24 gennaio 2008

Lettera del Papa ai romani: reagite al degrado delle scuole (Accattoli per il Corriere)


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Lettera del Papa ai romani: reagite al degrado delle scuole

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — Il Papa torna a segnalare la «grande emergenza educativa» e il «degrado delle scuole» che caratterizzano il nostro tempo e lo fa con una lettera «alla diocesi e alla città di Roma»: un appello a reagire perché con il «contributo di ognuno» la società di oggi «a cominciare da questa nostra città di Roma» diventi «un ambiente più favorevole all'educazione ».
Prendendo spunto dalla «giornata della scuola cattolica della diocesi di Roma» che si è tenuta domenica, Benedetto XVI esorta genitori, insegnanti e sacerdoti a «non rinunciare » alla loro missione e al compito divenuto «sempre più difficile» di educare le nuove generazioni.
Per affrontarlo — argomenta — occorrono «valori solidi» e «regole di vita», che però sono «difficili» da «trasmettere» in una società che «dubita del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita». La «difficoltà forse più profonda per una vera opera educativa» — insiste a dire — è la «crisi di fiducia nella vita».
Educare «non è mai stato facile e oggi sembra diventare sempre più difficile». Essendo «scosse le fondamenta » della cultura ereditata dalle generazioni precedenti e smarrite le «certezze essenziali» che la caratterizzavano, si fa «forte» tra gli educatori «la tentazione di rinunciare» e «il rischio di non comprendere nemmeno quale sia il loro ruolo, o meglio la missione a loro affidata». Ed ecco un passaggio centrale della lettera: «Si parla perciò di una grande "emergenza educativa", confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita».
Quell'emergenza secondo Benedetto porta a un aumento della «domanda di un'educazione che sia davvero tale: la chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il futuro dei loro figli; la chiedono tanti insegnanti, che vivono la triste esperienza del degrado delle loro scuole; la chiede la società nel suo complesso, che vede messe in dubbio le basi stesse della convivenza; la chiedono nel loro intimo gli stessi ragazzi e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita».
Per far fronte all'emergenza occorre «trovare un giusto equilibrio tra la libertà e la disciplina», perché «senza regole di comportamento e di vita non si forma il carattere » e non si viene preparati ad «affrontare le prove» della vita.
Da vecchio professore papa Ratzinger ha a cuore la sorte delle scuole e ne parla spesso nella sua predicazione ma in particolare quando si rivolge alla propria diocesi, che è Roma.
Domenica scorsa — di fronte ai duecentomila che erano andati a dargli solidarietà per la mancata visita alla Sapienza — Ratzinger aveva esortato gli insegnanti, gli alunni e i genitori delle scuole cattoliche a «perseverare, nonostante le difficoltà, nell'importante compito di porre il Vangelo al centro di un progetto formativo che punti alla formazione integrale della persona umana».
Il 7 febbraio dell'anno scorso aveva parlato dell'«emergenza educativa » ai vescovi della Lombardia.
L'11 luglio ne aveva trattato aprendo un convegno romano e precisando che la «crisi dell'educazione» si fa sentire «in Italia come in altre nazioni ».
La trattazione più recente dell' «emergenza educativa» l'aveva svolta due settimane addietro, durante l'incontro con il sindaco di Roma Walter Veltroni e con i presidenti della Regione Lazio e della Provincia di Roma. Aveva chiesto allora «un impegno convergente e di ampio respiro» da parte di tutte le istituzioni locali tendente a superare quell'emergenza «ispirandosi costantemente al criterio-guida della centralità della persona umana».

© Copyright Corriere della sera, 24 gennaio 2008

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