31 maggio 2008

Ben Chorin, l'ebreo che elogiò l'Eucaristia (Osservatore Romano)


Vedi anche:

L'ambasciatore cinese in Italia: «Cina e Vaticano, presto una svolta» (Pozzi)

Questa sera in Piazza San Pietro la chiusura del mese mariano presieduta dal Papa: intervista col cardinale Comastri (Radio Vaticana)

Il Papa: i sistemi economici globalizzati siano aperti alla sussidiarietà e alla solidarietà, per un'integrale promozione dell'uomo (R.V.)

CELEBRAZIONE A CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO

Aumentano le firme per de­stinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica

Il cardinale Bagnasco: «Laicità, valore anche per la Chiesa» (Muolo)

Il Papa: "Occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale"

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI (Mazza e Muolo)

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

Giornalista e studioso di religioni comparate dedicò la vita al riavvicinamento tra il popolo di Israele e la Chiesa

Ben Chorin, l'ebreo che elogiò l'Eucaristia

di Cristiana Dobner

Uno sguardo ebraico su Gesù, Maria e Paolo non era proprio abituale nella seconda metà del secolo scorso. Un giornalista e studioso di religioni comparate seppe gettarlo e configurarlo in una trilogia che successivamente raggiunse i lettori tedeschi rispettivamente nel 1967, 1970 e 1971, e successivamente tradotta in varie lingue, che costituisce l'espressione di un pensiero completo, quasi a tutto tondo, su Gesù, la madre Maria e Paolo apostolo delle genti.
Chi ne è l'autore? Ogni pensiero infatti affonda le sue radici nel terreno particolare della vita di ciascuno e ne è espressione ed emanazione. L'autore fu un personaggio che giocò la sua vita sull'utopia del dialogo ebraico cristiano, credendoci e non soltanto seguendo una moda, magari momentanea, investendo tempo ed energie per conoscere, apprezzare e confrontare le due religioni. Fritz Rosenthal nacque a Monaco di Baviera nel 1913 in una famiglia di commercianti ebrei assimilati, dopo il ginnasio studiò all'università lettere e religioni comparate. All'incombere della furia nazista nel 1933 il giovane universitario fu a più riprese arrestato dalla Gestapo, decise perciò di seguire il suo maestro Martin Buber e di "salire" a Gerusalemme. Qui cambiò il suo nome e divenne Shalom Ben Chorin ("Pace figlio della libertà"). Praticò il giornalismo fino al 1970, mentre successivamente fu docente a Gerusalemme, Tubinga e Monaco. Fondò nel 1958 la prima Comunità ebraica liberale, ancora oggi guidata dal figlio Tovia, la Congregazione 'Or Hadash, la prima sinagoga riformata in Israele, presente anche in Austria.
Superando pregiudizi e fraintendimenti, in un clima in cui gli echi del nazismo ancora non si erano spenti, e sempre attento alla sua patria d'origine e alla sua lingua tedesca, lo studioso, facendo suo un detto di Alfred Kerr "che cosa è una casa, una patria? È infanzia, la nenia, la forzatura della lingua e la costrizione del ricordo", privò il termine della pretta appartenenza politica, che tanto fu devastante per l'Europa e il mondo con la sua connotazione di nazionalsocialismo, ed aderì nel 1975 all'Unione di Scrittori di lingua tedesca d'Israele, diventandone uno dei quindici membri fondatori.
Shalom Ben Chorin, vivendo appassionatamente quanto il suo nome significava riuscì, conclusa la guerra, a dimostrarsi uno dei "pontieri", uno dei grandi costruttori di ponti, precursori in quello che, abitualmente, viene definito il dialogo ebraico-cristiano. Egli fu membro infatti del gruppo di lavoro ebraico-cristiano del Consiglio della Chiesa protestante di Germania. Lavoro di costruzione da pontieri e lavoro di smistamento di rovine smantellate: bisognava eliminare il tentativo sempre sospettato, quasi sotteso, di una missione verso o contro gli ebrei.
La produzione letteraria e teologica di Shalom Ben Chorin - in una prosa dinamica e ricca di battute - tradotta in varie lingue, gli valse molti riconoscimenti, fra cui la laurea honoris causa dalle università di Monaco (1988) e di Bonn (1993). Si spense a Gerusalemme nel 1999.
Nel 1922 Joseph Gedaliah Klausner aveva pubblicato il volume Jeshu ha-nozri, Gesù il nazareno, che segnò una svolta nella considerazione da parte del mondo ebraico di Colui che i cristiani considerano il Messia, il Figlio di Dio. È ben noto infatti quanto si trova scritto nel Talmud.
Il volume dedicato a Paolo, apostolo delle genti contiene la riflessione su Paolo, l'apostolo delle genti, e si snoda in nove capitoli ancorati alla conoscenza della problematica e ruotanti sul perno di Gesù Risorto nel contesto storico delle grandi città Gerusalemme, Atene, Roma che costituiscono il fondale della vita di Saul, divenuto Paolo, che "annuncia Gesù di Nazaret come il Cristo della sua esperienza di Damasco". Quindi la risurrezione per l'autore è considerata significante in primo luogo partendo da Paolo, mentre storicamente è dubbiosa. Gesù è altro, "è per me un fratello eterno; non solo fratello nell'umanità, fratello nell'ebraismo. Io sento la sua mano fraterna che mi prende perché io lo segua, una mano umana, quella che porta i segni del più grande dolore (...) È la mano di un grande testimone di fede in Israele; la sua fede, la sua incondizionata, la sua assoluta fiducia in Dio Padre, la sua prontezza ad umiliarsi completamente sotto la volontà di Dio, è l'atteggiamento che Gesù ha vissuto per noi e che può unirci, ebrei e cristiani, la fede di Gesù ci unisce (...), ma la fede in Gesù ci divide".
Ben Chorin accostando i Vangeli con "l'intuizione", che non significa fantasia ma frequentazione assidua e familiarità con i testi dalla propria sensibilità e tradizione religiosa, priva però di pregiudizi, avverte come sia la fede ebraica a vivere in Gesù; è un ebreo perseguitato ed infine ucciso che nella sua vita richiama al Regno di Dio, un profeta come Elia ed Eliseo.
Non solo è un maestro della legge come i tannaiti (maestri ebrei dei primi secoli dell'era cristiana), che prediligevano le parabole. La peculiarità di Gesù è il suo rivolgersi agli am ha-arez, agli incolti, cioè al popolo della terra. Al centro della sua predicazione splende l'amore, a sua volta centro della Torah, della legge, con molte analogie alla linea della scuola farisaica di Hillel.
Paolo, ebreo della diaspora da Tarso Cilicia, fariseo e civis Romanus, si muove in tre mondi e con tre lingue: l'ebraico, il greco e il latino e in frontiere geografiche precise, patisce le pressioni storiche e politiche del clima esasperato del primo secolo: Paolo ebreo è in polemica con gli ebrei.
Shalom Ben Chorin ritiene che Paolo paghi un altissimo prezzo per annunciare il "Servo di Jahweh" (Isaia 49, 6): riconoscendolo in Gesù Cristo, rinuncia proprio al cuore dell'ebraismo, alla Legge. Paolo stando "fra Israele e i pagani" e volendo unire "spesso operò separando". Ne seguirono fraintendimenti che pesarono sulle vicende storiche delle due religioni e sui loro rapporti. Soltanto chiarendoli ed eliminandoli sarà possibile ottenere "uno sguardo libero" gettato su entrambi: Israele e la Chiesa.
L'approfondimento quindi di questo pensatore/pontiere può oggi, dopo tanto cammino percorso insieme e tanti incontri significativi, segnare una pietra miliare. Lo aveva intuito e dimostrato Bernard Dupuy nella sua presentazione in un'edizione francese cogliendo l'ottica dell'autore, per il quale gli scritti di Paolo si possono leggere solo a partire dai profeti d'Israele e gli appelli lanciati agli ebrei suoi contemporanei emergono, in qualche modo, dalla profezia. L'audacia di Paolo fu somma in tempo di profezia chiusa e suscitò stupore e reazioni vive nelle autorità; proponeva opinioni umane, pur tuttavia affondate nella Scrittura. Paolo richiama che, nella Bibbia, è Dio che parla e agisce, non possiamo catturare Dio a nostro profitto, come neppure possiamo comprenderlo e tentare di circoscriverlo, c'è sempre un istante in cui bisogna cedere davanti a Lui, nessuna autorità può interporsi.
Shalom Ben Chorin viveva in sintonia con Gesù Cristo che "ha incontrato Paolo davanti a Damasco. Sempre e sempre lo incontro, sempre e sempre dialoghiamo, avendo in comune l'origine ebraica e la speranza ebraica del regno. E da quando io dall'Europa cristiana sono venuto a risiedere nell'ebraico Israele, mi è venuto ancora più vicino, perché io vivo nella sua terra e tra il suo popolo, e i suoi detti e le sue parabole mi sono così vicini e pieni di calore umano come se tutto ciò fosse accaduto qui, oggi".
L'apostolo delle genti Paolo di Tarso altro non ha mai voluto dopo l'incontro con Gesù Cristo Risorto sulla via di Damasco. "Quando io nel banchetto pasquale sollevo il calice e spezzo il pane non lievitato" osservava Ben Chorin nel Seder Pesach, "allora faccio quel che egli ha fatto, e so di essergli più vicino di qualche cristiano che celebra il mistero dell'Eucaristia in modo del tutto staccato dalla sua origine ebraica".
Una visione nuova la si può costruire solo conoscendo e conoscendoci. Shalom Ben Chorin è perfettamente consapevole che, dopo la Shoah "la consolazione non può mai più risolversi nel dolce alone di parole confortanti, deve sussistere nel mantenimento delle contraddizioni".
Il ramo di mandorlo che troviamo nel profeta Geremia, però, veglia e si distende sui rapporti ebraico-cristiani. Shalom Ben Chorin non lo affermò in un momento in cui le offensive belliche si erano placate ma nel 1942, il tragico anno per il popolo di Israele colpito dall'infuriare della Shoah, ed è, ancor oggi, un invito a perseverare nei momenti bui e difficili rivolto da una persona che ne visse la catastrofe e ne fu testimone:

Amici, che il ramo di mandorlo
di nuovo fiorisca e germogli
non forse è un segno
che l'amore rimane?
Che la vita non finisca
anche se il molto sangue grida
non conta poco
in questo torbidissimo tempo
Migliaia ne calpesta la guerra
un mondo scompare
Allora la vittoria fiorita della vita
lieve oscilla nel vento
Amici, che il ramo di mandorlo
oscilli fiorito,
rimane per noi un segno:
la vita vince


(©L'Osservatore Romano - 31 maggio 2008)

L'ambasciatore cinese in Italia: «Cina e Vaticano, presto una svolta» (Pozzi)


Vedi anche:

SPECIALE: LA LETTERA DEL PAPA ALLA CHIESA CINESE

Questa sera in Piazza San Pietro la chiusura del mese mariano presieduta dal Papa: intervista col cardinale Comastri (Radio Vaticana)

Il Papa: i sistemi economici globalizzati siano aperti alla sussidiarietà e alla solidarietà, per un'integrale promozione dell'uomo (R.V.)

CELEBRAZIONE A CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO

Aumentano le firme per de­stinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica

Il cardinale Bagnasco: «Laicità, valore anche per la Chiesa» (Muolo)

Il Papa: "Occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale"

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI (Mazza e Muolo)

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

«Cina e Vaticano, presto una svolta»

Sun Yuxi: i negoziati procedono bene

di Lucia Pozzi

ROMA (31 maggio)

«Se i contatti e i negoziati con il Vaticano continueranno nel segno del dialogo, come è stato finora, il processo di normalizzazione dei rapporti potrebbe avere presto uno sbocco positivo». Parla pesando le parole Sun Yuxi, Ambasciatore della Repubblica Popolare di Cina in Italia, insediatosi da due mesi a Roma e, in questa intervista esclusiva con Il Messaggero, alla sua prima uscita sulla carta stampata. Pesa le parole perché il tema è delicatissimo, né vuole entrare nel merito dei negoziati in corso. Ma il suo pensiero è chiaro: «Tutto dipenderà dagli sforzi che la Cina, da una parte, e il Vaticano, dall’altra, faranno concretamente per venirsi incontro e trovare un accordo. E, a dire la verità, mi auguro davvero che ci si possa arrivare velocemente».
Sorride mentre ricorda il suo incontro con il Papa. E dice di essere «molto onorato» per il fatto di essere il primo Ambasciatore cinese ad avergli parlato pubblicamente.

Quando è successo?

«Pochi giorni fa, il 7 maggio, in occasione del concerto dell’Orchestra Filarmonica Cinese in Vaticano, nell’Aula Paolo VI».

E cosa vi siete detti, lei e Benedetto XVI?

«Poche parole, per la verità. Io mi sono presentato, come il nuovo Ambasciatore in Italia, e il Santo Padre mi ha dato il benvenuto in Vaticano».

Solo questo?

«No. Gli ho detto che più di un miliardo di cinesi vogliono sviluppare relazioni di amicizia con il Vaticano».

E lui?

«Mi ha accolto in modo molto cordiale. Di fatto, non è solo il Vaticano che vuole migliorare i rapporti con la Cina. Anche da parte nostra c’è la volontà di procedere in tal senso. Tanto che i negoziati per il rilancio delle relazioni diplomatiche non si sono mai sopiti del tutto».

A proposito di relazioni con la Cina - diplomatiche e non solo - quali sono le prospettive per l’Italia al quarto governo Berlusconi?

«Tengo innanzitutto a dire che il vostro Paese si è distinto per la qualità e la quantità degli aiuti inviati tempestivamente nel Sichuan devastato dal terremoto. Molto più di quanto abbia fatto la Francia, per esempio, che pure è prodiga di dichiarazioni ufficiali di cordoglio e solidarietà...»

Pare davvero che il feeling meraviglioso che c’era con Chirac Presidente sia svanito del tutto dopo le polemiche sul Tibet, né Sarkozy sembra avere possibilità di recupero. Potrebbe essere l’Italia il nuovo “riferimento” della Cina in Europa?

«E’ innegabile che le relazioni tra i nostri Paesi stiano vivendo una fase positiva. Tanto che ci siamo posti l’obiettivo di aumentare l’interscambio dai 30 miliardi di dollari attuali a 50. In tre anni, naturalmente, che è il periodo del mio mandato di Ambasciatore in Italia».

In che modo?

«A giugno verrà a Roma il Ministro degli Esteri cinese. Sarà in quell’occasione che si definirà in concreto il percorso da compiere».

Scommettendo su quali settori, in particolare?

«Energia, ambiente, edilizia, alimentare. Ma anche l’automobilistico, per quanto l’Italia patisca un ritardo non indifferente rispetto a Paesi come la Germania, per esempio».

Parlando di energia, che cosa ne pensa dell’orientamento favorevole del nuovo governo al nucleare? Il ministro Scajola ha assicurato il via alle centrali di nuova generazione entro il 2013...

«Credo che non si possa più fare a meno del nucleare. Anzi, mi sorprendo di come l’Italia non ci sia arrivata prima. Peraltro, è energia pulita».

Berlusconi verrà alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino?

«Non ho ancora incontrato Berlusconi. Per lui ho due inviti a Pechino: uno per le Olimpiadi di agosto, l’altro per il summit Asia-Europa di ottobre. E poi, l’anno prossimo c’è il G8 alla Maddalena...».

E dunque?

«Ci sarà anche il Presidente cinese, Hu Jintao. La mia speranza è che resti in visita qualche giorno. Potrebbe essere l’occasione ideale per lanciare un anno della Cina in Italia, dopo che nel 2006 abbiamo celebrato l’anno dell’Italia in Cina. Così innesteremmo la quarta fino al 2010, che chiude il ciclo dei quarant’anni delle relazioni diplomatiche tra i nostri Paesi. Augurandoci di poter fare molto, moltissimo insieme».

© Copyright Il Messaggero online

Questa sera in Piazza San Pietro la chiusura del mese mariano presieduta dal Papa: intervista col cardinale Comastri (Radio Vaticana)


Vedi anche:

Il Papa: i sistemi economici globalizzati siano aperti alla sussidiarietà e alla solidarietà, per un'integrale promozione dell'uomo (R.V.)

CELEBRAZIONE A CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO

Aumentano le firme per de­stinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica

Il cardinale Bagnasco: «Laicità, valore anche per la Chiesa» (Muolo)

Il Papa: "Occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale"

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI (Mazza e Muolo)

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

Questa sera in Piazza San Pietro la chiusura del mese mariano presieduta dal Papa: intervista col cardinale Comastri

Questa sera, alle 21.00, nella festa della Visitazione della Beata Vergine Maria e nella memoria del Cuore Immacolato di Maria, il Papa parteciperà in Piazza San Pietro alla chiusura del mese mariano. La celebrazione avrà inizio alle 20.00 con la processione del Clero dalla Piazza dei Protomartiri Romani, nella Città del Vaticano, al Sagrato Superiore della Basilica Vaticana, durante la quale verrà elevata la preghiera del Santo Rosario. Il rito proseguirà con una Celebrazione della Parola, che si concluderà con la Benedizione Apostolica impartita dal Papa. La Radio Vaticana trasmetterà l’evento a partire dalle 19.50. E’ il primo anno che Benedetto XVI presiede la conclusione del mese mariano in Piazza San Pietro. Sui motivi di questa scelta Giovanni Peduto ha sentito il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Papale Vaticana e Vicario Generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano:

R. – Negli anni passati, la conclusione del mese di maggio avveniva presso la Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, e alla conclusione il Santo Padre scendeva e pronunciava un suo discorso che era una bella lampada che si accendeva per continuare il cammino seguendo Maria.
Però, ogni anno si poneva il problema: molti volevano venire ma non tutti potevano entrare. E allora, per andare incontro alla gente che desidera chiudere il mese mariano insieme al Papa, è nata spontaneamente questa idea: trasferiamoci in Piazza San Pietro. Piazza San Pietro ha le braccia aperte, sicuramente può accogliere tutti coloro che vogliono recitare il Rosario e ascoltare la parola del Papa, ricevere la benedizione del Papa. Il Papa è stato felice di accogliere questa idea e ha dato la sua benedizione, e il Vicariato di Roma e il Vicariato dello Stato della Città del Vaticano, insieme, hanno promosso questa iniziativa.

D. – A conclusione del mese di maggio, Paolo VI volle porre la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta. A cosa ci invita questa festività?

R. – La Visita di Maria a Santa Elisabetta la si può capire soltanto andando al momento conclusivo dell’Annunciazione. L’evangelista Luca, raccontando fin nelle minuzie l’episodio dell’Annunciazione, dice che appena Maria pronunciò il suo “sì”, appena disse all’Angelo: “Eccomi!, sono la serva del Signore. Io non discuto la volontà di Dio, mi consegno: puoi dire al Signore che mi porti dove vuole. Avvenga di me secondo la Sua parola!”, Maria non sapeva dove portava la strada di Dio, però si consegna perché Maria è la credente, la donna di fede. Però, subito dopo precisa, l’evangelista Luca: “E l’Angelo si allontanò”, sparì da lei. L’Angelo scomparve. Maria si ritrova sola. Si ritrova sola nella sua casa, che era quella di prima. Si ritrova nel villaggio, che era quello di prima. Però, si ritrova con una notizia che non era raccontabile. A chi poteva raccontare Maria: “E’ venuto un Angelo, mi ha detto che il bambino che è sbocciato nel mio grembo è figlio mio, è figlio di Dio!”? L’avrebbero presa per pazza! Cosa poteva fare, Maria? Maria prende la decisione più semplice ma anche la più bella, la più coraggiosa: Maria va a vivere la carità. Maria sente che nel suo cuore si è accesa la presenza di Dio e sente che è una presenza di amore. Allora, va ad amare, va a servire. E mentre va a servire, Maria ri-sente la voce di Dio, sente il primo commento del fatto, e lo sente attraverso la voce di Elisabetta che, illuminata dall’alto, illuminata dallo Spirito Santo, dice a Maria: “Io, appena ho sentito le tue parole, ho avvertito qualcosa di straordinario: il bambino che è nel mio grembo ha fatto un salto, un salto di gioia, ha sentito qualcosa di straordinario!”. E, illuminata dall’Alto, Elisabetta dà la lettura: “A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me? Beata te perché hai creduto!”. Questa è la beatitudine di Maria: beata te perché hai creduto! Ed è la beatitudine alla quale Maria ci invita a conformarci. Maria dice anche a noi: “Ecco, io ho creduto. Anche voi, diventate credenti! Anche voi, ogni giorno, convertitevi ad una fede sempre più profonda, ad una fede sempre più sincera!”. E quando Maria sente le parole di Elisabetta, in quel momento sgorga il “Magnificat”. Maria ha avuto la notizia più grande, più sensazionale di tutta la storia: non si è inorgoglita. Ha preso la strada umile del servizio, della dedizione. E vivendo la strada del servizio e della dedizione, ha sentito una voce dall’alto che ha illuminato la sua nuova condizione. E in questo momento, Maria esplode in un canto di gioia che è la più grande profezia mai pronunciata. Maria dice: “Elisabetta, io sono felice. Il mio spirito esulta in Dio che è Salvatore, perché ha guardato la piccolezza della sua serva, e d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata!”. E Maria non pecca di presunzione nel dire questo. Maria riconosce la sua piccolezza, ma riconosce che Dio si china sulla piccolezza. Quindi, mentre proclama che tutte le generazioni la chiameranno beata, Maria non vuol dire la sua lode, vuol dire la grandezza di Dio, vuol cantare la grandezza di Dio, vuol dire: “Ecco cosa fa Dio, Dio si china sui piccoli. Mi ha trovata piccola, mi ha scelta perché piccola e proprio perché mi ha scelta, d’ora in poi tutti mi chiameranno beata”. Ma aggiunge: “Se lo sguardo di Dio è rivolto verso i piccoli, gli orgogliosi non incontrano lo sguardo di Dio”. Allora, con tutta certezza può dire: “Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”, perché i superbi non guardano Dio, non incontrano lo sguardo di Dio. “Ha rovesciato i potenti dai loro troni e ha innalzato gli umili”. Eppure, in quel momento, i troni erano tutti forti, ben solidi: il trono di Augusto, il trono di Erode ... Però, Maria è sicura, è decisa. E questa lettura la dà nella fede, ed è la fede che dà a Maria questa certezza e la storia mille e mille volte ha dato e darà ragione a Maria.

D. – Cosa vuol dire vivere la fede affidati a Maria? Cosa si perdono quanti non si fanno accompagnare dalla Madre di Dio lungo i sentieri della vita?

R. – Maria – lo dice il Vangelo, lo dice Elisabetta illuminata dallo Spirito Santo – è la credente, è la prima, è la perfetta credente. Quando ci si consegna a Maria ci si trova tra le braccia di Gesù. Maria ci educa alla fede, Maria ci conduce al Signore perché il testamento di Maria son le parole che Maria pronuncia al miracolo di Cana: “Fate quello che lui vi dirà!”. Ogni volta che ci accostiamo a Maria noi ci sentiamo più cristiani, ci sentiamo più discepoli del Signore perché Maria non allontana da Dio: Maria porta a Dio, Maria porta a Gesù. Chi rifiuta Maria, rifiuta l’aiuto più grande per andare incontro al Signore.

© Copyright Radio Vaticana

Il Papa: i sistemi economici globalizzati siano aperti alla sussidiarietà e alla solidarietà, per un'integrale promozione dell'uomo (R.V.)


Vedi anche:

CELEBRAZIONE A CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO

Aumentano le firme per de­stinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica

Il cardinale Bagnasco: «Laicità, valore anche per la Chiesa» (Muolo)

Il Papa: "Occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale"

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI (Mazza e Muolo)

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

Benedetto XVI ai membri della Fondazione "Centesimus Annus Pro Pontifice": i sistemi economici globalizzati siano aperti alla sussidiarietà e alla solidarietà, per un'integrale promozione dell'uomo

Porre la persona al centro di qualsiasi programmazione economica, promuovendo i principi della sussidiarietà e della solidarietà, perché lo sviluppo degli interessi e dei commerci cresca di pari passo con lo sviluppo integrale dell’uomo. Benedetto XVI è tornato a riflettere sui temi della Dottrina sociale della Chiesa ricevendo oggi in udienza i partecipanti al Convegno internazionale promosso dalla Fondazione “Centesimus Annus Pro Pontifice”, creata dal Giovanni Paolo II nel 1993. Il servizio di Alessandro De Carolis:

La realizzazione di un “giusto ordine economico mondiale”, imperniato sull’uomo e non sul profitto. E’ uno degli obiettivi di fondo - ideale e pratico a un tempo - al quale mira la visione sociale cristiana. Le encicliche dei Pontefici, tra la fine del XIX e per tutto il XX secolo, hanno sviluppato questo pensiero, sublimato cento anni dopo la Rerum Novarum di Leone XIII dalla Centesimus annus di Papa Wojtyla, Enciclica dalla quale è scaturita l’idea della Fondazione oggi in udienza in Vaticano. Un magistero che Benedetto XVI ha raccolto e ulteriormente aggiornato, ribadendo che se oggi la chiave di volta dei sistemi finanziari e commerciali risiede nei processi di globalizzazione, essi possono e debbono essere interpretati a misura dell’essere umano, in un contesto sociale aperto alla solidarietà:

“E’ possibile uno sviluppo armonico, se le scelte economiche e politiche poste in atto tengono conto di quei principi fondamentali che lo rendono accessibile a tutti: mi riferisco, in particolare, ai principi della sussidiarietà e della solidarietà. Al centro di ogni programmazione economica, specialmente considerando la vasta e complessa rete di relazioni che caratterizza l’epoca post-moderna, occorre che ci sia sempre la persona, creata a immagine di Dio e da Lui voluta per custodire ed amministrare le immense risorse del creato”.

“Il capitale sociale e lo sviluppo umano” è il titolo del Convegno grazie al quale la Fondazione Centesimus Annus ha radunato, ieri e oggi a Roma, esperti da tutto il mondo per interventi dedicati - ha notato il Papa - alla promozione “di uno sviluppo globale attento alla promozione integrale dell’uomo”. Ciò è possibile, ha affermato Benedetto XVI, se la gestione delle risorse del pianeta verrà condotta sullo stile dell’amministratore del Vangelo, uomo fedele che mette a disposizione di tutti quello che Dio gli ha affidato:

“In altre parole, occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale. L’interesse economico e commerciale non deve mai divenire esclusivo, perché verrebbe a mortificare di fatto la dignità umana. Poiché il processo di globalizzazione, in atto nel mondo, investe sempre più il campo della cultura, dell’economia, delle finanze e della politica, la grande sfida oggi è 'globalizzare' non solo gli interessi economici e commerciali, ma anche le attese di solidarietà, nel rispetto e nella valorizzazione dell’apporto di ogni componente della società”.

“A questo riguardo - ha soggiunto il Papa - la Chiesa nella sua Dottrina sociale sottolinea l’importanza dell’apporto dei corpi intermedi secondo il principio della sussidiarietà, per contribuire liberamente ad orientare i cambiamenti culturali e sociali e finalizzarli ad un autentico progresso dell’uomo e della collettività”. Benedetto XVI ha poi concluso esprimendo la propria gratitudine per il lavoro svolto dalla Fondazione vaticana e invitandone i membri a offrire contributi di riflessione “per la realizzazione di un giusto ordine economico mondiale”, che venga “incontro alle attese legittime e ai bisogni” specialmente “dei più piccoli e bisognosi”.

© Copyright Radio Vaticana

CELEBRAZIONE A CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO

Questa sera, alle ore 20, in Piazza San Pietro, ha luogo la Celebrazione a conclusione del mese mariano. Durante la recita del Santo Rosario, la statua della Madonna è portata in processione attraverso i Reparti della Piazza.
Quindi, alle ore 21, il Santo Padre arriva sul Sagrato della Basilica e, al termine della Recita del Rosario, pronuncia un discorso e benedice i presenti
. (Bollettino Santa Sede)

Aumentano le firme per de­stinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica


Vedi anche:

Il cardinale Bagnasco: «Laicità, valore anche per la Chiesa» (Muolo)

Il Papa: "Occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale"

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI (Mazza e Muolo)

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

più firme

Otto per mille, la fiducia della gente

Oltre un miliardo di euro sono stati assegnati alla Chiesa cattolica per il 2008 Quasi il 90% dei contribuenti italiani indirizza la propria scelta in questa direzione Ecco le destinazioni

DA ROMA

Aumentano le firme per de­stinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica. E la cre­scente fiducia degli italiani conferma il bilancio positivo di questi primi venti anni del sistema di sostegno e­conomico alla Chiesa. Lo ha fatto no­tare ieri anche il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ricor­dando come durante l’assemblea i vescovi abbiano esaminato una Let­tera
diretta ai fedeli e ai cittadini ita­liani in occasione del ventennale del­la pubblicazione del documento Sov­venire alle necessità della Chiesa. Gli obiettivi del testo (che sarà reso noto in autun­no) sono appunto quelli di «dare una valutazione» del nuovo sistema» e di «ringraziare i cittadini, sia credenti che non creden­ti, che riconoscono alla Chiesa cattolica la valen­za di fraternità, solida­rietà, prossimità, capa­cità di intervento e socia­lità ». «Le porte delle par­rocchie sono aperte a tut­ti », ha ricordato il porpo­rato, il quale riferendosi alla visita pa­storale in corso nella sua diocesi si è detto «ammirato per quella rete di tante piccole luci che vedo, a partire dalle parrocchie e non solo, e che co­stituiscono una trama di umanesimo autentico, nel senso del Vangelo, che innerva tutto il territorio». Anche a questo si deve il successo dell’otto per mille. «Le motivazioni base di questa scelta – ha concluso il presidente del­la Cei – risiedono nella fiducia che la gente ha verso la Chiesa, o come co­munità credente, o come realtà che si fa prossima ai molti bisogni, vecchi e nuovi del nostro tempo».
Basta del resto guardare la tabella che pubblichiamo qui sotto e che riporta le ripartizione delle somme derivan­ti dall’otto per mille nel 2008, appro­vata dai vescovi durante l’Assemblea.
La cifra complessiva risulta dalla som­ma tra il conguaglio del 2005 (74.149.420,94 euro) e l’anticipo del 2008 che è pari a 928.364.294,37 di eu­ro, dato che il sistema – per legge – prevede un andamento 'sfasato' di tre anni. In pratica l’anticipo di que­st’anno è calcolato sulla base delle scelte effettive del 2005, nel frattem­po comunicate dal Ministero. I fondi sono stati divisi tra esigenze di culto e pastorale, interventi caritativi in I­talia e nel Terzo mondo e sostenta­mento del clero.
Nel confronto con il 2007 si nota una leggera diminuzio­ne della somma destinata alle esi­genze di culto e un aumento della ci­fra per il sostentamento del clero, so­prattutto per far fronte all’assistenza nei confronti dei sacerdoti anziani e malati.
Positivi anche i dati relativi alle scelte espresse dai contribuenti. Se nel 1990, primo anno dell’otto per mille, le pre­ferenze per la Chiesa cattolica erano state pari al 76,17 del totale delle scel­te espresse, nel 2005 (ultimo dato di­sponibile, sempre a motivo dei tre an­ni di cui si diceva prima) il dato è sali­to al 89,82%. Un incremento dovuto anche alla trasparenza con cui anno dopo, il Servizio Cei per la promozio­ne del sostegno economico alla Chie­sa porta a conoscenza dell’opinione pubblica l’impiego dei fondi. (M.Mu.)

© Copyright Avvenire, 31 maggio 2008

Uuuuuuuuuuuuuuuuhh!! E adesso chi lo dice a Maltese ed a Romano? :-)
R.

Il cardinale Bagnasco: «Laicità, valore anche per la Chiesa» (Muolo)


Vedi anche:

Il Papa: "Occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale"

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI (Mazza e Muolo)

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Sindone, Ostensione nel 2010?

PROGRAMMA UFFICIALE DEL VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA GMG (12-21 LUGLIO 2008)

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

Sapienza, preside minacciato e sequestrato dai collettivi di sinistra (Corriere)

Nomine in predicato. Ma l’ultima parola è sempre del Papa (Magister)

I VESCOVI E IL PAESE

«Laicità, valore anche per la Chiesa»

Il cardinale Bagnasco: nessun rischio di «religione civile», vogliamo dare voce ai princìpi

DA ROMA MIMMO MUOLO

Non c’è ingerenza quando la Chiesa e i vescovi intervengono su temi sociali e politici. Prima di tutto perché si tratta di «interventi sul piano dei principi». E poi perché «la laicità dello Stato è un valore anche per la Chiesa». Dunque «né l’altare deve mettersi a servizio del trono, né deve accadere il contrario». Il cardinale Angelo Bagnasco spiega così il senso dei pronunciamenti che anche in questi giorni hanno avuto largo risalto sui mass media. E durante la conferenza stampa che, come è consuetudine, segue la chiusura dei lavori dell’Assemblea generale dell’episcopato italiano, egli stesso non si sottrae alle domande. In tal modo il presidente della Cei tocca diversi aspetti dell’attualità: dall’immigrazione alla scuola cattolica, dalla presenza dei credenti in politica alle attese nei confronti del governo e del Parlamento, dall’otto per mille all’emergenza educativa. Sempre argomentando con pacatezza il contributo che la comunità ecclesiale intende portare al dibattito pubblico.
Sulla laicità dello Stato, per esempio, il porporato ricorda che «le parole di Gesù 'date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio' indicano chiaramente quale sia la prospettiva cui la Chiesa si deve ispirare. Si tratta di una visione di assoluta laicità – sottolinea –. E come Vescovi stiamo tutti sempre molto attenti ad intervenire sul piano dei principi, perché la Chiesa ha come suo compito fondamentale quello di essere 'sale' e 'lievito' della storia, e anche di essere 'luce' e 'città sul monte'». Alla domanda, poi, se non vi sia il rischio di trasformare la fede cristiana in una semplice «religione civile», il presidente della Cei risponde di no. «Nel nostro Paese non esiste il pericolo di un utilizzo strumentale della religione. La religiosità ha sempre una ricaduta sul piano sociale, ma questo non significa che l’altare debba mettersi al servizio del trono, o viceversa». Di qui anche un appello ai mass media a «dare una corretta informazione di quanto la Chiesa e i vescovi dicono.
Un’informazione serena, obiettiva, il più possibile completa». Diversi poi i quesiti sulla nuova stagione politica italiana. Bagnasco, che non ha per il momento in agenda un incontro con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (il quale il prossimo 6 giugno sarà ricevuto dal Papa), esprime innanzitutto un auspicio di carattere generale. «Se la presenza di umanesimi diversi nel dibattito pubblico, ad esempio un umanesimo personalista e relazionale accanto a uno più individualista, animano il dibattito culturale, noi ci auguriamo che il Parlamento si ispiri ai valori di solidarietà, fraternità e di un costruttivo spirito per affrontare i grandi problemi del Paese, al di sopra di interessi individuali o di parte». Ciò vale ad esempio in relazione a problemi specifici come quelli dell’immigrazione. «Piuttosto che di tolleranza preferisco parlare di rispetto, di accoglienza», sottolinea il presidente della Cei.
Un’accoglienza che va accompagnata, aggiunge il porporato, da «quello sforzo educativo, non disgiunto dalla legalità, che tutti dobbiamo compiere per creare una convivenza sempre più degna dell’uomo e, per noi cristiani, nel segno del Vangelo». In risposta a chi gli chiede un parere sull’eventuale reato di immigrazione clandestina, l’arcivescovo di Genova fa notare: «Tutti noi speriamo che qualunque provvedimento il Parlamento prenderà faccia salvo il duplice orientamento della giusta sicurezza dei cittadini e della tradizione di accoglienza che caratterizza non solo la comunità cristiana, ma la storia del nostro popolo». Infine, conclude sull’argomento, «ciò che dev’essere temporaneo (chiaro il riferimento ai Cpt, ndr) non diventi troppo prolungato, e tanto meno permanente». Il principio del personalismo, del resto, vale anche in rapporto alla scuola. «I ripetuti appelli del Papa e dei Vescovi per il sostegno della scuola cattolica – ricorda – fanno riferimento al valore della libertà educativa dei genitori, un dato che attiene al loro diritto naturale di dare ai propri figli l’educazione che reputano più adeguata». E questo è anche «l’auspicio che abbiamo formulato in questi giorni: cioè che i genitori possano avere questa libertà concreta, usufruendo di sostegni, anche istituzionali, rivolti alle scuole non statali». Tali scuole, infatti, «appartengono a pieno titolo alla scuola pubblica, che è fatta di scuole statali da un lato e di scuole parificate dall’altro». Secondo Bagnasco «occorre sempre ricordare che le scuole paritarie così come quelle statali svolgono un servizio, appunto, di tipo pubblico e pertanto parlare di scuole private non è una dizione corretta». «Su questo e altri temi di tipo sociale – rileva poi il cardinale, rispondendo a una domanda specifica – la Chiesa non fa ingerenza, ma semplicemente propone un richiamo ai valori di fondo in temi di fede e di etica». Qualcuno chiede anche al presidente della Cei, se non giudichi troppo esigua, e comunque notevolmente ridotta rispetto al passato, la presenza dei cattolici nel governo. «I cattolici in Italia – risponde il porporato – non sono soltanto quelli espressi da organizzazioni religiose, parrocchie, associazioni e movimenti. E quindi non necessariamente, nel campo politico, bisogna considerare come cattolici quelli che militano all’interno di organizzazioni etichettate». Perciò, «come vescovi noi siamo chiamati a guardare anche alla presenza dei credenti in quanto singoli nelle più diverse realtà e situazioni. Nello specifico del campo politico guardiamo i frutti, auspicando che quelli buoni vengano da qualsiasi parte e non soltanto da parte cattolica». Intanto i vescovi italiani sono contenti «sia per la partecipazione al voto, sia per il nuovo clima di dialogo tra le forze politiche instauratosi dopo le elezioni».
Non manca infine una domanda sullo scandalo delle mense a Genova. «Il millantato credito esiste da sempre e purtroppo esisterà sempre – è il commento dell’arcivescovo di Genova –. Bisogna stare attenti a quel che si dice, o a quel che si scrive perché si può far male alle persone».

© Copyright Avvenire, 31 maggio 2008

Il Papa: "Occorre evitare che il profitto sia solamente individuale o che forme di collettivismo opprimano la libertà personale"

Clicca qui per leggere il testo del discorso che il Santo Padre ha rivolto ai Membri della Fondazione "Centesimus Annus - Pro Pontifice".

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI (Mazza e Muolo)


Vedi anche:

VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA XXIII GMG (12-21 LUGLIO 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Sindone, Ostensione nel 2010?

PROGRAMMA UFFICIALE DEL VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA GMG (12-21 LUGLIO 2008)

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

Sapienza, preside minacciato e sequestrato dai collettivi di sinistra (Corriere)

Nomine in predicato. Ma l’ultima parola è sempre del Papa (Magister)

ATTORNO A PIETRO

Più di 21 ore di viaggio, un «salto» di otto ore di fuso e dieci giorni lontano dal Vaticano: sarà la visita apostolica più lunga del pontificato Con un calendario ricco di gesti dal valore simbolico

Sydney: tutte le tappe di Benedetto XVI

Diffuso ieri dalla Santa Sede il programma del viaggio papale in Australia per la 23ª Gmg
Il Pontefice incontrerà anche i rappresentanti delle altre fedi, pranzerà con dodici giovani e pregherà all’ippodromo cittadino di Randwick con più di mezzo milione di persone

DA ROMA

SALVATORE MAZZA

Otto giorni, più due di viaggio, dal 12 al 21 luglio, con un «salto» di otto ore di fuso orario.
È quanto si appresta ad affrontare Benedetto XVI quando, tra poco più di quaranta giorni, partirà per il viaggio apostolico più lungo temporalmente, e più lontano geograficamente, del suo pontificato, che lo porterà in Australia in occasione della 23ª Giornata mondiale della gioventù che si svolgerà a Sydney.

Dieci giorni piuttosto fitti, durante i quali il Pontefice pronuncerà nove discorsi e terrà due omelie.

Secondo il programma ufficiale, pubblicato ieri dalla Sala stampa della Santa Sede, Papa Ratzinger partirà dall’aeroporto romano di Fiumicino alle 10 di sabato 12 luglio, mentre l’arrivo in Australia, senza scali intermedi, è previsto la mattina di domenica 13 all’aeroporto militare di Darwin, sulla costa settentrionale. Di qui, sempre in aereo, si recherà a Richmond, località a circa 60 chilometri da Sydney, dove trascorrerà un periodo di riposo privato fino alla mattina di giovedì 17 luglio, che gli consentirà di ricuperare il salto di fuso orario. La stessa mattina del 17 si terrà la cerimonia ufficiale di benvenuto nella Government House di Sydney. L’evento sarà seguito da una visita di preghiera alla Mary Mackillop Memorial Chapel, dalla visita al governatore generale e dall’incontro con il primo ministro nella Admiralty House. Da qui il Pontefice si trasferirà alla St. Mary’s Cathedral House e, nel primo pomeriggio, al molo di Rose Bay, dove sarà accolto con danze e canti tradizionali da parte degli aborigeni, prima di imbarcarsi sulla nave «Sydney 2000» per il trasferimento via mare al molo di Barangaroo East Darling Harbour. È qui che avverrà il primo incontro di Benedetto XVI con i giovani giunti da tutto il mondo per l’occasione, i quali gli dedicheranno una loro festa di benvenuto. La mattina del 18, dopo la notte trascorsa alla St. Mary’s Cathedral House e la celebrazione della Messa in privato alle 7.30, si aprirà con le udienze al governatore del New South Wales, al premier del New South Wales e al sindaco di Sydney, con le rispettive famiglie, nella Reception Hall della residenza. Al termine, a piedi, il Papa raggiungerà la cripta della cattedrale, in cui avrà luogo l’incontro con le altre confessioni cristiane e, a seguire, nella sala capitolare, quello con i rappresentanti di altre religioni. Nel pomeriggio, dopo il pranzo con un gruppo di 12 giovani, Benedetto XVI pronuncerà la preghiera di inizio della Via Crucis che i giovani animeranno a partire dal piazzale antistante la Cattedrale lungo le vie della città, e ne seguirà poi lo svolgimento in televisione.
L’ultimo incontro della giornata lo avrà quindi con un gruppo di giovani disadattati nella comunità di recupero dell’università di Notre Dame, nella chiesa del Sacro Cuore dello stesso ateneo. Sabato 19 luglio inizierà con la Messa celebrata da Papa Ratzinger in Cattedrale assieme ai presuli australiani, i seminaristi e i novizi, durante la quale verrà anche consacrato il nuovo altare, e alla fine della mattina pranzerà con i presuli del continente e con il seguito. In serata, alle 18.30, si trasferirà quindi all’ippodromo di Randwick a Sydney, dove saranno radunati tutti i giovani presenti per la Gmg, che entrerà nel vivo con la veglia. Secondo il programma Benedetto XVI la seguirà per due ore, dalle 19 alle 21, e quindi rientrerà nella sua residenza per la notte. Il mattino dopo ritornerà all’ippodromo, questa volta in elicottero, per celebrare la Messa conclusiva della 23ª Giornata mondiale della gioventù al termine della quale annuncerà la sede del prossimo raduno mondiale. Nel tardo pomeriggio, nella Cattedrale, incontrerà i benefattori e gli organizzatori della Gmg. Nell’ultimo giorno in terra australiana, il 21 luglio, il Papa si congederà dalla St. Mary’s Cathedral e raggiungerà il parco detto «Domain», dove saluterà i volontari che avranno prestato servizio per la Giornata. Quindi, la tradizionale cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale di Sydney. L’arrivo del Papa a Roma, all’aeroporto di Ciampino, è previsto per le 11 di sera.
Il volo durerà complessivamente circa ventuno ore, compreso il breve scalo tecnico all’aeroporto australiano di Darwin. Questo in Australia sarà il nono viaggio apostolico compiuto da Benedetto XVI fuori dai confini italiani, e il secondo programmato in occasione di una Giornata mondiale della gioventù, dopo quello a Colonia, in Germania, nell’agosto del 2005, a quattro mesi dalla sua elezione a Pontefice e primo in assoluto del suo pontificato. Si prevede che nella città australiana, ad attendere il Papa, ai due eventi che concluderanno la Gmg, la veglia di sabato e la Messa di domenica, saranno presenti circa mezzo milione di giovani di tutto il mondo: tra loro migliaia di giovani italiani assieme a numerosi vescovi.

© Copyright Avvenire, 31 maggio 2008

I vescovi italiani: un evento di grazia che farà nascere nuovi «missionari»

Bagnasco al termine dell’Assemblea Cei: «Un’esperienza di fede che deve trovare continuità nella vita quotidiana delle nuove generazioni.

Nuova linfa alla pastorale ordinaria per affrontare con efficacia la sfida educativa odierna»

DA ROMA MIMMO MUOLO

A meno di due mesi dalla Giorna­ta mondiale della gioventù di Sydney i vescovi italiani sono cer­ti che anche questa Gmg «sarà al pari del­le precedenti un evento di grazia». Ma, come ha fatto notare il cardinale Angelo Bagnasco, riguardo all’educazione dei giovani va nascendo nelle chiese della Pe­nisola una consapevolezza nuova. Quel­la di una necessaria continuità tra even­ti straordinari e pastorale ordinaria che devono influenzarsi a vicenda. Il presi­dente della Cei ne ha parlato ieri duran­te la conferenza stampa seguita alla fine dei lavori della 58ª Assemblea generale dell’episcopato. «Noi tutti ci auguriamo – ha detto – che i nostri giovani vivano a Sydney, stretti attorno al Papa, una gran­de esperienza di fede e che, una volta tor- nati, possano essere missionari per i loro stessi coetanei. Anche la Gmg, nella sua straordinarietà, può riflettersi nella vita spirituale di tutti i giorni».
Anche in relazione ai piani pastorali per far fronte all’emergenza educativa il por­porato ha messo in evidenza il valore del­la quotidianità. A chi per esempio gli chie­deva quali strade i vescovi intendano se­guire per far fronte al rischio di devianza cui sono esposti oggi molti giovani, il car­dinale Bagnasco ha risposto: «È necessa­rio un potenziamento ed un rilancio del­la pastorale giovanile ordinaria sia all’in­terno delle Chiese locali che dei movi­menti chiamati tutti ad essere punti di ri­ferimento anche per chi non frequenta la Chiesa».
Infine il presidente della Cei si è soffer­mato sul rapporto tra giovani e mezzi del­la comunicazione sociale. «Siamo certi della grande valenza dei mass media nel­la formazione della cultura e dell’educa­zione dei giovani. A questa deve corri­spondere una grande responsabilità di tivù e stampa nel comunicare i fatti». Ad esempio, ha spiegato l’arcivescovo di Ge­nova, «nel dare le notizie deve prevalere il positivo senza ovviamente tacere del negativo. La schiuma negativa esiste, ma in quanto schiuma è superficiale. Per fe­deltà alla realtà va riconosciuto anche quanto c’è di più nobile nei fatti senza cercare a volte con insistenza gli aspetti più deteriori». L’emergenza educativa è stata la questione principale dell’assem­blea. L’argomento, introdotto da una re­lazione dell’arcivescovo di Potenza-Mu­ro Lucano-Marsico Nuovo, monsignor A­gostino Superbo, è stato poi discusso in diversi gruppi di studio che hanno segui­to la ripartizione dei cinque ambiti del Convegno di Verona (affettività, festa e la­voro, fragilità umana, tradizione, cittadi­nanza), e successivamente approfondito in aula. La questione è uno dei possibili temi del prossimo decennio pastorale, ma come ha detto ieri Bagnasco una de­cisione in tal senso sarà presa nel 2009.

© Copyright Avvenire, 31 maggio 2008

Fao: Papa non ricevera' capi Stato

(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Papa Benedetto XVI appare orientato a non ricevere nessuno dei capi di Stato che interverranno al vertice della Fao. Lo riferiscono fonti diplomatiche accreditate presso la Santa Sede. L'indiscrezione arriva mentre da Teheran e' stato ufficialmente annunciato che il presidente iraniano Ahmadinejad non ha fatto nessuna richiesta di udienza al pontefice e quindi non lo vedra'.

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità (Osservatore Romano)


Vedi anche:

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Sindone, Ostensione nel 2010?

PROGRAMMA UFFICIALE DEL VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA GMG (12-21 LUGLIO 2008)

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

Sapienza, preside minacciato e sequestrato dai collettivi di sinistra (Corriere)

Nomine in predicato. Ma l’ultima parola è sempre del Papa (Magister)

Conclusa a Roma la 71ª assemblea semestrale dell'Usg

I superiori generali e l'esercizio dell'autorità

di Giovanni Zavatta

Come accompagnare il cammino del religioso in situazioni di difficoltà, crisi e fragilità vocazionali e come comportarsi davanti a possibili punizioni o a eventuali dimissioni. Sono alcune delle tante questioni alle quali i superiori generali hanno cercato di dare risposte nei lavori di gruppo durante la settantunesima assemblea semestrale dell'Usg che si è conclusa venerdì pomeriggio. Don Pascual Chávez Villanueva, presidente dell'Usg, ha presentato un bilancio finale dei lavori dopo che il vescovo Flavio Roberto Carraro aveva parlato ai superiori sul tema dell'autorità e obbedienza nel contesto della missione.
L'assemblea è stata orientata dalla presentazione iniziale dell'Istruzione "Il servizio dell'autorità e l'obbedienza", alla quale hanno preso parte nella prima giornata anche le superiore generali degli ordini e congregazioni femminili.
"C'è sempre molta aspettativa e un po' di timore prima di un'Istruzione vaticana - ci ha detto il vicepresidente dell'Usg, padre Joseph William Tobin, superiore generale della Congregazione del Santissimo Redentore - ma i sentimenti sono di soddisfazione generale. Ci troviamo di fronte a un documento ampio e approfondito, a uno strumento indispensabile per migliorare la qualità della nostra vita religiosa. L'unico rammarico è stato quello di non avere avuto molto tempo per leggerlo e per esprimere dei giudizi più articolati e fecondi".

Quale sarà il passo successivo all'interno delle congregazioni?

Porremo subito l'Istruzione all'esame dei singoli consigli per poi passare alla fase puramente pedagogica ovvero studieremo con quali modalità applicare il documento dal punto di vista teoretico e didattico. Al centro, ora, c'è la formazione del superiore generale alla luce dell'istruzione sul servizio dell'autorità.

Esiste un punto di equilibrio fra il servizio dell'autorità e l'obbedienza?

Potremmo identificarlo, ma è solo un tentativo, nello scopo dell'ordine, nel suo carisma. Il superiore non può comandare qualsiasi cosa, egli è al servizio del Signore. Ciascuno - scrive san Pietro - metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio.

Avete avuto l'impressione di un documento "punitivo"?

Se si riferisce allo scandalo degli abusi sessuali negli Stati Uniti, direi di no. Certamente ne abbiamo parlato ma credo che l'origine dell'Istruzione sia solo culturale e teologica.

(©L'Osservatore Romano - 31 maggio 2008)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere (Accornero)


Vedi anche:

Papa Benedetto visita la mostra per i 40 anni di Avvenire. Il direttore Boffo ringrazia il Santo Padre

Bagnasco e i laici convergenti (Di Giacomo)

Padre Lombardi: "Il Papa ha il coraggio di dire la verità" (Radio Vaticana)

Card. Bagnasco: "Non esiste il rischio di un'alleanza fra trono e altare" (Tornielli)

Decreto con il quale si concede una speciale facoltà per la celebrazione della Conversione di San Paolo Apostolo nell'anno giubilare

Card. Arinze: "Nella liturgia si celebra la meraviglia della misericordia di Dio" (Osservatore)

Il Papa ai vescovi: «L'Italia deve uscire da un periodo difficile» (Accattoli). La nota di Massimo Franco

La risposta alla violenza? La conversione. Charles Morerod approfondisce l'argomento attraverso i testi di Benedetto XVI (Osservatore Romano)

La visita in Russia del cardinale Kasper (Osservatore Romano)

Il dizionario di Papa Ratzinger contro le malattie dell’anima (Giansoldati)

PAPA: SERVE SANA LAICITA' PER RISPONDERE A EMERGENZA EDUCATIVA (Agi)

Lettera di Benedetto XVI al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie: "In cammino verso la piena comunione"

Sindone, Ostensione nel 2010?

PROGRAMMA UFFICIALE DEL VIAGGIO APOSTOLICO A SYDNEY IN OCCASIONE DELLA GMG (12-21 LUGLIO 2008)

Il realismo e la speranza: mano salda del lavoratore della vigna (Rondoni)

Sapienza, preside minacciato e sequestrato dai collettivi di sinistra (Corriere)

Nomine in predicato. Ma l’ultima parola è sempre del Papa (Magister)

Bagnasco: la Chiesa non aspira al potere

Il cardinale dopo le affermazioni di D'Alema Immigrazione, i Cpt devono essere temporanei

dall'inviato

Pier Giuseppe Accornero

Città del Vaticano

«La vera laicità attinge la sua sorgente nel Vangelo e nel comando di Cristo: "Date a Dio quello che è di Dio, date a Cesare quel che è di Cesare". Senza dimenticare altre parole dette da Gesù agli apostoli e ai cristiani: "Siate il sale del mondo, siate il lievito che fa fermentare la pasta, siate la luce da porre sul candeliere, siate la città sopra il monte".

Quindi nessun cedimento al potere e nessuna volontà di ingerenza nella vita politica». Al fuoco di fila delle domande il presidente dell'episcopato cardinale Angelo Bagnasco – nella conferenza stampa nella quale ha riassunto i risultati della 58ª assemblea della Cei – risponde pacato anche alle domande più insidiose e provocatorie.

Nessun scontro ideologico, nessuna polemica con i partiti, con la maggioranza o l'opposizione. Non c'è il rischio che si crei una «religione civile»? O che la Chiesa ceda alla tentazione di un patto con il potere politico, come ha detto nei giorni scorsi Massimo D'Alema durante un convegno della Fondazione «Italianieuropei» dedicato a «Religione e democrazia»? «È da temersi – aveva detto l'ex vicepremier – che la Chiesa ceda alla tentazione del potere e che il peso politico dei cattolici si indirizzi da una parte per ottenere la tutela giuridica di principi perché diventino leggi imposte a tutti».

LAICITÀ E RELIGIONE

«La laicità – ha spiegato il presidente dei vescovi italiani – è un bene radicato nel Vangelo. Alla sana laicità teniamo troppo per il bene dello Stato e per il bene della Chiesa». Rispondendo indirettamente a D'Alema, senza nominarlo, tranquillizza tutti: «La Chiesa non aspira al potere temporale e non c'è il rischio di potenza né di una religione civile». «Sottolineare le ricadute sociali della religione – aggiunge – non significa creare una religione civile, perché l'altare non è al servizio del trono e il trono non è a servizio dell'altare. Sono campi diversi che devono collaborare per il bene comune della gente».

PARTECIPAZIONE AL VOTO

I vescovi sono soddisfatti per l'alta partecipazione al voto e per il nuovo clima di collaborazione. Bagnasco ricorda che già nella prolusione alla sessione primaverile del Consiglio permanente della Cei «avevo auspicato che ci fosse una forte partecipazione come fatto di democrazia e che, qualunque fosse l'esito, si arrivasse a un clima più collaborativo e costruttivo per il bene del Paese. Abbiamo dato voce a un sentire diffuso della gente».

CATTOLICI NEL GOVERNO

All'ennesima domanda sulla presenza o meno dei cattolici nella compagine governativa, Bagnasco ribadisce: «I cattolici non sono necessariamente quelli che stanno in un'associazione o in un'organizzazione o quelli etichettati come tali. Essi sono diffusi nelle parrocchie, nei gruppi, tra la gente su tutto il territorio e non sono solo quelli etichettati o targati come cattolici. Giudicheremo l'azione del governo dai frutti, dalle cose che farà e non da quelle dirà».

Incontrerà il premier Berlusconi, dopo il Papa, il 6 giugno? «Non è assolutamente in agenda, per ora».

CPT NON PERMANENTI

«Ciò che deve essere temporaneo non deve diventare troppo prolungato né tanto meno permanente». Così sull'accoglienza agli immigrati e sui Centri di permanenza temporanea (Cpt). Bagnasco ripete ciò che disse nella prolusione, ciò che poi ribadirono il segretario Betori e il neopresidente della Commissione carità e salute monsignor Giuseppe Merisi. «L'Italia deve saper conciliare la sicurezza della gente con l'accoglienza nella legalità degli immigrati». E in rapporto al tema del reato di clandestinità «qualunque provvedimento il Parlamento prenda, anch'esso deve rispondere alla salvaguardia dei cittadini e all'accoglienza che caratterizza il nostro popolo».

MASS MEDIA CORRETTI

Chiede ai media «di dare una corretta informazione di quanto la Chiesa e i vescovi dicono, un'informazione serena, obiettiva, completa, un atteggiamento sereno sia in chi scrive e sia in chi legge, per evitare interpretazioni riduttive o distorte».

LE MENSE A GENOVA

Non si scompone quando gli chiedono dell'inchiesta sulle mense a Genova nella quale alcuni indagati avrebbero fatto il suo nome e quello del cardinale Tarcisio Bertone: non c'è alcuna inchiesta. Bagnasco liquida la vicenda: «Il millantato credito è una cosa che esiste sempre ed esisterà sempre. Bisogna stare attenti alle parole che si dicono e si scrivono, perché si può fare molto male ad altri».

© Copyright Eco di Bergamo, 31 maggio 2008

La Santa Sede: garantire i ricongiungimenti

CITTÀ DEL VATICANO

I governi devono «rivedere attentamente le loro politiche migratorie», favorendo i ricongiungimenti familiari dei migranti: a sostenerlo è il Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, una sorta di ministero dell'immigrazione della Santa Sede. Riunito a Roma nei giorni scorsi per una assemblea plenaria durata diversi giorni, durante la quale lo stesso Benedetto XVI è intervenuto sollevando il tema dei ricongiungimenti, il Consiglio ha pubblicato ieri le sue conclusioni, un documento che parte dal concetto della centralità della famiglia nella società e dei diritti umani dei migranti.

«garantire l'unità della famiglia»

Garantire l'unità della famiglia, per la Chiesa cattolica, significa tutelare, da un lato, i diritti umani dei migranti e, dall'altro, favorire un retto comportamento e quindi la pacifica convivenza nelle società di accoglienza.
«Sono soprattutto i migranti senza documenti, o irregolari, a lasciare il proprio Paese senza il resto della famiglia – osserva il Pontificio Consiglio nelle sue conclusioni – con l'intenzione di inviare a casa rimesse in denaro. Poiché rappresentano tutti una risorsa per le società in cui lavorano, qualunque sia il loro status legale, è loro diritto che venga affrontato il problema della separazione familiare, temporanea o prolungata. Ciò può essere fatto anzitutto – si legge nel documento – favorendo il ricongiungimento familiare nei Paesi di accoglienza. Tuttavia, questi Paesi stanno restringendo sempre più tale possibilità, e la mancata unificazione della famiglia avrà certamente effetti a lungo termine». Il Pontificio Consiglio ha messo in agenda uno studio sulle conseguenze «psicologiche e sociali» dei mancati ricongiungimenti, e assicura intanto il suo sostegno «a quelle Conferenze episcopali che, fedeli al loro ruolo profetico, fanno appello ai propri governi affinché rivedano attentamente le loro politiche migratorie».

«offrire reale integrazione»

«È necessario, inoltre – prosegue il documento – studiare e mettere in atto, tanto a livello internazionale che nazionale, un quadro giuridico che permetta alle società di offrire reali possibilità di integrazione (che non significa assimilazione), reinserimento per coloro che ritornano, stabilità e coesione sociale sia per gli autoctoni, che per gli itineranti e i migranti, con le loro famiglie». A questo scopo, bisogna anche «adoperarsi affinché l'opinione pubblica prenda consapevolezza del fatto che l'integrazione non è un processo a senso unico».
D'altra parte – aggiunge la Santa Sede – «la separazione dei membri della famiglia potrebbe essere affrontata esaminando le cause alla radice della migrazione e dell'itineranza, e il ruolo che lo sviluppo può svolgere nella ricerca di soluzioni». «In effetti – si osserva – le persone hanno il diritto a non emigrare per realizzare il proprio benessere integrale. L'aiuto per uno sviluppo legittimo è, pertanto, indispensabile anche per realizzare la pace e l'armonia nell'arena internazionale».
La Chiesa, da parte sua, conferma il suo impegno nel favorire il dialogo interculturale e l'assistenza alle famiglie emigrate o miste, nonché a contribuire a contrastare la tratta di essere umani. Il tutto nella convinzione – conclude il documento – «che i migranti sono persone con una dignità umana inalienabile, a prescindere dalla loro nazionalità, cultura o condizione legale. I loro diritti umani devono, pertanto – avverte il Vaticano – essere rispettati».

© Copyright Eco di Bergamo, 31 maggio 2008