25 maggio 2008

Messa rock a Mantova. Qualcuno pensa di riempire le chiese in questo modo?


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

La liturgia con ritmi moderni ebbe grande successo negli anni ´60. Poi il riflusso, infine la frenata di Ratzinger Domenica officeranno a Mantova don Ciotti e don Rigoldi. Con Antonella Ruggiero, Raiz e Delmar Brown

Don Ciotti: "A Mantova ci sarò. Con la musica si chiedono pace e giustizia" Wojtyla nel ´97 propose a Dylan di partecipare al Congresso eucaristico

ERNESTO ASSANTE

Ci sono cose che scompaiono nel tempo. E cose che, invece, ogni tanto tornano a vivere. Ad esempio: che fine aveva fatto la "messa beat", con le chitarre elettriche e le tastiere in chiesa, con i ragazzi pronti a cantare, magari con i capelli un po´ più lunghi di quanto fosse lecito all´epoca? Da qualche parte c´è ancora, e domenica prossima, a Mantova, ci sarà una "Messa Rock", celebrata alle 10 del mattino al Quartiere Lunetta in occasione dell´epilogo del Mantova Musica Festival. A celebrare la messa sarà il parroco di Lunetta, don Alfredo, ma ci saranno anche don Luigi Ciotti e don Gino Rigoldi. Gli officianti saranno accompagnati fra parole e letture, dagli interventi musicali di Antonella Ruggiero, Ardecore, Delmar Brown, Raiz, e le attrici Pamela Villoresi e Lucia Vasini reciteranno il Cantico dei Cantici. «La profondità delle esperienze del gruppo Abele o di Libera o di Comunità Nuova», sottolinea Nando Dalla Chiesa, ideatore del festival «il segno della solidarietà e della speranza che si contrappongono all´emarginazione, alla solitudine e alla sofferenza, danno a questo appuntamento la forza per sprigionare, sull´onda di note e parole, sensazioni e moti d´animo insoliti».
Era così anche 45 anni fa, nel 1963, quando il fenomeno "beat" prese piede anche in Italia. I ragazzi iniziarono a farsi crescere i capelli, a suonare chitarre elettriche, a vivere e vestire in maniera diversa dai loro genitori. L´Italia iniziò a cambiare e la musica beat, come ricorda Tiziano Tarli, che al beat italiano ha recentemente dedicato un libro, «arrivò anche tra quelli che erano ferventi cattolici, e con l´aiuto di questo o quell´altro sacerdote, si misero su complessi religiosi che addirittura pubblicarono dischi con le Edizioni Paoline. In molte città italiane gli oratori aprirono le porte ai complessi, nel tentativo di coinvolgere i ragazzi grazie alla musica. Il culmine si ebbe nel 1966, quando all´oratorio San Filippo Neri di Roma, fu eseguita "la messa dei giovani" scritta da Marcello Giombini e suonata dai Barrittas, i Bumpers e gli Angel And The Brains».
Ricorda il giornalista Claudio Pescetelli: «II progetto della Messa dei Giovani nacque dalle co1laborazioni del compositore Marcello Giombini con il Maestro Scoponi, il Professor Federici e Padre Carlo Gasbarri, autori dei testi». L´evento fu organizzato «in maniera impeccabile all´interno dell´Aula Borrominiana alla Vallicella, nell´Oratorio Secolare San Filippo Neri di Roma».
Il fenomeno si allargò a macchia d´olio, nelle chiese era frequentissimo trovare accanto all´altare gli strumenti di una band giovanile, le canzoni cantante non erano solo quelle religiose ma anche brani dei cantautori italiani (una delle più suonate era "Dio del Cielo" di Fabrizio De Andrè), ma non mancavano anche gli autori rock inglesi e americani. «Un piccolo altare rivolto verso il popolo e un gruppo di giovanotti che, sistemati su di un lato della navata, davano sfogo ad un certo numero di decibel emessi dai loro strumenti amplificati: questo fu il primo incontro con la riforma liturgica voluta dal Vaticano II rimasto nella mia memoria di bambino a metà degli anni ?60», ricorda Massimo Nosetti, oggi organista titolare della cattedrale di Torino. «Gli stupìti fedeli venivano rassicurati dal buon parroco che quella era la nuova via voluta dalla Chiesa per, ricordo esattamente le sue parole, "aiutare i fedeli a partecipare più intensamente"».
Fu una stagione straordinaria, arrivata fino ai primi anni Settanta. Pian piano, poi, chitarre e tastiere sono scomparse dalla liturgia, ma il rock è, in qualche modo, rimasto in circolazione, come ha dimostrato Giovanni Paolo II, quando il 27 settembre del 1997 fu insieme a Bob Dylan a Bologna per la celebrazione del Congresso Eucaristico. Papa Ratzinger era scettico su quella scelta e lo ha detto pubblicamente lo scorso anno. Sulla musica rock in chiesa Benedetto XVI non nutre dubbi: «Davvero, in liturgia non possiamo dire che un canto vale l´altro. A tale proposito, occorre evitare la generica improvvisazione o l´introduzione di generi musicali non rispettosi del senso della liturgia». Il dibattito si è prontamente riacceso: «La messa è l´incontro con Dio e per incontrare Dio è meglio la musica sacra del trambusto delle chitarre elettriche, dei battimani e dello strepitìo di suoni scomposti», ha dichiarato a La Stampa il cardinale Ersilio Tonini.
«Meglio i tamburi sull´altare e le messe rock che la chiesa vuota», ha replicato il cardinale Carlo Furno. Spiega, dal canto suo, don Luigi Ciotti: «La messa vuol dire ringraziare, e di fronte al "miracolo" della musica non si può che ringraziare. E´ un ringraziamento nello spirito dell´eucarestia, dove vince il noi rispetto all´io, la musica per sua natura vive il noi, è relazione. Io non riesco a stupirmi se dentro a un evento musicale ci venga chiesto, a me o don Rigoldi, come sacerdoti di dire grazie, con la chiesa, per il dono della musica e per chiedere che questa musica diventi sempre più voce che chiede giustizia, pace, speranza, vita». A Mantova la "messa beat" tornerà all´attenzione collettiva, con il rap, il rock, con le sue molte voci e i suoi molti suoni.

© Copyright Repubblica, 24 maggio 2008

Don Luigi Ciotti e don Gino Rigoldi? Eh si'...
Mi piacerebbe che si aprissero gli occhi e si capisse che non e' la messa rock che puo' attirare i fedeli (tantomeno i giovani...), ma una chiara, limpida, razionale catechesi (vedi alla voce Papa Benedetto ed i giovani...), belle e curate omelie, spazio per la riflessione e la preghiera.
Correggetemi se sbaglio, ma le chiese non hanno cominciato a svuotarsi proprio negli anni Settanta?
Beh...se il rock avesse attirato fedeli, avremmo assistito ad un movimento uguale e contrario ed invece...
Non e' certo la "messa beat" (chissa' che roba e'...) che puo' far tornare i Cattolici. Occorrono sacerdoti preparati che sappiamo prendere esempio da chi, davvero, attira i giovani
:-)
R.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, io, che pur ho superato i 45, mi ricordo, da piccolissima, di aver sentito parlare di questa "messa beat" , insieme al diffondersi dei cc.d.."capelloni". Quindi pensa che novità!!!! Quanto ai risultati conseguiti da questi audaci esperimenti "post-conciliari" , i risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Questo la dice lunga sulla miopia culturale di chi propone iniziative del genere...

Anonimo ha detto...

Un altro tentativo neanche tanto velato di mettersi contro Benedetto XVI. Secondo me Raffaella questi esimi signori non prevedevano che Benedetto XVI facesse presa anche sui giovani che pian piano ma, sempre in maniera più decisa e convinta, lo seguono e le ultime immagini di Genova come tante altre lo provano; quindi per tantare di togliere o di distogliere i giovani dai suoi insegnamenti che cosa si fà? Si rispolvera il cavallo di Troia delle Messe Rock! Un esperimento che negli anni 70 non riempì le chiese ma, le svuotò allontanando parecchie persone tra le quali la sottroscritta, da ogni tipo di celebrazione. Infatti, non si comprendeva più dove cominciasse la Messa, e dove finisse lo spettacolo! E' vero la musica è portatrice di pace e può essere un modo per unificare e per dialogare ma, per questo, ci sono gli stadi ed i Palasport dove la musica soprattutto quella Rock, può trovare una più giusta collocazione. La Messa non ha nulla di spettacolare se non il profondo mistero di fede che si racchiude nell'eucarestia; non ha bisogno di luci psichedeliche, di palchi, di casule luminose e di scenari strampalati. Vorrei poi che i due promotori di questa non nuova iniziativa, evitassero di tirare in ballo Giovanni Paolo II che, ancora una volta, viene messo in mezzo ed usato per essere contrapposto a Benedetto XVI; l'unico collaboratore fedele e fidato che ha avuto in 26 anni di pontificato. Vorrei chiudere con una domanda agli organizzatori:
Sicuramente gli artisti impiegati in questa mascherata, saranno pagati fio di euro.......... potrei sapere chi paga????????????
Forse la Curia Milanese? Beh se fosse così non vi sembra una coincidenza forse troppo evidente con l'ennesima pubblicità di Martini?
Martini Tettamanzi dinamico duo.

Anonimo ha detto...

a questi signori proporrei un bel corso di liturgia. temo non abbiano capito nulla del fatto cultuale e forse non sanno o fanno finta di non sapere che l'azione cultuale non è subordinata ad alcun fine nè pedagogico nè moraloeggiante perchè l'uomo non sta davanti a se ma davanti a Dio, non rivolge l'attenzione su se stesso ma a Dio cui solo spetta l'adorazione, questo è un principio tomistico basilare. se questi signori si sforzano di voler trovare nella liturgia ogni genere di intenzioniu educative, dice Guardini, beh stanno cercando solo se stessi.
Sti signori li rimanderei un pochino sui libri fanno parte della categoria di persone che parlano per dare fiato alla bocca, aprono libri alla pagina sbagliata e pensano di attirare.......si, le mosche.
Caro don Ciotti, sicuramentre farai un buon lavoro ma magari ogni tanto un buon libro di teologia non ti farebbe male sfogliarlo.
se ti interessa ti fornisco una buona bibliografia

euge ha detto...

Per don Marco ( teologo) ha proprio ragione penso che più di qualche mosca con l'ala spezzata non si possa attirare ............. Gli errori di queste strategie, tanto sbandierate e pubblicizzate, li stiamo pagando ancora adesso e con gli interessi!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Io alla messa rock c'ero devo dire che il termine messa rock e' decisamente improprio: e' stata una messa (animata con chitarre e bonghi) principalmente da scout e altri ragazzi che normalmente animano delle celebrazioni, alle gmg a cui ho partecipato lo stile era di sicuro piu' spettacolare e gratuitamente accattivante che a questa messa. Alla messa, e' seguito un momento in cui si sono alternate canzoni dei cantanti invitati dal Mantova Music Festival e delle riflessioni di don Ciotti e don Rigoldi. La messa ed lo spettacolo erano ben separati e comunque le canzoni proposte erano tutt'altro che rock piuttosto folk e costituivano un piacevole intervallo che aiutava la riflessione (nessuno mi verra' a dire che Antonella Ruggero e' una cantante rock). E' stato un bel momento, a cui ha partecipato molta gente credente e no, portando anche un po' di speranza al quartire piu' disagiato di Mantova in cui c'e' bisogno di sentire delle voci forti che parlano del regno di Dio, di giustizia e di accoglienza.