8 aprile 2008

Il Papa all´isola Tiberina per Sant´Egidio: "Un museo per i martiri cristiani" (Mambelli)


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Il papa all´isola Tiberina per Sant´Egidio "Un museo per i martiri cristiani"

RENATA MAMBELLI

I quarant´anni di Sant´Egidio sono stati festeggiati ieri da Benedetto XVI a San Bartolomeo, la piccola chiesa all´Isola Tiberina trasformata dalla comunità romana in un Memoriale dei cristiani morti per la loro fede nel XX secolo.
Fedeli, sacerdoti, religiosi uccisi nei lager nazisti, nei gulag, in Ruanda o nel Cile dei militari. Tredicimila testimonianze di queste vite spezzate per difendere le proprie scelte di fede raccolte dalla comunità di Sant´Egidio. Tra qualche mese ricordi, lettere, messali, croci diventeranno un museo ospitato nella cripta della chiesa. L´incontro di ieri del Papa con Sant´Egidio - che ha comportato disagi ai romani per le auto rimosse, la viabilità impazzita intorno all´Isola Tiberina e per la temporanea chiusura dei lungotevere - si è svolto, come ha detto il responsabile della comunità Mario Marazziti, all´insegna della non violenza: il martirio di chi si è fatto uccidere per la fede non deve diventare motivo di scontro ma di comprensione per i fedeli delle diverse religioni.

Il Papa, che è arrivato all´Isola Tiberina verso le 17.30, ha salutato la folla che lo ha accolto, assiepata oltre che nella piazzetta e nella chiesa anche sulle spallette del Tevere, e poi si è recato in preghiera all´interno di San Bartolomeo.

Qui si è soffermato davanti agli altari che contengono le testimonianze dei nuovi martiri, cattolici ma anche protestanti e ortodossi. Dalle lettere dei condannati a morte per la loro fede dai nazisti alle piccole croci di latta distribuite clandestinamente in Albania, al messale di monsignor Oscar Romero, al pastorale del cardinale Ocampo ucciso dai narcotrafficanti, alla bibbia di Floribert Bwana-Chui, un ragazzo della comunità di Sant´Egidio del Rwanda torturato e ucciso nel 2007 per aver resistito a un tentativo di corruzione.
E poi, ancora, la stola di André Jarlan, ucciso in Cile perché aveva cercato di aiutare dei perseguitati dal regime dei militari. Ad accogliere il Papa, davanti all´altare dedicato ai nuovi martiri dell´Asia, la sorella di don Andrea Santoro, ammazzato nella sua parrocchia a Trebisonda in Turchia nel 2006. Nell´altare sono conservati il suo calice e la sua stola.
Benedetto XVI ha ricordato che «anche questo secolo XXI si è aperto nel segno del martirio» e ha parlato «dell´avversione violenta» che a volte sperimentano i testimoni della fede cristiana. Molti, ha detto, «sono stati uccisi in odio alla fede». Ma molti, ha aggiunto, non hanno voluto semplicemente interrompere il loro impegno a favore dei più poveri e bisognosi.
Per tutti loro il "Memoriale" voluto da Papa Wojtyla nel 2002 e affidato alla comunità di Sant´Egidio sta diventando, nel cuore di Roma, un punto di riferimento per i cristiani di tutto il mondo. Un luogo dove la memoria non si tramuta in rivalsa ma in dialogo.

© Copyright Repubblica (Roma), 8 aprile 2008

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