4 dicembre 2007

"Spe salvi", Mons. Thomas Dabre: "L’enciclica della speranza nell’Asia tormentata da problemi e pericoli"


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INDIA

L’enciclica della speranza nell’Asia tormentata da problemi e pericoli

di Nirmala Carvalho

Mons. Thomas Dabre, membro del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e presidente della Commissione dottrinale della Conferenza episcopale indiana, parla con AsiaNews della Spe Salvi vista nel contesto dei problemi del suo Paese e del continente.

Bombay (AsiaNews) – Collegata da una parte al discorso di Regensburg – ove si parlava del collegamento tra fede e ragione – e dall’altra alla Deus caritas est – con l’affermazione dell’infinito amore di Dio manifestato nella storia – la Spe Salvi offre alle società asiatiche, ed a quella indiana in particolare, “un confortante ed incoraggiante messaggio di speranza per un mondo carico di ogni tipo di problemi e pericoli”. Lo dice il vescovo indiano di Vasai, Thomas Dabre, membro del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e presidente della Commissione dottrinale della Conferenza episcopale indiana, che, con lo sguardo al suo Paese ed al continente, ha commentato per AsiaNews la seconda enciclica di Benedetto XVI.

“L’enciclica afferma che nella speranza siamo salvati, abbiamo la salvezza in Cristo che è la salvezza dataci nella speranza. Noi abbiamo speranza perché Gesù ha manifestato un amore incondizionato per l’umanità e questo è il fondamento per sperare. Gli scenari attuali e lo sguardo verso il futuro sono oscuri a causa dell’infausto sviluppo di ideologie, terrorismo, fanatismo e comunismo da una parte e di agnosticismo, ateismo, indifferenza ed esagerata ammirazione per il progresso ottenuto dalla scienza, la tecnologia e la medicina, dall’altra”.

“Una persona aperta al progresso può facilmente essere scoraggiata a causa del tipo di sviluppo nella comunità internazionale ed anche qui, in India e in Asia. A questo scoraggiamento, il Santo Padre offre il suo confortante messaggio di speranza. Alla fine, il cristianesimo è un messaggio di speranza – dato nel mondo nel quale viviamo, con i suoi continui conflitti e controversie – e il Santo Padre evidenzia che è questo ciò di cui il mondo oggi ha urgente bisogno. Una manifestazione e rivelazione di amore incondizionato, che si è espresso nella vita e nella missione di Gesù. Il fondamento della speranza è solo in Dio, non negli sforzi umani. L’enciclica ha un messaggio di speranza per tutti”.
“Il Santo Padre ha guardato ai tentativi storici di offrire speranza all’uomo – come la Rivoluzione francese e il pensiero filosofico che ha espresso fiducia nel progresso attraverso la ragione umana e la libertà e le teorie di Karl Marx che hanno agitato larga parte del mondo nel XX secolo. Per un po’ hanno affascinato il mondo, ma avendo intrinseci errori, erano destinate a fallire e la storia conferma che questi ideologie e sistemi hanno fallito. Nel discorso di Regensburg, il Santo Padre aveva invitato ad una sintesi di fede e ragione; questa Spe Salvi viene da Regensburg, dove il Papa ha invitato la Ragione ad essere aperta alla fede. E viene anche dalla Deus caritas est, che è l’infinito amore di Dio manifestato e rivelato nella storia”.

“Personalmente sono molto contento e la Spe Salvi mi rallegra, perché, a dispetto del comunismo, fascismo e sistema delle caste che affliggono la società indiana, come dice il Papa, la gran parte dell’umanità è nella speranza e non deve disperarsi. La virtù della speranza ci chiede e ci spinge ad essere responsabili di quanto accade intorno a noi, nel contesto reale nel quale viviamo, nel quale abbiamo il compito di lavorare per la giustizia e per un mondo migliore e dobbiamo essere pronti a soffrire per la causa della Verità, della giustizia e della pace”.

“In India comunismo, fascismo, sistema delle caste e fondamentalismo sono i veri nemici della speranza e noi siamo chiamati alla speranza. Anche di fronte ai fenomeni che colpiscono la nostra società, siamo chiamati a non lasciarci scoraggiare. Questo ci porta ai nostri amati fratelli dalit cristiani che sono discriminati a tutti i livelli, e gravemente, anche dalle leggi. In India ci sono più di 16 milioni di dalit cristiani che debbono avere i benefici concessi ai dalit di altre fedi. La Chiesa ed io personalmente sosteniamo i loro diritti. Dobbiamo garantire una società giusta, specialmente agli emarginati e questo è il fondamento dell’azione per i dalit cristiani”.

“La Spe Salvi è importante anche per il dialogo interreligioso e la fede dà speranza agli uomini: i leader di tutte le religioni debbono collaborare per dare speranza a tutti di lavorare per creare una comunità di speranza nella quale regnano la pace e la giustizia e tutti i popoli vivono con dignità. Le religioni debbono cooperare per dare speranza all’umanità di un mondo migliore che venga realizzato attraverso l’impegno per la pace e la reciproca comprensione. E’ responsabilità dei leader religiosi dare alla gente speranza di costruire un mondo migliore”.

© Copyright Asianews, 4 dicembre 2007

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