8 gennaio 2008

Discorso del Papa al Corpo Diplomatico: il commento de "Il Giornale"


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«La vita umana è sacra» Il Papa riaccende i riflettori sull’aborto

di Andrea Tornielli

Benedetto XVI approva la moratoria dell’Onu sulla pena di morte auspicando che «tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana». Poche parole, ma efficaci, che seppur inserite in un contesto più ampio vengono subito lette come una benedizione vaticana dell’iniziativa proposta le scorse settimane da Giuliano Ferrara e s’innestano subito nel dibattito in corso nel nostro Paese.
Nel tradizionale discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa sede Papa Ratzinger ha parlato di difesa della vita, di dignità della persona, di salvaguardia della famiglia sotto attacco e di diritti umani, affermando che per avere giustizia e pace «non si può mai escludere Dio dall’orizzonte dell’uomo e della storia». «Giustamente la nostra società ha incastonato la grandezza e la dignità della persona umana in diverse dichiarazioni dei diritti, formulate a partire dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, adottata giusto sessant’anni fa», ha ricordato Benedetto XVI, facendo proprie le parole di Paolo VI che definì questo atto «uno dei più grandi titoli di gloria delle Nazioni Unite». La Chiesa, ha spiegato il Papa, «si impegna» perché in tutti i continenti «i diritti dell’uomo siano non solamente proclamati, ma applicati». La Santa sede, per parte sua, «non si stancherà di riaffermare tali principi e tali diritti fondati su ciò che è permanente ed essenziale alla persona umana».
A partire da queste considerazioni, Benedetto XVI deplora «gli attacchi continui perpetrati in tutti i continenti contro la vita umana», richiamando che «le nuove frontiere della bioetica non impongono una scelta fra la scienza e la morale, ma che esigono piuttosto un uso morale della scienza». Poi l’accenno alla moratoria sulla pena di morte, in sintonia con l’appello che in questo senso rivolse Giovanni Paolo II nel 2000: «Mi rallegro - ha affermato Ratzinger - che lo scorso 18 dicembre» l’Onu «abbia adottato una risoluzione chiamando gli Stati a istituire una moratoria sull’applicazione della pena di morte ed io faccio voti che tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana». Dunque l’espressione usata dal pontefice è innanzitutto legata alla moratoria sulla pena capitale. Ma, ovviamente, anche la moratoria sull’aborto proposta da Ferrara può rientrare in quel «dibattito pubblico» sulla sacralità della vita. Sacralità che la Chiesa ha sempre difeso.

Nel suo discorso ai diplomatici, il Papa ha quindi espresso «ancora una volta» il suo rammarico «per i preoccupanti attacchi all’integrità della famiglia, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. I responsabili della politica di qualsiasi parte essi siano - ha aggiunto - dovrebbero difendere questa istituzione, cellula base della società».

L’intervento di Benedetto XVI era cominciato con un esame delle situazioni di crisi in un mondo dove sicurezza e stabilità «permangono fragili». Il Papa dopo aver ricordato i Paesi vittime di catastrofi naturali, ha espresso soddisfazione per la conferenza di Annapolis appellandosi a israeliani e palestinesi affinché «non fermino il processo» di pace «felicemente rimesso in moto». Ha auspicato che i libanesi «possano liberamente decidere del loro futuro», ha indicato l’urgenza della riconciliazione anche in Irak, dove «gli attentati terroristici, le minacce e le violenze continuano, in particolare contro la comunità cristiana»: Ratzinger chiede qui che «una riforma costituzionale appropriata» possa salvaguardare «i diritti delle minoranze». Un invito a continuare a seguire la via diplomatica il Papa l’ha rivolto anche «per risolvere la questione del programma nucleare iraniano, negoziando in buona fede». Ha quindi citato le situazione critiche di Pakistan e Afghanistan, a chiesto uno sforzo internazionale per lo Sri Lanka e per il Myanmar, ha parlato di «speranza quasi vinta» nel Darfur, ha auspicato uno statuto per il Kosovo che garantisca i diritti di tutti e una soluzione per il problema di Cipro. Il Papa, incoraggiando la non proliferazione nucleare e la riduzione degli armamenti di tipo classico, ha esortato la comunità internazionale a impegnarsi per la sicurezza applicando gli obblighi sottoscritti, «per impedire l’accesso dei terroristi alle armi di distruzione di massa».

«La pace - ha aggiunto Benedetto XVI - è un impegno e un modo di vita che esige che si soddisfino le legittime attese di tutti, come l’accesso al cibo, all’acqua e all’energia, alla medicina e alla tecnologia, come pure il controllo dei cambiamenti climatici». Infine, il Papa ha parlato della libertà religiosa, «spesso compromessa». La Santa sede «la difende e ne domanda il rispetto per tutti. Essa è preoccupata per le discriminazioni contro i cristiani e contro i seguaci di altre religioni».

© Copyright Il Giornale, 8 gennaio 2008


Quelle raccomandazioni della Segreteria di Stato

di Redazione

La frase del Papa che seguiva le parole di plauso per la moratoria sulla pena capitale vanno intese come un sostegno esplicito all’iniziativa di cui si dibatte in Italia in seguito alla proposta di una moratoria della legge 194 che sancisce il diritto all’interruzione di gravidanza? Nei sacri palazzi vaticani, durante gli ultimi giorni, si è discusso dell’opportunità di inserire una menzione diretta della moratoria sull’aborto. Ha prevalso, in Segreteria di Stato, il parere che l’accenno diretto all’iniziativa sarebbe suonato come troppo legato al dibattito italiano, in un contesto internazionale quale quello del discorso al corpo diplomatico. L’ultima decisione in merito, ovviamente, è stata del pontefice, che ha scelto di non citare direttamente la moratoria sull’aborto. Al tempo stesso però, nel suo discorso, Benedetto XVI è tornato a parlare della sacralità della vita, deplorando «ancora una volta» - sottolineatura che fa comprendere come questo tema non sia mai scomparso dall’agenda del Papa e della Chiesa cattolica - gli «attacchi continui perpetrati» nel mondo contro la vita umana. È vero che l’aborto in quanto tale non è stato mai citato, ma è altrettanto vero che Papa Ratzinger ha apprezzato l’iniziativa di Ferrara e le ragioni che il giornalista ha espresso, così come apprezza ogni convergenza tra laici e cattolici sulla difesa di quelli che lui stesso ha definito «valori non negoziabili».
Va poi ricordato che sull’argomento moratoria si sono già pronunciati prima il Vicario di Roma ed ex presidente della Cei, il cardinale Camillo Ruini, e poi il suo successore alla guida dell’episcopato italiano, il cardinale Angelo Bagnasco. La Chiesa italiana, nella sua istituzione rappresentativa, ha dunque già preso posizione. Entrambi, aderendo alla proposta ma anche consapevoli delle prevedibili lacerazioni e tensioni presenti nel mondo politico (con la conseguente e ormai ordinaria ricaduta delle solite accuse rivolte contro la Chiesa «colpevole» di indebita ingerenza), hanno chiesto che almeno si lavori per applicare fino in fondo quella parte della 194 destinata a promuovere la tutela della maternità e a studiare possibili aggiornamenti in quelle parti che si possono considerare superate dalle nuove conoscenze scientifiche.
Lo stesso Movimento per la vita, che si è trovato rimesso al centro del dibattito grazie all’iniziativa di Ferrara, è cosciente dell’impraticabilità di proporre un nuovo referendum abrogativo della 194: «Non ci sono le condizioni storiche, sociali e culturali per un’iniziativa del genere», aveva detto Carlo Casini, il presidente del Movimento, al Giornale. La via su cui i cattolici intendono insistere è quello dell’aiuto alle mamme.

© Copyright Il Giornale, 8 gennaio 2008

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