13 ottobre 2008

Chiesa bruciata a Bangalore. Cristiani dell’Orissa confortati dalla preghiera del Papa (Asianews)


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INDIA - VATICANO

Chiesa bruciata a Bangalore. Cristiani dell’Orissa confortati dalla preghiera del papa

di Nirmala Carvalho

La canonizzazione della prima santa indiana non ferma le violenze, ma rafforza i cristiani nelle loro sofferenze e speranze. Parlano il vescovo di Bhubaneshwar e sr Karuna, delle suore del Preziosissimo Sangue.

Bhubaneshwar (AsiaNews)

Poche ore dopo la canonizzazione della prima santa indiana, e l’espressione della sua vicinanza alle sofferenze dei cristiani da parte di Benedetto XVI, a è stata bruciata una chiesa, quella di sant’Antonio a Yedavanahalli vicino a Bangalore (Karnataka). Nelle settimane scorse altre chiese erano state prese di mira nello Stato, in seguito alla campagna di violenze lanciata dai radicali indù alla fine di agosto a partire dal distretto di Kandhamal nell’Orissa.
Il bilancio degli attacchi è sempre in crescita: 61 morti; 18 mila feriti; 181 chiese razziate o distrutte; 4500 case di cristiani incendiate; oltre 50 mila profughi, di cui più di 30 mila dispersi nella foresta.
La canonizzazione della prima santa indiana, sr Alfonsa dell’Immacolata Concezione, da parte di Benedetto XVI ieri in Vaticano, è però un grande conforto per i cristiani, soprattutto in questo momento di esplicita persecuzione.

Parlando ad AsiaNews, mons. Raphael Cheenath, vescovo di Bhubaneshwar (Orissa), ha precisato che questo “è un momento di grande incoraggiamento per la Chiesa indiana e specie per i cristiani dell’Orissa a Kandhamal. Sr Alfonsa è una fonte di ispirazione per noi in questi tempi difficili. Lei ha sofferto ed è rimasta fedele a Cristo, che le ha dato la forza di sopportare simili sofferenze”.
“La vita di sant’Alfonsa – continua il prelato – ci rende più certi che Dio è con noi e che la Chiesa potrà superare anche queste difficoltà e continuerà ad annunciare il Vangelo… Nella storia della Chiesa vi sono state molte persecuzioni, ma la Chiesa è rimasta luogo di verità e di salvezza. La Chiesa di Kandhamal percorre le stesse orme della Chiesa universale”.
Sr Karuna, delle religiose del Preziosissimo Sangue, prosegue il paragone: “I cristiani di Kandhamal condividono la stessa fede ed esperienza di sant’Alfonsa: come lei essi sono poveri e la loro unica ricchezza è la fede”.
Sr Karuna è fra le prime ad essere state colpite dalle violenze in Orissa. Ha vissuto anche per settimane nei campi di rifugio approntati dal governo, cercando di confortare i cristiani feriti e timorosi. Ma non poteva portare gli abiti religiosi: ha dovuto vestirsi come le donne locali perché il governo vigila che anche nei campi profughi non vi si “proselitismo cristiano”. “I cristiani di Kandhamal – prosegue la suora – sono uniti a Cristo nella sofferenza, proprio come sant’Alfonsa. Per questo io benedico il papa che ieri l’ha canonizzata. Ieri Benedetto XVI, con il suo amore così tenero e nobile, ci ha incoraggiati anche dicendo che lui prega per noi. Questo mostra il cuore della Chiesa, che mostra l’amore di Gesù per i suoi testimoni che soffrono”.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Permettimi di sottolineare l'assordante e deludente silenzio del celebratissimo Dalai Lama, premio nobel per la pace, che pure vive in India con il suo governo in esilio. Sembra che nessuno, in occidente, un occidente sempre pronto a mettere in croce il Papa per quello che dice o che, secondo loro, dovrebbe dire, l'abbia notato. Perché??
Alessia

Raffaella ha detto...

Bella domanda, cara Alessia!
Nessuno ci dara' mai una risposta ma il silenzio e' assordante e credo proprio che a nessuno converra' piu' permettersi di accusare il Papa di stare in silenzio.
Ci vorrebbe proprio un bel coraggio...
R.