8 aprile 2008

«Tribolazione» per la fede. Il mondo non faccia finta di niente


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«TRIBOLAZIONE» PER LA FEDE

IL MONDO NON FACCIA FINTA DI NIENTE

LUIGI GENINAZZI

Doveva essere un omaggio a quanti hanno pagato con la vi­ta la propria testimonianza di fede. Ma la visita di Benedetto XVI nel­l’antica basilica romana di San Bar­tolomeo non è stata semplicemen­te un gesto di memoria bensì un at­to di bruciante attualità. E questo perché il 'Memoriale dei martiri del nostro tempo', voluto da Giovanni Paolo II a ricordo di tutti coloro che nel Ventesimo secolo hanno versa­to il loro sangue per il Signore, si al­larga sempre di più diventando tra­gica cronaca quotidiana di perse­cuzioni ed uccisioni a danno dei cri­stiani nel mondo.
«Anche questo Ventunesimo seco­lo si è aperto nel segno del marti­rio » dice Papa Ratzinger e il pensie­ro corre immediatamente a don An­drea Santoro, ucciso da un fanatico in Turchia, ai cattolici condannati a morte in Indonesia, alla Chiesa in Iraq minacciata di sterminio e col­pita al cuore con il recente assassi­nio dell’arcivescovo caldeo di Mo­sul, monsignor Rahho, e la barbara esecuzione avvenuta tre giorni fa del sacerdote siro-ortodosso Yous­sef Adel. E così il «pellegrinaggio al­la memoria dei martiri del Ventesi­mo secolo» compiuto ieri pomerig­gio dal Santo Padre con le soste in preghiera presso i sei altari che ri­cordano i cristiani caduti sotto il co­munismo, il nazismo e quelli ucci­si nei diversi continenti, si allunga fino ai giorni nostri.
Una Via Crucis interminabile, come l’ha definita Benedetto XVI lo scorso Venerdì Santo accennando ai Colossei che «si sono moltiplicati attraverso i se­coli, là dove i nostri fratelli, in varie parti del mondo, vengono ancora oggi duramente perseguitati».
Di fronte a questa lunga scia di san­gue innocente lo stesso Pontefice a­veva parlato, nel corso di un’udien­za dell’estate 2006, delle «immeri­tate sofferenze dei cristiani», giun­gendo a paragonare la situazione attuale con quella della Chiesa dei primi secoli. E con la stessa angoscia ieri ha constatato che «la conviven­za fraterna, l’amore, la fede, le scel­te in favore dei più piccoli e poveri, che segnano l’esistenza della co­munità cristiana, suscitano talvolta un’avversione violenta». A prima vi­sta è qualcosa d’incomprensibile che crea sconcerto e sbigottimento. «Uno scandalo per il mondo che ha fatto sua suprema legge il 'salva te stesso' gridato a Gesù sotto la cro­ce », ha osservato Andrea Riccardi, presidente della Comunità di Sant’Egidio alla quale Giovanni Pao­lo II aveva voluto affidare la custo­dia del Memoriale dei martiri del nostro tempo, riconoscimento di un carisma e al tempo stesso invito a u­na più grande responsabilità.
Papa Wojtyla aveva negli occhi la collina delle croci in Lituania ed i tanti campi di sterminio, nazisti e comunisti, disseminati in Europa ed in Siberia. Aveva in mente la lun­ga teoria dei martiri uccisi ad Au­schwitz, come padre Massimiliano Kolbe e suor Edith Stein, e di quelli trucidati nei gulag sovietici e cine­si. Il Papa polacco sapeva bene che sotto il comunismo, nell’Europa dell’Est, le persecuzioni erano l’i­nevitabile destino della gente di fe­de. Oggi, all’inizio del terzo millen­nio, continua l’Olocausto dei cre­denti. Non più in Europa, ma nel re­sto del mondo, a cominciare dal Me­dio Oriente dove i cristiani rischia­no di scomparire.
È tornato il tempo dei martiri, il tempo dei «testimoni della fede che umanamente possono apparire co­me gli sconfitti della storia», nota Benedetto XVI. È tornato il tempo della 'grande tribolazione', come diceva l’Apocalisse. Il mondo non può far finta di niente.

© Copyright Avvenire, 8 aprile 2008

3 commenti:

mariateresa ha detto...

Vado fuori dal topo come dice mio figlio.
Cari amici e amiche,vedo con piacere che oggi il Sig. Tosatti nel suo blog mette il dito nella piaga, invero assai purulenta,dei clichés che i media usano nel trattare di papa Benedetto . L’occasione sono i recenti interventi su divorzio e aborto.
Il link è http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=196

Le domande che si pone il giornalista, e cioè se questo reagire di certa stampa, come il cane di Pavlov, ogni volta con la stessa mancanza di misura , non contribuisca ad avvelenare il dibattito. Naturalmente la domanda è retorica. E’ naturale che avveleni il dibattito e anche gli animi. Ma, io mi dico, è proprio questo che si vuole.
Mi fanno comunque piacere queste osservazioni, fatte dall’interno.
E vorrei tanto chiedere a qualcuno che se ne intende perché i titoli fotocopia e i commenti colitici sono sempre gli stessi da tre anni a questa parte, una specie di abitudine consolidata, come le pulizie a Pasqua, di cui non si può fare a meno.
Nessuno che segua seriamente il magistero di papa Benedetto crede più a quello che scrivono certi giornali. Ne abbiamo lette troppe e delle volte abbiamo dovuto da soli improvvisarci vaticanisti e andare a tirare fuori anche atti e documenti lontani nel tempo. Una volta, abbiamo persino dovuto far tradurre dal tedesco un’intervista del segretario del papa perché i soliti buontemponi di Repubblica l’avevano presentata come un riaprire il caso Ratisbona. E difatti era un fuffo.
Ma allora, mi permetto di chiedere gentilmente : non sarebbe ora di finirla?
Tra pochi giorni il nostro Benedetto va negli USA. Voglio proprio vedere.
Io ho,a pelle, più fiducia nella stampa USA, anche se avversa, rispetto a quella di casa nostra. Come alla fine si rivelò più affidabile la stampa turca in occasione del viaggio in Turchia. Se davamo ascolto alle previsioni (in alcuni casi compiaciute)dei nostri giornali prima del viaggio, avremmo dovuto girare con un cero acceso.
Insomma, il copione non è un po’ stantio?

Anonimo ha detto...

Certo che è stantio il copione, Maria Teresa, comunque consoliamoci con il fatto che se arrivano a schierare contro Papa Benedetto commentatori del "calibro" di Afef, possiamo dedurne che sono in obiettive difficoltà! Ciao Carla

Anonimo ha detto...

Certo che è stantio il copione, Maria Teresa, comunque consoliamoci con il fatto che se arrivano a schierare contro Papa Benedetto commentatori del "calibro" di Afef, possiamo dedurne che sono in obiettive difficoltà! Ciao Carla