "stuzzicare istinti morbosi" e ricorda, infine, l´importanza della presenza cattolica nel Paese, oltre al "prezzo più alto" pagato dal mondo cattolico al terrorismo e alla mafia. Perché, conclude il settimanale, "si pretende di bandire l´intelligenza cattolica dallo spazio pubblico"?
Rispondiamo brevemente, perché l´inchiesta di Maltese (che parla di soldi – lo ricordiamo – e non di sesso) non ha bisogno di difese e nelle prossime puntate si illustrerà da sola. Non sappiamo chi voglia "ridurre al silenzio" i cattolici, ma ammesso che qualcuno ne abbia l´intenzione, che cosa c´entra "Repubblica" e che cosa c´entra soprattutto il libero lavoro d´inchiesta di un giornale sul costo della Chiesa per gli italiani?
Condurre un´indagine giornalistica, raccogliere opinioni, presentare cifre e rendiconti presi da fonti ufficiali cattoliche, perché deve costituire una minaccia o addirittura un progetto per bandire il pensiero cattolico dallo spazio pubblico? Non ci risulta che esistano, magari in qualche clausola non conosciuta del Concordato, aree riservate e precluse al libero lavoro giornalistico. Oppure ai finanziamenti della Chiesa si deve applicare una sorta di inedita servitù giornalistica, non prevista per le altre istituzioni, italiane e occidentali, e in vigore soltanto nei Paesi non democratici?
(e.m.)

© Copyright Repubblica, 6 ottobre 2007

Ah, perche' ci saranno altre puntate? Andiamo bene! Consiglierei a Repubblica di smetterla di piagnucolare perche' non mi pare il caso! La Chiesa italiana non ha dalla sua parte membri del governo che possano minacciare di far saltare il Consiglio di Amministrazione di un quotidiano.
No, "cara" Repubblica, come dicevano gli antichi "Excusatio non petita, accusatio manifesta" (Scusa non richiesta, accusa manifesta), ossia la prima gallina che canta ha fatto l'uovo. Nessuno contesta il diritto di un giornalista di scrivere un articolo, ma i lettori hanno pari diritto di criticarne il contenuto quando esso non corrisponde a verita' ed e' viziato da ideologia. A proposito: perche' non vengono indicati TUTTI gli autori dell'inchiesta? A noi risulta che Maltese si stia facendo aiutare da due esponenti del partito radicale, o forse ci sbagliamo?
No, "cara" Repubblica, occorre imparare, e da subito, che i Cattolici e la Chiesa non sono piu' disposti ad accettare accuse false e pretestuose. Troppo comodo sparare a zero contro chi si crede disarmato!
Ultima annotazione: pensare che le parole del Papa all'ambasciatore d'Italia siano una sorta di risposta agli articoli di Repubblica non e' un po' troppo da megalomani?

Raffaella

2 commenti:

mariateresa ha detto...

cara buongiorno,
L'intervento è breve e inconsistente.E ipocrita.
Non è il pubblicare dati che sconcerta , è il modo di interpretarli e montare l'articolo.
Ma questo Mauro lo sa benissimo.
mette in scena la dignità offesa come nel filmato che hanno messo sul sito dove il conduttore ferito ha detto relativamente ai redattori di Avvenire che non avevano voluto partecipare,"che ognuno ha il suo stile".
Sì, è vero, ognuno ha il suo stile e lo stile di Repubblica fa pena.
Mauro sorvola poi sull'attacco personale al prof. Cardia, un attacco in stile sovietico, rivolto proprio alla persona più che alle sue idee.
Non è affatto vero che i numeri parlano da soli. Parlano se qualcuno li fa parlare in un certo modo e quel certo modo a noi è evidente qual è.
Comunque questo editoriale conferma che questa è la linea del giornale e non un improvviso ghiribizzo di Maltese.
Sono così malati delle proprie idee che interpretano in quel senso anche le parole del Papa, pronunciate tante altre volte.
Io sono anni che non compro più questo giornale e proprio per questa sua propensione a voler indottrinare i lettori.
Mi sembra di avere fatto bene.

Anonimo ha detto...

Hai fatto benissimo.
A me pare che Repubblica abbia l'ambizione di stare quaranta gradini sopra i suoi lettori. Gia' una volta, in occasione del referendum sulla legge 40, questo giornali si e' ritrovato scaraventato ai piedi della scalinata, eppure continua a comportarsi come se noi poveri mortali fossimo delle creature ignoranti da indottrinare...