21 maggio 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 21 maggio 2007 (1)


Vedi anche:

Le infami accuse al Papa ed alla Chiesa...ecco la verità! (parte seconda)

Rassegna stampa del 21 maggio 2007


Grazie alla nostra Mariateresa possiamo leggere questo interessantissimo articolo che la dice lunga sull'orientamento dei media:

Umiliateli ancora e vedrete

VLADIMIR

A Gubbio, alla festa di Sant’Ubaldo, i giornalisti ci vanno per vedere la processione dei ceri. Quest’anno sono andati anche a messa. E hanno sentito un vescovo predicare. Che poi il presule in questione fosse il segretario della conferenza episcopale italiana poco importa.
Quello che i cattolici hanno dovuto sopportare in questi giorni è, francamente, umiliante.
Nel paese dove gli imam cacio e pepe sono pagati per andare ad insultare il Crocifisso su Raiuno, dove (alla faccia del concordato) chi insulta il papa, i vescovi e i preti ha il programma assicurato su tutte le reti televisive, dove si fa finta di non vedere e non sentire il lercio e il puzzo dei cassonetti antropologici che certe “nuove forme di religiosità” scaricano dai nostri teleschermi e dai nostri giornali, e dove ci si accorge del satanismo solo quando ci scappano i morti, si pretende che un vescovo cattolico, solo perché cattolico, si adegui al politicamente corretto anche quando fa la predica in chiesa.
Su questa esilarante interpretazione della libertà di parola e della libertà religiosa, il cattolico serio dovrebbe cristianamente riflettere. Magari iniziando, come insegna il catechismo, con un serio esame di coscienza.
Perché non importa se monsignor Betori abbia detto o non detto quello che i soliti travisatori di notizie gli hanno attribuito: hanno fatto lo stesso con il papa a Monaco, con l’omelia alla Messestadt.
Quello che interessa sapere è perché i cattolici di questo paese non posseggano più neanche lo spazio intimo e sacrale delle proprie celebrazioni liturgiche.
In Brasile, il papa si è guardato molto bene dall’accettare di esporre la sua parola dentro i moduli di quelle showmesse che tanto sembrano funzionare, sotto i cieli dell’America latina, per richiamare dentro la Chiesa i cattolici in libera uscita. Il suo “modulo celebrativo” è stato, come sempre, solo quello previsto dalla liturgia. In Italia, dai funerali del generale Dalla Chiesa in poi, dalla celebre omelia del cardinale Pappalardo a quella dei morti di Nassiriya, le messe sono diventate dei format televisivi ai quali ricorrere, con motivazioni certamente degne di rispetto, per sottolineare ogni emergenza emotiva e nazionale. La messa cattolica è diventata il “modulo celebrativo” di quella civil religion che, a telecamere accese, ha imposto ai celebranti, in nome di un “politicamente corretto” assunto solo per mitezza d’animo e buona educazione, di leggere omelie dove il nome di Cristo non veniva quasi mai citato.
Da lì a pensare che la messa, ogni messa, debba essere sempre e solo politicamente corretta, evidentemente, il passo è stato breve. E comunque così sembra nei commenti che abbiamo sentito e letto in questi giorni. Visto che a nessuno è passato in mente di supporre che monsignor Betori, come lo “scienziato” che scrive libri per dire che i cristiani sono tutti cretini (compreso il suo papà, fervente fedele cattolico bresciano), ha il diritto di ritenere intelligenti tutti i fedeli che assistono alle celebrazioni eucaristiche che presiede. Durante le quali ha la libertà, anche giuridicamente garantita, di parlare alle loro menti e al loro cuore testimoniando quello che, da cristiano e da vescovo, ha sperimentato con la mente e con il cuore.
Nel 1903, al momento dell’elezione di Pio X, nelle patrie galere erano ristretti 27 vescovi italiani, rei confessi di organizzare feste patronali e pubbliche processioni del Corpus Domini. Per il momento, nelle procure italiane nessun giudice ha ancora fatto la buona pensata di inquisire i nostri vescovi per quello che dicono in materia di etica e di distinzione di genere sessuale. Non è una battuta: l’Unione Europea, che a Bruxelles e a Strasburgo sembra avere due logge piuttosto che due parlamenti, ha già “censurato” il Vaticano una trentina di volte per questi motivi. Cina e Cuba, note patrie dei diritti civili, sono state “condannate” solo due-tre volte.
Nelle cronache europee, però, i nostri europarlamentari sono in prima fila quando si tratta di intervenire sul “dai al cattolico”.
Se queste sono le luminose premesse, e qualunque opinione uno possa avere sulla recente adunata di San Giovanni, un fatto è certo: i cattolici che hanno partecipato al Family day erano pochi. Organizzato ruinianamente da un proconsole sottratto ad Avvenire, non ha goduto del favore delle diocesi e delle parrocchie. Anche i movimenti e le associazioni chiamate a servire la causa per servizio comandato, hanno avuto molto da ridire quando hanno visto distribuire un manifestino diverso dal “manifesto” programmatico sottoscritto congiuntamente.
Con tutti i suoi limiti, il 12 maggio è stato solo una prova generale. Avviso a chi vuole la predica senza prete e senza messa: umiliate ancora un po’ i cattolici.
E poi vedrete quanta gente vi manderanno in piazza le parrocchie, la prossima volta.

Europa online


Nuovo appello del Papa «Basta violenze a Gaza»

Benedetto XVI si è rivolto ai palestinesi e agli israeliani «La comunità internazionale moltiplichi il suo impegno»

CITTÀ DEL VATICANO Si ponga fine alla «tragica violenza» nella striscia di Gaza, dove «gli scontri tra fazioni palestinesi» e i lanci di razzi contro «le vicine città israeliane», cui «si è reagito con l'intervento armato», provocano «un sanguinoso deterioramento della situazione», che «lascia sgomenti». È accorato l'appello alle autorità palestinesi e israeliane – ma rivolto anche alla comunità internazionale – che ha lanciato ieri Papa Benedetto XVI. Un appello affinché, come ha sottolineato il Pontefice, si cerchi «con fermezza», per la striscia di Gaza, la via del negoziato e dell'intesa, isolando le frange violente.
La voce del Papa si è levata dinanzi ai circa ventimila pellegrini riuniti in piazza San Pietro subito dopo la recita del Regina coeli, la preghiera mariana che nel periodo pasquale viene recitata al posto dell'Angelus.
Nelle sue parole, Benedetto XVI ha mostrato tutta la preoccupazione per la spirale di violenza dovuta agli scontri, iniziati dieci giorni fa, tra i miliziani di Hamas e Al Fatah, ai lanci di razzi palestinesi verso la città israeliana di Sderot e anche agli attacchi dell'aviazione di Israele contro obiettivi di Hamas nella zona di Gaza.
«Una volta ancora, in nome di Dio – ha invocato il Pontefice –, supplico che si ponga termine a questa tragica violenza, mentre alle provate popolazioni palestinese e israeliana desidero esprimere la mia solidale vicinanza e assicurare il mio orante ricordo». Papa Ratzinger ha fatto appello «al senso di responsabilità di tutte le autorità palestinesi affinché, nel dialogo e con fermezza, riprendano il faticoso cammino dell'intesa, neutralizzando i violenti».
«Invito il governo israeliano alla moderazione – ha aggiunto il Santo Padre – ed esorto la comunità internazionale a moltiplicare l'impegno a favore del rilancio del negoziato».
Ad angosciare Benedetto XVI non sono soltanto «gli scontri tra fazioni palestinesi», cui non riescono a porre argine le fragilissime e ripetute tregue proclamate da Hamas e Al Fatah, e «i lanci di razzi contro gli abitanti delle vicine città israeliane», ma anche «l'intervento armato» con cui da giorni Israele sta reagendo. Il tutto, ha sottolineato papa Benedetto XVI, ha come conseguenza «un sanguinoso deterioramento della situazione, che lascia sgomenti». «Il Signore – ha esclamato il Papa concludendo il suo appello – susciti e sostenga gli operatori di pace!».
Non è la prima volta che Benedetto XVI fa sentire la sua voce affinché si giunga a soluzioni pacifiche per la tormentata area del Medio Oriente e a favore del dialogo tra Israele e l'Autorità palestinese.
In particolare, proprio pensando alla situazione a Gaza, già all'Angelus del 28 gennaio scorso il Santo Padre aveva detto di provare «una pena immensa» di fronte alle sofferenze degli abitanti, esprimendo loro la sua «spirituale vicinanza» e assicurando preghiere affinché «prevalga in tutti la volontà di lavorare insieme per il bene comune, intraprendendo vie pacifiche per comporre le differenze e le tensioni».
Il suo sostegno al rilancio del processo di pace – pur di fronte alla ripresa delle tensioni proprio lungo il confine di Gaza – era stato poi al centro del suo colloquio con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen che era stato ricevuto in Vaticano il 24 aprile scorso.

L'Eco di Bergamo, 21 maggio 2007


Per il Papa a rischio soprattutto i minori

Ratzinger sulla tv "Troppo sesso e scene violente"

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - Nuovo severo richiamo di papa Ratzinger per quei programmi televisivi che «inculcano violenza e comportamenti antisociali o volgarizzano la sessualità umana». Programmi bollati da Benedetto XVI come «inaccettabili», «diseducativi» e «pericolosi», specialmente se «proposto ai minori ed ai ragazzi di qualsiasi età».
L´altolà antitelevisivo arriva durante la domenicale preghiera dell´Angelus recitata, ieri, in piazza San Pietro, alla presenza di circa 20 mila pellegrini, tra i quali anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e l´arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani che da oggi fino a venerdì prossimo presiederà in Vaticano l´assemblea generale della Cei. L´invettiva papale prende lo spunto dalla quarantunesima Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali - dedicata a «I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l´educazione» - celebrata ieri dalla Chiesa cattolica. Ratzinger si rivolge, tra l´altro, ai «responsabili dell´industria dei media e agli operatori della comunicazione sociale, affinché salvaguardino il bene comune, rispettino la verità e proteggano la dignità della persona e della famiglia». Il Pontefice chiede, inoltre, «un´adeguata formazione all´uso corretto dei media» invitando «genitori, insegnanti e comunità ecclesiale a collaborare per educare i bambini, e i ragazzi ad essere selettivi e a maturare un atteggiamento critico, coltivando il gusto per ciò che è esteticamente e moralmente valido». «Anche i mass media - secondo il Pontefice - devono recare il loro contributo a questo impegno educativo, promuovendo la dignità della persona umana, il matrimonio e la famiglia, le conquiste e i traguardi della civiltà».
Richiami ed esortazioni che Benedetto XVI aveva anticipato nel messaggio pubblicato lo scorso mese di gennaio in vista della celebrazione di ieri, fatti propri - subito dopo l´Angelus - da Luca Borgomeo, presidente dell´associazione di telespettatori di matrice cattolica, Aiart, che ha detto «siamo con il Papa quando afferma che i mass media devono difendere la famiglia e il matrimonio». «Troppo spesso - lamenta Borgomeo - non ci si accorge, o non si mette sufficientemente in luce, che giornali, tv e radio contribuiscono a disgregare la famiglia, cellula fondante della nostra società, dando soprattutto ai giovani modelli sbagliati, che delegittimano l´unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio».

Repubblica, 21 maggio 2007

20mila pellegrini mi pare una cifra sottostimata, non e' vero?Inoltre ieri il Papa non ha recitato l'Angelus ma il Regina Coeli.
Raffaella


Ratzinger: «Basta violenze, cercate l’intesa a Gaza»

PAPA RATZINGER (foto Ansa) dice basta. Si ponga fine alla «tragica violenza» nella Striscia di Gaza, dove «gli scontri tra fazioni palestinesi» e i lanci di razzi contro «le vicine città israeliane», cui «si è reagito con l’intervento armato», provocano «un sanguinoso deterioramento della situazione», che «lascia sgomenti». E’ un appello a palestinesi e israeliani, oltre che alla comunità internazionale, quello lanciato da Benedetto XVI a San Pietro, affinché si cerchi «con fermezza» la via del negoziato e dell’intesa, isolando le frange violente.
E mentre la tregua fra Hamas e Fatah regge con molta fatica, il premier israeliano Ehud Olmert ha convocato il Consiglio di difesa del governo usando parole dure e prospettando soluzioni drastiche. Per Olmert è fondamentale alzare il tiro contro Hamas e la Jihad islamica affinché cessino i lanci di razzi verso Israele. E, se necessario, bisogna colpire i vertici militari delle due organizzazioni. Insomma, la necessità di inasprire ulteriormente le misure militari è ai primi punti nell’agenda dello Stato ebraico, anche se un’invasione terrestre a Gaza viene escluso. Per ora. Il ministro degli Esteri Tzipi Livni avrebbe avanzato, sempre in sede di Consiglio, l’ipotesi di costituire una forza di interposizione da schierare al confine fra Gaza e l’Egitto per impedire il transito di armi e munizioni verso la Striscia. Ma la proposta non sarebbe stata discussa nei dettagli.

Quotidiano nazionale, 21 maggio 2007


A MIGLIAIA PER ACCOMPAGNARE LA MADONNA A SAN LUCA

Caffarra: «Gesti inconsulti I bolognesi sanno cosa pensare»

di LUCA ORSI

LA PROCESSIONE si muove lenta, quasi ondeggiando, uscendo dalla cattedrale gremita di fedeli. Da qualche finestra lanciano petali di rosa. Applausi salutano il passaggio della Madonna di San Luca che torna sul Colle. Come fa ogni anno, da 531 anni. Migliaia di bolognesi la accompagnano fino a porta Saragozza, per la benedizione del cardinale Carlo Caffarra. Nessuna protesta, niente interferenze o contestazioni.
Dopo i due ‘incidenti’ della settimana scorsa (i cartelli anti Bagnasco di sabato e la manifestazione gay di giovedì) tutto fila liscio. Davanti a San Pietro, sei camionette della polizia. «Schieramento di forze normale, in queste occasioni», assicura un dirigente della Questura. Il questore Francesco Cirillo dà le ultime indicazioni.
Caffarra ritorna sulla protesta omosessuale di quattro giorni fa. Aveva parlato di «città offesa». Ora ricorda che la visita della Madonna di San Luca, «amata dai bolognesi, desiderata e festeggiata», quest’anno è stata «disturbata da gesti inconsulti, di cui il popolo bolognese sa bene cosa pensare».
Sul palco, ascoltano il sindaco, Sergio Cofferati, e Beatrice Draghetti, presidente della Provincia. Dopo la benedizione, Caffarra e il sindaco si salutano. «Spero torni presto un nuovo clima positivo in città — dirà poi Cofferati —, che consenta di vedere la risalita della Madonna di San Luca senza la presenza delle forze dell’ordine».

C’È PIU’ gente del solito. San Pietro è gremita già per i Vespri. Lo conferma Paolo Castaldini, storico responsabile del servizio d’ordine della Curia: «I fatti di questi giorni hanno spinto anche molti fedeli ‘tiepidi’ a partecipare, a testimoniare l’affetto per la Madonna di San Luca». «Quest’anno bisognava proprio esserci», commenta Paolo Masetti, mentre in via Nosadella attende il passaggio della processione, il figlio sulle spalle.
Passano i gonfaloni: Acli, Unitalsi, Ordine francescano secolare; e poi le insegne di gruppi di preghiera, laici domenicani, parrocchie sparse. Ci sono i Cavalieri di Malta, quelli del Santo Sepolcro. A porta Saragozza, mescolato tra la gente, si vede Giorgio Guazzaloca. L’ex sindaco segue la processione fino al Meloncello. La gente lo saluta. Strette di mano.
Poi c’è il gruppetto dei politici. Per il centrodestra, visti gli udc Gianluca Galletti, Maria Cristina Marri e Silvia Noè; i civici Giovanni Salizzoni e Alberto Vannini e Daniele Corticelli, de La tua Bologna; per Forza Italia, Fabio Garagnani e Francesco Osti. Per il centrosinistra Marco Monari, Gianluca Benamati e Lina Delli Quadri (Margherita). C’è Vittorio Prodi. A porta Saragozza attendono i ds Andrea De Maria, Maurizio Cevenini e Gianni Sofri. C’è Roberto Fattori, presidente del Saragozza. Tra la folla, il ministro Arturo Parisi.

«I POLITICI a casa, vengono solo a rastrellare voti», grida un giovane dietro le transenne. Non lo sentono. Caffarra sta invocando la Madonna perché «protegga il matrimonio e la famiglia, invenzioni della sapienza del Creatore, da insidie e attacchi». Il riferimento a Dico e famiglie di fatto è esplicito. «Non permettere — insiste il cardinale, rivolto alla Madonna di San Luca — che nei cuori dei nostri giovani si estingua la stima dell’amore coniugale». Applausi.
La processione si allontana verso il Meloncello. Il sindaco viene salutato da alcuni bolognesi. «Non ti invidio», gli fa uno. «Fa’ in modo che non ti succeda niente», gli grida un altro. E subito scattano, discreti, gli scongiuri degli uomini della scorta.

Quotidiano nazionale, 21 maggio 2007


Padre Digani: «Una giovane lesbica mi ha chiesto scusa»

«E’ VENUTA una lesbica a chiedermi scusa». Giovedì, padre Gabriele Digani (foto) si era trovato in mezzo alla contestazione gay mentre raccoglieva le offerte davanti a San Pietro. Ieri mattina, le scuse. «Beh, oggi è stata una cosa bella. Si sono resi conto di avere esagerato».

Quotidiano nazionale, 21 maggio 2007


«Sono addolorato per voi»

Il Cardinale Ruini sugli insulti: «Un male che potrebbe toccare tutti»

ALLA FINE dice di sentirsi «un po’ parte di questa Diocesi». Come prete «che ha insegnato qui per sei anni» e come «tifoso del Bologna football club». Il cardinale Camillo Ruini — già presidente dei vescovi italiani, oggi vicario generale del Papa — sembra volere concludere con una nota di colore l’omelia tenuta in San Pietro, davanti a oltre 2.500 fedeli, alla Messa solenne che precede il ritorno della Madonna di San Luca sul Colle. Ruini, invece, tiene per ultimo il suo atteso commento sulla manifestazione gay — con tanto di sit-in e battibecchi con alcuni fedeli — inscenata giovedì davanti alla cattedrale.
Il cardinale si dice «per un verso addolorato». Ma per un altro verso «ancora più contento di venire qui a pregare con voi ed esprimere al vostro arcivescovo e a voi tutta la mia affettuosa solidarietà». Cita quindi il capitolo 5 degli Atti degli Apostoli. Ricorda come questi, di fronte a «minacce e offese ben più concrete di quelle rivolte a noi, perché furono fustigati, se ne andarono dal Sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù».
Per i manifestanti Ruini fa propria la speranza già espressa dal cardinale Carlo Caffarra, che «ha chiesto al Signore il perdono e la conversione del cuore ‘per chi ha agito forse senza sapere quello che stava facendo’».

NON SOLO. Ruini ritiene che chi ha manifestato giovedì davanti al portone aperto della cattedrale, durante le celebrazioni per la Madonna di San Luca, «non si sia reso conto dell’assurdità del suo comportamento». E del «male che verrebbe a tutti, compreso chi ha compiuto quel gesto, se le idee e la mentalità che si esprimono in questo comportamento diventassero patrimonio comune». E se Bologna e l’Italia «recidessero il legame che le unisce a Maria, a Gesù Cristo, a Dio». Anche di recente, Ruini — molto criticato dai laici per la sua posizione anti Dico — aveva riconosciuto che il cristianesimo è «oggetto di contestazioni radicali e frequenti» che sono però «ampiamente compensate dall’apprezzamento sempre più largo e convinto» che trova «tra la gente».
Sotto l’altare, i fedeli depongono mazzi di fiori e rose per la Madonna di San Luca. Il vicario generale del Pontefice, che mantiene un leggero accento modenese, ricorda la prima volta che venne a San Luca, con «un pellegrinaggio giovanile con la parrocchia di San Giorgio di Sassuolo».
Luca Orsi

Quotidiano nazionale, 21 maggio 2007

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Saluto Raffaella e coloro che leggono il blog! Sono Marco che scrisse qualche giorno fa, e appena ho del tempo vengo su questo blog per leggere qualcosa e sapere cosa accade oggi attorno al Papa e alle sue parole. Vorrei indicare a Raffaella un sito da cui prendere delle belle fotografie sul Papa (la foto con la scritta Osservatore Romano non è il massimo...): http://www.catolicodigital.com. E' un sito messicano, anche se uno non conosce lo spagnolo è facile orientarsi. Dalla home si va su "Galerias" e lì si trovano gli album di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II aggiornati al massimo il giorno dopo.
Inoltre, se riesci a reperirlo, è interessante, seppur poco dettagliato, l'articolo di Alberoni sul Corriere della Sera di oggi riguardo alle differenze di pensiero che si stanno delineando negli ultimi anni.
Tra i miei vari impegni universitari cerco di leggere il libro del Papa, Gesù di Nazaret. Mi stupisce per ora il fatto che Benedetto XVI non dia nulla per scontato, a piccoli passi conduce il lettore all'approfondimento e alla riflessione sul centro della nostra fede. Purtroppo ho poco tempo per una lettura attenta quale mi sono proposto di fare, quindi vado molto lentamente. Ma credo sia meglio così, in tal modo me lo gusto più a lungo. Tanti saluti, buona giornata! Marco.

Anonimo ha detto...

Sono ancora Marco, ho troavato l'articolo di Alberoni: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/Alberoni/2007/05_Maggio/21/scontro-credenti-alberoni.shtml
Saluti.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Grazie Marco :-))
Le tue riflessioni sono importantissime e oggettive.
Mi fa molto piacere averti nel blog, il tuo contributo e' prezioso.
Ciao
Raffaella