22 febbraio 2007

Attività del Santo Padre

IN ATTESA DELLA PUBBLICAZIONE DEL "QUESTION TIME" DEL PAPA CON I PARROCI ROMANI, ECCO QUALCHE ANTICIPAZIONE:


PAPA: CONFESSO LA MIA DEBOLEZZA, DI NOTTE NON POSSO PREGARE

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 22 feb - A differenza di Gesu' che di giorno predicava e di notte si ritirava a pregare, ''confesso la mia debolezza: di notte non posso pregare, vorrei dormire''. Tuttavia ''ci vuole tempo libero'' da dedicare al Signore nella preghiera. E' una delle cose confidate da Benedetto XVI ai parroci di Roma ricevuti oggi, come ogni anno, all'inizio della Quaresima per scambiare con essi punti di vista utili all'azione pastorale nella diocesi di Roma. Nove, dopo il breve saluto da parte del cardinale vicario Camillo Ruini, sono stati i quesiti sottoposti al pontefice in quanto vescovo di Roma. La maggior parte di essi sono stati talmente lunghi e articolati che il Papa, con buona dose di umorismo, si e' detto d'accordo con le soluzioni suggerite e di non avere molto da aggiungere. A un sacerdote impegnato nella chiesa di san Bartolomeo all'Isola Tiberina affidata alla comunita' di sant'Egidio, Benedetto XVI ad esempio, ha risposto: ''E' cosi' come lei ha detto e meditiamo le sue parole''. Ma il piu' delle volte il Papa ha dato risposte a braccio ma piuttosto diffuse: a cominciare dal ruolo del santuario del Divino Amore, alla pastorale giovanile, alla lettura della bibbia, al ruolo dei movimenti, al rapporto tra spiritualita' e azione pastorale, fino al relativismo e all'arte sacra quale veicolo di evagelizzazione. L'incontro scoltato in differita dai giornalisti, per motivi tecnici dell'audio, e' venuto meno in una breve parentesi in cui sembrava che il papa volesse trattare della situazione italiana. La domanda verteva sui movimenti e su come i sacerdoti dei movimenti possano operare per l'unita' nella chiesa. Benedetto XVI ha ricordato le visite ad limina dei vescovi italiani, tuttora in corso, che gli stanno permettendo una migliore conoscenza del nostro Paese. ''La fede - ha rilevato il papa - e' profondamente radicata nel cuore degli italiani, ma e' naturalmente minacciata...''. La Sala Stampa Vaticana ha garantito che il gap tecnico era irrecuperabile perche' non esiste una registrazione integrale di questo passaggio. Papa Benedetto ha riconosciuto che il ruolo del papa lo tiene abbastanza lontano dal mondo dei giovani ma ha raccomandato caldamente una forte azione di accompagnamento cristiano della gioventu' per mostrare loro che ''la vita cristiana e' possibile, ragionevole e realizzabile anche oggi'' sebbene non manchino le difficolta'. Non si puo' pensare ha detto il papa di poter vivere la vita cristiana senza dubbi e senza peccato. La conversione e' un cammino graduale e si realizza nella pazienza di tutta una vita. ''Non possiamo farci cristiani perfetti da un momento all'altro''. Ma e' importante puntare su grandi temi: conoscere Dio, anzitutto. Egli e' essenziale. Con lui la vita ha un senso pure nelle difficolta' che essa riserva. Importa poi ''trovare Cristo che e' il volto vivo di Dio''. Anzi ''Cristo e' chi e' Dio''. La Chiesa inoltre e' la grande compagnia nella quale siamo, dove rimane viva la Parola di Dio e dove Cristo e' presente. Quanto alla Bibbia il Papa ha raccomandato la sua lettura integrale attarrverso un cammino di conoscenza che sappia mettere insieme la dimensione storica, cristologia ed ecclesiologica. La Parola di Dio rimane piu' grande di quanto ognuno di noi puo' capire . E pertanto se la Parola di Dio e' stata piu' grande dell'esegesi dei Padri della Chiesa, lo e' anche dell'esegesi moderna. Nonostante i grandi passi avanti fatti grazie all'esegesi, c'e' ancora un tesoro inesaurible da scoprire. Quanto ai movimenti ha ricordato la pazienza, l'apertura e l'obbedienza che si deve avere nel rapporto tra essi e la chiesa. Occorre integrare questi elementi per il bene di tutta la chiesa. Il papa a proposito di arte sacra, ha concluso dicendo che ''L'Italia e' un tesoro dicatechesi inesauribile, incredibile'', ma per questo i sacerdoti dovrebbero avere una giusta cultura sull'arte sacra e sulla musica sacra. ''Il mondo futuro - ha detto Benedetto XVI - avra' nuove visioni della fede''.


'QUESTION TIME' CON SACERDOTI ROMANI TRA TEOLOGIA E BATTUTE


Città del Vaticano, 22 feb. (APCom) - Circa un'ora e mezza di tempo, otto domande e altrettante risposte, tra meditazioni teologiche, considerazioni pastorali e qualche battuta salutata da applausi e risate: così il Papa ha risposto alle domande dei sacerdoti romani, ricevuti questa mattina, come ogni anno per l'inizio della Quaresima, nell'aula delle Benedizioni in Vaticano.

La discussione ha toccato i punti più vari, dall'importanza della Bibbia alla fede in Italia, dal ruolo dei movimenti ecclesiali all'arte religiosa. "Devo confessare una mia debolezza", ha detto Benedetto XVI rispondendo ad una domanda sull'attività dei preti: "Di notte non posso pregare, vorrei dormire di notte. Tuttavia - ha poi aggiunto tra gli applausi dei sacerdoti - un po' di tempo per il signore ci vuole realmente". "E' più facile dirlo che farlo - ha concesso - ma cerchiamo di spiritualizzare il nostro impegno".

E' stato lo stesso Ratzinger a mettere in luce, sin dall'inizio del suo 'question time', la distanza che può passare tra l'impegno di un Papa-teologo e il quotidiano dei sacerdoti capitolini. "Vi aspettate luce e conforto da me, ma vedere tanti sacerdoti di tutte generazioni è luce e conforto per me", ha esordito con la consueta gentilezza. "Posso imparare soprattutto io sulle situazioni concrete, sulle esperienze e le difficoltà e così vivere non solo in modo astratto ma in colloquio con la vita reale delle parrocchie". "Sono contento di sentirmi anche vescovo di una grande diocesi" e non solo Sommo Pontefice della cattolicità, ha detto ancora tra gli applausi.

Da una domanda all'altra, il Papa si è a volte soffermato a lungo, altre volte ha sorvolato su questioni troppo complesse per l'occasione. "Quando ero ancora membro della Commissione teologica internazionale abbiamo dedicato un anno a questo problema...", ha detto rispondendo ad una domanda sul pluralismo in teologia. E poi, con poche parole, ha tracciato una risposta di ordine generale: "Il teologo, da una parte, nella sua responsabilità e capacità professionale, cerca di trovare piste per rispondere alle esigenze del nostro tempo, e dall'altra parte deve essere sempre consapevole che tutto questo è basato sulla fede della Chiesa".

Ancor più sintetico rispondendo ad una articolata ed applaudita domanda sulle figure dei martiri sollevata da un sacerdote che si è presentato anche come professore di missiologia. "Gli applausi dimostrano che lei ci ha dato risposte ampie", ha detto tra altri battimano Papa Ratzinger. "E quindi alla sua domanda potrei semplicemente rispondere sì", ha proseguito sollevando un coro di risate. "Meditiamo le sue parole", ha concluso con una punta di humor per passare subito alla domanda successiva.


RUSSIA – VATICANO
Il 13 marzo Putin dal Papa

Sarà la prima volta del presidente russo con Benedetto XVI, dopo i due incontri che ha avuto con Giovanni Paolo II, che non invitò a Mosca. Con l’attuale pontificato sono migliorati i rapporti tra Chiesa cattolica e Patriarcato ortodosso.

Roma (AsiaNews) – Il pomeriggio del 13 marzo il presidente russo Vladimir Putin sarà ricevuto da Benedetto XVI. La notizia non è stata diffusa da fonti ufficiali né in Vaticano, né a Mosca.

Sarà la prima volta di Putin con Benedetto XVI, la terza del presidente russo in Vaticano, dove nel 2000 e nel 2003 fu ricevuto da Giovanni Paolo II. In entrambe le occasioni, a differenza dei suoi predecessori Gorbaciov ed Eltsin, Putin non rivolse al Papa l’invito a recarsi a Mosca. Il comportamento che ora il presidente russo avrà con Benedetto XVI -dipenderà dalla valutazione che i russi fanno del miglioramento dei rapporti tra cattolici ed ortodossi del Patriarcato di Mosca, vero ostacolo alla possibilità di una visita papale.

In proposito, voci di ambiente ortodosso, non confermate, sostengono che si era ipotizzata la possibilità che un esponente del Patriarcato facesse parte del seguito di Putin. Secondo tali fonti, la visita è un segnale del cambiamento positivo dei rapporti tra Roma e Mosca, anche se non è previsto l'invito al Papa.

Nei due anni, scarsi, trascorsi dall’inizio del pontificato di Benedetto XVI, c’è stato un rasserenamento di rapporti tra Patriarcato di Mosca e Vaticano, decisamente freddi negli ultimi anni di papa Wojtyla, a causa soprattutto dell’accusa di proselitismo che gli ortodossi russi lanciavano – e in parte lanciano ancora - contro i cattolici. Effetto della tensione con il Patriarcato fu ritenuta, in Vaticano, anche la legislazione in tema di libertà religiosa: una legge emanata da Gorbaciov nel 1990 aveva concretamente dato libertà di azione a tutti i gruppi religiosi; una successiva del 1997, con la distinzione tra religioni “tradizionali” e non ha di fato tentato di bloccare l’azione dei gruppi “non tradizionali”, nei quali è stata inclusa la Chiesa cattolica che pur esisteva già ai tempi degli zar. Ad aggravare la situazione sono poi intervenuti le autorità locali, spesso particolarmente sensibili alle pressioni degli ortodossi del luogo. Una serie di visti non rinnovati a sacerdoti cattolici da molti anni operanti in Russia segnò, nel 2002, il massimo della tensione.

Putin, uno dei pochi capi di Stato a non essere presente ai funerali di Giovanni Paolo II, nel messaggio augurale a Benedetto XVI per l’inizio del pontificato esprimeva la volontà di “portare avanti un dialogo politico costruttivo” con il Vaticano.

Da allora sono innegabili timidi segnali di disgelo tra Roma e il Patriarcato. Se ne vedrà la portata nel comportamento di Putin, che è stato battezzato ortodosso, e che in passato si è detto uomo di mediazione tra le Chiese. (FP)


A BREVE PUBBLICAZIONE DOCUMENTO POSTSINODALE SU EUCARISTIA

Città del Vaticano, 22 feb. (APCom) - Tra poco sarà pubblicata l'esortazione postsinodale che il Papa ha tratto dal sinodo dei vescovi che si è svolto dal 2 al 23 ottobre del 2005 sul tema "L'Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa": lo ha annunciato lo stesso Benedetto XVI ricevendo questa mattina in Vaticano i sacerdoti della diocesi romana.
"Tra poco posso firmare il documento postsinodale", ha annunciato il Papa, sottolineando che esso "aiuterà sia nella meditazione liturgica, che personale, che per la preparazione delle omelie e la celebrazione eucaristica, e anche per guidare e illuminare e rivitalizzare la pietà popolare".


RUINI A BENEDETTO XVI: GRAZIE PER INSEGNAMENTI A ITALIA

Città del Vaticano, 22 feb. (APCom) - Il cardinale Camillo Ruini ha ringraziato oggi il Papa per i suoi "interventi, rivolti al mondo intero, ma anche specificamente a Roma e all'Italia, che ci consentono di cogliere più profondamente e con straordinaria chiarezza il mistero della nostra fede, in se stesso e nelle sue multiformi implicazioni per la realtà della nostra vita". L'occasione è l'incontro di Benedetto XVI con i sacerdoti romani, che, come ogni anno, avviene in occasione della Festa della cattedra di San Pietro.
Il vicario del Papa per la diocesi di Roma ha ricordato a Benedetto XVI il tema della "gioia della fede e dell'educazione delle nuove generazioni" che caratterizza la pastorale diocesana di quest'anno. "Continuiamo così il nostro impegno di preghiera e di missione - ha proseguito il porporato - che è rivolto anzitutto verso le famiglie, e cerchiamo di aiutare ad incontrare il Signore Gesù specialmente i ragazzi e i giovani, che sono i più esposti ai processi di secolarizzazione e scristianizzazione, ma sentono anche forte il bisogno di un senso per la loro vita".

Nessun commento: