17 luglio 2008

Le voci dei ragazzi dal Molo di Barangaroo raccontano l'emozione dell'incontro con il Papa (Radio Vaticana)


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Le voci dei ragazzi dal Molo di Barangaroo raccontano l'emozione dell'incontro con il Papa. La testimonianza di mons. Panfilo, vescovo della Papua Nuova Guinea

Che cosa ha spinto tanti giovani ad affrontare voli intercontinentali per essere oggi sul Molo di Barangaroo e nelle strade di Sydney a festeggiare Benedetto XVI? Marina Tomarro lo ha chiesto per noi ad alcuni ragazzi:

R. – Forse è proprio il poterlo vedere dal vivo per la prima volta.

D. – Cosa vuol dire per te la figura di Benedetto XVI?

R. – E’ un grande pastore, è un grande uomo di fede che vive il Vangelo.

R. – E’ una emozione grandissima poter essere qui e finalmente incontrare Benedetto XVI. Dopo un cammino di preparazione, siamo finalmente oggi qua ad accoglierlo, pieni di gioia. Quello che lui ci ha detto: “Riceverete forza dallo Spirito Santo e ne sarete testimoni”, diventa vero e da qui abbiamo veramente il mandato di continuare questa missione che oggi lui ci affida.

R. – Lo abbiamo aspettato tanto; abbiamo desiderato tanto questo viaggio e siamo venuti qui facendo tante ore di viaggio, ma siamo qui ed è una emozione grandissima. Siamo tantissimi ed è una gioia enorme.

R. – E’ stupendo vedere così tante persone tutte insieme, tutte per lo stesso motivo. Dà una grande forza ed un grande entusiasmo per quando torneremo nelle nostre città.

R. – E’ bellissimo essere qui. Abbiamo lavorato e ci siamo preparati per tre anni per esserci… ed è veramente una emozione grandissima poter essere qua. Grazie alla forza che ci ha dato lo Spirito Santo.

D. – Cosa vuol dire per te la figura di Benedetto XVI?

R. – E’ il Papa che ha continuato ad amare i giovani come Giovanni Paolo II. Non ci ha deluso nelle nostre aspettative, dopo il suo predecessore.

R. – Papa Benedetto XVI è per me come un padre, che mi accompagna ed accompagna tutti i giovani in questa straordinaria esperienza e in tutta la vita.

R. – Io penso che sia - soprattutto da parte di noi europei – l’occasione per scoprire una terra che per molti versi ci appare quasi inesplorata e troppo lontana, comprendendo anche che ci sono cattolici anche qui, che ci sono persone che vivono la nostra stessa esperienza di fede e che quindi sono unite a noi in Gesù Cristo.

Ma non solo per le decine di migliaia di giovani provenienti dall’Europa il viaggio verso la GMG ha offerto l’opportunità di vedere una terra poco conosciuta. Anche per il gruppo di ragazzi e ragazze giunti della Papua Nuova Guinea, l’approdo in Australia ha rappresentato la possibilità di una scoperta. Ne parla, al microfono di uno dei nostri inviati, Sean Lovett, il vescovo della Papua Nuova Guinea, Francesco Panfilo:

R. - Noi non siamo mai riusciti a partecipare a una Giornata Mondiale della Gioventù a causa delle spese e della povertà di questi giovani. Questa volta era così vicino, alla nostra portata perché da Papua arrivare a Sydney non ci vuole molto, da Port Moresby a Brisbane sono 2 ore e 40 minuti di volo. Poi abbiamo fatto 15 ore col pullman: questa volta, i giovani non volevano perdere l’occasione. Nella mia diocesi, inoltre, è già da un anno e mezzo che ci preparavamo per questo evento e abbiamo fatto il pellegrinaggio della croce perché abbiamo costruito una croce delle stesse dimensioni della croce della GMG! L’ho fatta andare di parrocchia in parrocchia con delle difficoltà enormi viste le distanze, abbiamo usato anche la barca, ma è stata una cosa straordinaria che ha portato lo Spirito.

Tante, dunque, le emozioni e i momenti significativi di questa giornata, che ha coinvolto tutta la città di Sydney e non solo il Molo di Bargangaroo. Ce ne parla Alessandro Gisotti:

Sydney oggi si addormenta più bella, arricchita dalla gioia dei giovani venuti da tutto il mondo per incontrare il Papa. Una gioia incontenibile, quella dei ragazzi che hanno potuto conversare con Benedetto XVI sulla barca che lo portava al molo di Barangaroo. Intervistati dall’agenzia SIR, alcuni di loro sembrano quasi non credere a quanto accaduto. Rodha ha parlato al Papa del suo Sudan, Robert della sua India. A tutti il Santo Padre ha mostrato attenzione, interesse ed ha assicurato le sue preghiere. Lontana l’Australia, ma non irraggiungibile anche per chi come Marco, giovane disabile pellegrino dell’UNITALSI, ha dovuto affrontare un viaggio impegnativo. Ma il sacrificio è stato già ripagato ampiamente. Intanto, i siti Internet dei principali giornali australiani seguono in diretta questo “Super giovedì” del Papa a Sydney. C’è stupore per le dimensioni della partecipazione all’evento. Ridimensionate perfino le Olimpiadi del 2000. Per i ragazzi sono giorni di festa, ma anche di meditazione, di riflessione. I vescovi che li accompagnano guidano le catechesi incentrate sullo Spirito Santo, filo conduttore di questa XXIII GMG. Oltre 200 i luoghi di ritrovo nella metropoli australiana, che diventa così un nuovo immenso cenacolo. E anche l’Opera House, simbolo di Sydney, da “casa della musica” si trasforma in “casa della fede”.

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