12 luglio 2008

GMG, «Con Benedetto XVI testimoni della gioia di essere cristiani» (Muolo)


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«Con Benedetto XVI testimoni della gioia di essere cristiani»

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

MIMMO MUOLO

«Basta con le preoccupa­zioni e le perplessità. Ora è tempo di dare spazio alla gioia, perché sta arrivan­do il Papa, insieme con i giovani di tutto il mondo. E vedrete che Syd­ney cambierà volto». Di fronte a te­lecamere e microfoni, monsignor Anthony Fisher ostenta il suo bel sorriso, insieme con una sicurezza che gli deriva, dice, «dalla consape­volezza che questa Gmg, come ha già trasformato la nostra Chiesa, co­sì avrà un impatto positivo sulla so­cietà australiana». Le domande che i giornalisti rivolgono al giovane ve­scovo ausiliare della diocesi, 48 an­ni, segretario generale del Comitato organizzatore dell’evento, sono le solite. Sicurezza, problemi organiz­zativi, polemiche. Davanti all’im­magine della Madonna della Stella del Sud, appena sistemata su un al­tare laterale della Cattedrale, mon­signor Fisher risponde a tutto e ri­corda che la Giornata mondiale del­la gioventù «è soprattutto un even­to religioso».

Partiamo proprio da questo aspet­to, dunque. Qual è a suo avviso il tratto distintivo di Sydney 2008?

Vogliamo mostrare che essere cri­stiani è bello. I giovani stanno arri­vando per incontrare il Papa e stare insieme nel nome di Cristo. Con il loro entusiasmo, con la loro gioia di vivere, testimoniano che il Vangelo è fonte di felicità. Anche sulla terra.

Eppure i media di Sydney sembrano temere questa pacifica invasio­ne e nei mesi scorsi l’hanno forte­mente osteggiata.

L’atmosfera sta cambiando. Il diret­tore dell’aeroporto internazionale mi ha detto che non hanno mai la­vorato come in questi giorni, ma an­che che non hanno mai visto perso­ne più felici di questi giovani. Io so­no certo che quando la città si riem­pirà di suoni, colori, gruppi e ban­diere anche gli abitanti cambieran­no opinione. Già adesso è un bellis­simo spettacolo vedere l’entusiasmo dei primi arrivati. Mi immagino quando saremo in 300 o 400 mila.

Qualcuno teme proteste e contro­manifestazioni nei giorni della Gmg.

Penso che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. I giovani che parteci­pano alla Gmg sono gioiosi, educa­ti, rispettosi dell’ambiente e degli al­tri. Vedrete che non ci sarà nessun bi­sogno di particolari interventi della polizia. Mi auguro natural­mente che anche chi non la pensa come noi – e che ha tutto il diritto di manifestar­lo – lo faccia con il medesi­mo rispetto.

Qual è il grado di coinvolgi­mento dei giovani austra­liani in questa Gmg?

Continuiamo a ricevere tan­tissime telefonate da parte di chi vuole iscriversi. Del resto i numeri parlano chiaro. I nostri giovani par­teciperanno in maniera corale all’e­vento. E questo ci dà molta speran­za anche per il futuro. Perché saran­no loro a portare il Vangelo ai propri coetanei.

Sydney 2008 ha già un volto forte­mente internazionale. Ma da alcu­ni Paesi è più difficile arrivare a cau­sa dei visti. Ci sono problemi in que­sto senso?

C’è stato un gruppo di iracheni che ha avuto problemi, ma con il pro­prio governo. Abbiamo cercato di aiutarli e mi risulta che la situazio­ne si sia risolta. In generale devo di­re che il dipartimento per l’immi­grazione ci ha offerto grande colla­borazione anche nei casi più diffici­li, come ad esempio le richieste pre­sentate con documenti incompleti.

Dall’Italia arrivano in 10 mila. Co­sa si sente di dire ai nostri giovani?

Che siamo felici di ospitarli e che speriamo possano vivere un’espe­rienza di fede e di amicizia in una terra che conosce bene il valore de­gli italiani, dato che qui ce ne sono quasi un milione.

© Copyright Avvenire, 12 luglio 2008

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