22 febbraio 2008

I preti sposati e il ruolo del cardinale Hummes nella stesura della lettera indirizzata al Vaticano...(Rodari per "Il Riformista")


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I preti sposati e il ruolo del cardinale Hummes

di Paolo Rodari

La lettera è stata spedita e dovrebbe essere già arrivata sul tavolo del cardinale brasiliano Claudio Hummes, prefetto della congregazione per il clero. Firmata da un gruppo di sacerdoti brasiliani, il contenuto è una richiesta esplicita affinché il Vaticano ridiscuta la legge canonica che obbliga i preti al celibato. In particolare, si chiede l’istituzione di due tipi di sacerdozio: quello che prevede il celibato obbligatorio per i religiosi che fanno voto di castità nei rispettivi ordini e congregazioni, e un secondo tipo di sacerdozio, senza obbligo del celibato.

Ma la notizia non è soltanto questa. Alla riunione che ha deciso la stesura della lettera - una convention nazionale terminata martedì a Indaiatuba, nello Stato di San Paolo - era presente lo stesso cardinale Claudio Hummes e, con lui, pure due vescovi, Esmeraldo Barreto de Farias, vescovo di Santarém, e, inoltre, l’attuale segretario della conferenza episcopale del Brasile nonché vescovo ausiliare di Rio de Janeiro, Dimas Lara Barbosa.

Una presenza, quella del porporato e dei due presuli, che evidenzia come la richiesta venga dalle più alte cariche dell’episcopato brasiliano, Hummes compreso.

In sostanza, colui che il Papa ha messo poco più di un anno fa a capo della congregazione per il clero - Hummes appunto - ha contribuito alla stesura di una lettera indirizzata a se stesso.

Vista la presenza in Brasile di Hummes, una cosa sola si può dire: mai come oggi le richieste a Benedetto XVI affinché la Chiesa riveda la posizione sul celibato sacerdotale sono forti e vengono direttamente dal cuore di Roma, dal di dentro insomma della curia romana. E vengono nonostante più volte lo stesso Pontefice abbia spiegato come la cosa non si possa mettere in discussione.

Sull’argomento, infatti, non solo il Sinodo dei vescovi di due anni fa non ritenne di doversi pronunciare, ma pure Benedetto XVI nell’esortazione post-sinodale Sacramentum caritatis scrisse nero su bianco che il celibato è «una ricchezza inestimabile» e «rappresenta una speciale conformazione allo stile di vita di Cristo stesso».

Ciò su cui si fanno forza gli estensori della lettera - al suo interno è contenuta anche la richiesta di cambiare la nomina dei vescovi per renderla più democratica e di consentire ai divorziati che si siano rifatti una nuova famiglia di accedere ai sacramenti - è il fatto che per la Chiesa il celibato sacerdotale che non è un dogma ma solo una norma disciplinare. Il tutto nonostante questa norma poggi su una tradizione consolidata e su forti motivazioni, sia di carattere teologico-spirituale che pratico-pastorale, più volte ribadite anche dai Pontefici.

Nel dicembre del 2006 fu lo stesso Hummes - grande amico del presidente Luiz Inacio Lula da Silva - appena nominato da Benedetto XVI a capo del “ministero” del clero, a chiedere che del celibato sacerdotale la Chiesa tornasse a discutere. Subito dopo Hummes ritrattò ma, evidentemente, la cosa non finì lì.

Tra l’altro, occorre notare una curiosa coincidenza. Qualche giorno fa a chiedere l’abolizione del celibato è stato anche il neo presidente della conferenza episcopale tedesca (Dbk), Robert Zollitsch, già arcivescovo di Friburgo. In un’intervista a Der Spiegel, Zollitsch ha affermato di essere «contrario al divieto di riflessione» sulla possibilità di abbandonare l’obbligo del celibato. Che nel giro di una settimana esponenti della Chiesa brasiliana e tedesca facciano la stessa richiesta, sembra non essere un caso. Il legame tra Dbk e Chiesa brasiliana, infatti, è fortissimo a motivo degli ingenti sostentamenti economici che la Dbk devolve ai sacerdoti brasiliani.

Ma la pressione su Benedetto XVI negli ultimi mesi è venuta anche da altri due porporati, uno francese, l’altro inglese. Lo scorso dicembre è stato il cardinale francese Roger Etchegaray, presidente emerito del pontificio consiglio Giustizia e Pace e vicedecano del sacro collegio a dire, in un’intervista al quotidiano Le Parisien, che la questione «può essere discussa». E ancora, sempre lo scorso dicembre, ecco il cardinale inglese Cormac Murphy O’Connor, arcivescovo di Westminster, a dire al Financial Times: «Se lei mi chiede: “Pensa che la Chiesa possa cambiare e ordinare molti uomini sposati?”, la risposta è sì, è possibile».

E non è tutto. Pare che tre mesi fa, nella sede del seminario lombardo di Roma, nel corso di un ricevimento svoltosi nel giorno di san Carlo, sia stato un porporato italiano a prendere la parola e ad «assicurare» i seminaristi presenti che il celibato sacerdotale «sarà presto ammesso nella Chiesa».

A conti fatti, resta da vedere come il Papa prenderà la cosa. Intanto, il segretario di Stato vaticano si trova a Cuba e difficilmente da lì potrà intervenire a dovere sull’argomento.

© Copyright Il Riformista, 22 febbraio 2008 consultabile online anche sul blog di Rodari.

Siccome non ho parole, non intendo commentare...
R.

17 commenti:

Gianpaolo1951 ha detto...

Povero Santo Padre...
Che lo Spirito Santo lo sostenga!!!

ondeb ha detto...

Il familismo nella Chiesa è una prospettiva che fa rabbrividire...

Luisa ha detto...

Io di parole ne ho cara Raffaella e non sono gentili, sono in rivolta contro questi collaboratori del Papa, con l`aggravante per Hummes di essere il capo del dicastero per il Clero e di essere stato scelto e nominato da Benedetto XVI, che complottano alle spalle del Santo Padre, che non tengono conto della sua volontà espressa a più riprese a conferma della Tradizione .
Ciò non fa che confermare la tristissima realtà che i peggiori nemici della Chiesa si trovano nel suo interno e apparentemente, molto vicini al Papa.
Se Benedetto XVI non può nemmeno fidarsi dei suoi più importanti e vicini collaboratori siamo messi molto male.
Spero che Hummes si spiegherà, perchè allo stato attuale delle informazioni in nostra possessione il suo ruolo in questa storia, è più che ambiguo .
Il Papa ha detto a più riprese che il celibato è un dono prezioso che non è in discussione.
Noi lo abbiamo ascoltato, e i membri del clero,che cosa fanno quando il Papa parla ? guardano gli uccellini che volano aspettando che abbia finito? si dicono: parla...parla...tanto poi noi facciamo quello che vogliamo....dove è la fede? dove sono le loro promesse ? pari a dei kleenex, gettate dopo un`uso breve e effimero ?
La Sacramentum caritatis l`hanno letta ?
O il Magistero petrino non vale più niente di fronte ai vari magisteri paralleli?

mariateresa ha detto...

cari amici e amiche, effettivamente questo articolo è un po' strano, però non riesco a indignarmi del tutto. Cioè, l'operazione è mettere insieme alcune coincidenze , vere o fortuite, e trarre delle conclusioni maliziose. Però le singole coincidenze non sono così esplosive: la posizione della conferenza episcopale tedesca sui temi indicati è nota, anche quando c'era Lehmann e con il successore vediamo continuità; la posizione di parte dei vescovi brasiliani era altrettanto nota e per quello che riguarda il cardinale Hummes in effetti c'era già stata una dichiarazione possibilista, in particolare sul celibato facoltativo. Devo dire che le dichiarazioni di Hummes in generale mi sono sempre parse rispettose e verso il magistero della Chiesa e verso il Santo Padre personalmente.Che poi i vescovi tedeschi siano i generosi sostentatori di quelli brasiliani non lo sapevo, francamente, ma , in questo caso immagino che non sia un fatto di ieri mattina.
Insomma voglio dire che i fatti, esposti come lo sono in questo articolo, possono far pensare, ma non necessariamente nel senso che dice Rodari.La discussione sul celibato e altro nella Chiesa c'è, e da tempo, per certi versi è normale; quello che non sarebbe normale, anzi sarebbe una pena, è il remare in modo sotterraneo e obliquo. Che qualche volta questo in Curia succeda, penso proprio che sia possibile, ma faccio sinceramente fatica a metterci Hummes in questa sceneggiata.
Non vorrei sbagliarmi....
Che ci volete fare, sono un'ottimista a oltranza.
Forse perchè sto per partire per un altro viaggetto: vi porto tutti e tutte nel cuore e nelle mie preghiere, assieme a papa Benedetto , s'intende.
Ci risentiamo presto.

Anonimo ha detto...

Grazie, Mariateresa, torna presto...mi raccomando :-)
Ci mancherai molto...
Anche noi ti portiamo nel cuore e nella preghiera.
Un abbraccio.
Raffaella

Luisa ha detto...

Cara Mariateresa vorrei essere ottimista come te, ma la presenza di Hummes alla reunione che ha portato alla stesura di quella lettera lo ripeto, suscita in me al minimo dei dubbi.
Insomma Hummes non è un cardinale"qualunque" le sue responsabilità sono grandi, e spero che avrà a cuore di dissipare ogni dubbio quanto alla sua personale posizione, che non può che essere conforme a quella di Benedetto XVI e dei suoi predecessori.
Parto anch`io per un viaggetto..a Roma.
A presto!

euge ha detto...

Intanto voglio salutare mariateresa e voglio dare un benvenuto a Luisa nella città di Roma anche se non ci conosciamo! Riguardo all'argomento dico soltanto partendo da ciò che dice Luisa, che questa cosa mi lascia molto ma molto perplessa; perchè se veramente Hummes avesse anche solo in parte appoggiato qull'istanza, la cosa non mi piace per nulla e per me significherebbe solo una cosa.... che milingo e company hanno le braccia più lunghe di quanto potessimo immaginare.
Condivido la tua riflessione Giampaolo e ciò che chiedo tutte le sere e tutte le mattine per il Santo Padre!
Vorrei aggiungere per me un prete sposato non è un prete ma, un uomo qulunque; un uomo che può soltanto servire a metà sia Dio sia la sua famiglia. Vi immaginate cosa diventerebbe la chiesa? Poveri noi!

euge ha detto...

Ho dimenticato un particolare:

se ai preti fosse concesso di sposarsi, penso che anche la famosa frase di Gesù " lasciate ogni cosa prendete la vostra croce e seguitemi" non avrebbe ne senso alcuno ne valore.

UN PRETE SPOSATO NON E' UN PRETE

Luisa ha detto...

Ancora una piccola riflessione,se un giorno la Chiesa dovesse permettere ai preti di sposarsi, personalmente entrerei in una crisi profonda, di quelle che mi hanno fatto abbandonare la pratica della fede, con una grande sofferenza, dopo le derive liturgiche post-conciliari.
Immagino che sarei costretta a fare chilometri,se necessario,per trovare un prete che avrà scelto di essere o restare fedele al suo voto di castità.
Non posso nemmeno immaginare di assistere ad una Messa celebrata da un prete sposato.
Il prete celebra in Persona Christi o si è dimenticato anche questo ? Gesù Cristo era sposato? No.

euge ha detto...

hai ragione Luisa! io Non voglio neanche immaginarmi di confidare perchè a quel punto non posso neanche più dire confessare i miei peccati ad un tizio si divide tra Dio e la propia moglie; sarebbe come confessarmi al primo sconosciuto che incontro che magari ne combina di tutti i colori e poi candidamente va e celebrare la messa oppure confessa oppure battezza!!!!!!!!!!!!!!!
Ne abbiamo avuto l'esempio qui in Italia. Sante Sguotti docet.....con tutto ciò che è avvenuto dopo..... servizi alla televisione servizi fotografici su giornali di gossip e ciliegina sulla torta concelebrazione con Milingo. Devo aggiungere altro? purtroppo ed a quanto pare, i seggioloni della Curia o almeno di una parte di essa, stanno alzando la cresta.

Anonimo ha detto...

Come si sa, la chiesa ortodossa ammette preti sposati per i bassi gradi e prima dell'ordinazione, mentre i vescovi devono essere celibi. La cosa non è molto democratica e credo che ai nostri non basti. Fra l'altro vogliono riammettere all'esercizio del sacerdozio quelli che si sono sposati dopo l'ordinazione. Ed è probabile che in Brasile sia forte l'influsso dei vescovi tedeschi inclini al protestantesimo, visti anche i cognomi dei cardinali brasiliani. Ormai tutti i problemi vengono imputati all'uso della sessualità, ma non è che in casa protestante, dove tutti e tutte diventano vescovi, le cose vadano meglio.Cordialmente, Eufemia

Anonimo ha detto...

La cosa che a me fa più pena é che a parlare di tutto cio' siano dei sacerdoti o vescovi già ordinati e che in teoria, dovrebbero aver sperimentato i frutti del celibato e di come donarsi tutto a Cristo dia più soddisfazioni di un'attività sessuale occasionale o un po più regolare. Se ci sono invece anche cardinali che dopo 40 anni di sacerdozio non riescono a spendere una parola in favore del celibato e dunque non sono riuscuiti a trovare la pace dei sensi, non voglio pensare come abbiano vissuto la loro missione fino a questo momento e come abbiano soddifatto questo loro malessere; il tutto poi continuando ad accostarsi alla mensa eucaristica e ad imporre le mani come se nulla fosse. Il problema é che nel sacerdozio non é l'uomo che si candida, ma è Cristo che chiama,e se è Lui che ha chiamato donerà anche la fortezza per la castità , altrimenti mi interrogherei se magari non sono stato io sacerdote ad autocandidarmi, magari animato dai migliori propositi(amore per il prossimo,insofferenza alle ingiustizie ecc). Purtroppo pero' non é cosi che Cristo ha voluto che fosse il sacerdozio, e si vede com'é finita con l'unico che non ha scelto tra i suoi discepoli...siete ancora in tempo fate un passo indietro, meglio essere un buon fedele laico o un buopn diacono,che un cattivo sacerdote che da scandalo anche ai propri confratelli che magari vivono con gioia il proprio celibato forse proprio perchè veramente scelti e chiamati da Cristo

Anonimo ha detto...

Scusate, ma i diaconi permanenti..uxorati, che battezzano, celebrano i matrimoni, benedicono, predicano....come la mettiamo???

Raffaella ha detto...

I diaconi permanenti non possono dire Messa ne' confessare.
Se lo fanno commettano un abuso che va denunciato.
R.

Anonimo ha detto...

Eppure amministrano i Sacramenti che sono fondamentali nella vita della Chiesa...chissa' se valgono di meno perche' sono sposati...forse li sporcano con il fatto che sono sposati...Ma se il matrimonio e' un sacramento come la mettiamo?
Il problema e' la nostra mentalita' occidentale...io conosco i sacredoti di rito bizantino, sposati, amati dalla loro gente...e non provocano tutti questi problemi. Il problema e' nella nostra mentalita'! Nella nostra chiusura mentale.

Anonimo ha detto...

io sono d'accordo sul fatto che i preti sono anche uomini, con i loro bisogni "umani". La devozione a Dio può coesistere con il matrimonio, ricordare che gli Apostoli erano sposati...
Sonia

Raffaella ha detto...

Alcuni Apostoli erano sposati, ma non Gesu'.
R.