31 maggio 2007

Insinuazioni e preghiera


Cari amici, ormai ci siamo: il famigerato video della BBC sta per essere trasmesso con buona pace di coloro che pensavano che il Vaticano avrebbe sfoderato tutte le sue armi (quali armi?) pur di impedirne la messa in onda.
Vorrei, pero', farvi notare una singolare coincidenza o, meglio, una concomitanza di tempi.
Nel momento in cui, su raidue, passera' la fiction della BBC, il Papa si trovera' nei giardini vaticani a pregare davanti alla grotta di Lourdes in occasione del termine del mese mariano.
Da una parte il laicismo ostinato, dall'altra la preghiera del popolo cristiano.
Io non credo che sia un caso e voi?
Non so che cosa farete, ma io vedro' la diretta del CTV e, solo dopo, mi dedichero' alla trasmissione di Santoro. In ogni caso mi porro' davanti allo show con estremo distacco giusto per vedere fino a che punto si puo' arrivare...
E domani e' un altro giorno :-)
A piu' tardi

Raffaella

Santoro invita e poi "disinvita" Introvigne


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PER EVITARE LA “CENSURA”, VIA ALLA DIFFAMAZIONE

In onda (forse) una bufala dolosa, buona per fare la solita caciara

Roma. A commentare il famigerato video della Bbc sui preti pedofili, nella puntata di Annozero intitolata “Non commettere atti impuri”, stasera ci saranno il matematico e ateista osservante Piergiorgio Odifreddi, monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, e don Fortunato di Noto, fondatore del Telefono Arcobaleno e di Meter, associazione che combatte la pedopornografia su Internet.
Parteciperà alla trasmissione anche Colm O’Gorman, il giornalista irlandese autore del video della Bbc, mentre non ci sarà il sociologo Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni, che da anni si occupa delle polemiche sui casi di pedofilia in cui sono coinvolti sacerdoti cattolici americani. Prima invitato, poi “disinvitato”, a due giorni dalla messa in onda della trasmissione, Introvigne si è sentito cortesemente spiegare da un collaboratore di Michele Santoro che la sua partecipazione era stata cancellata, a causa di non meglio identificati “motivi di casting”.
Fermo restando che Santoro ha il diritto di invitare chi vuole, ma anche che Annozero non è (o quantomeno non dovrebbe essere) il Grande Fratello, sorge il fondato sospetto che Introvigne si sia rivelato, per i gusti del padrone di casa, un po’ troppo schierato e competente. Nei giorni scorsi, lo studioso torinese aveva promosso un appello, al quale hanno aderito anche una ventina di parlamentari di entrambi gli schieramenti, nel quale i firmatari affermavano di non essere affatto contrari a trasmissioni televisive dove si affronti con serietà il “problema reale e doloroso” dei preti pedofili. Chiedevano, tuttavia, che non fosse trasmesso “da una rete pubblica, sostenuta dal canone di tutti gli italiani”, un documentario “sensazionalistico e falso” di cui elencavano, punto per punto, gli errori materiali. Spiegavano, insomma, perché “Sex, Crimes and the Vatican”, spacciato per un documento-bomba, altro non è che un petardo maleolente, zeppo di falsità marchiane, a cominciare da quella che spaccia per “documento segreto” la lettera firmata nel 2001 dall’allora cardinale Ratzinger, nella quale si fissava il regolamento di attuazione di una lettera apostolica di Giovanni Paolo II sui processi canonici.
Quello che il video della Bbc definisce “documento segreto”, non soltanto era stato immediatamente pubblicato nel bollettino ufficiale del Vaticano, ma da allora continua a essere consultabile sul sito della Santa Sede.
E’ solo una delle tante prove che dimostrano come quella della Bbc, rilanciata da Santoro, sia un’operazione basata su menzogne facilmente smascherabili, nella quale la parte di “fiction” prevale di gran lunga su quella “documentazione”. Un’operazione per nulla interessata a raccontare davvero il fenomeno dei preti pedofili e chiaramente indirizzata a costruire una leggenda nera attorno alla figura di Papa Ratzinger, dipinto come trentennale insabbiatore di abusi e protettore di preti criminali.
L’operazione è rozza e gaglioffa, ma per ora appare riuscita, almeno a leggere l’effervescente sito di Annozero. Dove, nel forum
governato dalla musa della “generazione zero”, Beatrice Borromeo, si accumulano anatemi contro la chiesa cattolica, si grida alla libertà di informazione conculcata (per via delle polemiche sull’opportunità che la televisione di stato acquistasse e mandasse in onda il video della Bbc, peraltro già dilagante sul web), si alzano barricate virtuali in difesa di un prodotto che documenta semplicemente lo spaventoso pressappochismo e la tendenziosità di chi lo ha confezionato.
Ieri, il Consiglio d’amministrazione della Rai ha affrontato la vicenda, e se non interverranno novità nella riunione prevista per stamattina, la gogna santoriana avrà corso come da palinsesto.

Il Foglio, 31 maggio 2007


I Cattolici alla rai: nessuna censura ma si rispetti la verità

(ASCA) - Roma, 31 mag - Oggi come una settimana fa, nessuna intenzione da parte dei vescovi italiani di censurare la trasmissione RAI del documentario BBC sui preti pedofili, ma oggi come allora si leva da molti ambiti cattolici la richiesta di rispettare la verita'. Era stato mons.Giuseppe Betori, segretario generale della CEI, a individuare nella mancanza di rispetto per la verita' il punto debole del servizio BBC che questa sera sara' trasmesso da Santoro ad ''Anno zero''. Il conduttore ha detto che cosi' cade un tabu', ma e' atteso da molte associazioni cattoliche per la comunicazione (si vedano le dichiarazioni di Mugerli presidente del Copercom) al varco per vedere in che modo portera' quelle correzioni ritenute dai cattolici necessarie perche' la trasmissione non si riduca a un gratuito attacco a Papa Benedetto. Il documentario dell'emittente inglese, con dati storici inattendibili accusa infatti Ratzinger di essere il massimo responsabile della tolleranza ecclesiastica verso i preti pedofili. In realta' si deve proprio a Ratzinger un giro di vite nella severita' verso i preti responsabili di questo genere di delitti. Si attribuisce a Ratzinger un documento del 1962 (Crimen sollicitationis -ndr) scritto invece dal dicastero vaticano del sant'Ufficio ben 19 anni prima che Ratzinger ne divenisse prefetto. Si afferma che questa istruzione vaticana scomunicava coloro che avessero denunciato i preti colpevoli di abusi sessuali, quando in realta' e' scomunicato chi essendo a conoscenza di tali abusi non li denuncia. E si confonde la richiesta di riservare a Roma l'ultima parola nei processi per pedofilia, quale volonta' di insabbiare anziche' come una volonta' chiara di una maggiore severita' nei confronti dei preti responsabili. Tanto e' vero, - e lo stesso vescovo Betori lo aveva rilevato davanti ai giornalisti - che le nuove norme (De delictis gravioribus) volute proprio dal cardinale Ratzinger nel 2001 rendono piu' facile perseguire i preti pedofili perche' si allungano i termini di prescrizione dei reati e cioe' fino a quando la vittima minorenne non compie i 28 anni di eta'. E si prevede la radiazione dallo stato clericale per quei preti che si rendono responsabili di delitti tanto gravi quale viene considerato l'abuso sessuale nei confronti di minori. Far apparire invece come avviene nel filmato finora anticipato su internet, che da 30 anni Ratzinger protegge i preti pedofili e' un clamoroso falso se non un prodotto di malafede. ''Santoro - scrive oggi il professor Massimo Introvigne sul Foglio - dovrebbe anche spiegare che l'ex prete Oliver O'Grady, il disgustoso pedofilo le cui immagini aprono e chiudono il documentario, non sta parlando con la BBc. Sta registrando un video concordato con gli avvocati di una causa civile miliardaria, contro la Chiesa, che in cambio non si sono opposti a che questo autentico orco ricominciasse a circolare liberamente dopo solo sette anni di prigione. E che le statistiche che cita sono state smontate una per una da studiosi come Philip Jenkins''. ''Anche un solo prete pedofilo e' uno di troppo - aggiunge Introvigne - e giustifica le severe misure invocate proprio da Benedetto XVI''. Ma occorre tuttavia dire che negli Stati Uniti i preti condannati dai tribunali federali o statali per abusi sessuali su minori dal 1950 a oggi sono 105. ''Ce ne sara' certo qualcuno copevole e non condannato - osserva Introvigne - ma sostenere che le condanne sono migliaia e' solo cattivo giornalismo''.

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Domanda: come mai vengono riportate solo oggi le riflessioni del sociologo Introvigne e, per di piu', nel sito del quotidiano milanese? Come mai non sono state inserite direttamente nel quotidiano? Non e' strano che vengano pubblicate solo ora le falsita' contenute nel documentario dopo che, per giorni, si e' parlato di Santoro ma non del contenuto del documentario?
Come mai della faccenda non si e' occupato un vaticanista, cioe' un esperto, un tecnico che conosce perfettamente i documenti vaticani? Sento puzza di bruciato...e non si tratta del mio arrosto! :-)

Raffaella

Dal sito del corriere:

Preti pedofili, video in onda: «Sciacallaggio»

MILANO - «Il battage pubblicitario che ha preceduto la messa in onda, questa sera su Rai Due, del video "Sex crimes and the Vatican" ha già fatto chiarezza sulle reali intenzioni della trasmissione: fare sciacallaggio mediatico contro la Chiesa e il Papa». Lo scrive il Servizio Informazione Religiosa in una nota a firma di Franco Mugerli, presidente del Copercom, il coordinamento di 23 associazioni per la comunicazione con oltre due milioni di iscritti.

VIDEO A TESTI - Secondo il Sir, «questo filmato della Bbc, più che un'inchiesta, in realtà è un video a tesi, non credibile, con grandi falsità, pretestuoso e pregiudizialmente ostile. È troppo - si domanda la nota - chiedere al servizio pubblico di aiutare a ristabilire la verità?». «Noi - spiega Mugerli - non abbiamo paura della verità. Riteniamo la pedofilia un grave crimine contro l'umanità e la Chiesa. Ma facciamo nostro quanto richiamato da papa Giovanni Paolo II ai vescovi americani: "pur riconoscendo il diritto alla dovuta libertà d'informazione, non bisogna consentire che il male morale divenga occasione di sensazionalismo". In questo modo non si aiuta la ricerca della verità, ma al contrario si contribuisce alla perdita del senso morale della società». Il Copercom, ricorda il Sir, ha contribuito alla legge contro la pedopornografia anche a mezzo Internet.

AVVENIRE SMONTA LE ACCUSE - Sulla decisione di mandare in onda il video, è intervenuto nei giorni scorsi Massimo Introvigne, sociologo della religione, che ha smontato pezzo a pezzo tutte le accuse contro il Vaticano e il Papa. «Il documentario - ha scritto su Avvenire - è merce avariata: quando uscì fu subito fatto a pezzi dagli specialisti di diritto canonico, in quanto confonde diritto della Chiesa e diritto dello Stato. La Chiesa ha anche un suo diritto penale, che si occupa tra l'altro delle infrazioni commesse da sacerdoti e delle relative sanzioni, dalla sospensione a divinis alla scomunica. Queste pene non c'entrano con lo Stato, anche se potrà capitare che un sacerdote colpevole di un delitto che cade anche sotto le leggi civili sia giudicato due volte: dalla Chiesa, che lo ridurrà allo stato laicale, e dallo Stato, che lo metterà in prigione».

TRE FALSITA' - Entrando nello specifico, il professor Introvigne denuncia che «il documentario afferma tre volte il falso: presenta come segreto un documento del tutto pubblico e palese; dal momento che il "cattivo" del documentario dev'essere l'attuale Pontefice, Benedetto XVI (per i laicisti il Papa buono è sempre quello morto), non spiega che la 'De delictis gravioribus' firmata dall'allora cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il 18 maggio 2001 ha l'unico scopo di dare esecuzione pratica alle norme promulgate con la lettera apostolica Sacramentorum sanctitatis tutela, del precedente 30 aprile, che è di Giovanni Paolo II; lascia intendere al telespettatore sprovveduto che quando la Chiesa afferma che i processi relativi a certi delicta graviora ("crimini più gravi"), tra cui alcuni di natura sessuale, sono riservati alla giurisdizione della Congregazione per la dottrina della fede, intende con questo dare istruzione ai vescovi di sottrarli alla giurisdizione dello Stato e tenerli nascosti». Per Introvigne, «al contrario, è del tutto evidente che questi documenti si occupano del problema, una volta instaurato un giudizio ecclesiastico, a norma del diritto canonico, a chi spetti la competenza fra Congregazione per la dottrina della fede, che in questi casi agisce "in qualità di tribunale apostolicO" (così la Sacramentorum sanctitatis tutela), e altri tribunali ecclesiastici. Questi documenti, invece, non si occupano affatto - conclude il fondatore del Cesnur - delle denunzie e dei provvedimenti dei tribunali civili degli Stati».

dal sito del corriere

E vogliamo parlare del sito di Repubblica?
Nelle news leggo: PEDOFILIA: VATICANO, SCOMUNICATO CHI NON DENUNCIA ABUSI (notizia delle 14.27) senza ulteriori spiegazioni.
Una notizia buttata la', come tante...
Anche Repubblica ha improvvisamente letto Massimo Introvigne? Chissa'...

Raffaella

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LA TV INGLESE HA GIA’ DOVUTO SCUSARSI PER I FILMA TI CALUNNIOSI

Da quando la Bbc è screditata la Rai ha deciso di imitarla

LE MOLTE FALSITÀ DI “SEX, CRIMES AND THE VATICAN”, L’INESISTENTE INDULGENZA DI RATZINGER VERSO I PEDOFILI

Usate un collegamento Internet senza fili? Sì? Siete stati dal medico? Dovreste farlo, se credete alla trasmissione Panorama della Bbc, da cui è tratto il documentario contro il Papa “Sex, Crimes and
the Vatican”, che ha proclamato che le radiazioni di una rete Wi-Fi sono “tre volte più pericolose di quelle di un cellulare”, gettando nel panico le mamme che mandano i figli nelle scuole britanniche dotate di reti senza fili. Dopo le reazioni delle scuole, la Bbc ha dovuto precisare che parlando al cellulare per venti minuti il pupo
assorbe più radiazioni che se utilizzasse senza sosta il Wi-Fi per un anno.
Non vi è simpatica la chiesa di Scientology?
Non siete i soli, ma se volete informazioni critiche obiettive non affidatevi a Panorama. Scientology ha risposto a una puntata del programma inglese diffondendo su YouTube un video dove si vede il giornalista di Panorama mentre, fuori onda, inveisce e minaccia contro la chiesa cara a Tom Cruise. E’ dovuto intervenire il Comitato etico della Bbc, pubblicando una presa di distanze da Panorama. Insomma, per dirla con Paul Ockenden, editorialista dell’autorevole rivista d’informatica PC Pro disgustato dalla storia del Wi-Fi, “anni fa Panorama era un buon programma, ma ora è tutta spazzatura da tabloid spacciata in nome della vecchia reputazione”. E parliamo solo delle trasmissioni di un mese: maggio 2007.
Che il marchio Bbc garantisca la qualità di “Sex, Crimes and the Vatican” è uno degli argomenti usati dall’équipe di Annozero di Michele Santoro nella preview della puntata dedicata al documentario messa in onda via Internet. Una preview dove si è continuato a ripetere che chi chiede di non diffondere il filmato non ha argomenti, mentre i ventidue parlamentari e gli ottanta docenti universitari, che hanno sottoscritto l’appello di cui sono promotore, hanno fatto notare una serie di falsità clamorose.
Per esempio, si afferma che l’istruzione vaticana “Crimen sollicitationis” del 1962 commina la scomunica a chi denuncia i preti colpevoli di abusi sessuali mentre è esattamente il contrario (è scomunicato chi, essendo a conoscenza degli abusi, non li denuncia); si confondono segretezza del processo canonico (di cui sola si occupano i documenti vaticani) e segreto del delitto, che neppure una riga di quei testi impone di non rivelare alle autorità civili; si pretende che l’istruzione “De delictis gravioribus” del 2001, firmata dal cardinale Ratzinger quando era prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, renda più difficile perseguire i preti accusati di pedofilia mentre al contrario lo rende più facile, tra l’altro allungando i termini di prescrizione
fino a quando la vittima minorenne più giovane abbia compiuto i 28 (non i 18, come alcuni dicono) anni di età. Ma tutto serve, per far scorrere immagini di Benedetto XVI che, appena eletto, benedice piazza San Pietro mentre una voce fuori campo ci spiega che quest’uomo, il Papa, da trent’anni rotegge i pedofili.

Il caso di padre Maciel

Agli esperti il documentario di Panorama, quando andò in onda, nell’ottobre del 2006, sembrò quasi uno scherzo. Infatti il cardinale Ratzinger aveva fama d’intransigenza assoluta quando sentiva parlare di pedofilia, anzi qualcuno sommessamente lo criticava perché non era abbastanza garantista.

Nella preview di Annozero, rincarando la dose rispetto agli inglesi, si presenta come prova del buonismo di Ratzinger la sua presunta indulgenza verso padre Marcias Maciel, fondatore della (benemerita) congregazione dei Legionari di Cristo, accusato di abusi sessuali che risalirebbero in gran parte agli anni Cinquanta. Anche qui, è precisamente il contrario. Una mezza dozzina di ex religiosi ha “ricordato” abusi che padre Maciel avrebbe commesso venti o anche cinquant’anni prima. Altri hanno risposto affermando di avere ricevuto offerte di denaro perché confermassero calunnie inventate. Gli accusatori non si sono mai rivolti ai tribunali secolari, che non avrebbero preso sul serio ricordi a orologeria scattati decenni dopo i fatti.
Proprio sulla base delle nuove norme del 2001 – quelle, secondo la Bbc e la Rai, più blande delle precedenti – la congregazione per la Dottrina della fede ha ritenuto di intervenire. Considerata la difficoltà anche per i tribunali ecclesiastici di ricostruire vicende vecchie di mezzo secolo, la congregazione – evitando ogni pronuncia esplicita sui fatti – nel 2006 ha “invitato” padre Maciel “a una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando a ogni ministero pubblico”.

La procedura mostra da una parte l’estrema durezza della Santa Sede di Benedetto XVI anche in caso di accuse che non è possibile provare con certezza, dall’altra il ruolo della prescrizione i cui termini in uso nei moderni tribunali risalgono a un avvocato italiano che si chiamava Cesare ma che di cognome non faceva Previti, come forse crede Santoro, ma Beccaria. La prescrizione è un principio elementare di civiltà giuridica.

Anche Santoro sarebbe in difficoltà se qualcuno lo accusasse oggi di abusi commessi trent’anni fa, chiedendogli di spiegare dov’era un certo pomeriggio del 1977.
Santoro dovrebbe anche spiegare che l’ex prete Oliver O’Grady, il disgustoso pedofilo le cui immagini aprono e chiudono il documentario, non sta parlando con la Bbc.
Sta registrando un video concordato con gli avvocati di una causa civile miliardaria, contro la chiesa, che in cambio non si sono opposti a che questo autentico orco ricominciasse a circolare liberamente dopo soli sette anni di prigione. E che le statistiche
che cita sono state smontate una per una da studiosi come Philip Jenkins.
Anche un solo prete pedofilo è uno di troppo, e giustifica le severe misure invocate proprio da Benedetto XVI. Negli Stati Uniti, però, i sacerdoti condannati da tribunali federali o statali per abusi sessuali su minori (non tutti “pedofili”, perché chi abusa di una sedicenne è certo un criminale, ma non è un pedofilo) dal 1950 a oggi sono 105. Ce ne sarà certo qualcuno colpevole e non condannato, ma sostenere che le condanne sono migliaia è solo cattivo giornalismo.

Massimo Introvigne

Il Foglio, 31 maggio 2007

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Video BBC: il commento di Don Paolo Padrini

Cari amici, ieri sera mi e' capitato per puro caso (ma io non credo al caso!!!) di vedere la trasmissione di approfondimento del Tg2, "Dieci minuti", in onda subito dopo il telegiornale della sera.
Il vaticanista Enzo Romeo, a cui faccio i miei piu' sentiti e sinceri complimenti, ha curato una breve inchiesta su pedofilia e Chiesa. Finalmente si e' fatta informazione seria, onesta ed intelligente.
Nel silenzio pressoche' totale dei vaticanisti italiani, Romeo ha fatto un lavoro encomiabile.
La trasmissione ha preso in esame i punti piu' controversi del documentario della BBC.
E' stato chiarito che il "Crimen sollicitationis" non e' stato scritto dal cardinale Ratzinger che, nel 1962, viveva felicemente in Germania.
Non e' stato neppure imposto per venti anni dall'ex Sant'Uffizio perche' esso non riguarda il delitto di pedofilia ma gli abusi commessi nel confessionale.
Prima del 2001, del gravissimo crimine concernente la pedofilia si occupavano i tribunali diocesani. Non vi era, insomma, alcun obbligo di avvertire la Santa Sede.
Proprio per evitare insabbiamenti, nel 2001, il Vaticano intervenne prevedendo l'avocazione dei processi.
In questo senso, e solo in questo senso, va interpretata la lettera (pubblicata e quindi non segreta) del cardinale Ratzinger ai Vescovi.
Alla completezza dell'informazione mancava la citazione del motu proprio di Giovanni Paolo II che autorizzava la congregazione della dottrina della fede ad avocare i processi per i delitti piu' gravi.
Sarebbe importante citare il documento altrimenti sembra che il cardinale Ratzinger abbia agito senza il consenso del Pontefice regnante e cio' non rende giustizia a Papa Wojtyla che, come Benedetto XVI, condanno' la pedofilia ecclesiastica.
Sono state altresi' rammentate le durissime parole che il cardinale Ratzinger inseri' nelle meditazioni della Via Crucis del 2005 (vedi sotto).
Il servizio di pone, quindi, la domanda solenne: il cardinale (l'unico cardinale aggiungo io) che ha avuto il coraggio di pronunciare simili parole di condanna puo' essere il regista di un qualsivoglia insabbiamento?
E' chiaro che si tratta di una domanda retorica.
Di seguito sono andate in onda molte testimonianze in cui psicologi, avvocati e operatori sociali hanno assicurato di avere avuto la collaborazione del Vaticano quando si e' trattato di perseguire sacerdoti accusati di pedofilia e di aiutare le piccole vittime. Uno degli intervistati e' l'avvocato Scarpati, della cui testimonianza ci siamo gia' occupati...vedi "Una riflessione basata su un fatto di cronaca..."

Il servizio si e' concluso con un semplice dato di fatto: con l'elezione di Benedetto XVI l'azione della Chiesa contro la pedofilia si e' ulteriormente rafforzata.
Fatti, non parole, cari signori della BBC
!
Raffaella


LE PAROLE DEL CARDINALE RATZINGER ALLA VIA CRUCIS DEL 2005:

NONA STAZIONE
Gesù cade per la terza volta

MEDITAZIONE

Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25).


PREGHIERA

Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano. La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti. Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto. Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi.

Stasera a "Porta a Porta"...

Il cardinale Bertone mostrera' per la prima volta il manoscritto originale del terzo segreto di Fatima.
Clicca qui

Video BBC: il commento di Don Paolo Padrini


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Riportiamo il commento di Don Paolo Padrini, curatore del blog "I Passi nel deserto" sul video della BBC in onda stasera da Santoro.
Raffaella


Chiesa e pedofilia: ad Annozero di Santoro in onda il video della BBC

E' il giorno del giudizio: sulla Chiesa o sul video BBC?

Un parterre d'eccezione "assisterà" (speriamo non impassibile) Michele Santoro nella puntata "calda" di questa sera della trasmissione Annozero. Una puntata, come tutti ormai sanno - e come forse su internet ci siamo quasi ormai abituati a sentire - si occuperà di Chiesa e pedofilia, ed in particolar modo del video prodotto dalla BBC "Sex Crimes and the Vatican".

La puntata - stando a quello che dicono i giornali - sarebbe già pronta: ospiti in studio, monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, don Fortunato Di Noto, dell'associazione Meter (che da anni combatte la pedofilia su internet), il matematico e ricercatore Piergiorgio Odifreddi, autore di Perché non possiamo essere cristiani, e Colm O'Gorman, il reporter della Bbc che ha firmato l'inchiesta.

Ma come sarà impostata la trasmissione? Se dovessimo dare peso a come è finita oggi la riunione del Cda Rai che ha dato il via libera (insieme a tutte le raccomandazioni del caso) alla messa in onda del Video - tutti i membri di centrosinistra se ne sono andati - dovremmo dire che forse a Santoro sono stati messi un bel po' di paletti.

Ma non si può certo dire (viene da sorridere solo a pensarlo) che a Santoro (così come ha accusato Curzi) sia stata applicata una censura preventiva. Santoro non è certo il tipo, e neppure in cambio di tutti gli ascolti che sicuramente guadagnerà domani sera, per lasciarsi censurare. E se poi - per caso - volesse anche farlo, lo farebbe da "martire mediatico"....e pure col botto finale!

Quindi non ci resta che aspettare (per chi vuole, ovviamente) le ore 21 di questa sera, quando nello studio della Rai, si aprirà il sipario su una trasmissione che potrebbe davvero riservarci di tutto, ma che - probabilmente - finirà col diventare "più normale" di quanto non possa immaginare ogni nostra peggior paura.

Santoro sbranerà Mons. Fisichella? Non credo proprio. E neppure Odifreddi credo che potrà monopolizzare a tal punto la trasmissione, da farla diventare un diretto e "becero" attacco alla Chiesa, senza argomentazioni e senza contraddittorio.

Quello che mi aspetto io? Che mons. Fisichella, da persona intelligente, preparata ed onesta qual'è, saprà rivelare il volto di una Chiesa allo stesso tempo umana, attenta alle sensibilità ed ai bisogni di coloro che sono toccati da questi crimini, capace di ammettere gli errori dei propri "figli", ipotizzando anche forme di maggiore consapevolezza ed impegno nei confronti del "problema". Ma nello stesso tempo limpida nelle sue argomentazioni e capace di non farsi "mettere i piedi in testa" da teorie stiracchiate, montate ad arte e - sicuramente - incapaci di diventare propositive per l'oggi della Chiesa e della società....

Un oggi che ha bisogno di consapevolezza, di attenzione ai problemi sociali, di cooperazione di tutti per il bene dell'uomo, specialmente del più debole.

E Santoro che farà? Santoro farà il bravo. Quando si impegna riesce ad essere molto corretto e professionale (cosa che credo che in realtà sia, come giornalista e come professionista dell'informazione).

Qualche sorpresa potremmo averla da Vauro? Vedremo stasera! Comunque le vignette non fanno nè bene nè male. L'importante è darsi da fare per il bene di tutti. Possibilmente senza scannarsi irragionevolmente. No?

I Passi nel deserto

Grazie Don Paolo :-)

Io spero che dalla trasmissione emerga tutta l'umanita' della Chiesa, sempre protesta verso l'indifeso, soprattutto quando si tratta di un minore.
Ci sono stati molti episodi di pedofilia nella Chiesa. Nessuno puo' negare il fatto, ma sono state prese delle misure molto drastiche e severe, a partire dal documento dell'allora cardinale Ratzinger.
Guardiamo avanti con fiducia: questo e' il messaggio che vorrei uscisse dalla trasmissione
...
Raffaella

Il ritorno della Messa in latino...opinioni a confronto


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Il papa è pronto a liberalizzare l'antico rito

di Paolo Rodari

Oramai nella curia romana, all’interno cioè dei “ministeri” che hanno in mano l’organizzazione della Santa Sede, se ne parla senza che nessuno sappia dare risposte certe.
L’oggetto è l’attesissimo "Motu proprio" con il quale Benedetto XVI dovrebbe concedere, ai sacerdoti che lo desiderano, di celebrare - senza il previo consenso del vescovo - la messa con l’antico rito, quello di san Pio V, quello insomma che prevede l’uso della lingua latina e nel quale il prete è chiamato a celebrare sull’altare tenendo le spalle al popolo.
Un rito, di per sé, mai abolito, seppure dopo il Concilio Vaticano II i sacerdoti che desideravano avvalersene nelle proprie celebrazioni eucaristiche potevano farlo chiedendone però espressamente il permesso al proprio vescovo.
L’argomento, anche nei sacri palazzi, non è dei più semplici da affrontare: parecchi sono i vescovi e i sacerdoti che pensano che una liberalizzazione sia un pericolo per la Chiesa in quanto con essa si darebbe troppo spago alle comunità tradizionaliste.
Oltre ad alcuni vescovi di curia, è in buona parte dell’episcopato francese che si respira una aria critica e avversa alla liberalizzazione del rito.
In Francia, infatti, le chiese sono sempre più vuote, i seminari pure, e a “tenere” sembrano essere soltanto quelle comunità tradizionaliste che la leadership della Chiesa d’Oltralpe non vede di buon occhio.
Eppure, per molti presuli che lavorano in Vaticano, la liberalizzazione non sarebbe un pericolo per la Chiesa
.
È noto, infatti, che sia in Francia come in parecchie diocesi del Nord Europa, il rischio maggiore per la Chiesa viene più che altro da quei sacerdoti - e sono molti - che non solo non guardano di buon occhio la liberalizzazione dell’antico rito ma che, in modo arbitrario e del tutto scorretto, usano non rispettare neppure le norme del messale oggi in vigore, snaturando quindi gravemente la corretta celebrazione della messa così come è prevista nella Chiesa.
Un problema enorme se si pensa che la liturgia altro non è che il cuore della Chiesa: ciò in cui essa crede (lex credendi) le viene da come prega (lex orandi).
Benedetto XVI, ancora quando era un semplice cardinale, aveva avuto più volte parole di apprezzamento per l’antico rito e soprattutto in due libri - “Introduzione allo spirito della liturgia” e “Il Dio vicino” - aveva fatto intendere come orientare la celebrazione liturgica verso Oriente - verso Cristo che “avanza” e “viene incontro” - è pratica da recuperare e da valorizzare.
Recentemente anche Albert Malcolm Ranjith (segretario della congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti), aveva spiegato come i due riti (quello attuale e quello di san Pio V) possano «benissimo coesistere» anche perché «i due messali sono messali della Chiesa».
Così la pensano anche quei tantissimi sacerdoti che in questi giorni hanno ordinato on-line sul sito www.ecclesiacatholica.com, copia della ristampa del “Compendio di liturgia pratica” di Ludovico Trimeloni, testo che si dimostrò parecchio utile ai sacerdoti dopo la grande riforma del beato Giovanni XXIII.
A quando dunque l’attesa liberalizzazione dell’antico rito? Difficile rispondere. Di certo pare ci sia soltanto che il testo del "Motu proprio" a firma Benedetto XVI sia pronto.
Recentemente, inoltre, sembra che il papa ne abbia parlato in udienza privata anche con Robert Spaemann, docente di filosofia all’università di Monaco, il grande intellettuale cattolico tedesco al quale lo stesso Ratzinger dedicò nel 1987 il libro “Chiesa, Ecumenismo e Politica” (Kirche, Ökumene und Politik).
Un’udienza, quella che il papa ha concesso a Spaemann, di cui si è saputo poco anche se si dice che il professore tedesco ne sia uscito col convincimento che il "Motu proprio" sarà reso noto presto, forse addirittura entro questo mese.
Oggi, all’Università Europea di Roma, un congresso internazionale rifletterà su “Cristianesimo e secolarizzazione”, le sfide per la Chiesa e per l’Europa. Presente, oltre al segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, al responsabile dei rapporti con gli Stati monsignor Dominique Mamberti e all’arcivescovo di Toledo Antonio Canizares, proprio Robert Spaemann. Tra i temi che si affronteranno non dovrebbe esserci la liturgia ma è evidente che la presenza del cristianesimo in Europa non può essere slegata dall’aspetto liturgico.
Per far fronte alla secolarizzazione dilagante del vecchio continente, la Chiesa non può che cominciare a praticare correttamente al suo interno le norme liturgiche, cuore della vita di fede.

Il Riformista, 30 maggio 2007

So che alcuni non condividono, ma io tifo per il motu proprio
:-)
Grazie a Paolo Rodari per l'autorizzazione a pubblicare il suo articolo!

Raffaella

“Ratzinger non tornerà indietro”

SILVIA RONCHEY

Il battistero è un simbolo potente, nel linguaggio dell’architettura religiosa e della liturgia. Se pensiamo ai battisteri medievali, come quelli di Pisa o di Parma, li vediamo al centro della piazza, a mostrare come la Chiesa debba uscire dal proprio luogo per incontrare il mondo. Perché «il battistero è l’edificio della soglia ecclesiale, narra il rapporto tra chiesa e mondo», spiega Enzo Bianchi alla vigilia dell’apertura, stamattina, del V Convegno Liturgico Internazionale, promosso dal Monastero di Bose in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana e dedicato appunto all’architettura del battistero e alla liturgia battesimale. Un convegno che come sempre a Bose ha una chiave scientifica, riunendo i massimi studiosi delle discipline coinvolte, l’architettura sacra e la liturgia; una chiave ecumenica, nel confronto tra i rappresentanti di più chiese (i delegati anglicani e quelli ortodossi del patriarcato di Costantinopoli e di quello di Mosca); e una chiave attualizzante di riflessione teorica e politica sul presente.
L’architettura religiosa è metafora della posizione della chiesa nel mondo, la liturgia solleva il problema del linguaggio “politico” della chiesa, del suo modo di parlare alla collettività. Il dialogo fra le due indica «lo stile con cui la chiesa deve stare nel mondo» e punta il dito sull’eterno dilemma tra «l’obbligo di comparire e la tentazione di sparire», sul rischio che le due posizioni si massimalizzino, e sulla necessità, invece, che la chiesa trovi il suo ruolo proprio nella tensione dialettica tra i richiami contrapposti e contraddittori già nel Vangelo.
A Bose il discorso scientifico e la riflessione teologica si trasformano così in analisi critica dell’oggi, nella prospettiva di un Motu Proprio di Benedetto XVI che autorizzi il ritorno alla ritualità antecedente il concilio Vaticano II. «Ratzinger non lo farà», taglia corto Enzo Bianchi. «Non ci sarà la ferita alla riforma liturgica. C’è solo una minoranza un po’ nostalgica». In realtà, spiega, quanto proposto dal Concilio non è stato ancora applicato. «Il Concilio attende ancora un’architettura religiosa che applichi il suo modello», che ha tardato a formarsi, contrariamente, ad esempio, a quant’era accaduto dopo il Concilio di Trento, quando una specifica architettura “tridentina” si era subito diffusa.
Nonostante la coincidenza cronologica, non dobbiamo ascrivere ai principi del Vaticano II le brutture della moderna architettura ecclesiastica, che della riforma liturgica sono nel migliore dei casi «applicazioni semplicistiche e ingenue». Nella maggioranza esprimono, invece, altre istanze, altri fermenti di quegli anni: «Molta della deludente architettura ecclesiastica novecentesca», chiarisce Bianchi, «è più debitrice, se mai, di idee sociologiche, imperniate sul concetto di chiesa come assemblea. Ma l’ “ecclesia” cristiana non è come le altre assemblee della terra, perché ha un orizzonte escatologico. E allora l’unico modo di innovare è rinnovando il soffio, l’anima, che è data dalle fonti: tornare alla tradizione». E per tradizione non deve intendersi quella dei secoli più recenti della chiesa, anzi. «Oggi più che mai», chiarisce il priore di Bose, «è necessario lasciare il sicuro porto tridentino e prendere il largo vincendo ogni paura e resistenza. Se lo spazio liturgico non è stato mai veramente ripensato dipende dal fatto che non abbiamo saputo guardare, per procedere avanti, abbastanza indietro: alla tradizione del primo millennio cristiano».
A Bose si alza la voce del clero più colto e più consapevole dell’antichità, multiformità, profondità della storia della chiesa. «Nel viaggio della barca della chiesa nella storia nessun porto deve diventare rifugio o meta definitiva, ma soltanto luogo di passaggio e transito». Non solo è lecito ma «necessario, nelle varie epoche, coniugare il semper con l’hodie». È necessario interpretare la “verità” delle regole alla luce della storia, e dell’interpretazione storica delle consuetudini. Senza per questo essere accusati di relativismo.

La Stampa, 31 maggio 2007


LATIN LOVER

di FRANCA GIANSOLDATI

SE persino Wikipedia, anzi Vicipaedia, l’enciclopedia web più consultata del pianeta, ha deciso di aprirsi al latinorum (www.la.wikipedia.org) e se financo nelle maggiori università cinesi, nella Cina di Hu Jintao, tutta profitto e commercio, stanno sbocciando corsi per studiare le liriche di Orazio, Virgilio e Ovidio allora vuol proprio dire che Joseph Ratzinger non è il solo ad essere convinto che il latino vada resuscitato dal camposanto degli idiomi morti.
«Dopo un periodo di totale indifferenza negli atenei italiani si sta registrando una notevole crescita di interesse nei confronti del latino. I corsi sono assai più frequentati che non in passato. Sì, penso, anche sulla base della mia esperienza, che si stia assistendo al ritorno di questa lingua», sostiene il professor Claudio Leonardi, docente di latino alla Sapienza.
Numerosi segnali confermerebbero questa scelta. In Inghilterra, poco tempo fa, un quotidiano a larga diffusione, lasciando di stucco i propri lettori, è uscito a tutta pagina col seguente titolo: «Id quod circumiret, circumveniat». Lo scopo era di annunciare il ritorno del latino. Lo studio di questa lingua in Gran Bretagna è sempre stato considerato uno spartiacque classista dato che è sempre studiato solo nelle costose ed elitarie scuole private. Adesso la tendenza si è capovolta, e anche nelle scuole statali la materia è entrata dalla porta principale.
Insomma, tutti pazzi per il latino. Compreso il Vaticano. Da quando Benedetto XVI è salito sul soglio di Pietro, nella Chiesa si sta rispolverando l’uso nella liturgia. Un autentico revival rispetto al pontificato precedente. Da qualche mese sul retro dei biglietti delle udienze del mercoledì ha fatto capolino il Pater Noster in lingua originale, in modo da veicolare il più possibile la preghiera latina tra i fedeli. E ora si attende persino un Motu Proprio per dare maggiore dignità alla messa in latino semidimenticata per via della riforma conciliare. A onor del vero, più che di reintroduzione della messa secondo il rito tridentino, il Papa intende soprattutto agevolare quei fedeli che domandano con insistenza (soprattutto in Francia) la celebrazione della messa secondo le regole di San Pio V. In latino, in Vaticano, vengono pubblicati gli Acta apostolicae sedis, una specie di Gazzetta Ufficiale, e in latino c’è persino il bancomat. Tuttavia lo stile scelto dai banchieri dello Ior ha ricevuto una clamorosa bocciatura da illustri latinisti; a loro dire sarebbe un po’ maccheronico. Non appena inserita la scheda sulla videata appare la scritta: «Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem», e poi via di seguito (in latino) tutte le indicazioni per ritirare i soldi.
Il Vaticano d’intesa col Cnr ha appena dedicato alla riscoperta del latino un convegno internazionale. L’inaugurazione avvenuta alcuni giorni fa si è aperta con la celebre citazione dei Promessi Sposi. Renzo irritato si rivolge a don Abbondio: «Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?». La domanda ovviamente riproposta per riflettere se in questo Occidente post-industriale c’è ancora posto per una lingua considerata morta e sepolta. Il dibattito è aperto da tempo. Lo scrittore bosniaco Predrag Matvejevic ha persino lanciato l’idea di creare un «arco latino» quale «espressione dell’alleanza di civiltà» da contrapporre come modello allo scontro di civiltà. Benché il latino non sia più parlato - nemmeno al di là del Tevere - resta saldamente ancorato alla cultura europea «attraverso una presenza lessicale in tutti i settori della riflessione teorica, dalla filosofia alla medicina, dalla giurisprudenza alla fisica e alla matematica», ha spiegato Roberto de Mattei, vice-presidente del Cnr, mettendo in risalto le potenzialità della lingua di Cicerone in una società globalizzata, dominata dalla cultura scientifica, ma sempre meno consapevole delle proprie radici culturali.
Il dibattito è arrivato a Bruxelles. Il commissario Ue, Jan Figel, difende a spada tratta la rilevanza di questo idioma nella cultura contemporanea globalizzata. «Non è affatto una lingua morta; ha applicazioni concrete, seppure limitate. Il suo studio è vantaggioso per l’apprendimento delle lingue naturali e non mi riferisco solo alle lingue romanze. Consente di aprire direttamente le porte alle ricchezze del nostro passato. E’ un allenamento per la mente», ha detto. Persino dalla lontana Cina giunge l’eco della riscoperta. Il professor Wang Huansheng, dell’Accademia Cinese delle Scienze sociali, invitato al convegno Cnr-Vaticano, ha rilevato l’interesse dei «giovani studiosi di attingere direttamente nella lingua originaria alle fonti di una civiltà millenaria di cui essi sono appassionati». La passione per gli scritti di Virgilio e Ovidio in lingua originale entra prepotente nel web. I siti per fare ricerche, i portali in latino, i dizionari on-line o i siti dedicati all’epigrafia spuntano come funghi. Uno dei più gettonati: www.latinitatis.com. A Catania gli universitari hanno dato vita ad un giornale radio chiamato «Nuntii latini italici» (www.radiozammu.it) che sta facendo da traino alla rete dei latinisti in erba. In molti hanno preso l’abitudine a comunicare tra loro in latino. Persino Asterix, l’eroe gallico che combatte contro Cesare, si è messo a parlare latino. Chissà se René Goscinny e Albert Uderzo nel 1959 quando l’hanno inventato lo avrebbero mai immaginato.

Il Messaggero, 31 maggio 2007


E’ nel melting pot degli idiomi il futuro dell’Europa

di RAFFAELE SIMONE
NEI giorni scorsi il Cnr e il Pontificio Comitato di Scienze Storiche (una strana coppia, per la verità) hanno organizzato a Roma un convegno dal titolo “Futuro Latino”, con l’obiettivo – dice il sottotitolo – di esaminare il latino come «fondamento per la costruzione e l’identità dell’Europa» e verificare che cosa può fare per la scienza. L’idea, va detto subito, non è nuova: a intervalli le più diverse istanze (accademie, centri di ricerca e altri) si fanno avanti a sostenere che il latino è una lingua viva (questo è falso), che è la base della cultura europea (questo è parzialmente vero) e che bisognerebbe insegnarlo sin dall’infanzia (questo sarebbe insensato). Si appoggiano su fatti sparsi: in Finlandia c’era (e forse c’è ancora) un giornale-radio in latino e il latino si rinnova al punto che anche bomba atomica ha il suo bravo equivalente in quella lingua.
Il latino – è innegabile – è collegato a una straordinaria stagione storica, ha prodotto una formidabile letteratura e ha contribuito a dar forma alle lingue di mezzo mondo. Dopo la caduta dell’Impero, la scienza lo adottò come sua lingua (fino all’Ottocento inoltrato) e la Chiesa fece il resto usandolo da sempre come suo idioma ufficiale. Il latino è stato davvero la prima lingua della globalizzazione.
Ma non mi spingerei a dire che l’identità europea sia fondata sul latino né che la costruzione dell’Europa futura si possa basare sul latino. L’Europa è stata sin dagli inizi una straordinaria baraonda, in cui idiomi di famiglie diverse si sono incontrati e scontrati, soggiacendo alla fine all’egemonia del latino e di alcune altre lingue. Un libro di Gianluigi Beccaria (Tra le pieghe delle parole) pubblicato nei giorni scorsi da Einaudi mostra con maestria quale altoforno di materiali diversi sia stato ciascuno degli idiomi che si parlano in Europa.
Oggi l’Europa è tornata a fermentare come nell’epoca pre-romana: le lingue slave sono uscite dai loro confini, l’arabo circola con gli islamici per l’Europa, lingue africane diverse fanno sentire per la prima volta il loro suono, il cinese è quasi di casa. Nessuno sa quali lingue prevarranno nell’Europa di domani.
Sarei quindi prudente. Lasciamo stare il latino come lingua del futuro. Già sarebbe molto se riuscissimo a farlo imparare ai liceali e se gli altri riuscissero a servirsi almeno di una parte del magnifico tesoro di frasi fatte, motti e proverbi in latino. Ma certo, si dirà: ad impossibilia nemo tenetur...

Il Messaggero, 31 maggio 2007

Il Papa e' entrato clandestinamente in Brasile? :-)

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Video BBC: parlano Mons. Fisichella e Don Di Noto


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MONSIGNOR RINO FISICHELLA

«Vado da Santoro a difendere il Papa
La Chiesa non ha paura»


MILANO — «Cosa vuole, il fatto stesso che dopo più di un anno abbiano rispolverato questo film... C'è senz'altro il tentativo di minimizzare la presenza dei cattolici nella vita del Paese, attentare al ruolo dei sacerdoti nel tessuto quotidiano delle nostre comunità. Ma è un tentativo vano».
Monsignor Rino Fisichella, rettore e teologo della Pontifica università Lateranense, vescovo ausiliare di Roma nonché cappellano della Camera, non è tipo da lasciarsi intimorire da nulla, men che meno da Sex, crimes and the Vatican, «io l'ho visto, non si può neanche parlare di inchiesta, è un filmato pretestuoso che non sta in piedi», sospira tranquillo.

Eppure, eccellenza, non era scontato che lei accettasse di partecipare ad Annozero...

«Si parla di un tema di grande drammaticità, che coinvolge vittime innocenti, e c'è una trasmissione che a quanto pare vuole rilanciare un atto d'accusa contro la Chiesa e il Santo Padre. Così è importante denunciare le grandi falsità e i fraintendimenti in cui è caduto il film, dimostrare che su questo tema non abbiamo nulla da temere. E confermare la nostra continua e permanente solidarietà e vicinanza alle vittime».

Don Di Noto s'era appellato a Santoro perché non passasse il messaggio preti pedofili uguale pedofilia, «nessuna classe sociale ne è esente».

«È chiaro, un messaggio simile sarebbe così profondamente offensivo e falso da non poter minimamente toccare la Chiesa in quanto tale. Ma questo film è un atto d'accusa verso Benedetto XVI. E io sarò presente alla trasmissione proprio per dimostrare, testi alla mano, l'infondatezza evidente delle accuse».

Tipo la faccenda del «documento riservato » Crimen sollicitationis, l'istruzione dell'allora Sant'Uffizio che inviterebbe all'omertà e la Bbc riconduce a Ratzinger?

«Appunto, ce l'ho davanti: ha la data del 16 marzo 1962, quando Joseph Ratzinger era un giovane teologo e non c'entrava nulla. Difatti il testo porta la firma del cardinale Ottaviani. Del resto, la storia che l'istruzione inviti all'omertà è pura fantasia, il documento dice l'esatto contrario: leggendo i testi, lo dimostrerò. Non è certo l'unico esempio di falso».

Ma come se la spiega, questa inchiesta inglese?

«Tutto il film, ripeto, è pretestuoso e ostile al Papa. Non è credibile. Di certo, non è la prima volta che la Bbc tenta di far passare come inchieste dei filmati che attaccano la Chiesa cattolica. È il loro sport preferito da qualche anno a questa parte.».

Lei ha detto che andrà in studio a confutare le accuse. Teme che possano fare comunque breccia in Italia?

«Ma no. La nostra gente è perfettamente in grado di distinguere e capire dove è il bene e dove il male. Non mancherà di confermare la sua fiducia e l'affetto nei confronti dei nostri sacerdoti».
Gian Guido Vecchi

Corriere della sera, 31 maggio 2007

Il titolo del suo articolo, caro Vecchi, e' errato. Il Papa non ha bisogno di essere difeso!
Infatti Mons. Fisichella non va a difendere Benedetto XVI ma a confutare accuse false...c'e' una bella differenza
!
Raffaella


DON DI NOTO

Il Fondatore di una associazione contro la pedofilia respinge le accuse alla Chiesa

ROMA, mercoledì, 30 maggio 2007 (ZENIT.org).- Nonostante le tante proteste arrivate in RAI, andrà ugualmente in onda, giovedì 31 maggio, nel programma di Michele Santoro, “Anno Zero”, il filmato sulla pedofilia prodotto dalla BBC dal titolo “Sex crimes in the Vatican”.

Il video è stato severamente criticato in tutti i Paesi dove è stato proiettato per la morbosità e violenza dei contenuti e per la grande quantità di falsità utilizzate nell'attaccare il Vaticano.

Alla proiezione seguirà un dibattito tra gli ospiti. Tra questi ci sarà anche don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione “Meter”, che da anni si occupa di lotta alla pedofilia e tutela dell’infanzia.

Intervistato da ZENIT, don Fortunato ha esclamato che “se il tentativo di contrastare la pedofilia si riduce ad una lotta ideologica contro la Chiesa cattolica siamo veramente all’anno zero”.

Il fondatore di “Meter” ha spiegato che “al di là degli aspetti drammatici della pedofilia che ha visto la responsabilità di tante persone e anche di qualche sacerdote, quello che mi auspico è che ci sia un grande equilibrio nel trattare una devianza le cui vittime sono i bambini”.
Don Fortunato ha tenuto poi a sottolineare che “se la trasmissione di 'Anno Zero' dovesse diventare un pretesto unilaterale per attaccare la Chiesa cattolica, travisando le responsabilità personali in colpe collettive, allora mi sentieri offeso, perché nella Chiesa a fronte di singoli casi di devianza, ci sono centinaia di migliaia di sacerdoti, suore, religiosi, che si spendono quotidianamente in opere di carità, per raccogliere bambini di strada, difendere l’infanzia, assistere e curare vittime della violenza, a costruire scuole e centri per dare speranza ai bambini sfruttati e abbandonati”.
“E poi non capisco – ha continuato il sacerdote – perché la pedofilia sia da imputare come un male della Chiesa cattolica. E' drammatico constatare che sono molti di più i casi che avvengono all’interno di altri gruppi religiosi, e di altre categorie sociali”.
Circa le accuse riguardanti un presunto tentativo del Vaticano di insabbiare gli abusi sessuali da parte di sacerdoti, Don Fortunato ha detto: “Respingo in maniera assoluta l’idea che la Chiesa cattolica possa aver coperto i pedofili, in quanto sono un sacerdote, fondatore e responsabile dell’associazione 'Meter', che questi mali combatte e cerca di curare, con la formula di giustizia e misericordia”.
“Un altro aspetto del fenomeno che mi risulta poco chiaro – ha aggiunto il sacerdote – è perché di fronte agli abusi sessuali, che secondo i dati forniti dall’ONU colpirebbero circa 150 milioni tra bambini e bambine, non si fanno inchieste e non si denunciano fenomeni come il turismo sessuale, come la pedopornografia, lo sfruttamento sessuale di minori”.
“Sembra quasi – ha commentato don Fortunato – che l’unico intento sia quello di colpire la Chiesa cattolica, che invece lavora da sempre per assistere e aiutare le vittime di ogni tipo di abuso, soprattutto se bambini e bambine”.

Sui fini della trasmissione di Santoro, don Fortunato ha poi aggiunto: “Mi chiedo quale sia lo scopo di trasmettere un video che è datato, che è da molti mesi disponibile su internet con i sottotitoli in italiano, e che dove è stato trasmesso ha suscitato forti critiche”.
“Inoltre – ha concluso – sono imbarazzato, perché non solo devo combattere i pedofili, ma devo anche contrastare i mezzi di comunicazione che vogliono accusare la Chiesa, a cui appartengo, di essere complice delle devianze sessuali”.

Zenit

Rassegna stampa del 31 maggio 2007 [BBC]


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Stasera ad Annozero il video della BBC

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Video BBC: no, non è la BBC ma un film


Ecco la prima ondata di articoli sul famigerato video della BBC.
Qualcuno si e' scandalizzato perche' la MAGGIORANZA del consiglio di amministrazione della rai ha approvato un documento in cui si attribuisce la responsabilita' esclusiva della messa in onda del video al direttore generale dell'azienda. E che cosa c'e' di strano? Il direttore generale e' il responsabile editoriale di ogni trasmissione rai e, lo ricordo, e' la persona che ha autorizzato l'acquisto della controversa fiction anticlericale. E' inutile, ora, gridare allo scandalo. Ciascuno si assuma le proprie responsabilita'.
Seguiranno due interviste a Mons. Fisichella ed a Don Di Noto
.
Raffaella


Sì al video sui preti pedofili. Il Cda si spacca
In onda ad «Annozero». Petruccioli abbandona, Urbani presidente per un'ora

Paolo Conti

ROMA — Stasera Michele Santoro manderà in onda il video
Sex crimes and the Vatican su Raidue durante Annozero.
Ma il prezzo pagato dai vertici è altissimo, una spaccatura senza precedenti. Ieri sera tra le 20.30 e le 21 è stato difficile capire dove fosse il cuore del potere alla Rai: cinque consiglieri di amministrazione dell'area di centrodestra riuniti senza il presidente Claudio Petruccioli, che aveva abbandonato i lavori, e senza il direttore generale Claudio Cappon.
Poi, regolamento alla mano, la presidenza è stata assunta pro-tempore dal consigliere anziano Giuliano Urbani. Una scelta clamorosa, senza precedenti nella storia di questo Consiglio: una votazione senza il presidente in carica.
I cinque hanno approvato un documento sulla trasmissione di Santoro (polemicamente chiamato «onorevole» nel testo) in cui si impegna il direttore generale «a vigilare affinché la trasmissione risponda alle esigenze del pubblico servizio, assicuri una corretta informazione, la tutela dei diritti dei minori, il più rigoroso rispetto delle leggi nonché delle diverse idee e sensibilità». Poi si sottolinea «l'esclusiva responsabilità del direttore generale in merito alla corretta gestione della trasmissione da lui autorizzata». La guerra tra Cappon e i consiglieri di centrodestra è insomma a un punto di non ritorno. Il documento di mediazione proposto da Petruccioli, identico nel resto, si limitava a «impegnare il direttore generale a riferire al Cda sull'andamento della trasmissione» L'atteggiamento del centrodestra ha scatenato il polemico abbandono di Sandro Curzi («non intendo partecipare nella maniera più assoluta a una riunione che si prefigura come un tentativo intollerabile di censura preventiva») e poi di Nino Rizzo Nervo, Carlo Rognoni e infine di Petruccioli. Marco Staderini (area Udc) aveva chiesto in un primo momento di votare per impedire l'uso del documentario. Nel pomeriggio la redazione di Annozero aveva già comunicato l'elenco degli ospiti in studio con Michele Santoro per commentare «al dovuto livello», secondo le indicazioni di Cappon, il filmato contestato: cioè monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia università lateranense (accompagnato da dieci studenti di teologia), Don Fortunato di Noto, da anni impegnato contro la pedofilia su internet, il professor Piergiorgio Odifreddi, autore di «Perché non possiamo essere cristiani», e il giornalista Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta della Bbc.

Proprio la presenza di Fisichella (col chiaro via libera da parte del Vaticano) avrebbe suggerito a Urbani maggiore cautela su una richiesta secca di sospensione del filmato.

omissis: l'articolo prosegue con i problemi di bilancio della rai, che non interessano questo blog.

Il Corriere della sera, 31 maggio 2007


Santoro: trasmetto il video

Preti pedofili su "Annozero" è bufera nel cda Rai

ALDO FONTANAROSA

ROMA - Questa sera Annozero mostrerà il documentario della Bbc sui preti pedofili, o quantomeno una sua ampia parte. Solita rete (RaiDue), alle 21 e 05. Santoro quindi va diritto per la sua strada. Ma ieri sera, fino all´ultimo istante, il Polo ha provato a bloccare la messa in onda dell´inchiesta. In un Consiglio di amministrazione di fuoco, soprattutto Marco Staderini (area Casini) si è battuto per affondare Annozero. Se il tentativo è rientrato è anche merito dei consiglieri dell´Unione e del presidente Petruccioli, che si sono fatti sentire. Petruccioli ha addirittura abbandonato la guida dei lavori verso le 20, insieme ai consiglieri Rizzo Nervo e Rognoni. Sandro Curzi se n´era già andato da mezz´ora per non assistere - ha spiegato poi - «a un atto di censura preventiva che non si era mai visto in Rai».
Dopo l´uscita di Petruccioli, il Polo ha tentato di andare avanti. Urbani (Forza Italia) si è messo addirittura al timone della riunione in quanto consigliere anziano. Ma il documento che i consiglieri polisti hanno poi votato era molto diverso da quello proposto da Staderini. Nessun altolà a Santoro, nessuna censura. Il documento, in sostanza, si è limitato a indicare in Claudio Cappon (direttore generale della Rai) il vero e unico responsabile di qualsiasi abuso dovesse prendere corpo ad Annozero. Dice Rizzo Nervo, consigliere della Margherita: «Questa delibera è un atto gravissimo. Intanto perché il centrodestra l´ha votata in assenza del presidente Petruccioli. E poi perché rivela il vero obiettivo del Polo: la testa del direttore generale Cappon. I 5 consiglieri confermano la loro vera natura: sono una maggioranza di blocco, disposta a tutto perché mossa da finalità politiche».
Dunque Cappon, Petruccioli e i tre consiglieri progressisti hanno assicurato un appoggio totale a Santoro. D´altra parte, il giornalista ha fatto di tutto per evitare polemiche. Pur di garantire una puntata equilibrata, pur di dare voce a tutti, ha invitato in studio monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense; Don Fortunato Di Noto dell´associazione "Meter" (in prima linea contro la pedofilia in Internet); Piergiorgio Odifreddi, il matematico autore di "Perché non possiamo essere cristiani"; infine il giornalista Colm O´Gorman, autore dell´inchiesta della Bbc, la tv di Stato inglese.
Prima di scontrarsi su Santoro, il consiglio Rai ha approvato un bilancio complicato.

omissis

Repubblica, 31 maggio 2007

Avete notato la scelta dei termini? Leggiamo e ridiamo: Pur di garantire una puntata equilibrata, pur di dare voce a tutti, ha invitato in studio monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense; Don Fortunato Di Noto dell´associazione "Meter" (in prima linea contro la pedofilia in Internet).
Che significa quel "pur"? Santoro non aveva intenzione di invitare un esponente della Chiesa? Pur di andare in onda si e' visto costretto a dare voce a tutti? Pur di mandare in onda un filmato anticlericale si e' "concessa" la presenza della voce della Chiesa?
Bah!

Raffaella


Stasera la trasmissione dedicata all'inchiesta della Bbc «Sex Crimes and the Vatican»

Rai, il CdA approva il bilancio ma è scontro su «Annozero» di Santoro
La CdL sottolinea «l'esclusiva responsabilità del Direttore Generale»


Letizia Sconcerti


ROMA
Il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato il bilancio 2006, con un "rosso" da 78,6 milioni per la capogruppo e da 87,4 milioni per il gruppo, ma soprattutto si è spaccato ancora una volta sulla puntata di «Annozero», prevista per questa sera, dedicata all'inchiesta della Bbc «Sex Crimes and the Vatican». Lo strappo si è consumato in tarda serata: i cinque consiglieri di area Cdl, rimasti soli in consiglio, hanno approvato un documento in cui si sottolinea «l'esclusiva responsabilità del Direttore Generale in merito alla corretta gestione della trasmissione, da lui autorizzata».
La riunione, aggiornata a ieri mattina, era proseguita nel pomeriggio con la discussione sul progetto di bilancio, che dovrà essere ora sottoposto all'assemblea dei soci convocata per il 27 e 28 giugno. L'approvazione è arrivata con la sola astensione del consigliere Marco Staderini, che ha chiesto verifiche sulle differenze tra il budget previsionale e le cifre del bilancio: approfondimento al quale sarà dedicata una delle prossime sedute del consiglio. Sul risultato 2006 – ha spiegato l'azienda – hanno inciso, sul fronte dei ricavi, il blocco, per il secondo anno consecutivo, dell'importo del canone e il protrarsi di una fase di stagnazione del mercato pubblicitario; sul fronte dei costi, il rafforzamento del prodotto editoriale ed in particolare l'investimento per l'acquisizione dei grandi eventi sportivi (Mondiali di Calcio ed Olimpiadi Invernali). Senza dimenticare la multa dell'Autorità per le Comunicazioni sul caso Meocci.
Ma il braccio di ferro si è consumato per l'ennesima volta su Santoro: a quanto si apprende, i consiglieri di centrodestra avrebbero voluto approvare un documento in cui sostanzialmente si "stoppava" la messa in onda del video della Bbc. Il presidente Claudio Petruccioli ha tentato allora una mediazione, sottolineando che in ogni caso non spetta al cda intervenire sulla scaletta e sulle scelte dei programmi e proponendo un testo in cui si invitava il direttore generale Claudio Cappon «a vigilare affinché l'uso del documentario della Bbc e l'insieme della trasmissione» risultassero «rispettosi degli obblighi di corretta informazione, di tutela dei minori, oltre che dei principi di pluralismo e di rispetto di tutte le idee e sensibilità propri del servizio pubblico». Di fronte al "muro" opposto dalla Cdl, ha abbandonato i lavori prima il consigliere Sandro Curzi, ribadendo con forza il suo no a qualsiasi «censura preventiva», poi i colleghi Carlo Rognoni e Nino Rizzo Nervo. Alla fine anche Petruccioli, constatate le insistenze della Cdl, ha abbandonato il consiglio, lasciando la presidenza al consigliere anziano. «Quanto è avvenuto questa sera è gravissimo e deve farci tutti riflettere», ha commentato Rizzo Nervo, convinto che sia stato ormai «svelato il vero obiettivo di questa maggioranza: la testa del direttore generale».

Gazzetta del sud, 31 maggio 2007


Annozero, stasera santorovara l'inchiesta della bbc

ROMA. Dopo le polemiche - dentro e fuori da Viale Mazzini - oggi "Annozero", il programma di Michele Santoro in onda su Raidue in prima serata, dedicherà la puntata a "Sex crimes and the Vatican", l'inchiesta della Bbc sui crimini sessuali commessi da religiosi trasmessa dall'emittente britannica lo scorso ottobre. Ospiti della puntata - messa a punto, si sottolinea dalla redazione di Santoro, informando minuto per minuto la direzione generale - saranno monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense; don Fortunato Di Noto dell'associazione Meter, che da anni lotta contro il fenomeno della pedofilia su Internet; il matematico Piergiorgio Odifreddi, autore di "Perché non possiamo essere cristiani"; il giornalista Colm ÒGorman, che ha firmato l'inchiesta.
Il video, che era stato tradotto e sottotitolato da alcuni utenti del web, è stato il più cliccato su Internet nelle ultime settimane: la versione che andrà in onda ad "Annozero", appositamente tradotta e doppiata, sarà un pò più breve della versione originale da 39 minuti, per ragioni di puro editing televisivo.
Colm ÒGorman, il reporter di Panorama-BBC che è stato egli stesso vittima da bambino di abusi sessuali da parte di un prete, ha raccolto testimonianze in tutto il mondo, dalla cattolicissima Irlanda fino agli Stati Uniti, al Brasile e all'Inghilterra. Al centro dell'inchiesta un documento riservato del Vaticano, il Crimen Sollicitationis del 1962, che spiega ai vescovi come comportarsi con i preti che tentano approcci sessuali dal confessionale, nonchè come affrontare «ogni atto osceno esterno... con giovani di ambo i sessi».
Dopo gli strali di "Avvenire" contro il documento e dopo la richiesta di Santoro di acquistarlo (con Enrico Mentana già pronto a subentrargli in caso di un "no" da parte dei vertici Rai), erano scesi in campo i big della politica, da Piero Fassino, che aveva auspicato «equilibrio e prudenza», a Gianfranco Fini, convinto che la Rai abbia speso soldi pubblici per finalità«che non hanno nulla a che vedere con l'informazione», da Mario Landolfi a Pier Ferdinando Casini, contrari all'acquisto del documentario. Aveva preso posizione anche la Conferenza episcopale italiana, con il segretario generale monsignor Giuseppe Betori, sottolineando che il filmato diffonde alcuni «contenuti falsi»: nessuna richiesta di censura, comunque, da parte dei vescovi, ma solo la raccomandazione che si prendessero le distanze da tali falsità.
A Santoro, comunque, è arrivato il sì del direttore generale Claudio Cappon, che si è assunto la responsabilità di acquistare il video e di seguire in prima persona la messa a punto della serata, garantendo che tutte le parti coinvolte venissero rappresentate. Decisione sulla quale il centrodestra ha dato però battaglia in cda: il consigliere Marco Staderini, in particolare, ha insistito perché il consiglio potesse dire l'ultima parola sulla messa in onda del video.

Il Secolo XIX, 31 maggio 2007

Pregiudizi mediatici contro il Papa e la Chiesa cattolica


Vedi anche:

Domani ad Annozero il video della BBC

False accuse al Papa: parla il canonista Drigani

SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!

Video BBC: no, non è la BBC ma un film


Cari amici, prima di leggere la lunga (e triste) serie di articoli sulla trasmissione "Annozero" di Santoro, vorrei segnalarvi un paio di riflessioni sull'atteggiamente dei media nei confronti della Chiesa cattolica e, in particolare, di Benedetto XVI.
Il silenzio dei vaticanisti sul video della BBC e' assordante. Che fine ha fatto Marco Politi? E Tosatti? Perche' non dare ad Accattoli la possibilita' di scrivere un articolo sul tema?
Strano...tutto molto strano!!!

Raffaella


Cresce nei media l’ostilità al Cristianesimo

Riproposti vecchi attacchi contro la Chiesa

Di Padre John Flynn

ROMA, mercoledì, 30 maggio 2007 (ZENIT.org).- Il mix tra notizie su abusi sessuali e notizie di presunti abusi da parte della Chiesa produce una formula mediatica esplosiva, come si è potuto constatare in Italia. La rete televisiva pubblica RAI ha innescato un dibattito dopo aver annunciato di voler comprare i diritti di trasmissione dell'inchiesta-reportage di un anno fa della BBC, “Sex Crimes and the Vatican”.
Martedì 22 maggio, la RAI ha annunciato di aver acquistato il documentario, ma a causa delle forti proteste in cui sono emersi dubbi sulla credibilità del programma, il Direttore generale Claudio Cappon ha affermato che il talk show “AnnoZero”, che ospiterà la trasmissione, dovrà assicurare un tempo adeguato anche ai rappresentanti della Chiesa per poter controbattere.
Oltre a presentare una storia di pedofilia, il programma della BBC sostiene accuse in merito ad un presunto ordine del Vaticano di mettere a tacere la questione. Il documentario accusa inoltre Benedetto XVI di complicità per aver coperto abusi sessuali in passato quando era Cardinale.

La natura tendenziosa del programma della BBC è stata evidenziata in una dichiarazione dello scorso anno dell’Arcivescovo inglese Vincent Nichols, il quale presiede il Catholic Office for the Protection of Children and Vulnerable Adults.

In un comunicato stampa del 2 ottobre, ovvero il giorno successivo alla messa in onda del programma della BBC in Inghilterra, l’Arcivescovo ha riconosciuto il fatto allarmante degli abusi contro i minori. Egli ha tuttavia precisato che la parte del programma che attacca il Vaticano e il Papa “è falsa e totalmente fuorviante”.

La falsità, secondo il presule, riguarda in particolare due documenti del Vaticano citati dal programma della BBC. Si tratta del documento “Crimen Sollicitationis” del 1962, che – spiega l’Arcivescovo Nichols – non riguarda direttamente la pedofilia, ma il cattivo uso del confessionale. Il secondo documento, “Ad Exequendam”, del 2001, non ostacola le indagini sugli abusi contro i minori, ma, al contrario, è “la misura della serietà con cui il Vaticano considera queste offese”.

La tendenziosità della BBC

Questa peraltro non è la prima volta in cui i programmi della BBC si sono scagliati contro la Chiesa cattolica. In passato vi è stato, per esempio il cartone animato “Popetown”, che poneva in ridicolo il Papa Giovanni Paolo II e la Chiesa. Dopo forti critiche la BBC aveva alla fine deciso di non mandarlo più in onda.
Il cartone animato è poi riemerso in Germania lo scorso anno, dove la MTV ha acquistato i diritti per poterlo trasmettere giusto prima del Venerdì Santo, secondo quanto riferito da Deutsche Welle il 12 aprile 2006. Tuttavia, nonostante le proteste, la MTV ha mandato in onda l’intero cartone animato, composto di 10 puntate, dopo una prima prova di trasmissione, come riferito dalla Reuters il 9 maggio 2006.

L’atteggiamento della BBC nei confronti della religione è stato preso in esame dal quotidiano Daily Mail, in un articolo pubblicato il 23 ottobre. In seguito ad un incontro di vertice definito “imparziale”, il giornale ha riferito che alcuni “esponenti anziani” avrebbero ammesso che l’emittente aveva assunto una faziosità anticristiana.

Inoltre, secondo il Daily Mail, durante l’incontro, i responsabili della BBC hanno ammesso che avrebbero volentieri mandato in onda immagini di chi getta via la Bibbia, ma che non avrebbero fatto lo stesso qualora si fosse trattato del Corano.

Attacchi contro Maria

La BBC non è la sola a manifestare ostilità nei confronti della religione e della Chiesa cattolica. Un altro programma riciclato, questa volta un cartone animato americano, “South Park”, è stato oggetto di critiche in Nuova Zelanda. Un comunicato stampa del 23 maggio, dell’organizzazione neozelandese Family life International, ha reso nota la denuncia da parte dei vescovi cattolici relativa ad un episodio del cartone animato, mandato in onda lo scorso anno, in cui viene insultata la Vergine Maria.
I vescovi hanno poi fornito gli elementi di prova in un ricorso contro la decisione presa lo scorso anno dall’Autorità sulle comunicazioni, in cui quest'ultima si era rifiutata di dare corso alla denuncia sugli insulti a Maria e sulle altre lamentele relative ad altri episodi.
L’avvocato difensore dei vescovi, Richard Laurenson, ha riferito al Tribunale di Wellington il 23 maggio che il programma violava il dovere dell’emittente di assicurare il buon gusto, la decenza e l’imparzialità. La sentenza deve essere ancora emessa.
Un altro caso recente arriva dal Canada, dove un programma pilota della Canadian Broadcasting Corporation (CBC), che ritrae chierichetti come tossicodipendenti e l’ostia della comunione come cibo per la merenda, ha sollevato proteste, come riportato dal quotidiano Ottawa Citizen del 16 maggio.
Il programma dal titolo “The Altar Boy Gang”, è stato denunciato dalla Catholic Civil Rights League: “Con questo programma la CBC è entrata nel campo della blasfemia contro i rituali sacri”. L'organizzazione ha anche accusato la CBC di adottare due pesi e due misure, in quanto le ingiurie contro la Chiesa cattolica sono state pubblicate dopo che questa aveva assunto, lo scorso anno, un consulente musulmano per assicurare il rispetto dell’Islam nel programma “Little Mosque on the Prairie”.
Qualche mese fa era stata la volta della riedizione di una produzione italiana contraria alla Chiesa, questa volta negli Stati Uniti. Si tratta della commedia scritta dall’italiano Dario Fo, dal titolo “Il Papa e la strega” che l’Università del Minnesota ha deciso di rappresentare.
Secondo un articolo del 22 aprile di Catholic Spirit, il quotidiano dell’Arcidiocesi di St. Paul e Minneapolis, i vescovi del Minnesota e alcune organizzazioni cattoliche si sono opposti alla rappresentazione teatrale.
L’articolo spiega che la commedia, tra le altre cose, rappresenta un “anonimo e invasato Pontefice”. Essa rappresenta inoltre il Vaticano come complice nel commercio di stupefacenti e termina con l’assassino del Papa.
Un editoriale pubblicato sulla stessa edizione di Catholic Spirit, sostiene che consentire la messa in scena di simili lavori “inquina l’atmosfera del reciproco rispetto e promuove il tipo di pregiudizi e di intolleranze che la stessa Università dice di voler contrastare”.

Infestazioni anticristiane

Il crescente numero di programmi ostili al Cristianesimo è stato oggetto dei commenti del vescovo Arthur Roche of Leeds, in Inghilterra, nella sua lettera pastorale per il Nuovo Anno. Nella sua lettera del 31 dicembre, il vescovo Roche deplora la diffusione dell’abuso del nome di Gesù nei programmi televisivi.
“È come se la mia televisione si fosse infestata con sentimenti anticristiani e profondamente irrispettosi e licenziosi”, ha dichiarato, parlando della sua recente esperienza personale davanti al televisore.
“Vi è una rilassatezza e una trascuratezza oggi, tale da permettere, senza alcuna resistenza, di mettere in ridicolo Gesù, la sua Chiesa e i suoi discepoli”, ha osservato il vescovo Roche. Il presule ha poi proseguito invitando i credenti a non lasciarsi contagiare da questa tendenza e a rispettare il nome di Gesù nelle conversazioni di tutti i giorni.
L’ostilità contro la religione è stato uno degli argomenti trattati dal cardinale Cormac Murphy-O'Connor nel suo intervento durante una lezione del 28 marzo, presso la Westminster Cathedral Hall di Londra.
L’Arcivescovo di Westminster ha dichiarato di temere che la società contemporanea sia segnata in modo crescente dal “cinismo o dal dogmatismo laicista” nei confronti dei cristiani. Egli ha affermato: “Così, quando i cristiani vivono secondo la loro fede, vengono definiti dogmatisti intolleranti. Quando peccano, vengono invece considerati ipocriti. Quando prendono le difese dei poveri, sono progressisti superficiali. Mentre quando cercano di difendere la famiglia, sono reazionari di destra.”

Intolleranza laicistica

La lezione si è svolta nel contesto di un aspro dibattito sulla legislazione che ha imposto alle agenzie cattoliche per l’adozione, l’obbligo di svolgere il loro servizio anche per le coppie omosessuali. Il cardinale Murphy-O’Connor ha sostenuto che non è un caso che la crescente tendenza antireligiosa nello Stato sia avvenuta in un’epoca di “nuova intolleranza laicistica nei confronti della religione” che caratterizza sempre di più le nostre società.
La questione di come i media trattano la religione è stata affrontata dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, in un documento del 2000 dal titolo “Etica nelle comunicazioni sociali”. Il Consiglio ha riconosciuto i numerosi contributi positivi per la vita quotidiana apportati dai media e anche come la gente tragga beneficio dalla trasmissione di notizie e idee di natura religiosa.
Ciò nonostante, il documento sull’etica osserva anche come talvolta la religione debba ingiustamente subire i soprusi dei media, dovuti ad incomprensioni o persino al disprezzo. Spesso le mode religiose vengono lodate, mentre i gruppi religiosi tradizionali vengono trattati con ostilità, spiega il Consiglio al n. 18 del documento.
Il Dicastero vaticano fa appello, inoltre, ad una più estesa applicazione dei principi etici nel mondo della comunicazione. “La comunicazione deve essere sempre veritiera, perché la verità è essenziale alla libertà individuale e alla comunione autentica fra le persone”, esorta il documento (n. 20). Uno spirito di verità che troppo spesso manca in molti servizi giornalistici sulla religione.

Zenit

Del pregiudizio anticristiano della BBC abbiamo gia' parlato nel post "No, non è la BBC ma una rete faziosa".
Raffaella


Ed ecco un articolo del 30 maggio 2005, scritto, quindi, in tempi non sospetti:


Il modo in cui i mezzi di comunicazione britannici hanno affrontato l’elezione di Benedetto XVI dimostra la loro impostazione laicista.

Lo ha affermato l’addetto stampa dell’Arcivescovo Vincent Nichols di Birmingham, Peter Jennings, che si occupa degli eventi a livello globale della Chiesa cattolica sin dalla canonizzazione dei 40 martiri d’Inghilterra e Galles nell’ottobre 1970.
Jennings è autore di una serie di libri tra cui “The Pope in Britain”, resoconto ufficiale della visita pastorale del Papa Giovanni Paolo II in Gran Bretagna nel 1982. Attulmente sta lavorando ad un libro su Benedetto XVI e sul cardinale John Henry Newman.

In che modo la stampa britannica ha affrontato l’elezione di Benedetto XVI?

Jennings: In modo prevedibile. I media britannici lavorano partendo da un’impostazione laica progressista e non considerano gli eventi dal punto di vista della fede. Per questo motivo hanno spesso fatto ricorso a termini come “conservatore” o “progressista” per descrivere i Cardinali elettori riuniti in conclave.

In diverse interviste “live” che ho trasmesso da Roma poco dopo l’elezione di Benedetto XVI, ho affermato che il nuovo Papa veniva immancabilmente definito come “l’ultraconservatore” Cardinale Joseph Ratzinger.

Ho evidenziato il fatto che i Cardinali, guidati dallo Spirito Santo, per eleggere il Cardinale Joseph Ratzinger al Soglio pontificio hanno avuto bisogno di appena quattro scrutini.
Ho avuto anche modo di spiegare che il Cardinale Ratzinger, come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, aveva un ruolo molto particolare all’interno della Chiesa, ma che ora, in qualità di Papa Benedetto, avrebbe accolto e incoraggiato tutti i cattolici e i cristiani delle diverse tradizioni, così come tutte le genti di altre fedi religiose o non credenti.
Dopo l’ultimo collegamento da Roma, alle 22.45, mi sono sentito esausto, ma anche privilegiato per aver potuto presentare la Chiesa cattolica in un modo molto positivo all’opinione pubblica britannica.

Molti hanno colto nella stampa una mentalità anticattolica e antiromana, che risale al XIX secolo. Qual è il motivo di questa ostilità?

Jennings: L’atteggiamento nei confronti della Chiesa cattolica in Gran Bretagna, nel corso degli ultimi tre decenni, è notevolmente cambiato in senso positivo. Purtroppo è ancora presente una frangia di mentalità antiromana, combinata con un generale senso di sospetto dei britannici per tutto ciò che è “straniero”.
Questa ostilità, inoltre, si fa forte oggi di un’impostazione laica aggressiva che domina nei media britannici.

L’Arcivescovo anglicano di Canterbury ha avuto parole di lode per Giovanni Paolo II ed era presente all’insediamento di Benedetto XVI. L’era dell’ecumenismo ha in qualche modo ammorbidito l’atteggiamento dei giornalisti britannici nei confronti della Chiesa cattolica?

Jennings: Direi proprio di no! I media britannici, poi, sono ostili anche verso la Chiesa d’Inghilterra. In effetti, alcuni giornalisti nutrono rispetto per la forza e la coerenza della Chiesa cattolica.
Attualmente la Comunione anglicana mondiale si trova sotto stretta osservazione da parte dei media per l’ordinazione episcopale di sacerdoti che vivono l’omosessualità, per la benedizione dei matrimoni omosessuali e per l’ordinazione episcopale delle donne.
L’Arcivescovo di Canterbury, dr. Rowan Williams, sta facendo tutto il possibile per evitare che le province si distacchino dalla Comunione anglicana. Ha bisogno delle nostre preghiere e del nostro incoraggiamento in questo momento decisivo.

Cosa ci rivela della società britannica in generale l’atteggiamento della stampa in relazione ai recenti eventi di Roma?

Jennings: Non si può giudicare la società britannica guardando ai suoi mezzi di comunicazione! La stampa ha una sua propria impostazione.
La società britannica ha dimostrato un interesse ampio e positivo ad ogni livello, per la morte del Papa Giovanni Paolo II, per la Messa funebre, per il conclave, per l’elezione di Papa Benedetto XVI e per la sua Messa inaugurale.
Gente che non era mai entrata in una chiesa cattolica ha partecipato ad una speciale Messa di requiem per Papa Giovanni Paolo II, celebrata nella Cattedrale di St. Chad, al centro di Birmingham, il giorno in cui si sono svolti i funerali a Roma.
Una signora mi ha detto: “L’ho sentita parlare oggi alla radio locale di una Messa speciale nella Cattedrale di St. Chad. Non sono mai entrata in una chiesa cattolica, ma sono stata così toccata dai servizi televisivi su Papa Giovanni Paolo II, trasmessi in diretta da Roma, che ho voluto partecipare a qualcosa per lui”.

La stampa tratta anche le altre religioni allo stesso modo? Se non è così, perché?

Jennings: L’atteggiamento della stampa britannica nei confronti del cristianesimo è generalmente ostile.
Il suo atteggiamento verso la religione ebraica e l’Islam, però, è completamente diverso a causa delle forti critiche che seguirebbero una trattazione ostile e negativa di queste religioni.


Lei lavora in un ambiente difficile; quali suggerimenti vorrebbe dare agli esponenti della Chiesa?

Jennings: È importante che i rappresentanti della Chiesa cattolica tentino di instaurare rapporti personali con persone-chiave dei mezzi di comunicazione a livello locale, regionale e nazionale, riconoscendo sempre che ci sono valori e impostazioni diversi che convivono insieme.
Nel corso degli ultimi anni la Chiesa cattolica si è avvalsa di portavoci esperti, il cui lavoro nei confronti dei media britannici è stato essenziale, specialmente nei momenti di crisi.
Vi sono stati momenti in cui la Chiesa cattolica e i mezzi di comunicazione hanno lavorato bene insieme e hanno potuto essere di grande beneficio per l’evangelizzazione. Questa è una cosa che tengo sempre a mente quando rilascio una dichiarazione o un’intervista.

Zenit, 30 maggio 2005

Sono passati due anni e siamo ancora allo stesso punto...poveri media e poveri noi!
Raffaella