6 aprile 2008

Divorzio e aborto colpe gravi. Ma le persone vanno aiutate (Bobbio)


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Divorzio e aborto colpe gravi Ma le persone vanno aiutate

«La Chiesa deve accostarsi con amore» a chi ne porta le ferite interiori Il Papa parla della famiglia e della cultura di morte dell'eutanasia

Alberto Bobbio

Città del Vaticano Divorzio, aborto sono «colpe gravi», mentre l'eutanasia è il segno dell'avanzare di una «cultura della morte», che «insidia» oggi gli anziani e giunge fino al proporla «come soluzione per risolvere certe situazioni difficili». Eppure, dopo la denuncia di tali situazione, non bisogna dimenticare mai di aiutare le persone: le donne che hanno abortito, i divorziati, i figli, gli anziani. Insomma bisogna «sconfiggere insieme ogni emarginazione».

Benedetto XVI ieri mattina in due discorsi distinti, ma che facevano parte di un solo capitolo di riflessione dedicato praticamente alla famiglia, ha affrontato tre questioni che stanno al centro del dibattito etico in molti Paesi. L'ultimo ad essersi affacciato su una pericolosa deriva è stato il Perù dove si sta scegliendo come in Spagna il «divorzio express».

Il Papa ha parlato ai membri del Pontificio consiglio per la famiglia e ai partecipanti del Congresso internazionale, chiuso ieri in Vaticano, dedicato proprio al divorzio e all'aborto, organizzato dal Pontificio Istituto di studi su matrimonio e famiglia, intitolato a Giovanni Paolo II, e dai Cavalieri di Colombo, e ha subito detto che tutto ciò comporta una sofferenza per la vita delle persone di fronte alla quale un «dibattito spesso puramente ideologico» crea una «specie di congiura del silenzio».

La Chiesa invece non dimentica nessuno, perché in mano ha «il Vangelo della misericordia». Divorzio e aborto sono «colpe gravi» che ledono «in misura diversa» la «dignità della persona umana» e «offendono Dio», ma che talvolta maturano in «circostanze difficili e drammatiche».

La Chiesa, ha esortato Benedetto XVI, deve occuparsi dei «più deboli e degli innocenti», ma anche degli «uomini e donne», che «avendo compiuto tali atti si sono macchiati di colpe e ne portano le ferite interiori, cercando la pace e la possibilità di una ripresa». Ad essi bisogna accostarsi «con amore e delicatezza». Il Papa ha sottolineato l'apprezzamento della Chiesa per le «iniziative sociali e pastorali» nei confronti di chi vive «il dramma dell'aborto e dei divorzio».

Ratzinger ha ripreso poi un ragionamento che ha già proposto molte volte: i «no» che la Chiesa pronuncia nelle sue indicazioni morali e sui quali talvolta si ferma in modo unilaterale l'attenzione dell'opinione pubblica, sono in realtà dei grandi «sì alla dignità della persona umana, alla sua vita e alla sua capacità di amare».

Aborto e divorzio, ha osservato, lasciano segni indelebili, sofferenze «talvolta traumatiche» sui figli, chiamati addirittura «figli del divorzio», e nelle donne. Ma producono anche «conseguenze devastanti sulla famiglia e sulla società», perché favoriscono la diffusione di una «mentalità materialistica di disprezzo della vita».
Ratzinger ha denunciato inoltre l'esistenza di tante «egoistiche complicità» che stanno alla radice della decisione di abortire, di solito «sofferta», che spesso le donne devono affrontare «da sole». E qui il Papa ha ripetuto l'esortazione contenuta nell'enciclica «Evangelium vitae» di Giovanni Paolo II. «Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento. Non abbandonate la speranza».

Di eutanasia invece ha parlato ricordando il grande ruolo dei nonni nella società. Era il tema scelto per l'assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la famiglia. Il Papa ha rimarcato che dietro gli anziani si celano molti drammi sociali, provocati dall'«evoluzione economica», che rischia di infilare gli anziani in «una sorta di zona di parcheggio», nella quale si affaccia l'eutanasia come soluzione alla vecchiaia e ai problemi «legati a nuovi contesti familiari e sociali». Di fronte ad essi, ha ammonito, «occorre sempre reagire con forza», perché tutto ciò «disumanizza la società».

Ha indicato qui un ruolo per le parrocchie e le diocesi che si devono sentire «interpellate» da queste problematiche e già «stanno cercando di venire incontro» alle «esigenze degli anziani» e ha promosso l'impegno di tante «associazioni e movimenti ecclesiali» che hanno abbracciato la causa «importante e urgente» degli anziani. I nonni dunque, ha osservato il Papa, non devono essere abbandonati, poiché sono una risorsa di fronte ai cosiddetti «nuovi modelli di famiglia» e di fonte al «relativismo dilagante». Essi hanno in sé «maggior robustezza di valori e di progetti» e possono costituire un argine contro «la crisi della famiglia».

© Copyright Eco di Bergamo, 6 aprile 2008

Bellissimo articolo!
R.


«Parole a tutela dei figli dei divorziati»

Il Papa ha pronunciato «parole importanti a tutela dei figli del divorzio. Oggi mondo laico e mondo e cattolico sono più vicini». Lo dice il presidente dell'Associazione matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani, sottolineando fra l'altro che la legge sull'affidamento convidiso ha fallito. «E il Pontefice ha sottolineato una verità spesso dimenticata: i figli non sono proprietà dei genitori, pur provenendo da essi».

© Copyright Eco di Bergamo, 6 aprile 2008

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