31 agosto 2008

Qualche giorno di vacanza ma con un occhio al blog

Cari amici, questo pomeriggio parto per qualche giorno di vacanza in montagna. Tornero' sabato 6 settembre. Il blog non sara' quindi aggiornato costantemente, ma avro' con me il pc e sicuramente mi colleghero' due o tre volte al giorno per inserire gli articoli e le news principali. Non ci sara' quindi alcuna drastica interruzione ma un "rallentamento" :-)
Occhio, dunque, perche' potrei apparire a sorpresa in ogni momento :-))))
Vi abbraccio tutti con affetto
.
Raffaella

Angelus del Santo Padre: il commento di Salvatore Izzo (Agi)


Vedi anche:

All’Angelus, appello del Papa sull’immigrazione (Radio Vaticana)

Auguri dal Papa a studenti e professori per il nuovo anno scolastico. Benedizione speciale per Cuba

Iniziativa dei radicali: sabato protesta Pro Tibet con il Dalai Lama. E i Cattolici?

Immigrazione, l'appello del Papa: «Basta stragi. La politica dia risposte efficaci»

Il Papa: "Come per Cristo, così pure per i cristiani portare la croce non è dunque facoltativo, ma è una missione da abbracciare per amore"

Colloquio con il vicario apostolico di Arabia Paul Hinder: "Testimoni del Vangelo in una terra di frontiera" (Osservatore)

Ingrid Betancourt realizza il suo sogno: domani incontra il Papa

Altri guai per la diocesi di Salerno. Arrivano gli "ispettori" del Vaticano

Mons. Fisichella: «In India la Chiesa è violentata. E qui da noi c’è chi fa satira» (Libero)

Conto alla rovescia per la visita del Papa a Cagliari: istituite tre "zone rosse" (Unione Sarda e Nuova Sardegna)

Omelia del card. Bagnasco per la Solennità della Madonna della Guardia: "Aiutare chi ha bisogno non è proselitismo" (Osservatore R.)

Il cardinale Bagnasco sulla situazione internazionale: "Tra i fantasmi del passato e le nuove persecuzioni" (Osservatore Romano)

Il santuario di Bonaria meta del Papa in Sardegna. Dove i marinai sostano per conoscere la direzione del vento (Osservatore)

Oggi le conclusioni del Meeting di Rimini. Intervista con mons. Fisichella (Radio Vaticana)

Intervista alla Radio Vaticana di Mons. Marchetto sul VI Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari

Il Gesù storico e la Passione al centro dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Papa e i suoi ex allievi (Radio Vaticana)

Meloni: Benedetto XVI accoglierà la sete di speranza della Sardegna (Nuvoli)

Intolleranza (verso i Cattolici, gli unici a doversi piegare alla "laicità" dello Stato). Il commento di Brambilla

Incurante delle derive indù, Pannella marcia contro Roma (Ferrari)

Rischio cristianofobia. La sfida della Chiesa (Vailati)

Papa Benedetto XVI incontra gli ex allievi: si parlerà di Gesù di Nazaret (Bevilacqua)

India, la caccia ai Cristiani non smuove l'Occidente (ed i media!). Vabbè...non siamo il Tibet! Da "Il Timone"

VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:

PAPA: ALL'OPERA FORZE CHE DIVIDONO E DISTRUGGONO

(AGI) - Castelgandolfo, 31 ago.

di Salvatore Izzo

''Nel nostro mondo attuale sembrano dominare le forze che dividono e distruggono''. Lo ha detto Benedetto XVI parlando ai fedeli radunati nel cortile della residenza estiva per la preghiera dell'Angelus. Anche oggi, ha aggiunto, ''il Cristo non cessa di proporre a tutti il suo chiaro invito: chi vuol essere mio discepolo, rinneghi il proprio egoismo e porti con me la croce''. Il Signore, infatti, ''continua ad associare a se' e alla sua missione uomini e donne disposti a prendere la croce e a seguirlo''.
Secondo il Papa, ''per i cristiani portare la croce non e' dunque facoltativo, ma e' una missione da abbracciare per amore''.
Nel breve discorso che ha preceduto la preghiera, Papa Ratzinger ha ricordato il significato della Redenzione, citando lo sgomento dell'apostolo Pietro davanti alla previsione di Gesu' riguardo alla Passione. ''Se, per salvarci, il Figlio di Dio ha dovuto soffrire e morire crocifisso, non e' certamente - ha sottolineato - per un disegno crudele del Padre celeste. La causa e' la gravita' della malattia da cui doveva guarirci: un male cosi' serio e mortale da richiedere tutto il suo sangue''. E' infatti con la sua morte e risurrezione, che ''Gesu' ha sconfitto il peccato e la morte ristabilendo la signoria di Dio. Ma - ha rilevato il Papa - la lotta non e' finita: il male esiste e resiste in ogni generazione, anche ai nostri giorni. Che cosa sono - si e' chiesto - gli orrori della guerra, le violenze sugli innocenti, la miseria e l'ingiustizia che infieriscono sui deboli, se non l'opposizione del male al regno di Dio? E come rispondere a tanta malvagita' se non con la forza disarmata dell'amore che vince l'odio, della vita che non teme la morte? E' la stessa misteriosa forza - ha concluso - che uso' Gesu', a costo di essere incompreso e abbandonato da molti dei suoi''.

© Copyright (AGI)

IMMIGRATI: PAPA, CONIUGARE SOLIDARIETA' E LEGALITA'

di Salvatore Izzo

(AGI) - Castelgandolfo, 31 ago.

Davanti al ripetersi delle tragedie del mare che provocano cosi' tante vittime tra gli immigrati, Benedetto XVI esorta paesi di provenienza e di arrivo ad agire efficacemente per ''rimuovere le cause di migrazione irregolare, come pure per stroncare, alle radici, tutte le forme di criminalita' ad essa collegate''. Dal canto loro, i Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione sono, tra l'altro, chiamati - ricorda il Papa - a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre piu' adeguate alle necessita' dei migranti irregolari. Questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalita' che si impone a tutti''.
''Come Padre comune - sono ancora le parole del Pontefice dopo la preghiera dell'Angelus - sento il profondo dovere di richiamare l’attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione. Il Signore ci accompagni e renda fecondi i nostri sforzi''.
Parlando ai pellegrini radunati nel cortile della residenza estiva di Castelgandolfo, Papa Ratzinger ha esternato la sua commozione per i naufragi che si ripetono. ''In queste ultime settimane - ha rilevato - la cronaca ha registrato l'aumento degli episodi di immigrazione irregolare dall’Africa. Non di rado, la traversata del Mediterraneo verso il continente europeo, visto come un approdo di speranza per sfuggire a situazioni avverse e spesso insostenibili, si trasforma in tragedia; quella avvenuta qualche giorno fa sembra aver superato le precedenti per l'alto numero di vittime''.
''La migrazione - ha tenuto a ricordare il Pontefice - e' fenomeno presente fin dagli albori della storia dell’umanita', che da sempre, pertanto, ha caratterizzato le relazioni tra popoli e nazioni''. Tuttavia, ha scandito, ''l'emergenza in cui si e' trasformata nei nostri tempi ci interpella e, mentre sollecita la nostra solidarieta', impone, nello stesso tempo, efficaci risposte politiche''. E ''senso di responsabilita' devono mostrare anche i Paesi di origine perche' si tratta di loro concittadini''. Molte istanze regionali, nazionali e internazionali si stanno occupando della questione della migrazione irregolare: ad esse - ha concluso Papa Ratzinger - va il mio plauso e il mio incoraggiamento, affinche' continuino la loro meritevole azione con senso di responsabilita' e spirito umanitario''.

© Copyright (AGI)

All’Angelus, appello del Papa sull’immigrazione (Radio Vaticana)


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Il Gesù storico e la Passione al centro dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Papa e i suoi ex allievi (Radio Vaticana)

Meloni: Benedetto XVI accoglierà la sete di speranza della Sardegna (Nuvoli)

Intolleranza (verso i Cattolici, gli unici a doversi piegare alla "laicità" dello Stato). Il commento di Brambilla

Incurante delle derive indù, Pannella marcia contro Roma (Ferrari)

Rischio cristianofobia. La sfida della Chiesa (Vailati)

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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

All’Angelus, appello del Papa sull’immigrazione: i Paesi di accoglienza e quelli di origine lavorino con spirito umanitario e impegno nello stroncare le cause dell’immigrazione irregolare

E’ stato un Angelus dominato da parole di grande intensità quello pronunciaro questa mattina da Benedetto XVI nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Di fronte alla consueta folla radunata del cortile, che lo ha più volte acclamato e applaudito, il Papa - colpito dalle ultime, drammatiche pagine di cronaca riguardanti gli immigrati - ha chiesto con forza ai Paesi di approdo di aprire le proprie porte con spirito umanitario e a quelli Paesi di partenza di “stroncare alle radici” quanto di criminale c’è dietro tali viaggi, che mettono a repentaglio la vita di migliaia di persone. In precedenza, riflettendo sulle forze disgregatrici che sembrano dominare nel mondo attuale, Benedetto XVI aveva invitato i cristiani a rispondere alla malvagità con la forza dell’amore che viene dalla Croce di Gesù. Il servizio di Alessandro De Carolis:

I viaggi della speranza strasformati in incubi senza approdo. Uomini, ma più spesso donne, con i figli stretti in braccio o ancora in grembo, annidati su piccoli scafi, che sfidano forze più grandi di loro per fuggire da povertà o da guerre e che troppo spesso da quelle forze finiscono schiacciati. Da anni, purtroppo, le acque del Mediterraneo sono diventate un’immensa tomba a cielo aperto, nella quale migliaia di immigrati hanno trovato e trovano la morte. E l’ultima di queste tragedie - le 70 persone naufragate a 40 miglia dall’Isola di Malta, mercoledì scorso - hanno indotto Benedetto XVI a dedicare un lunga, accorata riflessione al termine dell’Angelus. Dopo aver stigmatizzato “l’alto numero di vittime” di queste traversate e aver ribadito come la migrazione sia un fenomeno antichissimo che ha caratterizzato da sempre “le relazioni tra popoli e nazioni”, tuttavia ha osservato il Pontefice:

“L’emergenza in cui si è trasformata nei nostri tempi (...) ci interpella e, mentre sollecita la nostra solidarietà, impone, nello stesso tempo, efficaci risposte politiche. So che molte istanze regionali, nazionali e internazionali si stanno occupando della questione della migrazione irregolare: ad esse va il mio plauso e il mio incoraggiamento, affinché continuino la loro meritevole azione con senso di responsabilità e spirito umanitario. Senso di responsabilità devono mostrare anche i Paesi di origine, non solo perché si tratta di loro concittadini, ma anche per rimuovere le cause di migrazione irregolare, come pure per stroncare, alle radici, tutte le forme di criminalità ad essa collegate”.

Inoltre, ha proseguito nella sua disamina Benedetto XVI, “i Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione sono, tra l’altro, chiamati a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre più adeguate alle necessità dei migranti irregolari:

“Questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti. Come Padre comune, sento il profondo dovere di richiamare l’attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione”.

Prima di questo appello, il pensiero domenicale del Papa si era soffermato sulla natura del male che in molte forme si coglie nel mondo e sulla salvezza portata dall’amore “disarmato” di Gesù. Lo spunto offerto dal Vangelo di oggi - con Pietro che augura al suo Maestro di scampare dalla morte che lo attende a Gerusalemme - ha permesso a Benedetto XVI di presentare il mistero della salvezza divina, che passa attraverso una morte infame, sulla croce, del Figlio di Dio. Non si è certo trattato, ha detto il Papa tra gli applausi, di un “disegno crudele” del Padre celeste, quanto di una scelta causata dalla “gravità della malattia da cui doveva guarirci”, pagata attraverso il sangue e sublimata dalla Risurrezione. Eppure, ha continuato Benedetto XVI, “la lotta non è finita”:

“Il male esiste e resiste in ogni generazione, anche ai nostri giorni. Che cosa sono gli orrori della guerra, le violenze sugli innocenti, la miseria e l’ingiustizia che infieriscono sui deboli, se non l’opposizione del male al Regno di Dio? E come rispondere a tanta malvagità se non con la forza disarmata e disarmante dell’amore che vince l’odio, della vita che non teme la morte? E’ la stessa misteriosa forza che usò Gesù, a costo di essere incompreso e abbandonato da molti dei suoi”.

E ora quella scelta di Gesù, ha soggiunto il Papa, è responsabilità di ogni suo seguace:

“Come per Cristo, così pure per i cristiani portare la croce non è dunque facoltativo, ma è una missione da abbracciare per amore. Nel nostro mondo attuale, dove sembrano dominare le forze che dividono e distruggono, il Cristo non cessa di proporre a tutti il suo chiaro invito: chi vuol essere mio discepolo, rinneghi il proprio egoismo e porti con me la croce”.

Nei saluti in cinque lingue al termine dell’Angelus, durante i quali Benedetto XVI si è rivolto fra gli altri ai sacerdoti salesiani e alle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto, il Papa ha avuto parole di particolare attenzione per i vescovi e i fedeli cubani che si apprestano, l’8 settembre, ad inaugurare il triennio di preparazione al 400.mo anniversario del ritrovamento, ad opera di tre indios, dell’immagine mariana di Nostra Signora della Carità del Cobre, risalente al 1612. Augurando ai fedeli cubani di essere sempre più, per intercessione della Vergine, “missionari del Vangelo in ogni circostanza della vita”, Benedetto XVI ha concluso:

“Que Dios bendiga a Cuba y a todos los cubanos!”

© Copyright Radio Vaticana

Auguri dal Papa a studenti e professori per il nuovo anno scolastico. Benedizione speciale per Cuba


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Il Gesù storico e la Passione al centro dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Papa e i suoi ex allievi (Radio Vaticana)

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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

Scuola/ Auguri dal Papa a studenti e professori per nuovo anno

Il Pontefice-Professore: Affidiamo a Maria i talenti di ciascuno

Castel Gandolfo, 31 ago. (Apcom)

Un pensiero agli studenti e ai professori che si apprestano ad iniziare il nuovo anno scolastico: il Papa l'ha voluto riservare al termine della recita dell'Angelus, dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.
"A pochi giorni dal rientro scolastico - ha detto Ratzinger nei saluti in lingua francese - desidero affidare a Maria gli studenti e i professori che si apprestano a vivere insieme un nuovo anno di scoperte, apprendimento e sfide. Che il Signore doni a ciascuno la possibilità di far fruttificare i talenti di ciascuno per il bene e la gioia di tutti".

Papa/ All'Angelus benedice Cuba: Dio protegga il suo popolo

Al via celebrazioni 400 anni Nostra Signora Carità

Castel Gandolfo, 31 ago. (Apcom) - Il Papa benedice Cuba e affida a Dio tutto il popolo cubano. Al termine della recita dell'Angelus, dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha voluto salutare con affetto "i fedeli della cara Nazione cubana" in occasione dell'inaugurazione delle celebrazioni dei 400 anni della venerata immagine di Nostra Signora della Carità. "Dio benedica Cuba e tutto il popolo cubano", ha detto Ratzinger.

Iniziativa dei radicali: sabato protesta Pro Tibet con il Dalai Lama. E i Cattolici?

MILANO - Sabato prossimo al Parco Sempione di Milano ci sara' uno sciopero della fame Pro Tibet dalle ore 8 alle 20, "per rafforzare l'impegno alla lotta non violenta nei confronti del regime comunista cinese". A questa iniziativa partecipera' anche il Dalai Lama. Ne da' notizia Radio Radicale. (Agr)

A quando una protesta pro Cristiani dopo i massacri in India? Il Dalai Lama sara' in Italia? Benissimo! Sara' l'occasione giusta per dire una parola a favore dei Cattolici visto che, fino ad ora, abbiamo ascoltato un assordante silenzio del leader tibetano e...dei radicali!
R.

Immigrazione, l'appello del Papa: «Basta stragi. La politica dia risposte efficaci»


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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

la preghiera domenicale dedicata alL'ULTIMO naufragio nel canale di Sicilia

Immigrazione, l'appello del Papa
«La politica dia risposte efficaci»


Ratzinger durante l'Angelus: «Basta stragi, i paesi europei accolgano gli irregolari»

CASTEL GANDOLFO (Roma)

L'emergenza immigrazione e le stragi del mare «impongono efficaci risposte politiche».
È questo il duro monito di Benedetto XVI, che ha quasi interamente dedicato l'Angelus recitato a Castel Gandolfo al naufragio dei giorni scorsi nel canale di Sicilia. «In queste ultime settimane la cronaca ha registrato l'aumento degli episodi di immigrazione irregolare dall'Africa.
Non di rado - ha spiegato Benedetto XVI -, la traversata del Mediterraneo verso il continente europeo, visto come un approdo di speranza per sfuggire a situazioni avverse e spesso insostenibili, si trasforma in tragedia».

APPELLO ALL'EUROPA

All'Europa Ratzinger ha rivolto un appello preciso: sviluppare strutture di aiuto e accoglienza degli immigrati irregolari. «I Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione - ha detto il Pontefice - sono, tra l'altro, chiamati a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre più adeguate alle necessità dei migranti irregolari». «Allo stesso tempo - ha aggiunto il Papa - questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti». «Come Padre comune - ha quindi affermato ancora Ratzinger - sento il profondo dovere di richiamare l'attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione. Il Signore ci accompagni e renda fecondi i nostri sforzi!»

© Copyright Corriere online

"Basta stragi. Bisogna coniugare solidarietà e legalità"

Benedetto XVI esorta Paesi di provenienza e arrivo a collaborare
Immigrazione, appello del Papa: "Europa accolga gli irregolari"


CASTEL GANDOLFO

Davanti al ripetersi delle tragedie del mare che provocano così tante vittime tra gli immigrati, Benedetto XVI esorta paesi di provenienza e di arrivo ad agire efficacemente per "rimuovere le cause di migrazione irregolare, come pure per stroncare, alle radici, tutte le forme di criminalità ad essa collegate.
Dal canto loro, i Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione sono, tra l'altro, chiamati - ricorda il Papa - a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre più adeguate alle necessità dei migranti irregolari. Questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti".

"Come Padre comune - sono ancora le parole del Pontefice dopo la preghiera dell'Angelus - sento il profondo dovere di richiamare l'attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione. Il Signore ci accompagni e renda fecondi i nostri sforzi".

© Copyright Repubblica online

Immigrati/ Il Papa: Basta stragi, servono politiche efficaci

Servono accordi forti Ue-Paesi d'orgine. Rispetto per clandestini

Castel Gandolfo, 31 ago. (Apcom)

Basta stragi in mare, servono politiche efficaci, anche a livello europeo. Forte appello di Papa Benedetto XVI per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione. "In queste ultime settimane - ha detto Ratzinger al termine della recita dell'Angelus dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo - la cronaca ha registrato l'aumento degli episodi di immigrazione irregolare dall'Africa. Non di rado, la traversata del Mediterraneo verso il continente europeo, visto come un approdo di speranza per sfuggire a situazioni avverse e spesso insostenibili, si trasforma in tragedia; quella avvenuta qualche giorno - ha aggiunto il Papa ricordando i recenti casi di sbarco di clandestini che hanno prodotto numerosi morti - fa sembra aver superato le precedenti per l'alto numero di vittime. La migrazione è fenomeno presente fin dagli albori della storia dell'umanità, che da sempre, pertanto, ha caratterizzato le relazioni tra popoli e nazioni".
Per Benedetto XVI, dunque, "l'emergenza in cui si è trasformata nei nostri tempi, tuttavia, ci interpella e, mentre sollecita la nostra solidarietà, impone, nello stesso tempo, efficaci risposte politiche. So che molte istanze regionali, nazionali e internazionali si stanno occupando della questione della migrazione irregolare: ad esse va il mio plauso e il mio incoraggiamento, affinché continuino la loro meritevole azione con senso di responsabilità e spirito umanitario. Senso di responsabilità devono mostrare anche i Paesi di origine, non solo perché si tratta di loro concittadini - ha aggiunto Benedetto XVI - ma anche per rimuovere le cause di migrazione irregolare, come pure per stroncare, alle radici, tutte le forme di criminalità ad essa collegate. Dal canto loro, i Paesi europei e comunque quelli meta di immigrazione sono, tra l'altro, chiamati a sviluppare di comune accordo iniziative e strutture sempre più adeguate alle necessità dei migranti irregolari. Questi ultimi, poi, vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti".
Infine, un forte appello perchè "come Padre comune, sento il profondo dovere di richiamare l'attenzione di tutti sul problema e di chiedere la generosa collaborazione di singoli e di istituzioni per affrontarlo e trovare vie di soluzione. Il Signore - ha concluso Benedetto XVI - ci accompagni e renda fecondi i nostri sforzi!".

Il Papa: "Come per Cristo, così pure per i cristiani portare la croce non è dunque facoltativo, ma è una missione da abbracciare per amore"

Clicca qui per leggere le parole del Papa alla recita dell'Angelus.

Colloquio con il vicario apostolico di Arabia Paul Hinder: "Testimoni del Vangelo in una terra di frontiera" (Osservatore)


Vedi anche:

IL PAPA E L'ISLAM: LO SPECIALE DEL BLOG

Ingrid Betancourt realizza il suo sogno: domani incontra il Papa

Altri guai per la diocesi di Salerno. Arrivano gli "ispettori" del Vaticano

Mons. Fisichella: «In India la Chiesa è violentata. E qui da noi c’è chi fa satira» (Libero)

Conto alla rovescia per la visita del Papa a Cagliari: istituite tre "zone rosse" (Unione Sarda e Nuova Sardegna)

Omelia del card. Bagnasco per la Solennità della Madonna della Guardia: "Aiutare chi ha bisogno non è proselitismo" (Osservatore R.)

Il cardinale Bagnasco sulla situazione internazionale: "Tra i fantasmi del passato e le nuove persecuzioni" (Osservatore Romano)

Il santuario di Bonaria meta del Papa in Sardegna. Dove i marinai sostano per conoscere la direzione del vento (Osservatore)

Oggi le conclusioni del Meeting di Rimini. Intervista con mons. Fisichella (Radio Vaticana)

Intervista alla Radio Vaticana di Mons. Marchetto sul VI Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari

Il Gesù storico e la Passione al centro dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Papa e i suoi ex allievi (Radio Vaticana)

Meloni: Benedetto XVI accoglierà la sete di speranza della Sardegna (Nuvoli)

Intolleranza (verso i Cattolici, gli unici a doversi piegare alla "laicità" dello Stato). Il commento di Brambilla

Incurante delle derive indù, Pannella marcia contro Roma (Ferrari)

Rischio cristianofobia. La sfida della Chiesa (Vailati)

Papa Benedetto XVI incontra gli ex allievi: si parlerà di Gesù di Nazaret (Bevilacqua)

India, la caccia ai Cristiani non smuove l'Occidente (ed i media!). Vabbè...non siamo il Tibet! Da "Il Timone"

VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

Colloquio con il vicario apostolico di Arabia Paul Hinder

Testimoni del Vangelo in una terra di frontiera

di Paolo Brocato

"Un cristiano, ovunque si trovi, ha la possibilità di vivere la sua fede, anche nei luoghi e nelle condizioni più difficili. Una testimonianza cristiana è dunque tendenzialmente possibile anche in una terra di frontiera come l'Arabia, dove ci sono evidenti e storiche diversità sociali, culturali e religiose. Lo stesso vale per il servizio di un vescovo". A parlare è il vicario apostolico di Arabia, monsignor Paul Hinder, il quale, dopo essere intervenuto al Meeting di Rimini, ha rilasciato al nostro giornale alcune dichiarazioni sulla situazione dei cristiani in terra d'Islam.
"Se devo essere vescovo, voglio esserlo in terra araba".
Monsignor Hinder, frate cappuccino, 66 anni, originario della Svizzera, ricorda così il desiderio espresso direttamente a Giovanni Paolo ii al momento della sua nomina. Dal marzo 2005 vicario apostolico di Arabia, guida circa due milioni di cattolici della penisola. Vive ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, "quasi a ridosso - precisa - di una delle più grandi moschee del Paese, tanto che posso quasi toccarla dal mio ufficio".
La sua, in termini geografici, grazie a un territorio di circa tre milioni di chilometri quadrati, è la "diocesi" più grande del mondo. Ospita popoli di novanta diverse etnie e abbraccia Paesi come gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, l'Oman, lo Yemen, il Qatar e l'Arabia Saudita. I fedeli sono soprattutto filippini e indiani, ma ci sono anche moltissimi indonesiani, nigeriani, europei e nordamericani.
Non ci sono cristiani locali. Ci sono solo immigrati, "compreso il vescovo", ironizza monsignor Hinder: "Siamo al cento per cento una Chiesa pellegrina".
"Evidentemente dobbiamo adattarci un po' alla situazione di una terra musulmana dove - sottolinea il presule - non abbiamo le stesse condizioni e possibilità che si avrebbero forse in altri Paesi. Però, guardando i nostri fedeli, devo ammettere di non aver l'impressione che loro credano di meno di altri che hanno più libertà di azione. Anzi ho l'impressione, forse, che contesti particolari, in cui sono più difficili l'espressione e la testimonianza di fede, costituiscano un arricchimento".
Monsignor Hinder parla della possibilità di una testimonianza più incisiva. Tuttavia, i problemi sono molti e di varia natura. Permangono, ad esempio, indubbie difficoltà nel rapporto di reciprocità con la comunità musulmana. "La reciprocità, come la sentiamo noi ordinariamente in Europa, non esiste, a causa delle ragioni cui ho accennato, cioè le profonde diversità nella dimensione storica, sociale, culturale e religiosa. Certo - evidenzia il presule - sono favorevole all'esigenza di una reciprocità, soltanto devo ammettere, guardando l'attuale situazione, che occorre più tempo e talvolta anche maggiore pazienza se non addirittura la ricerca di altre modalità di rapporto".
Il cammino verso gli altri è al tempo stesso personale e comunitario e non privo di rischi. Uno, fra i tanti, a suo avviso, è quello della "tendenza all'arroganza che abbiamo nella nostra cultura, non soltanto riguardo all'islam. Abbiamo la tendenza a considerarci la vetta dello sviluppo dell'umanità. Ma questo non è giusto - spiega - perché non tutti i popoli sono costretti ad avere la stessa storia".
Ci sono anche altri modi di vivere la dicotomia fra il mondo tecnologico, moderno, e il passato della propria storia e la religione. "Anch'io sono convinto che il mondo musulmano debba aprirsi di più alla ragione, secondo un processo che abbiamo attraversato anche noi. Però non è detto che questo debba condurli allo stesso secolarismo". Il presule invita quindi all'"umiltà nel relativizzare" gli esiti finali.
Sempre per quanto concerne il dialogo interreligioso, il vicario apostolico di Arabia ricorda che "dobbiamo essere onesti e rispettosi, ma che insistere sulle reciprocità in senso matematico non funziona". "Innanzitutto, il concetto di democrazia secondo la mentalità occidentale - osserva - è il risultato di un lungo processo che anche la Chiesa ha fatto fatica ad accettare. Non si possono imporre democrazia e diritti come li conosciamo noi, perché sono frutto di un percorso che non è detto sia quello che devono fare anche gli Emirati Arabi".
Nei Paesi arabi, la vita politica è permeata dalla religiosità e proprio questo ostacola la comprensione di un concetto come quello dello Stato liberale europeo. "Per i musulmani la fede è parte integrante della vita", sostiene monsignor Paul Hinder, e il termine reciprocità è investito di un significato ambiguo, che viene mal tollerato.
Più in generale, secondo il presule, occorre "incrementare il dialogo con le autorità spiegando loro la situazione concreta in cui vivono i fedeli cristiani, soprattutto i più emarginati, coloro che hanno difficoltà ad accedere ai nostri centri, coloro che soffrono gravi difficoltà economiche. Si tratta di ravvivare il processo di dialogo attraverso una rinegoziazione. Questo non esclude che anche fuori dalla penisola araba ci si impegni a ricordare a questi governi di ascoltare la loro gente, di concedere ai cristiani maggiore libertà di azione nei vari ambiti della vita quotidiana".
Quella in Arabia è comunque "una Chiesa vivissima, anche se non tanto visibile". E "proprio perché non siamo nessuno, noi siamo protagonisti", sottolinea il presule riprendendo il tema del Meeting. Si vive in uno stato di "libertà condizionata", anche se occorre distinguere tra vita liturgica e fede vissuta in ambito personale. "La situazione - dice monsignor Hinder - è molto diversificata nel vicariato apostolico di Arabia, sebbene in quasi tutti i Paesi esista la libertà di culto, tranne che in Arabia Saudita, che è l'unico a non avere un luogo in cui i cattolici (oltre 800.000) possano riunirsi per pregare. Lo fanno in case private spesso situate in luoghi periferici. Il Re dell'Arabia Saudita, Abdallah, infatti non vieta la preghiera in luoghi privati purché non si rechi disturbo. In ogni parrocchia vi è una cappella dedicata alla Madonna dove pregano anche i musulmani. Le chiese non hanno segni esterni o simboli visibili, come croci o campanili".
Lo scarso numero di sacerdoti ha spinto recentemente alcune comunità locali ad affidare la guida ad alcuni laici. I cristiani in Arabia - dice ancora il vescovo Hinder - si devono organizzare tra loro; le distanze sono grandi, talvolta i sacerdoti sono lontani. Ma non è che la vita di fede o la preghiera s'interrompano. "Ci sono gruppi, movimenti e associazioni che continuano il loro straordinario lavoro anche se, in qualche circostanza, dobbiamo stare attenti e offrire loro il nostro consiglio perché rimangano nell'alveo della visione e del magistero della Chiesa cattolica". In particolare si cerca di dare indirizzi per quanto possibile precisi nel difficile terreno del linguaggio. Appare infatti più che mai necessario un linguaggio prudente che non generi ambiguità interpretative sia sul versante interno, riducendo il messaggio, sia in quello esterno. "Nonostante ciò, dalle nostre parti - afferma monsignor Hinder - la gente è molto pia, con un impegno profondo e una fede che, veramente, mi stupisce in molte circostanze". Anche se, riflette concludendo il vicario apostolico, "poiché Gesù Cristo è, per me, il Figlio del Dio vivente, io devo annunciarlo anche se questo dovesse suonare a qualcuno come un insulto".

(©L'Osservatore Romano - 31 agosto 2008)

Ingrid Betancourt realizza il suo sogno: domani incontra il Papa


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Betancourt realizza il suo sogno: domani incontra il Papa

ROMA

Arriverà stasera a Roma, per una visita di quattro giorni in Italia, Ingrid Betancourt. L'ex ostaggio delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc), sequestrata per oltre sei anni, finalmente realizza uno dei primi desideri espressi all'indomani della sua liberazione avvenuta il due luglio scorso: incontrare il Papa.
Il primo impegno nella capitale della franco-colombiana, che è una fervente cattolica, sarà stasera una visita alla Comunità di Sant'Egidio, seguita da una cena con il leader del Pd Walter Veltroni.

IN UDIENZA DAL PAPA

Sarà però domani 1° settembre il giorno clou della sua permanenza in Italia: alle 12 Ingrid Betancourt, accompagnata dai suoi familiari, sarà ricevuta da Benedetto XVI, ancora nella residenza estiva di Castel Gandolfo. A gennaio, quando Ingrid era ancora prigioniera, il Papa aveva ricevuto la madre Yolanda Pulecio. Poi, nel pomeriggio, è prevista anche una visita alla Basilica di San Pietro e alla Cappella Sistina.
Ospite della Provincia di Roma, domani l'ex ostaggio vedrà anche il presidente Nicola Zingaretti a Palazzo Valentini, dove è prevista una conferenza stampa. Nell'annunciare nei giorni scorsi la visita di Ingrid Betancourt, Zingaretti ha ribadito l'impegno «per il rilascio di tutti gli ostaggi prigionieri delle Farc e la riconciliazione in Colombia» e rilanciato «la campagna internazionale per l'assegnazione del premio Nobel a questa grande donna».

Martedì l'ex candidata alla presidenziali della Colombia – che nel 2002 fu rapita proprio durante la campagna elettorale – incontrerà alle 11 al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Secondo quanto si legge sul programma della sua visita in Italia, alle 12,30 sarà quindi ricevuta in Campidoglio dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e alle 15 dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, alla Farnesina. Concluderà la sua permanenza a Roma una visita alla senatrice a vita e premio Nobel Rita Levi Montalcini.

ULTIMA TAPPA PISA

Il giorno dopo, a Firenze, Ingrid Betancourt riceverà la cittadinanza onoraria e il Giglio d'oro in una cerimonia alle 11 a Palazzo Vecchio. Nella sede della prefettura, vedrà nel pomeriggio il presidente della Camera, Gianfranco Fini, senza tralasciare visite turistiche al Ponte Vecchio e agli Uffizi.
Il viaggio della franco-colombiana in Italia si concluderà giovedì mattina con una visita a Pisa: nel pomeriggio la partenza per New York.

© Copyright Eco di Bergamo, 31 agosto 2008

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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

L'articolo che segue mi e' stato segnalato dal nostro amico Alessandro.
Prima di giudicare ricordiamoci che tutti sono innocenti fino a prova contraria.
Inserisco ugualmente l'articolo nel blog perche', in materia di pedofilia nel clero, le regole sono chiarissime e tutti, soprattutto i vescovi, sono tenuti a rispettarle.
Non spetta a me o al blog sindacare se esse siano state osservate o meno, ma e' l'occasione giusta per ribadirle.
Saranno poi la magistratura ed il Vaticano a prendere, se necessario, gli opportuni provvedimenti
.
R.

SALERNO, TRASFERITO IL PARROCO ACCUSATO DI PEDOFILIA

Non c´è solo il parroco di una frazione collinare nel dossier su pedofilia e abusi sessuali che il Vaticano ha aperto per la diocesi di Salerno.
A Roma stanno indagando su altre presunte violenze che la denuncia di un prelato ha segnalato nel Seminario metropolitano di Pontecagnano, dove si formano i nuovi sacerdoti.

A Pontecagnano sono arrivati nei mesi scorsi gli "ispettori" del Vaticano e sotto esame sono poi finite anche le nomine che, per quella ed altre strutture, sono state deliberate dall´arcivescovo Pierro lo scorso 1 luglio. Il timore - per ora non più di questo - è che denunce e avvicendamenti al vertice possano essere collegati. •

In attesa che l´iter giudiziario e quello ecclesiastico facciano il loro corso, la Curia ha trasferito in una parrocchia del circondario il prete denunciato, spostandolo fuori dal territorio comunale di Salerno ma conservandogli le funzioni parrocchiali. Il provvedimento è stato assunto un anno e mezzo fa, quando l´accusa di un presunto abuso sessuale è arrivata all´orecchio di monsignor Gerardo Pierro.L´episodio sarebbe avvenuto qualche mese prima, presunta vittima un sedicenne della zona che frequentava spesso la parrocchia. Sarebbe stato lui a raccontare tutto alla famiglia e a far scattare la denuncia.
La Diocesi ha provato a tenerla segreta finché ha potuto, ma dopo la missione salernitana del Vaticano la notizia ha iniziato a circolare in maniera sempre più insistente. In attesa dell´epilogo giudiziario, nei confronti del sacerdote non è stato assunto alcun provvedimento di natura disciplinare.Solo un cambio di sede, per ridare serenitá alla comunitá della frazione, tacitando malumori e chiacchiericci. •
Nessun provvedimento anche per il caso sollevato al Seminario, che secondo le indiscrezioni sarebbe però costato il posto di vice rettore a don Carlo Magna. Fu lui a inoltrare a Roma una relazione su alcune anomalie nella gestione della struttura, stranezze tra le quali rientrerebbero anche vicende di natura sessuale.Il prelato avrebbe infatti raccolto le confidenze di alcuni seminaristi e ne avrebbe messo a conoscenza i vertici del Vaticano. Secondo un´interpretazione molto quotata in Curia, sarebbe questo il vero motivo - e non l´appartenenza al gruppo di preghiera del Gregge - per cui don Carlo Magna fu rimosso dall´incarico e allontanato. Il provvedimento fu firmato dall´arcivescovo Pierro, ma la Segnatura apostolica (una sorta di Cassazione del Vaticano) bocciò la misura disciplinare, giudicando insussistenti i motivi addotti dalla Curia. •
Le nomine di luglio, quando Pierro ha affidato al padre spirituale del Seminario l´incarico di nuovo rettore, hanno riaperto la polemica intestina all´Arcidiocesi.
Più di qualcuno ha evidenziato che il padre spirituale è colui che segue i seminaristi e può quindi averne raccolto eventuali turbamenti.
Abbastanza perché anche su queste nomine fosse chiesto l´intervento del Vaticano, e fosse aperto un nuovo dossier.

© Copyright Positano news

Per adesso ci sono solo indizi e dobbiamo lasciare che la magistratura ed il Vaticano facciano gli opportuni accertamenti.
Ci tengo pero' a ribadire alcuni concetti.
Sulla base dell'istruzione "DE DELICTIS GRAVIORIBUS", firmata nel 2001 dall'allora cardinale Ratzinger su disposizione del motu proprio "SACRAMENTORUM SANCTITATIS TUTELA" di Giovanni Paolo II, la pedofilia e' annoverata fra i "delitti piu' gravi" che ricadono sotto la competenza ESCLUSIVA della Congregazione per la dottrina della fede.
Affinche' fosse evitata qualsivoglia forma di "insabbiamento" si decise di sottrarre la competenza su questi atti gravissimi ai singoli vescovi.
Il vescovo, quindi, non puo' decidere in via autonoma di trasferire questo o quel sacerdote da una parrocchia all'altra, ma deve avvertire immediatamente il Vaticano del procedimento in corso, "dopo avere svolto un'indagine preliminare".
Solo dopo essere stata "avvisata", la Congregazione puo' decidere di affidare all'ordinario del luogo le indagini.
In questo caso e' stato segnalato il fatto? Non si sa...per questo sono giunti a Salerno gli "ispettori", segno che la "tolleranza zero" inaugurata da Papa Benedetto XVI continua a dare i suoi frutti
.
R.

Mons. Fisichella: «In India la Chiesa è violentata. E qui da noi c’è chi fa satira» (Libero)


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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

«In India la Chiesa è violentata E qui da noi c’è chi fa satira»

Caterina Maniaci

dall’inviato a Rimini

«Questo è ancora il tempo dei martiri, per la Chiesa».
E certo in Italia siamo lontanissimi dai roghi e dalle violenza anticristiane di questi giorni in India, ad esempio, ma anche nel nostro Paese si esercita una pressione che mira «a isolare e ridicolizzare la fede cristiana, in particolar modo cattolica». Basti pensare allo show «di quella che non posso neppure definire attrice» - leggasi Sabina Guzzanti - contro il Papa a piazza Navona, qualche mese fa.

Giudica così quel che sta accadendo in India, ma non solo, monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia Pro Vita e rettore della Pontificia Università Lateranense, è al Meeting di Rimini per parlare di Chiesa e modernità, in occasione della presentazione del nuovo libro di monsignor Luigi Negri, “Per un umanesimo del terzo millennio: Il magistero sociale della Chiesa (ed. Ares).

Si deve tornare a parlare di martirio dei cristiani anche nel Duemila?

«La condizione del martirio è connaturata all’essenza stessa della Chiesa, che è nata dal sangue del martirio di Cristo. Anche se i cristiani non corrono felici verso i carnefici. Ma poiché formiamo un corpo solo, le ferite e la morte di altri cristiani ci toccano in prima persona, come se fossimo martirizzati noi stessi. Quello che è difficile da accettare è che in un mondo che progredisce e considera acquisiti i valori di democrazia e di libertà, ancora si possa assistere ad episodi di violenza e intolleranza inaudite. Sembra insomma prevalere la logica dell’aguzzino, non quella del rispetto e della comprensione».

Un senso di intolleranza serpeggia anche nel nostro civilizzato e democratico Occidente.

«Viviamo la fase probabilmente più critica della cultura dell’Occidente, in cui manca un profondo rispetto per il cristianesimo, che costituisce la radice della stessa civiltà occidentale. È come se un figlio ripudiasse la propria madre e, così facendo, finisse per non capire più chi è veramente.

Sembra dunque che adesso tutto quello che riguarda il cristianesimo, e in particolare il cattolicesimo, possa essere attaccato in modo indisturbato, senza reazioni di vera condanna. L’obiettivo è quello di emarginare il ruolo della Chiesa sulla scena pubblica. Ma non si capisce che questi attacchi colpiscono invece il cuore stesso della libertà».

Si tenta anche di mettere in ridicolo i contenuti della fede cattolica: pensiamo alla “rana crocifissa” del museo di Bolzano...

«Penso ad un’espressione di Soren Kierkegaard, il quale sosteneva che se oggi Cristo dovesse tornare sulla terra non lo metterebbero più in croce ma lo metterebbero in ridicolo. Ridicolizzare la fede non è certo il segno di una maturità culturale. E non scordiamoci di quel che è successo qualche mese fa a Roma, a piazza Navona, durante una manifestazione politica, quando quella che io neppure potrei definire un’attrice (il riferimento è a Sabina Guzzanti, n.d.r.), si è lasciata andare ad espressioni inaccettabili nei confronti di papa Benedetto XVI, invocando il diritto alla satira».

Riferendoci al caso Englaro e al dibattito su una eventuale legiferazione sull’eutanasia, potrebbe una legge stabilire quando e come deve finire una vita?

«Intanto sia chiaro: la Chiesa non sarà mai contro la scienza, anzi accompagna il suo progredire, ma le chiede di essere capace di darsi dei limiti. Così come penso che una legge non possa stabilire quando comincia e quando deve finire una vita. Semmai il Parlamento italiano dovrà assumersi l’impegno, in una eventuale legge, di difendere la vita e la dignità della persona, soprattutto dei più deboli o incapaci di esprimere la propria volontà. Alla fine il problema non è quello di dire l’ultima parola sulla vita, ma quello di dire che una vita è sempre tale e unica, anche quando non ha più la forza, l’efficienza della cosiddetta “normalità”».

© Copyright Libero, 30 agosto 2008 consultabile online anche qui.

Conto alla rovescia per la visita del Papa a Cagliari: istituite tre "zone rosse" (Unione Sarda e Nuova Sardegna)


Vedi anche:

VISITA PASTORALE DEL PAPA A CAGLIARI (7 SETTEMBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

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VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:

Conto alla rovescia per l'evento del 7 settembre. Berlusconi ci sarà

Per la visita del Papa, in programma domenica 7 settembre, Cagliari sarà una città blindata.
Per garantire un regolare afflusso di fedeli (sono attese circa 150 mila persone), nei tre punti strategici (Bonaria, largo Carlo Felice e cattedrale) sono state create altrettante zone rosse, dove la circolazione delle auto sarà vietata. Divieto di sosta anche nelle strade percorse dal corteo papale. Gli ultimi accorgimenti sulla giornata cagliaritana del Pontefice sono stati messi a punto ieri mattina durante un vertice tra i responsabili delle Forze dell'ordine e delle Forze armate. In prefettura non confermano, ma è certa la partecipazione del premier Silvio Berlusconi.

© Copyright L'Unione Sarda, 30 agosto 2008

Sabato 6 e domenica 7 settembre niente auto a Bonaria, Castello e largo Carlo Felice. Divieto di sosta nel percorso papale

Tre zone rosse per la visita del Papa

Per la visita del Papa, prevista domenica 7 settembre, Cagliari sarà una città blindata. Per garantire un regolare afflusso di fedeli (prevista la presenza di circa 150 mila persone), nei tre punti strategici (Bonaria, largo Carlo Felice e cattedrale) sono state create altrettante zone rosse, dove la circolazione delle auto, il giorno dell'evento e quello precedente, sarà vietata. Limitazioni al traffico anche lungo le strade percorse dal corteo papale lungo le quali, dal giorno prima, sarà vietata la sosta con rimozione forzata. Da domani, alle 20, sarà proibito parcheggiare e transitare nel largo Carlo Felice, nell'area di intersezione con Piazza Matteotti e con la via Roma corsia centrale ex giardinetti. Gli ultimi accorgimenti logistici sulla giornata cagliaritana del Pontefice sono stati messi a punto ieri mattina durante un vertice alla presenza dei responsabili delle Forze dell'ordine e delle Forze armate. In prefettura non confermano, ma è certa la partecipazione del premier Silvio Berlusconi. Per ridurre al minimo i disagi il comandante della Polizia municipale invita i cagliaritani a non usare l'auto, ma di servirsi dei mezzi pubblici (Ctm e metropolitana).

PARCHEGGI Ecco l'elenco dei parcheggi riservati alle auto. Via Cammino Nuovo (180 posti, gratuito), stadio Sant'Elia (1000, gratuito), via Manzoni (150, gratuito), La Playa (300, gratuito), Fiera (100, riservato incontro giovani), Marina Piccola (700, gratuito), ospedale Brotzu (500, gratuito), viale Trento (200, gratuito), via Amat (550, a pagamento), viale Regina Elena (510, a pagamento), via Sant'Alenixedda (210, gratuito), Auchan Marconi Pirri (500, gratuito, collegametno con la metropolitana per piazza Repubblica), Auchan Santa Gilla (500, gratuito), IperPan viale La Playa (200, gratuito), Conad via Dei Valenzani (200, gratuito), IperStanda via Jenner (200, gratuito), Via Mercalli fermata metropolitana (50, gratuito), viale San Bartolomeo (200, gratuito). I parcheggi di viale Bonaria (Cis), piazza Palazzo, via Roma, Molo Ichnusa e Molo Sabaudo non saranno disponibili in quanto interessati dal percorso di Benedetto XVI. Stesso discorso per i pullman, ne sono previsti almeno 600, che potranno parcheggiare in cinque zone a loro riservate: via San Paolo, area sterrata dove viene sistemato il circo (300 posti, gratuito), via Roma porto (100, a pagamento), Via Vespucci Sant'Elia (350, gratuito), via Pessagno Fiera (50, riservato incontro con i giovani). I vertici della Polizia municipale hanno previsto delle aree di sosta riservate a chi abita nelle zone rosse : piazza Darsena (70 posti), via Sonnino (250), via Sonnino-piazza Gramsci (35), piazza Donatori di Sangue (300), viale Bonaria-BancaIntesa (60).

CTM E BUS NAVETTA Domenica 7 settembre i servizi pubblici di linea effettueranno capolinea in piazza XX Settembre (per i mezzi provenienti da viale Marconi, via San Benedetto), viale Trieste, via Pola (per i pullman in arrivo da Is Mirrionis) e piazza Amsicora (per quelli che arrivano dal Poetto). Per i pellegrini verrà istituito un trasporto navetta da piazza Matteotti a viale Colombo, altezza via Sonnino.

PORTO E AEROPORTO Domenica sera, nel largo Carlo Felice, è in programma l'incontro tra Papa Ratzinger e i giovani. Nello stesso orario è prevista la partenza delle navi di linea dal porto. Ecco l'itinerario consigliato per chi arriva da fuori città: imboccare la 554 con direzione Elmas, proseguire sulla 195 Rac (ex Casic) sino all'ingresso di via Sant'Agostino.

PRESIDI MEDICI Imponente l'apparato messo in campo dal 118 che sarà presente con 35 ambulanze e 150 volontari.

Per informazioni è a disposizione la segreteria dell'organizzazione, tel.: 070/52843210-322).

© Copyright L'Unione Sarda, 29 agosto 2008

Tre grandi «zone rosse» intorno al Papa

Imponente servizio d’ordine e di protezione civile per la visita del pontefice

Dalle 9 alle 20 nessun aereo potrà sorvolare la città

CAGLIARI. Il conto alla rovescia per la visita papale è iniziato. Ieri sono state presentate le caratteristiche del servizio d’ordine e di protezione civile: sarà imponente e discreto, preciso e funzionale. Il tutto con l’obiettivo di fare della visità di Benedetto XVI una manifestazione ordinata, tranquilla e col disagio minimo possibile per la popolazione.
Dalle 6 del mattino alle 21 di domenica 7 settembre vi saranno tre grandi zone rosse in corrispondenza dei tre luoghi della visita: Bonaria, cattedrale, Largo Carlo Felice. Tre isole di sicurezza con un cordone protettivo che si estenderà fino a 10mila metri d’altezza: tra le 9 e le 20, infatti, a nessun aereo sarà consentito sorvolare il capoluogo.

Tre grandi «zone rosse» in una città blindata

Il 7 settembre un imponente servizio d’ordine garantirà il tranquillo svolgimento della visita del Papa

CAGLIARI. Imponente e discreto, preciso e funzionale. In questi quattro aggettivi le caratteristiche del servizio d’ordine e di protezione civile messo a punto dalle autorità di pubblica sicurezza. Obiettivo: la visita del Papa dovrà essere una manifestazione ordinata, tranquilla e col disagio minimo possibile per la popolazione. Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Salvatore Gullotta, ieri ha definito nei particolari l’operazione “Papa day”. Nella nuova sede della Prefettura, l’ex “Scala di ferro” in via Torino, tutti presenti alla riunione convocata dal Prefetto per organizzare nei particolari la venuta di Benedetto XVI classificata, il 18 luglio 2008, tra i grandi eventi nazionali: questore, forze di polizia (Ps, Carabinieri, Guardia di finanza), Comune, polizia municipale, forze armate (Esercito, Marina e Aeronautica), Capitaneria di Porto, Protezione civile con Bernardo Bernardinis, vice del sottosegretario Guido Bertolaso, che questa mattina sarà in città. Dalle 6 del mattino alle 21 di domenica 7 settembre tre grandi zone rosse in corrispondenza dei tre luoghi della visita papale: Bonaria, cattedrale, Largo Carlo Felice. Tre isole di sicurezza con un cordone protettivo che si estenderà fino a 10 mila metri d’altezza: tra le 9 e le 20, infatti, a nessun aereo sarà consentito sorvolare il capoluogo. Il traffico aereo civile, tuttavia, non subirà disagi, giacchè sono stati individuati corridoi alternativi per consentire il regolare arrivo e decollo da

Elmas. Cieli vietati, invece, agli aerei da diporto.
Il servizio del 118 assicurerà l’assistenza di pronto intervento mentre 4 ospedali sono stati allertati per rispondere a ogni evenienza.

Area Bonaria (Messa del Papa). Si accede con esibizione del pass rilasciato dalle parrocchie o dal comitato organizzatore. Il pass indica varco, settore e sotto settore. I varchi d’accesso, custoditi da forze dell’ordine, protezione civile e volontari del Papa, sono nove: via Taranto, via Ravenna-Via Milano, piazzale Cimitero, incrocio via Bottego-viale Cimitero, via Bonaria (fronte Rai), via Diaz, viale Colombo (vicino Scientifico Alberti), via Caboto, viale Diaz (di fronte ingresso principale Fiera campionaria).

Area Largo Carlo Felice (pomeriggio dalle 15). Varchi principali nei due lati della via Roma all’altezza della Rinascente e del palazzo civico.

Area cattedrale (pomeriggio dalle 15). Varco principale Porta Cristina e Palazzo delle Seziate.
Strade con divieto di sosta e rimozione dalle ore 6 di sabato 6 settembre alle ore 21 di domenica 7 settembre (tutte interessate al percorso di Benedetto XVI): Viale Elmas, viale sant’Avendrace, viale Trieste, via Roma, via Roma lato portici, piazza Amendola, Piazza Lussu, viale Bonaria, piazza Cimitero, via Bottego, viale Cimitero, via Dante, Piazza Giovanni XXIII, via don Macchioni, via dei Giudicati, via Garfagnana, via Liguria, via Campania, via Cadello, piazza d’Esquivel, via monsignor Piovella, via monsignor Parraguez, via monsignor Cogoni, via Cadello, via Is Mirrionis, piazza d’Armi, via don Giussani, viale Buon Cammino, Porta Cristina, piazza Indipendenza, piazza Mafalda di Savoia, via Martini, piazza Palazzo, piazza Arsenale, via Anfiteatro, via Ospedale, via san Giorgio, via santa Margherita, piazza Yenne, Largo Carlo felice, via sant’Agostino, viale La Playa, via san Paolo, SS.195 dir.

Zone riservate alla sosta per i residenti (dalle ore 6 di sabato 6 settembre): Piazza Darsena (70 posti auto), Piazza De Gasperi (250 posti auto), Piazza Gramsci (35), Viale Bonaria-Piazza Donatori di Sangue (300), Viale Bonaria-Banca Intesa (60).

Zone riservate alla sosta dei veicoli privati (il 7 settembre): Via Cammino nuovo (180 posti auto); Stadio Sant’Elia (1000), via Manzoni (150), via La Playa (300), Piazzale Marco Polo (100), Marina Piccola (700), Ospedale Brotzu (500), viale Trento-Trieste (200), via Amat (550 a pagamento), viale Regina Elena (510 a pagamento), via sant’Alenixedda (210), via Cesare Battisti (150), Auchan Marconi (500 collegamento con metropolitana leggera per piazza Repubblica), Auchan santa Gilla (500), Iper Pan viale la Plaia (200), Conad via dei Valenzani (200), Iper Standa via Jenner 8200), Via Mercalli (50), viale san Bartolomeo (200).

Parcheggi non disponibili:

Viale Bonaria-Cis (nella zona del percorso), Piazza Palazzo(zona percorso), via Roma (zona percorso), Molo Ichnusa (esigenze militari), molo Sabaudo (esigenze militari, autorità portuale e Capitaneria di Porto).

Zone riservate alla sosta dei pullman turistici: via san Paolo area sterrata (300 posti gratis), via Roma-porto (100 posti a pagamento), Stadio sant’Elia ingresso via Vespucci (350 gratis), via Pessagno (riservato incontro giovani in Fiera).
Servizi pubblici di linea.

Nella mattinata di domenica 7 settembre i servizi pubblici di linea faranno capolinea in piazza XX settembre (linee provenienti da viale Marconi, via san Benedetto); in viale Trieste-via Pola (linee provenienti dalla zona di is Mirrionis); e in Piazza Amsicora (linee provenienti dal Poetto).
Per i pellegrini un trasporto di bus-navetta da piazza Matteotti a Viale Colombo.

Il piano sanitario d’emergenza assicurato dal 118 in collaborazione con la Asl prevede l’impegno di 30 medici, 30 infermieri, 35 ambulanze e 150 volontari del soccorso. Dalle 6 alle 9,30 mezzi di soccorso saranno presenti vicino all’hotel Panorama, in piazza Matteotti, alla Stazione marittima. Successivamente, di mattina, entreranno in funzione 5 presidi medici ambulatoriali nel parcheggio del Banco di Sardegna, in piazza Cimitero, in via Ravenna, a Su Siccu e al Nautico. Ciascun presidio è formato da 3 medici, 3 infermieri, 5 ambulanze e 20 volontari. Cinque presidi medici anche nel pomeriggio intorno a via Roma. Precisamente: in piazza Yenne, piazza del Carmine, piazza Matteotti, stazione Marittima e al Consiglio regionale.

Mobilitata anche la Croce rossa. Il comitato regionale e il XIV Centro di mobilitazione del corpo militare della Cri fornirà il proprio supporto logistico. Coordinati dal comandante regionale, capitano Sergio Piredda, nella zona di Bonaria saranno dislocati 380 uomini e donne di tutte le componenti della Croce rossa. Un nucleo sanitario con quattro ambulanze medicalizzate sarà in servizio fin da sabato 6 settembre per l’happening dei giovani alla Fiera, dove saranno allestite due tende pneumatiche di 40 metri quadrati ciascuna.

Imbarco al porto: Ai viaggiatori che domenica 7 settembre dovranno raggiungere il porto per imbarcarsi su una delle navi di linea, i responsabili del traffico suggeriscono di accedere all’area portuale dalla zona di viale La Playa e via sant’Agostino.

© Copyright La Nuova Sardegna, 30 agosto 2008

Omelia del card. Bagnasco per la Solennità della Madonna della Guardia: "Aiutare chi ha bisogno non è proselitismo" (Osservatore R.)


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L'arcivescovo di Genova per la solennità della Madonna della Guardia

Aiutare chi ha bisogno non è proselitismo

Pubblichiamo di seguito l'omelia pronunciata in occasione della solennità della Madonna della Guardia. Alla vigilia l'arcivescovo metropolita di Genova aveva ricordato come la provvidenza "ci stimola perché siamo tutti più coscienti della necessità insostituibile del sacerdote nella Chiesa". Ha detto il cardinale: "Senza sacerdote non vi è eucaristia né perdono dei peccati; e senza questo non vi è comunità cristiana. Non dobbiamo fantasticare situazioni diverse. Il sacerdote sarà sempre il punto fermo e indispensabile nella vita della Chiesa".

di Angelo Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova

Come ogni anno siamo riuniti sotto lo sguardo della Madonna della Guardia per rendere l'omaggio a Colei che da secoli veglia sulla nostra Chiesa e sulla Città. A Lei ci rivolgiamo con la fiducia dei figli, sapendo che della Madre ci si può sempre fidare, sempre si è ascoltati, compresi e, in qualche buona forma, soccorsi. Tutti sappiamo che da questo sacro monte si ridiscende rincuorati per riprendere le responsabilità della vita, con le sue gioie e le sue prove.
Quest'anno, il nostro pellegrinaggio è segnato da una particolare preoccupazione. La Madonna della Guardia guarda Genova, ma guarda anche il mondo. E in questo momento le tensioni sono molteplici e gravi. Mi riferisco alla situazione del Caucaso che ha messo in seria difficoltà le relazioni Est Ovest, riesumando fantasmi che speravamo sepolti per sempre. Ma quante altre situazioni, dimenticate ma per nulla risolte, di guerre locali, di conflitti e di ingiustizia, sono presenti in tante parti del mondo, a partire dal continente africano! I mezzi di comunicazione di solito non ne parlano, ma i missionari - religiosi e laici - là vivono ogni giorno insieme alle popolazioni colpite, insieme alla povera gente, che - come sempre - è sempre più esposta, soffre e muore. Interessi politici ed economici la fanno da padroni sulle spalle di chi non ha voce: spesso l'unica voce resta quella dei Pastori.
Che cosa possiamo fare noi? Qui, ai piedi della Santa Vergine, il nostro primo compito è pregare, pregare seriamente e fare penitenza. Offrire alla Madonna, per i troppi nostri fratelli che vivono la brutalità delle guerre, i nostri sacrifici, le rinunce a piccoli benesseri, perché, nell'economia della grazia e della comunione dei santi, possano sollevare i gravissimi disagi ai quali tanti fratelli sono sottoposti. E poi, partecipare a quanto la Caritas nazionale - attraverso le Caritas diocesane - sta operando per portare in quei territori i soccorsi di prima necessità. Speriamo che l'opinione pubblica, sempre così pronta a essere visibile e rumorosa in occasioni simili, si mostri altrettanto presente ed efficace.
Ma vi è anche un'altra situazione molto triste di sofferenza e di morte, sulla quale non sento particolari reazioni di sincero sdegno, di condanna e di richiamo: le persecuzioni sanguinose contro i cristiani in alcuni Paesi del mondo.

La libertà religiosa è un diritto umano preciso che fa parte della Carta dei Diritti Universali; dovrebbe ormai appartenere alla coscienza dell'umanità. Ma così purtroppo non è, perché non tutto ciò che è scritto sulle Carte - anche le più solenni - è scritto anche nelle menti e nei cuori. La Chiesa da sempre annuncia il Signore Gesù e, attorno al Vangelo, nasce la comunità cristiana.

Da sempre, come conseguenza della fede che ci ricorda che Dio è Padre e che tutti siamo uguali e fratelli, la Chiesa interviene là dove c'è bisogno della promozione umana e sociale. La salvezza che Cristo ha portato riguarda l'anima, ma investe tutto l'uomo, la sua vita, la società. La carità della Chiesa è aperta a tutti e non discrimina in base a nulla, tanto meno in base alla fede: questo accade in Italia come nel resto del mondo.
Viene da chiederci se si possa negare l'aiuto umano per non suscitare negli altri simpatia, benevolenza, vicinanza. In una parola, quello che oggi viene interpretato come colpevole "proselitismo"! L'adesione alla fede cristiana è un atto libero di ognuno, e la carità è di natura sua aperta a tutti i bisognosi e i sofferenti.
La Chiesa non ha paura delle persecuzioni, comunque si presentino: fanno parte della fede. Duemila anni di storia ne sono segnati in modo luminoso, ricordando le parole di Tertulliano: "Sanguis Martyrum, semen christianorum".
Ma non possiamo non alzare la voce - come ha fatto il Santo Padre Benedetto XVI - e dire che è ingiusto, e che la libertà religiosa e di culto è un diritto per tutti nel rispetto della sicurezza sociale. Se la giustizia è - come ricorda san Tommaso - "dare a ciascuno il suo", essa comincia proprio dal riconoscere questo fondamentale diritto, fonte di ogni altro.
Cari Amici, mentre esprimiamo qui, ai piedi della Madonna della Guardia, il nostro desiderio di giustizia e di pace per noi, per le nostre famiglie, e per quelle terre oggi particolarmente ferite, affidiamo a Lei i nostri fratelli che vivono le sofferenze delle guerre, i loro morti, e chiediamo per i responsabili delle Nazioni l'onestà, la saggezza. Raccomandiamo alla Santa Vergine i cristiani perseguitati, le loro comunità, i Pastori, perché dall'esempio del martirio trovino ulteriore coraggio e forza per testimoniare la fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Quel coraggio, quella forza e quella fedeltà che, per il loro sangue, chiediamo a Dio anche per tutti noi.

(©L'Osservatore Romano - 31 agosto 2008)