6 ottobre 2008

La prima volta di un rabbino al Sinodo (Osservatore Romano)


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La prima volta di un rabbino al Sinodo

Sono appena iniziati i lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio e già l'attenzione si è concentrata sulla innovativa presenza del rabbino capo di Haifa, Shear-Yashuv Cohen, e sugli orizzonti che questa partecipazione può aprire nel dialogo tra le religioni. Lo ha evidenziato al termine della prima congregazione di lunedì mattina, 6 ottobre, il cardinale Marc Ouellet, arcivescovo di Québec, relatore generale, durante un incontro con i giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede. Interesse ha suscitato non solo la presenza del rabbino ma anche il dialogo con il popolo erede della prima Alleanza, con il quale i cristiani condividono l'Antico Testamento. "Un'eredità comune - sottolinea il cardinale Ouellet già nella sua relazione - che ci invita alla speranza perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili come testimonia appassionatamente san Paolo nella lettera ai Romani". Una speranza ribadita in conferenza stampa rispondendo a una domanda proprio sul senso della partecipazione del rabbino di Haifa. Precisato che il senso è innanzitutto quello del grande rispetto per la religione ebraica, il cardinale non ha poi nascosto l'interesse "di capire più profondamente come gli ebrei interpretano la Scrittura. La loro esperienza della Sacra Scrittura, la loro interpretazione ci aiuta a capire anche la differenza con loro e allo stesso tempo ci aiuta a capire quello che abbiamo in comune. Direi che è anche un modo di rispettarli nella loro identità religiosa, di sottolineare il nostro interesse per la loro interpretazione della Sacra Scrittura, cioè della Torah, dell'Antico Testamento".
Di speranza ha parlato anche il rabbino Shear-Yashuv Cohen, intervenuto nel pomeriggio, durante la seconda congregazione generale. "La mia presenza al Sinodo dei Vescovi - ha detto - è un segnale di speranza, un messaggio di amore, di coesistenza e di pace per le nostre generazioni e per quelle future". Ha posto questa presenza "nella scia di quanto iniziato da Giovanni XXIII, che ha raggiunto il suo vertice nella vita e nell'opera di Giovanni Paolo II".
Parlando del ruolo delle Sacre Scritture nella storia e nella vita del popolo ebraico il rabbino ha ricordato che "sono al centro, anche in senso fisico, dei riti ebraici e nella vita stessa delle persone. Sin da piccoli i bambini vengono introdotti allo studio delle Sacre Scritture, che spesso vengono anche imparate a memoria". "Noi crediamo - ha concluso - che la preghiera sia il linguaggio dell'anima nella sua comunione con Dio". A quello del rabbino è seguito l'intervento del cardinale Albert Vanhoye, il quale ha illustrato il documento della Pontificia Commissione Biblica "Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana", pubblicato nel 2001, dopo 5 anni di lavoro, con la prefazione del cardinale Ratzinger, allora Prefetto del dicastero per la Dottrina della Fede.
In apertura della congregazione, dopo che il segretario generale del Sinodo, arcivescovo Nikola Eterovic, aveva illustrato il lavoro compiuto dalla segreteria generale dalla conclusione dell'xi assemblea a quella odierna, il relatore generale ha posto i quesiti di fondo ai quali i padri saranno chiamati a rispondere nelle sessioni di lavoro dei prossimi giorni: "Cosa è la Parola di Dio?"; "Come interpretarla nella Chiesa?"; "Qual è il ruolo della Parola nella missione della Chiesa?". Nel testo sono anche suggeriti argomenti pratici che potrebbero confluire nella proposizioni finali dei lavori. La congregazione si è conclusa alle 12.30 con la recita dell'Angelus guidata dal Papa.

(©L'Osservatore Romano - 6-7 ottobre 2008)

Tutto vanificato...i quotidiani online si sono gia' scatenati sulla frase del rabbino su Pio XII.
Sono molto dispiaciuta per la scortesia subita dal Papa anche in questa occasione
.
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

anch'io lo sono.. anche perché i giornali ci sguazzeranno come al solito. Mi dispiace molto il Papa davvero non si merita un trattamento del genere. anche se devo ammettere che il rabbino ha fatto una pessima figura. ch