10 luglio 2008

Offese al Papa? Iniziano i distinguo. Intanto Mino Fuccillo rimprovera il Presidente Schifani per avere chiamato Benedetto XVI "Santo Padre"

Cari amici, eccoci qui: the day after.
Dopo l'indignazione forzata di ieri ecco che oggi, sui giornali, si inizia a distinguere fra le offese al Presidente Napolitano, che continuano ad essere inaccettabili ed esecrabili, ed il vilipendio al Santo Padre che sembra assumere, su alcuni quotidiani, minore importanza e, ovviamente, minore gravita' rispetto alla posizione del Capo dello Stato.
C'e' da sorprendersi? Ma figuriamoci.
I protagonisti di questa abominevole vicenda tirano in ballo, per giustificarsi arrampicati sugli specchi, persino Bonifacio VIII piazzato da Dante all'inferno quasi che la signora ***** fosse una novella Alighieri.
Ma smettetela!
Non ci sono giustificazioni ne' scuse per le offese e la violenza verbale subite dal Santo Padre. Questa non e' satira, parliamoci chiaro!
Sono offese, pagliacciate, schifezze! Sono anche reati? Lo dira' la magistratura, io ho gia' detto la mia.
Ovviamente poi si urlera' alla censura ma sapete che vi dico?
Chissenefrega :-)
Dicevamo dei distinguo.
Ieri non era possibile non condannare gli insulti al Papa perche' intimamente connessi con quelli al Presidente della Repubblica: negando gli uni, si sarebbero negati anche gli altri.
Sara' forse questa la ragione della solidarieta' bipartisan? Secondo me si'...
A mio parere ben altre reazioni si sarebbero avute e ben altre divisioni se nella Piazza semideserta Napolitano non fosse stato insultato.
Oggi, pero', i giornali iniziano a distinguere fra la posizione del Capo dello Stato e quella del Pontefice.
Facciamo solo un esempio. Miriam Mafai scrive un editoriale su Repubblica, parla delle offese a Napolitano, ma, stranamente, si "dimentica" di fare il nome del Papa.
Che strano...
La Mafai parla di "insulto feroce e dileggio contro Berlusconi, Veltroni e Napolitano". E il Papa? Nessun insulto?
Vedrete che fra qualche giorno qualcuno accusera' Benedetto XVI di essere il colpevole della rottura fra Di Pietro e Veltroni e allora si' che avremo trasportato la "satira" dalle piazzette ai giornali.
Nessuna novita'...tutto come da copione. Tutto identico a gennaio, quando, gratta gratta, il Papa si senti' dire che in fondo era colpa sua se era stato cacciato dalla Sapienza
.
Allora qualcuno si brucio' e l'altra sera, infatti, la signora **** ha accusato il Papa di avere fatto cadere Prodi.
In questo momento il giornalista Mino Fuccillo, su raitre e rainews24, nel consueto sermone mattutino, in cui vorrebbe convincere i telespettatori delle sue idee (ottenendo l'effetto boomerang), sta rimproverando il Presidente Schifani per essersi rivolto al Papa chiamandolo Santo Padre precisando che e' tale per i Cattolici, ma non per uno Stato laico.
Siamo a questo punto, cari amici...

Raffaella

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentilissima Raffaella,
non la conosco, ma voglio porgerle i complimenti per il coraggio di aver preso la bella iniziativa di creare questo blog.
Sono un giornalista,anche se settoriale, ed ho sofferto nell'assistere allo scempio di piazza Navona perpetrato pochi giorni fa. Circa il rimprovero di Mino Fuccillo, è ridicolo e pretestuoso, per due concrete ragioni:la prima è che il Papa è il "Santo Padre" per la grandissima maggioranza degli italiani, oltre che per quasi tutto il mondo, visto che perfino i musulmani gli si rivolgono chiamandolo così; la seconda invece, è che in ogni caso il presidente del Senato Schifani era, ed è, libero di usare l'appellativo che ritiene più giusto quando parla di qualcuno. Comunisti, progressisti, radicali e compagnia brutta sono riusciti a togliere molte libertà e molta dignità alla nostra patria, ma ancora, grazie a Dio, non sono riusciti a cancellare la libertà di parola. Da non confondersi, naturalmente, con la licenza al pubblico turpiloquio ed al vilipendio blasfemo...
Mario
mario781@hotmail.com

Raffaella ha detto...

Grazie Mario :-)

brustef1 ha detto...

Mi meraviglio che Fuccillo sia così ignorante, quando il cerimoniale di stato prevede che anche il Dalai Lama, per esempio, venga apostrofato "santità". Ma naturalmente è ignoranza di comodo

Anonimo ha detto...

Volevo anche io fare i miei complimenti per il post e per il blog che, tempo libero permettendo, credo che leggerò ben volentieri d'ora in poi.
Che tristezza fa venire quest'Italia, solo la Spagna mette una tristezza maggiore allo stato attuale delle cose...

Anonimo ha detto...

La Spagna si pentirà amaramente, se già non lo sta facendo, per aver permesso ad un buffone pericoloso come Zapatero di imporre la sua dittatura radical chic. Lo cacceranno a calcioni, come è successo da noi al "nostro" caro Prodi. L'unica cosa che non ho capito è perchè un Re come Juan Carlos abbia apposto la firma sotto certe leggi-scandalo: se c'era un monarca che avrebbe rinunciato al trono pur di non firmare, questo era lui: evidentemente gli anni passano e la spina dorsale s'infiacchisce anche per i grandi.
Mario
mario781@hotmail.com

Anonimo ha detto...

Sul fatto che in spagna ci sia gente per bene sono più che certo ma non sarei tanto sicuro che zapatero verrà mai cacciato a calcioni, anzi....
Se ci si pensa la vera differenza tra Italia e spagna sta proprio qui: dopo aver assaggiato prodi, l'Italia l'ha sputato mentre, dopo aver assaggiato zapatero, la spagna ha chiesto il bis.
Su Juan Carlos poi io non mi sono affatto stupito, quella gente lì è cattolica solo di facciata ;)