14 dicembre 2007

Il commento di padre Lombardi al documento della Congregazione per la Dottrina della Fede (Radio Vaticana)


Vedi anche:

Mons. Amato: la Nota sull'Evangelizzazione indica l'urgenza della missione (Radio Vaticana)

NOTA DOTTRINALE SU ALCUNI ASPETTI DELL’EVANGELIZZAZIONE A CURA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Rosso "malpela" "L'Unità" e "Il Riformista"

Le due grandi idee-forza della modernità, la ragione e la libertà, si sono come sganciate da Dio

Ed anche a Lourdes irrompe l'Anticristo (Socci per "Libero")

Libertà (non solo d'opinione) per i gay ma anche per chi non ne fa parte. L'Italia, ripristinando i reati di opinione, fa il passo del gambero.

Paragone (Libero): "Meglio Opus Dei che gay. E arrestatemi pure"

Il Vaticano "sposta" il presepe: da Betlemme a Nazaret (Galeazzi per "La Stampa")

"Spe salvi", "Se la Chiesa si rialza davanti al mondo" (di Amedeo Costabile)

Il commento di padre Lombardi al documento della Congregazione per la Dottrina della Fede

Sulla Nota dottrinale ascoltiamo il commento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi:

“Guai a me se non predicassi il Vangelo!”. Queste parole forti di San Paolo continuano a risonare anche oggi nel cuore di ogni vero credente, stupefatto e conquistato dall’amore di Cristo per lui e desideroso di comunicare il dono ricevuto. E’ una conseguenza naturale della fede cristiana, una offerta appassionata di ciò che di più grande e bello si può avere nella vita e che non si vuole egoisticamente conservare solo per sé. Una offerta appunto, non una imposizione o una costrizione, una offerta fatta in libertà e alla libertà, fatta per amore, amore di Cristo e degli altri. E l’amore c’è solo dove c’è libertà.

E’ questo il senso della Nota sulla evangelizzazione pubblicata dalla Congregazione per la dottrina della Fede, firmata dal Papa – non a caso – il 3 dicembre, festa di San Francesco Saverio, il più grande missionario dell’epoca moderna.

La Nota vuole liberarci da un atteggiamento di ingiustificata timidezza, come se l’annuncio del Vangelo fosse una interferenza indiscreta nella vita di altri, come se fosse indifferente per l’esistenza conoscere o no Gesù Cristo. No, non è indifferente, né per noi né per gli altri, e infatti se il nostro annuncio dev’essere credibile non sarà un annuncio solo a parole, ma anche con la testimonianza della vita, diciamo pure con la santità della vita.

Questa passione dell’annuncio per amore di Cristo non è certo esclusiva dei cattolici, ma di tutti i veri cristiani, ed è quindi una delle spinte più forti del desiderio profondo dell’unione fra tutti i cristiani.
Ci è stato offerto un bel documento in questo tempo di Avvento. Anche noi dobbiamo preparare le vie per la venuta del Signore.

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