18 gennaio 2008

Card. Caffarra: "Alla Sapienza vincono violenza e pregiudizio". Il rettore dell'Alma Mater: ferito lo spirito laico


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Parole durissime del cardinale dopo l´annullamento della visita del Papa

"Alla Sapienza vincono violenza e pregiudizio"

Caffarra: grave umiliazione dell´università

LUCIANO NIGRO

«Un episodio squallido» dal «devastante effetto diseducativo». «Una grave umiliazione all´università, alla ragione e alla comunità cattolica». Parole durissime quelle che il cardinale Carlo Caffarra sceglie per commentare l´annullamento della visita di Papa Benedetto XVI alla Sapienza di Roma perché «la violenza e il pregiudizio» hanno avuto il sopravvento sul dialogo e sulla ragione. L´arcivescovo di Bologna evita di rispondere a chi, come i consiglieri regionali ieri, gli invia le scuse per le polemiche che hanno spinto il pastore della Chiesa di Roma a non presentarsi all´Università. Evita ogni discussione su un eventuale invito riparatore dell´ateneo bolognese a papa Ratzinger. Non lancia appelli alla mobilitazione come quello del cardinale Camillo Ruini. Si concentra sul significato di quello che considera un affronto al dialogo, alla ragione, al mondo cattolico, prima ancora che alla Chiesa. E lo fa in un comunicato ufficiale diramato da via Altabella («Tutto quello che dovevo dire è lì dentro» dirà più tardi).
«Oggi il Santo Padre Benedetto XVI avrebbe dovuto visitare l´Università di Roma ‘La Sapienza´: ne è stato impedito - dice Caffarra in tarda mattinata sottolineando la gravità di quanto è accaduto per la gerarchia ecclesiastica - è una grave umiliazione inferta all´istituzione universitaria e la negazione pura e semplice della sua identità. L´università come luogo in cui senza alcun pregiudizio uomini e donne si appassionano nella ricerca della verità: una ricerca che esige il confronto».
«E´ una grave umiliazione inferta alla ragione - prosegue il cardinale - perché la violenza ed il pregiudizio le hanno impedito di esercitarsi secondo tutta la sua ampiezza. E´ una grave umiliazione inferta all´uomo nella sua più profonda dignità che ha fondamento nella libertà. E´ una grave umiliazione inferta alla comunità cattolica che si vede impedita, nella persona di chi essa venera ed ama come vicario di Cristo, di dire le ragioni della sua speranza ad un uomo sempre più smarrito».
«La Chiesa di Bologna - aggiunge l´arcivescovo da sempre attento all´esempio che viene dato ai giovani - non può in questo momento non pensare al devastante effetto diseducativo che questo squallido episodio ha sulle giovani generazioni: sono state deluse nel loro desiderio di essere guidate a ‘seguir virtute e conoscenza´».
«Ai fedeli tutti - conclude Caffarra - ancora una volta dico che la comunione col Santo Padre è la pietra su cui si è edificata nei secoli ed ancora si edifica la nostra Chiesa. Ad ogni uomo chiedo di riflettere sul capolinea a cui conduce un´idea e un´esperienza corrotta di laicità».
Parole forti alle quali il cardinale evita di aggiungere commenti nel tardo pomeriggio quando incontra il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta. Unico accenno all´episodio di Roma quando conclude il suo discorso. «Israele e la Chiesa vivono in un mondo nel quale è praticamente scomparsa la capacità di percepire il significato della rivelazione del Nome del Signore, cioè che esista un Mistero l´uomo possa trovare il senso ultimo di tutto ciò che esiste, di tutto ciò che fa, di tutto ciò che soffre». Ed è del progressivo indebolimento di questa capacità, aggiunge a braccio il cardinale, avrebbe parlato il Papa alla Sapienza. Perché se perde Dio «l´uomo entra in una solitudine senza rimedio, eterna».

© Copyright Repubblica (Bologna), 18 gennaio 2008


Il rettore: è stato ferito lo spirito laico

"Invitare il Papa a Bologna sarebbe solo strumentale"

ILARIA VENTURI

Invitare il Papa a Bologna dopo la sua esclusione alla Sapienza? «Lo giudico strumentale.
Non mi piace questo accorrere in proscenio, questo affannarsi alla ricerca della vetrina, non è nel mio modo di essere e non è nello stile di questa università».
Pier Ugo Calzolari sfila l´Alma Mater dalla corsa all´invito che si è scatenata nel mondo accademico e politico per "riparare" alle porte chiuse a Roma. E non perchè l´Alma Mater non vuole il Papa a Bologna.
«Questa università ha un rispetto altissimo per il Pontefice e una lunga storia di vicinanza a questa alta personalità - ricorda il rettore - E´ che certe decisioni devono essere ragionate, non vanno prese nel caldo rovente della polemica. Noi siamo stati i primi come Ateneo a dimostrare sconcerto per quello che è successo, ho scritto al Papa e l´ho fatto da laico, rettore di un´università laica.

Ma il tentativo, ingenuo, di un gesto riparatore non è adeguato all´altezza di una personalità come Benedetto XVI. In realtà la ferita non ha riguardato il Papa, ma lo spirito laico perché assimilato al settarismo e all´irragionevolezza».

Papa Ratzinger potrebbe venire a Bologna per il conferimento alla laurea ad honorem ad Alessio II. Il patriarca di Mosca, infatti, ha accettato l´invito, ma il suo ingresso in Italia è condizionato dall´incontro con il Papa romano. E´ dal 1054 che le due chiese non si parlano. E qui entrano in gioco le diplomazie. Bologna, dicono fonti vaticane, sembra al momento esclusa. Ma i rapporti di dialogo vanno avanti. «E´ un processo complicato, occorre avere pazienza», dice Calzolari. «Spero che l´evento si realizzi entro l´anno, Bologna è interessata al dialogo interreligioso. Ma certo la prevista visita del Papa a Bologna quando ci sarà la laurea ad Alessio II sarà trattata con il dovuto riguardo e nella stretta intesa con il cardinale».

© Copyright Repubblica (Bologna), 18 gennaio 2008

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