17 gennaio 2008

Ci guadagna solo il Papa: la protesta alla Sapienza sortisce il paradossale effetto di rafforzare l’immagine del Pontefice


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La protesta alla Sapienza sortisce il paradossale effetto di rafforzare l’immagine del Pontefice

Ci guadagna solo il Papa

Una pioggia di critiche si abbatte su rettore, professori e studenti coinvolti nella contestazione

di Maurizio Bonanni

“Non habemus Papam”! Così sembrano dire gli studenti somarelli della Sapienza, che conoscono solo il Pontifex Maximus, come il capomanipolo dei goliardi di una volta. Poco male, direte. Malissimo, invece, perché questi non arrivano nemmeno a Cartesio. Figuriamoci, poi, a Galileo. Molti lo scambiano per il navigatore satellitare del Suv di “papy” o di “mamy”. Sempre partoriti dal ventre arido dalla borghesia, questi fin(i)ti sessantottardi scimmiottano i loro nonni (e sì: chi aveva 20 anni all’epoca, oggi ne ha 60, se la matematica non m’inganna...), senza avere nemmeno quel poco d’infarinatura ideologica degli “Uccelli”, dei lottacontinuisti e dei redattori del Manifesto dell’epoca. Stupidità si sposa con giovinezza, è vero. Come è anche vero che dietro di loro qualche vecchio maestro sfoga la sua libido repressa, spingendo un manipolo di volenterosi Rimbaud a farsi credere una moltitudine, solo perché riescono a gridare più forte, mentre quegli altri, coloro cioè che dovrebbero censurarli e metterli fuori gioco, hanno da tempo perduto gli... attributi! La parola d’ordine è: “abbasso l’oscurantismo di cui è portatore il Papa tedesco!”, dato che i loro cattivi maestri insistono a dire che Benedetto XVI “guida un processo di restaurazione, che ha come bersaglio la scienza moderna”. Ovvero: il Papa è libero di dire quello che vuole, ma non di far digerire allo Stato i suoi valori etici, dettandone la legislazione.

Sì, perché, come forse è noto solo agli esperti, il cattolicesimo è diventato una “fede organizzata” e, come tale, si atteggia alla stregua di una classica lobby americana, scegliendo la formazione “politica-taxi” che la porti al traguardo dell’obiettivo concreto che si è prefissata. Da lì in poi, esaurito il “contratto” elettorale, la lobby religiosa ne monitora i comportamenti e, se è il caso, cambia “cavallo” alla prossima occasione. Più precisamente, grazie al grande talento politico del cardinal Ruini, al momento in cui le gerarchie - dopo la disfatta del divorzio e dell’aborto - si sono rese conto che i cattolici praticanti (quelli, cioè, che obbediscono “senza discutere” alle indicazioni impartite dai loro pastori, parroci e vescovi) erano divenuti minoranza nel Paese - e non solo in Italia, direi - fu fatta una scelta piuttosto intelligente. Il modello prescelto lo si è visto chiaramente all’opera con il referendum sull’abrogazione della legge “40” sulla fecondazione assistita, in cui si è sfruttata al massimo la componente “trasversale” di cristiani impegnati sull’uno o sull’altro fronte, dapprima per attenuare al massimo l’impatto della norma laica nei confronti dei principi etici della Chiesa e, secondariamente, sempre facendo leva ed affidamento su questa ampia componente bipartisan, facendo fallire il raggiungimento del quorum, “senza” rischiare lo scontro diretto con i laici, grazie alla politica astensionista voluta da Ruini.

Ma, per quelli radical-libertari come me (credente, tra l’altro) si pone il dilemma cristianissimo di “non fare agli altri ciò che non desideri sia fatto a te stesso”. Spiego meglio: aver dissuaso Ratzinger dal tenere la sua “Lectio Magistralis” alla Sapienza è un atto di sano laicismo dialettico o, viceversa, di “marattismo” ultima maniera? Così, però, a finire pugnalata è la scienza, che si vorrebbe tutelare proprio da questo Papa, teologo di razza e raffinatissimo conoscitore di cose filosofiche. Basta rileggersi con una certa attenzione il discorso di Ratisbona, per capire che i problemi posti da Ratzinger hanno sostanza millenaria (i “Logos” e la “Ragione”, ad esempio). Rompere il sacro principio della tolleranza laica, solo perché una “lobby” difende il suo credo, non penso sia molto di aiuto né alla militanza stessa, né alla serena contrapposizione con i fiancheggiatori “di peso” (atei “devoti”) di un certo clericalismo, come il Foglio di Giuliano Ferrara e la sua “moratoria” sull’aborto (che, poi, troverebbe la naturale conclusione nell’invito alla messa al bando delle pratiche abortive in tutto il mondo). Posizione discutibile, quest’ultima, ma pur sempre degna di far parte della vasta comunità delle opinioni in campo.

Semmai ci sarebbe da chiedersi: ma il rettore è un “dictator”? Certe decisioni, prima di prenderle, non dovrebbe sottoporle all’attenzione del senato accademico? Immaginiamo che, se lo avesse fatto, avrebbe immediatamente registrato la “temperatura” al suo interno, trovandola di certo molto fredda, se non ostile, alla sola ipotesi dell’invito al Papa, per l’inaugurazione dell’anno (nostrum) accademico. Ma ignorando gli “auspici” ha fatto un grandissimo favore all’Oltretevere, in quanto le proteste non hanno avuto altro effetto, se non quello di rafforzare come non mai la statura di un Papa che, per definizione, non si può boicottare, pena la... scomunica da parte di tutta la società civile. Spero che la lezioncina impartita dal Vaticano sia servita, ma non ci credo.

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ehehehheeheheh
Chiaramente non condivido tutto quello che e' scritto in questo articolo ma mi sembrava divertente...

R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

IL diavolo fa le pentole ma non i coperchi!!!!!!!!!
Hanno gettato fango addosso al Papa solo per il gusto di offenderlo ed ecco il risultato l'arroganza, l'intolleranza e il rifiuto al dialogo a perto e corretto, non porta mai da nessuna parte. Bene ha fatto il Pontefice a non andare alla sapienza per essere sbeffeggiato. Gente che ha l'ardire di creare prove false per impedire al maggior teologo esistente che ha insegnato nelle migliori università non lo merita.Ieri sera a Porta a Porta sono stati penosi e teatrali come sempre, gli interventi del solito Odifreddi spalleggiato da Pannella che non avendo argomentazioni serie su cui discutere, ha toccato i soliti temi dell'aborto ( che fra l'altro non centrava nulla sull'argomento ) e del dominio ecclesiale sulla televisione ( ma a quale dominio si riferiva Pannella....? ) boh! per non parlare dell'intervento del Prof. Cini firmatario del documento incriminato, che penosamente ammetteva di rispettare Ratzinger come professore e che aveva letto molti suoi libri................ ma per favore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Una scena penosa. Benissimo come sempre Mons. Fisichella che ieri sera con il suo modo incisivo, preciso e calmo, ha rimesso le cose fermamente in chiaro. Un grazie a Mons. Fisichella.

Caronte