31 ottobre 2008

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Creazionismo ed evoluzionismo

Non solo conciliabilità ma armonia

di Fiorenzo Facchini

Nel 2009 le celebrazioni galileiane per l'anno dedicato all'astronomia e gli anniversari darwiniani - bicentenario della nascita di Charles Darwin e centocinquantesimo della pubblicazione di Le origini delle specie - offriranno occasione di riprendere i grandi temi della evoluzione dell'universo e della vita nel quadro dei rapporti tra scienza e fede.
Le origini dell'universo interpellano cosmologi, filosofi e teologi. Il tema riguarda anche i cambiamenti che si sono susseguiti, dagli inizi fino al presente, e quelli prevedibili per il futuro. Le origini della vita sulla terra, e i processi che si svilupparono fino alla comparsa dell'uomo, interessano pure scienziati, filosofi e teologi sotto diversi profili. Si tratta di tematiche complesse che richiedono prospettive distinte, ma complementari.
Un rischio che si corre, ed è alla origine di tante incomprensioni e conflitti, è la pretesa di rispondere a tutte le domande che si pongono utilizzando unicamente le proprie particolari metodologie ed escludendo altri orizzonti, facendo così assumere al proprio punto di vista un carattere totalizzante. A volte non c'è una esclusione esplicita, ma di fatto non vengono considerate o vengono ritenute superflue altre posizioni. In questo modo si compie un'autolimitazione nella sfera della conoscenza. Ciò si verifica anche quando sia scienziati che filosofi dichiarano di non volersi occupare di questioni di senso o di significato.
Spesso l'evoluzione e la creazione vengono considerati come poli contrapposti. Ma sulla loro conciliabilità si registrano numerosi interventi degli ultimi Papi, che riguardano affermazioni di principio sul significato della creazione, sul rapporto di tutta la realtà, anche nei suoi processi evolutivi, con il Creatore secondo un suo disegno, e sulla dimensione spirituale dell'uomo, lasciando aperto il campo delle modalità agli approfondimenti e alle interpretazioni degli studiosi. Di fatto le posizioni, sia in campo cattolico che fuori, sono piuttosto diverse.
Una, che si ricollega a un atteggiamento largamente presente nel mondo scientifico e nel mondo religioso dell'Ottocento, e spesso riemerge, è quella del conflitto. Da una parte si assiste al rifiuto della dimensione trascendente e alla pretesa di spiegare tutta la realtà con le conquiste della scienza, come avviene nel naturalismo darwiniano. Secondo alcuni il darwinismo emancipa la natura dall'ipotesi-Dio, di cui non c'è più bisogno. È una estensione della visione evolutiva non richiesta dalla teoria evolutiva, neppure nella versione darwiniana; essa assume i connotati di una ideologia e come tale va considerata: non come scienza.
Dall'altra parte si registra la difesa a oltranza della creazione secondo l'interpretazione letterale dei primi capitoli della Genesi, oppure, per affermare il principio della creazione, vengono contestate le vedute evoluzionistiche della scienza. Questa contrapposizione non è risolta, ma anzi sembra alimentarsi delle recenti proposte della teoria dell'Intelligent Design, importata dagli Stati Uniti che vuole mettere insieme sia l'idea di creazione e sia quella di evoluzione; ma in modo improprio. Ci sarebbe un disegno intelligente dietro tutta l'evoluzione della vita. Per spiegare strutture considerate irriducibilmente complesse che si formano nel corso evolutivo si ricorre a specifici interventi di una causa esterna. Così viene vista in qualche ambiente cattolico la conciliabilità tra scienza e fede in ordine all'evoluzione attraverso interventi particolari volti a realizzare un disegno. Come osservato in altra occasione, anche su queste colonne, la conciliabilità non dovrebbe basarsi su ipotesi fuorvianti, non fondate scientificamente, che prestano il fianco a nuove polemiche. Si rinnovano infatti le accuse di indebita intromissione da parte della religione. Si agitano fantasmi di nuovi dogmi e così via. Certo, un disegno sulla creazione viene affermato nella dottrina della Chiesa, ma non agganciamolo alla teoria americana dell'Intelligent Design creando nuovi equivoci. Non ce n'è bisogno. Come si sia realizzato questo disegno è oggetto di riflessione, ma senza mescolare indebitamente i piani di conoscenza. Esso va visto in quella autonomia che Dio lascia alla natura e ha ancora tanti aspetti da scoprire. Possono esservi potenzialità che ancora non conosciamo e vanno esplorate dalla scienza e dalla filosofia. Alcuni parlano di evoluzione canalizzata - per quali fattori? Diverso è il caso dell'uomo per il quale la presenza dello spirito, ai suoi inizi, come in ogni generazione, comporta una concausalità di ordine superiore. Ciò non per spiegare la complessità della struttura biologica umana, ma per ragioni di ordine ontologico. Il discorso è complesso, perché mette in relazione ambiti diversi.
Ma a parte queste considerazioni, lo scontro fra evoluzionisti e creazionisti ad oltranza non giova al dialogo. Esso si alimenta di argomentazioni di tipo totalizzante e non aiuta nella ricerca della verità. A volte degrada nella derisione e nel disprezzo.
Perché il dibattito non assuma il carattere di scontro diventa importante che ciascuno riconosca l'ambito specifico in cui intende muoversi ed espliciti le sue posizioni che possono includere elementi di ordine scientifico e argomentazioni di ordine filosofico o teologico.
Un'altra posizione sul tema evoluzione e creazione è quella che vede nelle vedute della scienza e in quelle della fede due ambiti ben distinti e non comunicanti, due magisteri indipendenti, come affermava Stephen Gould, ognuno con le sue verità. Una posizione rispettosa, ma poco dialogante, avvicinabile a un dialogo tra sordi. Questa posizione non aiuta una fede pensata e può favorire atteggiamenti fideistici.
Una terza posizione è quella che, nel rispetto delle autonomie di campo e di metodo, ammette e cerca punti di contatto sia nella necessaria mediazione filosofica, per quanto attiene i principi della logica, sia cercando di allargare gli orizzonti della conoscenza sulla base di istanze che possono venire dallo studio della natura.

Mi sembra che vada in questa direzione l'appello che Benedetto XVI raccoglie dalla razionalità della natura - nei giorni scorsi ha parlato di "intelligibilità della creazione" - verso una mente superiore.

Questa apertura si accorda con la necessità di un sapere unitario della persona e di una visione della realtà che non si chiuda nell'unico orizzonte delle scienze positive. Ciò per rispondere alle diverse domande, specialmente a quelle di significato, che sorgono dalla realtà. Si può ricercare un'armonia che si riallaccia alla forza della verità, un compito arduo, ma non impossibile alla mente umana tenendo conto dei diversi approcci conoscitivi.
In questa direzione vanno alcune vedute a carattere più filosofico. Pierre Teilhard de Chardin parla di energia radiale o psichica che muove la materia verso strutture via via più complesse. Jean Guitton ammette una tendenza della materia a organizzarsi per andare verso stati più ordinati e complessi. Francisco J. Ayala ritiene che anche attraverso eventi casuali possa realizzarsi di fatto un disegno. Francis Collins pensa al "BioLogos", in cui Dio, che è fuori dallo spazio e dal tempo, usa il processo della evoluzione per trarne un piano creativo. Diventa importante la mediazione filosofica in ordine alla causalità efficiente e alla causa finale dell'evoluzione - a partire dalla teleologia interna a livello di strutture o teleonomia, secondo Jacques Monod - come pure per la spiegazione del carattere trascendente dell'uomo.
L'intento del dialogo dovrebbe essere quello di arrivare a una composizione armonica delle conoscenze. Se "le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Iddio", come sottolinea il Vaticano ii (Lumen gentium, 36), dovranno esserci punti di contatto e insieme rimanderanno alla loro fonte. L'evoluzione può diventare terreno di incontro tra scienza e fede. Non solo conciliabilità, ma complementarità e armonia.

(©L'Osservatore Romano - 1 novembre 2008)

Joseph Ratzinger e Stephen Hawking, foto in prima pagina su Osservatore Romano


Ratzinger e Hawking, foto in prima pagina su Osservatore Romano

Oggi l'udienza alla Pontificia accademia delle scienze

Città del Vaticano, 31 ott. (Apcom)
Il Papa chino su Stephen Hawking. E' l'immagine con la quale l''Osservatore romano' riferisce, in prima pagina, l'odierna udienza della Pontificia accademia delle scienze. Benedetto XVI è accanto al celebre astrofisico britannico in sedia a rotelle e legge sul computer con il quale Hawking, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, scrive per interagire con gli altri.

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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Su segnalazione di Alessia leggiamo (finalmente!) questo articolo del Corriere online.
Deve essere stato un parto molto doloroso.
Repubblica e' ancora in travaglio? :-)

R.

Benedetto XVI ai partecipanti della sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze

«Scienza e fede non in contraddizione»

Il Papa incontra Stephen Hawking, il teorico che esclude la necessità dell'intervento di Dio nella creazione

CITTÀ DEL VATICANO

Scienza e fede cristiana non sono in contraddizione. Lo ribadisce il Papa che, citando i suoi predecessori sulla cattedra di san Pietro e Galileo Galilei, ha rivolto un discorso ai partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, tra i quali il fisico Stephen Hawking, principale teorico della non necessità dell'intervento di Dio nella creazione.

NATURA E DIO

La natura è un «libro scritto da Dio», lo credeva anche Galileo e le successive scoperte non escludono la percezione del cosmo come un insieme ordinato, ha detto Joseph Ratzinger. «La filosofia recente ha proposto immagini per spiegare l'origine del cosmo basate su uno o più elementi del mondo materiale», ha osservato Benedetto XVI.
«Una genesi non vista come una creazione, ma piuttosto come mutazione o trasformazione, che implica una sorta di interpretazione orizzontale dell'origine del mondo». Ma per «svilupparsi ed evolvere, il mondo deve prima esistere», in altre parole «deve essere creato dal primo Essere che è tale per sua stessa essenza», è la conclusione del pontefice.

«LIBRO ORDINATO»

Le recenti teorie che sembrano escludere la necessità di un intervento divino nella creazione, come quella di Hawking, non possono non considerare la presenza di «un ordine, di un'intrinseca matematica», ribatte il Papa. «Il mondo, lungi dall'essere originato dal caos, somiglia a un libro ordinato. Nonostante elementi irrazionali, caotici e distruttivi intervenuti nel corso della sua trasformazione, resta leggibile alla mente umana». Quindi, secondo il filosofo Ratzinger, si evidenziano relazioni indiscutibili «nel mondo inorganico tra microstruttura e macrostruttura, nel mondo organico e animale tra struttura e funzione, e nel mondo spirituale tra la conoscenza della verità e l'aspirazione alla libertà». In Vaticano sino al 4 novembre la Pontificia accademia della scienza a porte chiuse discuterà delle teorie scientifiche sull'evoluzione dell'universo e della vita.

© Copyright Corriere online

Sinodo dei vescovi 2008: gli speciali di Zenit (5)


SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Il Sinodo prosegue sulla scia della Conferenza di Aparecida

Da una pastorale biblica a un'animazione biblica della pastorale

Due giovani trasformano e sono trasformati dal Sinodo

Il Sinodo sull'Africa parlerà di riconciliazione e giustizia sociale

Per la prima volta, il Sinodo accoglie il magistero di un Patriarca ortodosso

Tra le proposizioni del Sinodo, aprire il "lettorato" alle donne

La Parola di Dio al centro

Per una pastorale della Chiesa più biblica non solo a parole

Eletto il Consiglio che preparerà il prossimo Sinodo

Benedetto XVI confessa: è stato un Sinodo "commovente"

L'inatteso impatto ecumenico al Sinodo di Bartolomeo I

Benedetto XVI all'assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze: "Non c'è opposizione tra fede nella creazione e scienza"

Clicca qui per leggere il testo del discorso che il Papa ha rivolto ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze.

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Il Papa: vera sapienza è quella della Croce

Nel suo saluto dopo la Messa d’inizio anno degli Atenei Pontifici, ieri Benedetto XVI ha messo in guardia dalla superbia intellettuale che allontana dalla verità

DA ROMA MIMMO MUOLO

C’è una sapienza secondo Dio e una sapienza secondo gli uomini. Una sapienza della croce e una della carne. E solo la prima è vera. L’altra è solo «orgoglio umano», dunque «veleno» e «falsa sapienza» che provoca «fazioni e discordie nella Chiesa e, analogamente, nella società».
Così il Papa, citando san Paolo, si è rivolto ieri ai rettori, ai docenti e agli studenti delle Università pontificie, al termine della Messa per l’inaugurazione dell’Anno Accademico dei Pontifici Atenei Romani, presieduta nella Basilica Vaticana dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica.
Sceso in Basilica dopo la fine della celebrazione eucaristica, Benedetto XVI ha rivolto ai presenti (diverse migliaia) un discorso di saluto. «In questo anno, nel quale celebriamo il giubileo bimillenario della nascita dell’apostolo Paolo – ha spiegato sin dall’inizio il Pontefice – vorrei soffermarmi brevemente insieme con voi su un aspetto del suo messaggio che mi sembra particolarmente adatto per voi, studiosi e studenti, e sul quale mi sono intrattenuto anche mercoledì nella catechesi durante l’Udienza generale.
Intendo cioè riferirmi – ha aggiunto – a quanto san Paolo scrive sulla sapienza cristiana, in particolare nella sua prima Lettera ai Corinzi, comunità nella quale erano scoppiate rivalità tra i discepoli». In queste discordie, infatti, l’Apostolo vede «il segno della falsa sapienza, cioè di una mentalità ancora immatura, perché carnale e non spirituale». Per san Paolo, invece, la vera sapienza è quella della croce, ha ricordato il Papa, e perciò davvero sapienti sono solo «i piccoli», gli «stolti» secondo la sapienza di questo mondo, «i deboli, ignobili e disprezzati».
«Questo non è un atteggiamento anti­intellettuale, non è opposizione alla recta ratio », ha proseguito Benedetto XVI. Al contrario, «Paolo – seguendo Gesù – si oppone ad un tipo di superbia intellettuale, in cui l’uomo, pur sapendo molto, perde la sensibilità per la verità e la disponibilità ad aprirsi alla novità dell’agire divino». Perciò di fronte ai teologi e agli studenti delle Università Pontificie, il Papa ha rimarcato il vero significato di «questa riflessione paolina». Essa, ha detto, «non vuole affatto condurre a sottovalutare l’impegno umano necessario per la conoscenza, ma si pone su un altro piano: a Paolo interessa sottolineare (e lo fa senza mezzi termini) – ha sottolineato il Pontefice – che cosa vale realmente per la salvezza e che cosa invece può recare divisione e rovina. L’Apostolo cioè denuncia il veleno della falsa sapienza, che è l’orgoglio umano. Non è infatti la conoscenza in sé che può far male, ma la presunzione, il 'vantarsi' di ciò che si è arrivati – o si presume di essere arrivati – a conoscere. Proprio da qui derivano poi le fazioni e le discordie nella Chiesa e, analogamente, nella società». Si tratta dunque, ha ricordato Benedetto XVI, «di coltivare la sapienza non secondo la carne, bensì secondo lo Spirito. Sappiamo bene che san Paolo con le parole 'carne, carnale' non si riferisce al corpo, ma ad un modo di vivere solo per se stessi e secondo i criteri del mondo. Perciò, secondo Paolo, è sempre necessario purificare il proprio cuore dal veleno dell’orgoglio, presente in ognuno di noi. Anche noi dobbiamo dunque elevare con san Paolo il grido: 'Chi ci libererà?'. E pure noi possiamo ricevere con lui la risposta: la grazia di Gesù Cristo, che il Padre ci ha donato mediante lo Spirito Santo». Perciò chi ci purifica dalla falsa sapienza è «il 'pensiero di Cristo', che per grazia abbiamo ricevuto». E questo 'pensiero', ha fatto notare il Papa, «lo accogliamo attraverso la Chiesa e nella Chiesa, lasciandoci portare dal fiume della sua viva tradizione. Lo esprime molto bene l’iconografia che raffigura Gesù-Sapienza in grembo alla Madre Maria, simbolo della Chiesa: In gremio Matris sedet Sapientia Patris, 'in grembo alla Madre siede la Sapienza del Padre', cioè Cristo.
Rimanendo fedeli a quel Gesù che Maria ci offre, al Cristo che la Chiesa ci presenta, possiamo impegnarci intensamente nel lavoro intellettuale, interiormente liberi dalla tentazione dell’orgoglio e vantandoci sempre e solo nel Signore». Questo, ha concluso il Pontefice, «è l’augurio che vi faccio all’inizio del nuovo anno accademico».

© Copyright Avvenire, 31 ottobre 2008

Svolta di Papa Ratzinger: psicologi nei seminari (Rodari)

Clicca qui per leggere l'articolo di Paolo Rodari per "Il Riformista".

Benedetto XVI: "Tra fede e scienza non c'è opposizione"


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Il Papa agli studenti delle università ecclesiastiche: "Siate liberi dalla tentazione dell’orgoglio" (Sir)

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Rabbino Rosen al Papa: "Accesso agli Archivi può aiutare il dialogo" (Sir)

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Presentati gli "Orientamenti" sui possibili contributi delle scienze psicologiche nella valutazione di un candidato al sacerdozio (Radio Vaticana)

Il Papa: "Cristiani ed Ebrei, testimoni comuni dell'amore di Dio". Nota di padre Lombardi sull'apertura degli archivi vaticani (Radio Vaticana)

Il Papa agli Ebrei: "Il dialogo è sincero ed onesto solo se rispetta le differenze" (Sir)

La crisi nelle Sacre Stanze. E il Papa scrive un’enciclica economica (Ingrao)

Papa Giovanni XXIII: «Bel discorso, cardinale Frings». Ma l'autore era un certo Joseph Ratzinger (Lucio Brunelli)

Presentato in Vaticano il documento su psicologia e formazione dei presbiteri (Sir)

Mons. Fisichella sul ruolo dell'università: "In pieno relativismo educhiamo alla verità" (Osservatore Romano)

Benedetto XVI e Giovanni XXIII: una carezza nel segno della continuità (Osservatore Romano)

Pubblicato il Messale Ordinario Tradizionale italiano-latino (Edizioni Fede & Cultura)

SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Papa: tra fede e scienza non c'è opposizione

Roma - "Non c’è alcuna opposizione tra la comprensione della fede riguardo alla creazione e la evidenza delle scienze empiriche". Lo ha ribadito Benedetto XVI ai membri della Pontificia accademia delle scienze che da oggi fino al 3 novembre dedicano la loro assemblea plenaria al tema Approcci scientifici sull’evoluzione dell’universo e della vita.

Il rapporto tra fede e scienza Una scelta di argomento che il Papa ha apprezzato, sottolinenado che "molti nostri contemporanei oggi desiderano riflettere sull’origine ultima degli esseri, la loro causa e la loro fine e il significato della storia umana e dell’universo". Per il Pontefice teologo, "affermare che il fondamento del cosmo e i suoi sviluppi risalgono alla infinita saggezza del Creatore non significa dire che la creazione ha a che fare solo con l’inizio della storia del mondo e della vita. Implica piuttosto che il creatore fonda questi sviluppi e li supporta continuamente". Infatti, la creazione non è il risultato nè di un movimento nè di una mutazione, ma scaturisce da "una relazione fondante e continua che lega la creatura al Creatore che è causa di ogni essere e di tutto il divenire".

Universo ed evoluzione La natura è un "libro scritto da Dio", lo credeva anche Galileo e le successive scoperte non escludono la percezione del cosmo come un insieme ordinato. "Possiamo non essere capaci in prima battuta di vedere l’armonia del tutto". "Resta sempre, tuttavia - ha affermato il Santo Padre - un’ampio raggio di eventi intelligibili, e il processo è razionale nella misura in cui rivela un ordine di corrispondenze evidenti e finalità innegabili". "La filosofia recente ha proposto immagini per spiegare l’origine del cosmo basate su uno o più elementi del mondo materiale - ha osservato papa Ratzinger - una genesi non vista come una creazione, ma piuttosto come mutazione o trasformazione", che implica "una sorta di interpretazione orizzontale dell’origine del mondo". Ma per "svilupparsi ed evolvere, il mondo deve prima esistere", in altre parole "deve essere creato" dal primo essere che è tale per sua stessa essenza. E le recenti teorie che sembrano esaltare l’idea di un caos immanente, come quella del professor Stephen Hawking che in questi giorni partecipa all’assemblea della Pontificia accademia, non possono invece escludere, secondo Benedetto XVI - la presenza di un "ordine", di una "intrinseca matematica". "Il mondo, lungi dall’essere originato dal caos - insiste il Papa - somiglia ad un libro ordinato: è un cosmo". E, nonostante "elementi irrazionali, caotici e distruttivi" intervenuti nel corso della sua trasformazione, resta "leggibile" alla mente umana. Si evidenziano cosi, a suo giudizio, relazioni indiscutibili: "Nel mondo inorganico, tra microstruttura e macrostruttura, nel mondo organico e animale, tra struttura e funzione; e nel mondo spirituale, tra la conoscenza della verità e l’aspirazione alla libertà". "La ricerca sperimentale e filosofica - ha concluso Benedetto XVI - scopre questi ordini, percepisce la loro capacità di autorigenerarsi, difendendosi da squilibri e incombenti ostacoli".

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Il presidente del Libano Sleiman ricevuto dal Papa. La Santa Sede: sia salvaguardata la peculiare identità di questo Paese (Radio Vaticana)


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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Il presidente del Libano Sleiman ricevuto dal Pontefice. La Santa Sede: sia salvaguardata la peculiare identità di questo Paese

Questa mattina Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente della Repubblica libanese, il generale Michel Sleiman, che successivamente ha avuto un incontro con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone: incontro al quale si sono aggiunti il Ministro degli Affari Esteri e degli Emigrati Fawzi Salloukh e l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati.
“Nel corso dei cordiali colloqui – riferisce la Sala Stampa vaticana - è stato ribadito l’interesse della Santa Sede per il Libano e il suo continuo impegno affinché ne sia salvaguardata la peculiare identità. Vivo apprezzamento è stato quindi espresso per lo sforzo che il Paese e i suoi leaders stanno compiendo nell’intento di ricondurre la vita istituzionale entro i binari della normale dialettica politica, dove ogni componente del popolo libanese possa apportare il suo contributo al bene comune e veda le proprie preoccupazioni e attese tenute nella dovuta considerazione. Ci si è soffermati, infine, sulla delicata situazione regionale, auspicando una rapida e giusta soluzione della questione palestinese e accennando alle condizioni e ai problemi delle comunità cristiane nel Medio Oriente”.

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COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, 31.10.2008

Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza il Presidente della Repubblica libanese, Sua Eccellenza il Gen. Michel Sleiman, e Seguito. Successivamente, il Presidente Sleiman ha avuto un incontro con l’Em.mo Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, al quale in seguito si sono aggiunti Sua Eccellenza il Sig. Fawzi Salloukh, Ministro degli Affari Esteri e degli Emigrati, e Sua Eccellenza Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei cordiali colloqui, è stato ribadito l’interesse della Santa Sede per il Libano e il suo continuo impegno affinché ne sia salvaguardata la peculiare identità. Vivo apprezzamento è stato quindi espresso per lo sforzo che il Paese e i suoi leaders stanno compiendo nell’intento di ricondurre la vita istituzionale entro i binari della normale dialettica politica, dove ogni componente del popolo libanese possa apportare il suo contributo al bene comune e veda le proprie preoccupazioni e attese tenute nella dovuta considerazione. Ci si è soffermati, infine, sulla delicata situazione regionale, auspicando una rapida e giusta soluzione della questione palestinese e accennando alle condizioni e ai problemi delle comunità cristiane nel Medio Oriente.

Bollettino Ufficiale Santa Sede

Il Papa: il cosmo non è un caos, ma un ordine fondato dal Creatore che la scienza può progressivamente indagare nelle leggi che lo regolano (R.V.)


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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Il Papa ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze: il cosmo non è un caos, ma un ordine fondato dal Creatore che la scienza può progressivamente indagare nelle leggi che lo regolano

Il cosmo non è un sistema caotico bensì ordinato ed è possibile “leggere”, nelle sue regole interne, la presenza di un Creatore, grazie anche al contributo e al continuo sviluppo delle scienze. E’ il pensiero di sintesi con il quale Benedetto XVI si è rivolto ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, riunita in questi giorni in Vaticano per discutere degli ultimi apporti della ricerca scientifica sulle origini e l’evoluzione dell’universo, della materia e della vita. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Affermare che la fondazione del cosmo e il suo sviluppo siano frutto della “provvidenziale sapienza” di un Creatore non vuol dire che la creazione ha a che fare solo con l'inizio della storia del mondo e della vita. Essa implica che il Creatore “origina questi sviluppi” e li “sostiene continuamente”.
E’ uno dei passaggi chiave dell’intenso discorso rivolto da Benedetto XVI agli scienziati ricevuti in Vaticano. “Approcci scientifici sull’evoluzione dell’universo e della vita”, tema della plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, è argomento di grande interesse, ha osservato all’inizio il Papa, poiché “molti dei nostri contemporanei - ha riconosciuto - oggi riflettono sull'origine ultima degli esseri viventi, sulla loro causa e la loro fine, e sul significato della storia umana e dell'universo”:

“In questo contesto, sorgono naturalmente le questioni riguardanti il rapporto tra la lettura scientifica del mondo e della lettura offerta dalla Rivelazione cristiana. I miei predecessori, Pio XII e Giovanni Paolo II, hanno osservato che non vi è alcuna opposizione tra la comprensione della creazione data dalla fede e la prova offerta dalle scienze empiriche”.

Se “nella sua fase iniziale”, ha detto il Pontefice, la filosofia ha proposto un’idea per così dire “orizzontale” dell'origine del cosmo, basata cioè su uno o più elementi del mondo materiale, la successiva comprensione metafisica dell’essere in quanto tale ha portato l’uomo a intuire che il mondo, in quanto “creato”, viene da “Essere” creatore. Il Papa ha citato in proposito Tommaso d’Aquino, il quale affermò che “la creazione non è né un movimento né una mutazione. Essa è invece data dal fondamentale e continuo rapporto che lega la creatura al Creatore, perché egli è la causa di ogni essere e di ogni divenire”.

In un’ottica di fede, dunque, leggere l’evoluzione - lungi dal considerarla un “caos” - è come “leggere un libro”, secondo un’antica similitudine cara a molti scienziati, compreso Galileo. Un libro, ha sostenuto Benedetto XVI, “la cui storia, la cui evoluzione, il cui ‘essere scritto’ ed il cui significato, noi ‘leggiamo’ in base ai diversi approcci delle scienze”:

“Nonostante gli elementi irrazionali, caotici e distruttivi rilevabili nel lungo processo di cambiamento nel cosmo, la materia in quanto tale è ‘leggibile’. È una costruzione interna ‘matematica’. La mente umana può pertanto impegnarsi non solo in una ‘cosmografia’, studiando i fenomeni misurabili, ma anche in una ‘cosmologia’, cioè discernendo la logica interna visibile del cosmo”.

“Potremmo non essere all’inizio in grado - ha proseguito il Papa - di cogliere sia l'armonia nel suo complesso sia nelle relazioni delle singole parti, o il loro rapporto rispetto a tutto l'insieme”. Eppure, i rapporti che l’uomo nel corso dei secoli ha saputo cogliere e descrivere - ad esempio, tra microstruttura e macrostruttura nel mondo inorganico, o tra struttura e funzione in quello organico e animale - e tra conoscenza della verità e l'aspirazione alla libertà nel mondo spirituale - dimostrano, ha sottolineato Benedetto XVI, che la ricerca sperimentale e filosofica sa scoprire “gradualmente questi ordini, li percepisce lavorando per mantenerli in essere, per difendersi dagli squilibri e superare gli ostacoli”. E proprio grazie alle scienze naturali, ha soggiunto “abbiamo notevolmente aumentato la nostra comprensione della unicità del posto che occupa l'umanità all’interno del cosmo.

Il Papa ha concluso il suo intervento con queste parole di Giovanni Paolo II, pronunciate nel 2003: “La verità scientifica, che è di per sé una partecipazione alla verità divina, può aiutare la filosofia e la teologia a comprendere ancor più pienamente la persona umana e la Rivelazione di Dio sull'uomo, una rivelazione che è stata completata e perfezionata in Gesù Cristo”.

Tra i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze figura, fra gli altri, il prof. Werner Arber, 79.enne biologo svizzero, che esattamente 30 anni fa fu insignito del Premio Nobel per la medicina. Mario Galgano della redazione tedesca della nostra emittente lo ha intervistato sul nodo del rapporto tra scienza e fede:

R. - Die große Mehrheit der Naturwissenschaftler...

La maggioranza degli scienziati è convinta che sia una sciocchezza cercare di provare scientificamente l’esistenza di Dio. Ciò non viene messo in discussione durante la nostra assemblea plenaria. Ma vorrei sottolineare come la scienza debba avere un grande rispetto nei confronti della fede. La fede è una parte importante della vita umana. Scienza e fede sembrano essere due mondi cosi differenti, ma l’importante è che non ci sia un conflitto tra le due parti. Quello che vogliamo e dobbiamo sviluppare è la collaborazione reciproca. Questa collaborazione ha un nome significativo, cioè evoluzione.

D. - Come valuta il lavoro svolto in seno alla Pontificia Accademia delle Scienze?

R. - Ich bin als Nicht-Katholik von der Zusammenarbeit...

Io sono uno svizzero di fede protestante e sono molto soddisfatto della collaborazione con il Vaticano. Nella nostra Accademia Pontificia ci sono tanti non cattolici. Trovo molto importante anche il fatto che i membri provengano da tutti i continenti. Un altro punto importante è il fatto che ci siano tante donne in questa Accademia. Ciò è un segno per la scienza e dimostra che cerca di essere all’avanguardia nel rapporto con le scienze naturali.

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IL BLOG SARA' AGGIORNATO PIU' TARDI...A DOPO :-)

Sono le 13.16 e ancora non si ha notizia sui giornali online del discorso del Papa su Creazione ed Evoluzione! Strano! Di solito vediamo titoloni in rosso mezzo secondo dopo che il Papa ha aperto bocca. Coraggio, cari signori :-) A dopo :-)

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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Papa/ Cita Galileo: Scienza e fede non sono in contraddizione

"La natura è come un libro il cui autore è Dio"

Città del Vaticano, 31 ott. (Apcom)

La scienza e la fede cristiana non sono in contraddizione: lo afferma il Papa che, citando Galileo Galilei e i Papi che lo hanno preceduto, ha rivolto un discorso ai partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, in Vaticano, tra i quali c'è il fisico Stephen Hawking.
"I miei predecessori Pio XII e Giovanni Paolo II hanno osservato che non vi è alcuna opposizione tra la comprensione della creazione da parte della fede e l'evidenza fornita dalle scienze empiriche", ha detto Benedetto XVI. "L'immagine della natura come un libro ha le sue radici nel cristianesimo ed è stato un concetto caro a molti scienziati. Galileo vedeva la natura come un libro il cui autore è Dio allo stesso modo in cui le Sacre scritture hanno Dio per autore. E' un libro la cui storia, la cui evoluzione, il cui 'testo' e significato, 'leggiamo' a seconda dei diversi approcci, presupponendo sempre la presenza fondante dell'autore che vi ha rivelato se stesso".
Citando più diffusamente Giovanni Paolo II, Ratzinger ha poi affermato che "la verità scientifica, che in se stessa partecipa della verità divina, può aiutare la filosofia e la teologia a capire anche più pienamente la persona umana e la rivelazione di Dio sull'uomo, una rivelazione che è completata e perfezionata in Gesù Cristo".

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Papa: In creazione intrinseca matematica, eventi intellegibili

Udienza alla Pontificia accademia delle scienze

Città del Vaticano, 31 ott. (Apcom)

Nel mondo è iscritta una "intrinseca matematica" e, nonostante elementi di caos e l'irrazionalità, vi si rintracciano "eventi intellegibili" che rimandano alla presenza di un Dio: pur senza sposare le teorie del creazionismo o del 'disegno intelligente', il Papa, ricevendo questa mattina i partecipanti alla sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze, ha affrontato il tema dell'evoluzionismo, sottolineando che il Creatore non si accontenta di far nascere il cosmo e l'essere umano ma li accompagna nella sua evoluzione.
Affermare che "la fondazione del cosmo e i suoi sviluppi è la provvidente saggezza del Creatore non significa che la creazione riguarda solo l'inizio della storia del mondo e della vita", ha detto Benedetto XVI. "Implica, invece, che il Creatore fonda questi sviluppi e li sostiene, li puntella e li sostiene continuamente".

Il mondo "lungi dal nascere dal caos, assomiglia ad un libro ordinato", ha detto il Papa citando un'immagine cara a Galileo. "E' un cosmos". "Nonostante gli elementi di irrazionalità, caos e distruzione nel lungo processo di cambiamento del cosmo, la materia in quanto tale è 'leggibile'", ha proseguito Raztinger: "Ha un'intrinseca 'matematica'. La mente umana può pertanto impegnarsi non solo in un 'cosmografia', studiando fenomeni misurabili, ma anche in una 'cosmologia', discernendo la logica interna visibile del cosmo".

"All'inizio - ha proseguito il Papa - potremmo non essere in grado di visualizzare l'armonia tanto dell'insieme quanto delle relazioni delle singoli parti con l'insieme. Eppure - ha affermato - rimane sempre una vasta gamma di eventi intelligibili, e il processo è razionale nella misura in cui rivela un ordine di evidenti corrispondenze e innegabili finalità: nel mondo inorganico, tra microstruttura e macrostruttura; nel mondo organico e animale, tra struttura e funzione; e nel mondo spirituale, tra conoscenza della verità e aspirazione alla libertà. L'indagine sperimentale e filosofica - ha aggiunto Papa Benedetto - scopre gradualmente questi ordini; li percepisce al lavoro per mantenersi in essere, difendersi dagli squilibri e superare gli ostacoli".

© Copyright Apcom

Il Papa afferma che non c'è contrasto fra Creazione ed Evoluzione: come mai non vedo titoloni nei giornali online?

Il Papa ha appena fatto un'affermazione importantissima sull'assenza di contraddizione fra fede e ragione, fede e scienza, evoluzione e creazione.
Come mai non leggo titoloni sui giornali online? Ci si interessa solo agli argomenti che possono suscitare polemiche?
Domanda retorica...

R.

Il Papa: “Non c’è alcuna opposizione tra la comprensione della fede riguardo alla creazione e la evidenza delle scienze empiriche”


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Il Papa: "Cristiani ed Ebrei, testimoni comuni dell'amore di Dio". Nota di padre Lombardi sull'apertura degli archivi vaticani (Radio Vaticana)

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BENEDETTO XVI: ALLA ACCADEMIA DELLE SCIENZE, “NON C’È OPPOSIZIONE TRA SCIENZA E FEDE”

“Non c’è alcuna opposizione tra la comprensione della fede riguardo alla creazione e la evidenza delle scienze empiriche”.
È tornato a ribadirlo papa Benedetto XVI accogliendo questa mattina in udienza i membri della Pontificia Accademia delle scienze che da oggi fino al 3 novembre stanno dedicando la loro assemblea plenaria al tema “Approcci scientifici sull’evoluzione dell’universo e della vita”.
Il Papa ha apprezzato la scelta dell’argomento di riflessione perché – ha detto – “molti nostri contemporanei oggi desiderano riflettere sull’origine ultima degli esseri, la loro causa e la loro fine e il significato della storia umana e dell’universo”. Il Papa ha quindi pronunciato una vera e propria lezione sull’origine della vita.
“Affermare che il fondamento del cosmo e i suoi sviluppi”, ha detto il Papa, risalgono alla “infinita saggezza del Creatore non significa dire che la creazione ha a che fare solo con l’inizio della storia del mondo e della vita. Implica piuttosto che il creatore fonda questi sviluppi e li supporta continuamente”. Pertanto la creazione “non è né un movimento né una mutazione. E’ invece una relazione fondante e continua che lega la creatura al Creatore che è causa di ogni essere e di tutto il divenire”.
Pertanto – ha proseguito il Papa rifacendosi al pensiero di Tommaso Aquino – “la creazione non è né un movimento né una mutazione. È piuttosto una relazione fondante e continua che lega la creatura al Creatore che è causa di ogni essere e di tutto il divenire”. Rifacendosi poi ad una immagine di Galileo, papa Benedetto XVI ha detto che la natura è come “un libro” il cui autore è Dio e “la cui storia, evoluzione, contenuto e significato” vengono letti nel tempo “a seconda dei differenti approcci delle scienze”. “Questa immagine ci aiuta anche a capire che il mondo, lungi dall’essere originato dal caos, assomiglia ad un libro ordinato”. “Possiamo non essere in grado di leggere l’armonia del tutto e le relazioni tra le singoli parti e le loro relazioni con l’insieme. Tuttavia rimane una vasta gamma di eventi intellegibili”. “Il processo è razionale” e “rivela un ordine” fatto di “corrispondenze e di finalità innegabili”.
Lo studio “sperimentale e filosofico” è chiamato a indagare “questi ordini”. Da qui la riconoscenza della Chiesa per “le scienze naturali”, anche perché è grazie ad esse – ha detto oggi il Santo Padre – che “noi abbiamo grandemente aumentato la nostra comprensione riguardo l’unicità del posto dell’uomo rispetto al cosmo”.

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