26 ottobre 2008

Approvato il testo delle proposizioni dei padri sinodali: "Una Parola viva incarnata nella missione della Chiesa" (Osservatore)


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Approvato il testo delle proposizioni dei padri sinodali

Una Parola viva incarnata nella missione della Chiesa

Non è un testo ufficiale quello distribuito in italiano nella Sala stampa della Santa Sede, nel quale sono raccolte le 55 proposizioni approvate sabato mattina, 25 ottobre, dai padri sinodali e che saranno ora rimesse, nella loro lingua originale, il latino, al Papa.
"Si tratta solo di un testo - ha spiegato il cardinale Ouellet, relatore generale, ai giornalisti riuniti per la conferenza stampa conclusiva dei lavori sinodali - messo a vostra disposizione per aiutarvi a capire quello che è stato fatto in questi giorni, in modo che possiate informare la gente". Due cose sono comunque certe: "Il testo - ha detto il cardinale - è fedele all'originale; ma sarà l'esortazione apostolica il documento conclusivo ufficiale di questo Sinodo". Un'altra precisazione del cardinale: "Nelle mani del Papa è stato rimesso un materiale ricco e abbondante, ma soprattutto un materiale totalmente condiviso dai padri sinodali, frutto di un lavoro comune e comunitario. Se dovessi definire una caratteristica di questo Sinodo, direi che si è trattato veramente di una delle più belle espressioni della collegialità episcopale, vissuta in uno spirito di perfetta comunione".
E veniamo alle proposizioni. Nel complesso si può dire che la più grande attenzione sia stata posta sulla necessità di ribadire che nella narrazione della Parola di Dio è Gesù che parla, il Verbo incarnato. Dunque si tratta di una Parola viva, e le Sacre Scritture hanno come punto centrale Gesù che parla. Dunque la scrittura in quanto tale viene messa in secondo piano, poiché si tratta solo della testimonianza scritta della Parola viva. Proprio in considerazione di questa verità - riaffermata contro il pericolo di ogni fondamentalismo "negazione dell'incarnazione" stessa - altra preoccupazione dei padri è stata quella di ribadire che la liturgia è il luogo privilegiato per l'espressione di questa vitalità della Parola. Anzi è stato proposto di rendere ancora più evidente questa valorizzazione della Parola di Dio nel momento liturgico, per esempio con la benedizione del lettore e del libro prima della lettura stessa. E a proposito di lettore è stata ribadita la necessità di garantire una certa formazione di chi legge perché proprio dal modo di leggere e dal come la lettura viene ascoltata si determina la possibilità di capire. La proposizione 17, tra l'altro più volte richiamata in conferenza stampa, auspica l'apertura del ministero del lettorato anche alle donne in modo che sia riconosciuto il loro ruolo di annunciatrici della Parola di Dio.
"Si tratta - ha spiegato il cardinale Ouellet - del riconoscimento di una cosa che già avviene. In tantissime chiese le donne ormai leggono le Sacre Scritture. Ammetterle alla formazione significa riconoscerne il ruolo"; il lettorato infatti "nelle norme - ha spiegato il vescovo Filippo Santoro, membro della commissione sinodale per l'informazione - era sino a oggi riservato agli uomini". Dunque è un importante riconoscimento che il Sinodo ha fatto circa il ruolo delle donne nella vita della Chiesa.
Altra indicazione ricorrente riguarda la valorizzazione della lettura della Bibbia come momento di preghiera. Per questo si è molto insistito sull'interpretazione della lectio divina come lettura orante della Bibbia. Ma proprio perché preghiera, alla lettura deve seguire una coerenza nella vita di chi proclama e medita la Parola di Dio; deve cioè seguire una testimonianza coerente. Ed è richiesta a tutti, sacerdoti e laici, soprattutto a quelli che di questa Parola si fanno missionari nel mondo.
Sempre riferendosi alla lettura come preghiera, numerose proposizioni si riferiscono al dialogo con le altre religioni, con gli ebrei e con i musulmani in particolare. Per ciò che riguarda il dialogo con gli ebrei, i padri lo ritengono possibile vista la comunanza di alcuni testi. Per ciò che riguarda il confronto con i musulmani lo si giudica necessario per il futuro dell'umanità. "Se si vuole assicurare un futuro di pace - ha detto l'arcivescovo Monsengwo Pasinya, segretario speciale del Sinodo, anch'egli intervenuto alla conferenza stampa - è necessario prendere coscienza della necessità di trovare un serio incontro con loro.
Nelle proposizioni i padri sono andati anche oltre. Nel senso che hanno ribadito il sì a un dialogo che sia però aperto alla sfera dei diritti umani anche in riferimento alle donne, alla libertà religiosa, alla netta separazione tra ambito politico e ambito religioso.
L'arcivescovo di Kinshasa ha poi parlato dei riferimenti, nelle proposizioni, al proselitismo delle sette per ribadire l'opinione comune dei padri sinodali che ritengono fondamentale la formazione di quanti sono chiamati a diffondere, senza cedere ad atteggiamenti integralisti, la Parola di Dio.
Significativa infine la proposizione che richiama la necessità di denunciare le azioni dell'uomo contemporaneo che non rispettano la natura come creazione e la conclusione dedicata a Maria Mater Dei et Mater fidei.
L'approvazione delle proposizioni è avvenuta durante i lavori della ventitreesima congregazione, alla quale erano presenti 244 padri sinodali; si sono alternati nella lettura in latino delle proposizioni il cardinale Ouellet e monsignor Monsengwo Pasinya. Per tutte con il voto elettronico in aula è stata raggiunta la maggioranza qualificata di 163 voti; le schede personali sono state poi consegnate alla segreteria e sono iniziati subito i lavori della Commissione per il suffragio.
Chiudendo i lavori il segretario ha comunicato la decisione di Benedetto XVI di concedere in questa occasione che una versione in lingua italiana provvisoria, ufficiosa e non ufficiale, fosse pubblicata nel Bollettino della Sala stampa della Santa Sede.
Lasciata l'Aula del Sinodo, i Padri hanno raggiunto l'atrio dell'Aula Paolo vi dove si è svolto il pranzo al quale ha partecipato anche il Papa.
Durante il pranzo l'arcivescovo Eterovic ha dato alcune informazioni a proposito della consegna del Messaggio nelle diverse lingue e della partecipazione alla messa di domenica 26 nella basilica di San Pietro per la chiusura ufficiale del Sinodo. Poi ha fornito alcuni dati sull'andamento dei lavori: "Sono intervenuti 223 padri sinodali; sei hanno dato in scriptis il loro contributo.
"Gli interventi liberi sono stati 171; 22 le relazioni di vario tipo svolte dai padri, di cui due di circoli minori. Hanno parlato dodici delegati fraterni e hanno preso la parola anche 34 uditori".
Ha poi preso la parola il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, uno dei tre presidenti delegati, il quale ha sottolineato il valore del Sinodo come esperienza ormai consolidata nella vita della Chiesa dopo il concilio Vaticano II.
Il porporato australiano ha messo in evidenza in particolare l'importanza dello stare insieme, dell'ascolto, della condivisione di sofferenze e speranze, rilevando, inoltre, che i lavori sinodali hanno rappresentato un'importante occasione di conoscenza reciproca tra Curia romana e vescovi di tutto il mondo.
Quanto al tema di questa assemblea, l'arcivescovo di Sydney ha affermato che l'insegnamento conciliare della Dei Verbum sulla Parola di Dio costituisce un dato ormai acquisito. Le controversie e le divisioni - ha assicurato - appartengono al passato. Oggi si può riscontrare un atteggiamento unanime nel riconoscimento di Cristo, della Scrittura e della Tradizione. Così come acquisita è la volontà di un impegno sempre maggiore nel campo ecumenico. A proposito del quale il cardinale ha ricordato lo storico intervento del Patriarca ecumenico Bartolomeo, il primo a prendere la parola dinanzi a un Sinodo dei vescovi cattolici.

(©L'Osservatore Romano - 26 ottobre 2008)

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