5 giugno 2008

Anticipati i contenuti della terza enciclica: al Papa piace la globalizzazione solidaristica (Rodari)


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Anticipati i contenuti della terza enciclica

Al Papa piace la globalizzazione solidaristica

di Paolo Rodari

Confermata dalla sala stampa della Santa Sede la motivazione "logistica" per la quale il Papa non ha potuto ricevere il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad e gli altri capi di Stato giunti a Roma per il vertice Fao - «a causa del numero dei richiedenti, della ristrettezza dei tempi e di impegni precedentemente assunti», si è evinto ieri in un comunicato della sala stampa - ieri è stato il giorno della lettura da parte del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone del Messaggio che il Pontefice ha rivolto al vertice Fao.

Un Messaggio di alto profilo che, quanto a contenuti, anticipa il profilo della sua prossima enciclica (la terza, in uscita in ottobre) dedicata appunto ai temi sociali e ai temi dell'economia e dello sviluppo mondiale.
Il senso centrale dell'intervento di ieri è ravvisabile in queste parole: «La grande sfida di oggi è quella di globalizzare non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà, nel rispetto e nella valorizzazione nell'apporto di ogni componente umana». E ancora: «Occorre ribadire con forza che la fame e la malnutrizione sono inaccettabili in un mondo che in realtà dispone di livelli di produzione, di risorse e di conoscenze sufficienti per mettere fine a tali drammi ed alle loro conseguenze».
Il Papa, insomma, ha voluto confermare come la globalizzazione non sia un male. Anzi. La chiave semmai risiede nel legarla a una visione solidaristica del mondo e non prettamente utilitaristica. Una visione che tenga presente che la malnutrizione non è un fenomeno endemico o senza soluzione, quanto un problema da risolvere con le dovute politiche perché è un diritto di tutti quello di avere il cibo necessario almeno per sopravvivere.
Dalle nunziature apostoliche sparse nel mondo arrivano con sempre maggior frequenza in Vaticano notizie drammatiche in merito al continuo rialzo dei prezzi delle materie prime alimentari - riso, mais e grano hanno raggiunto livelli record negli ultimi due anni -, rialzo che ha spinto alla fame circa 100 milioni di persone. E il Pontefice è voluto entrare nel cuore del problema ricordando, appunto, «che se non avrai dato da mangiare» a chi ne ha bisogno «lo avrai ucciso». Dare da mangiare all'affamato è «un diritto primario» che «è intrinsecamente vincolato alla difesa della vita umana: ogni persona ha diritto alla vita e pertanto è necessario promuovere l'attuazione di questo diritto». Per il Papa, «solo la tutela della persona consente di combattere la chiusura che dissolve la solidarietà e porta modelli di vita consumistici: se il rispetto della dignità umana fosse fatto valere al tavolo dei negoziati - ha sottolineato - si potrebbero superare gli ostacoli e il disinteresse. La difesa della dignità umana aiuterebbe ad amministrare i frutti della creazione». Auspico - sono ancora le parole di Benedetto XVI lette da Bertone - «che le delegazioni assumano nuovi impegni e si prefiggano di realizzarli con grande determinazione».
Dunque un anticipo della terza attesissima lettera enciclica. A questa il Papa sta lavorando di buona lena. Lo aiuta, oltre al lavoro prezioso dei responsabili del Pontificio consiglio per la Giustizia e la Pace guidato dal cardinale Renato Raffaele Martino e dal vescovo Gianpaolo Crepaldi, anche monsignor Reinhard Marx, neo arcivescovo di Monaco e Frisinga, la cattedra che un tempo fu dello stesso Ratzinger. Esperto di dottrina sociale, Marx è stato scelto da Benedetto XVI per supervisionare i contributi. All'enciclica vi lavorano anche diversi economisti italiani. Tra questi, uno molto quotato negli ambienti della Cei, ovvero l'economista cattolico Stefano Zamagni.
Al tema della globalizzazione il Papa aveva dedicato un intervento anche il giorno dell'Epifania 2008. In questa occasione Benedetto XVI aveva spiegato come la globalizzazione non sia sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro. I conflitti per la supremazia economica e l'accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale. C'è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti… È ormai evidente che soltanto adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un'equa distribuzione delle ricchezze, sarà possibile instaurare un ordine di sviluppo giusto e sostenibile. Per questo c'è bisogno di uomini che nutrano una grande speranza e possiedano perciò molto coraggio.

© Copyright Il Riformista, 4 giugno 2008 consultabile online anche qui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella,
Novella intervista all'Emerito su Repubblica pag. 25. Testuale: " cita solo Benedetto XVI tre o quattro volte , affettuosamente .."
Buona giornata
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie Alessia :-)

Raffaella ha detto...

Chi vuole leggere l'intervista puo' andare su Dagospia.
Non c'e' niente di nuovo: dico non dico, alludo, non alludo...
La cosa "divertente" e' che Benedetto XVI mette in guardia dal carrierismo dei preti da anni, ma non assurge agli onori di Repubblica.
Mah!
Chissa' che cosa avra' voluto dire il cardinale quando afferma che i curiali tacciono perche certe affermazioni bloccano la carriera.
Siamo alle solite: dico...non dico!
Sposo pienamente le parole di Paolo: non conformatevi alla mentalita' di questo secolo!
E' esattamente cio' che il Santo Padre fa da sempre, anche sfuggendo all'abbraccio dei media.
R.

Anonimo ha detto...

Forse l'emerito dovrebbe mettere in guardia il papa anche da chi si fa bello con i media diventando l' antipapa di fatto,tanto amato e osannato,ma forse non dai fedeli.
E che è questa se non l'invidia,vizio capitale?
Quella stessa invidia che ci fa dire ""Che cosa ho fatto di male perché il tale fosse nominato papa e io no?"".
qualcuno ci si ritrova fra i chierici d'alto rango?
e parlare per enigmi non è forse come mandare una lettera anonima?

Anonimo ha detto...

ma quando martini dice:

"Troppe bramosie dentro di noi, ci piace più l'applauso del fischio"

parla di se stesso e delle sue interviste a repubblica?