13 maggio 2008

Il Papa: aborto, ferita aperta nella società (Lorenzoni)


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Chiesa e politica

Il Papa: aborto, ferita aperta nella società

No all'aborto e no alle leggi che lo consentono, perché l'aborto è una profonda ferita aperta nel corpo della società e averlo giuridicamente permesso non ha affatto risolto i problemi della donna e della famiglia.

Rodolfo Lorenzoni

Benedetto XVI, proprio in occasione del trentesimo anniversario della approvazione della legge 194, torna a proclamare con chiarezza la posizione della Chiesa di Roma sull'interruzione della gravidanza, rivolgendosi agli esponenti del Movimento della Vita ricevuti in udienza.
Il monito del Papa prende proprio spunto dall'analisi delle politiche che hanno reso legale l'aborto: «Se guardiamo ai tre decenni trascorsi — ha detto il Pontefice — e consideriamo la situazione attuale, dobbiamo riconoscere che difendere la vita oggi è diventato più difficile perché si è creata una mentalità di svilimento progressivo del suo valore».
Da un perverso clima culturale, quindi, sono ineluttabilmente derivate delle legislazioni, come quella sull'aborto, contrarie alla vita umana e alla sua difesa; e la Chiesa si dichiara nuovamente contraria a queste politiche.
Di più: Benedetto XVI chiede che le istituzioni si impegnino nella direzione contraria, ossia che si facciano carico di sostenere il nucleo fondamentale della società: «Occorre aiutare con ogni strumento legislativo la famiglia, per facilitare la sua formazione e la sua opera educativa nel non facile contesto sociale odierno». Perché la famiglia e la difesa della vita, al di là della fede che si professa, sono alla base di ogni civile convivenza.
Le parole pronunciate del Papa naturalmente ricalcano e ribadiscono la dottrina del magistero della Chiesa, ma questa volta contengono un diretto riferimento alla situazione legislativa e a tutte quelle politiche che lasciano in solitudine le donne e le famiglie, tanto da indurle a decisioni dolorose e cariche di conseguenze negative. «Le istituzioni — ha proseguito Benedetto XVI — devono porre la famiglia e la vita al centro, perché molte e complesse sono le cause che portano a scelte come quella dell'aborto. L'interruzione di gravidanza va evitata anche se la gravidanza è difficile. Quindi la Chiesa non si stanca di ribadire che il valore sacro della vita di ogni uomo affonda le sue radici nel disegno del Creatore, e perciò stimola a promuovere ogni iniziativa per creare condizioni a sostegno dell'accoglienza della vita». La legge 194, a trent'anni della sua approvazione, continua dunque a trovare la Chiesa fermamente contraria, sia riguardo il suo spirito sia sui risultati della sua applicazione. Tanto che il Papa ha tenuto a ringraziare esplicitamente i membri del Movimento della Vita per la quantità di vite umane che essi hanno contribuito a salvare dalla morte.
Benedetto XVI ieri ha anche ricevuto il nuovo ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, esprimendo la sua posizione riguardo il conflitto con i Palestinesi. «La Santa Sede — ha detto il Papa — riconosce la legittima esigenza di difesa di Israele e condanna tutte le forme di antisemitismo, e allo stesso tempo dichiara che tutti i popoli hanno diritto alle stesse opportunità per prosperare».

© Copyright Il Tempo, 13 maggio 2008 consultabile online anche qui.

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