29 maggio 2007

Video BBC: un ringraziamento di cuore a Don Paolo Padrini


Cari amici, ieri sera, Don Paolo Padrini ci ha lasciato un messaggio in cui ci segnala alcuni interventi contenuti nel suo blog "I passi nel deserto".
Ringrazio di cuore Don Paolo per il preziosissimo lavoro e per avere avuto la gentilezza di segnalarci le conclusioni delle sua ricerca.
Riporto il messaggio di ieri sera in risposta al post "SPECIALE: Il documentario della BBC dice il falso: ecco le prove!"
:

Mi chiamo don Paolo Padrini e sono il curatore del blog di informazione "Passi nel Deserto". Sul blog, ho pubblicato un articolo molto lungo e dettagliato che tenta di offrire una panoramica dettagliata su ciò che è contenuto all'interno del video della BBC; panoramica fornita di dettagli circa l'interpretazione del segreto pontificio, il senso degli interventi del Vaticano a favore delle vittime di pedofilia, e tanto altro.

Spero possiate gradire questi miei interventi che potete trovare a questi link


Perchè non vogliamo parlare del video della BBC? Ecco il mio contributo/1

Perchè non vogliamo parlare del video della BBC? Ecco il mio contributo/2

Perchè non vogliamo parlare del video della BBC? Ecco il mio contributo/3


Leggiamo nel dettaglio il blog "I passi nel deserto":


Perchè non vogliamo parlare del video della BBC? Ecco il mio contributo/1

Il video della BBC "Sex crime and Vatican" sta ormai quasi approdando in TV (mentre da Internet...almeno da You Tube è stato cancellato per problemi di diritti d'autore), e - ne siamo certi - è proprio qui che si sta preparando il "botto mediatico".

Un botto che probabilmente farà molto rumore perchè l'argomento è reale, ed anche delicatissimo.

Un botto però che merita di coglierci preparati, specialmente come credenti (ma non solo) desiderosi di essere realmente informati su come stanno le cose, specialmente in riferimento alle tesi proposte dal Video.

Ecco perchè ho deciso di ampliare l'intervista già riportata su Blogosfere con ulteriori considerazioni, anche grazie al contributo di un amico esperto di Diritto Canonico.

Riporterò il mio contributo che spero possa essere di qualche aiuto (o almeno suscitare una ulteriore , più approfondita, discussione) suddividendolo in alcune parti, in modo da rendere la lettura più semplice.

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E’ possibile dire qualcosa sulla complessa questione del Crimen sollicitationis, del ruolo di Papa Ratzinger e del comportamento della Chiesa nei confronti della pedofilia?

"Intanto sono necessarie tre premesse. La prima è questa: la pedofilia è un fatto. E' un fatto che ci siano tante persone che sono state accusate di pedofilia ed è un fatto che tante persone siano state incriminate, alcune condannate e altre, occorre dirlo per onestà, falsamente accusate e poi assolte dall’autorità giudiziaria. E di questi crimini e relative inchieste e processi si è avuta notizia. La pedofilia esiste, purtroppo è un fenomeno drammatico nel quale sono state coinvolte tante persone tra cui sacerdoti, persone che hanno a che fare con istituzioni educative (insegnati, educatori, ...) e persone nell'ambito famigliare (nella maggior parte dei casi). E nessuno intende giustificare o pensare di giustificare chi, da delinquente, pur alle volte con gravi disturbi mentali, commette questi gravissimi abusi e crimini.

La seconda premessa è di ordine metodologico. Nel momento in cui si vanno a sondare dei terreni che sono specifici di un certo gruppo sociale – come ad es. l’ambito ecclesiastico - si ha a che fare con delle normative specifiche - che la Chiesa si è data e che sono pubbliche e si possono andare personalmente ad approfondire - che regolano dall'interno il gruppo stesso, avendo la Chiesa un ordinamento giuridico proprio con autonomia garantita nei confronti degli stati, il che ovviamente non esclude la possibilità della collaborazione con lo stato per il bene comune. Inoltre questa necessità di collaborazione è anche prevista e richiesta con forza anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica. E' dunque ovvio che per poter dire qualcosa su quello che è la vita della Chiesa e, specialmente, per leggere i documenti a cui si fa riferimento in questa vicenda, bisogna entrare nella questione ed approfondirli con una buona dose di pazienza, disponibilità e umiltà, sintonizzandosi sull'argomento. In sostanza, bisogna sapere, almeno sommariamente, di cosa si parla.

La terza premessa, infine, è veramente doverosa. Il problema della pedofilia, come dicevamo prima, è reale, ma è altrettanto reale il fatto che la Chiesa ne abbia preso fortemente atto, senza barricarsi dietro a nessun segreto, e lo stia affrontando ormai da molti anni con grande impegno, forza e determinazione. E non solo io a dirlo. Lo dicono gli interventi forti compiuti nell’ultimo decennio sia da Giovanni Paolo II che da Benedetto XVI . Ne scrive nel dettaglio un giornalista non proprio “baciapile” e supino ai dettami dei vertici della Chiesa, come Sandro Magister, in questo articolo apparso sul blog de “L’Espresso” il 20 novembre 2006 e che potete trovare a questo indirizzo internet: Violenze di preti su minori: bilancio della “purificazione” in corso
La Chiesa non ha nascosto nulla ed al suo interno (sia a livello centrale, come periferico con l’azione della conferenze episcopali e diocesi coinvolte) sta davvero compiendo un cammino di purificazione progressiva, anche attraverso un irrigidimento delle sanzioni canoniche contro i preti pedofili giudicati e condannati, la messa in atto di misure di aiuto e sostegno materiale, psicologico e morale alle vittime e alle loro famiglie, come pure misure preventive atte ad evitare, per quanto possibile, per il futuro simili abusi.

Entriamo nel merito del video della Bbc

Questo video - che io ho personalmente visto in internet, contiene due elementi: da un lato ci sono le testimonianze di persone che sono state incriminate e anche condannate per delitti di questo tipo e le testimonianze di persone che purtroppo hanno vissuto la triste esperienza di essere vittime di questi abusi. E queste testimonianze uno le accoglie, anche a distanza di tanti anni, con il peso grandissimo che hanno e ciascuno ha il dovere di prenderle in considerazione e valutarle con grande responsabilità.

Il video, però, non è neutrale ma esprime una posizione. Nessun servizio si può definire “neutrale”, neppure un servizio basato essenzialmente sui fatti e contenente nessun tipo di commento (per altro al contrario molto presenti ed “insistenti” questi ultimi all’interno del video della BBC).

Spiega don Paolo: "Il secondo elemento è la tesi del video stesso. Sarebbe ingenuo pensare che il video non abbia una tesi, che si fonda sulla citazione di un documento del 2001, redatto dalla Congregazione per la dottrina della Fede, dal titolo “De delictis gravioribus”, che è una sorta di aggiornamento di un vecchio documento, l’ormai tanto citato “Crimen sollicitationis”, a firma del Card. Alfredo Ottaviani prefetto del Sant’Ufficio e approvato dal papa Giovanni XXIII il 16 marzo 1962, quando il card. Ratzinger era docente di teologia (diventerà arcivescovo di Monaco nel 1977 e prefetto della Congr. per la Dottrina della Fede nel 1981).

Questi sono i due documenti che servono agli autori del video per proporre la tesi di fondo della copertura da parte del Vaticano e di tutti i vescovi coinvolti, nei confronti dei sacerdoti che hanno commesso questi crimini e soprattutto per un attacco falso e mistificatorio dei documenti, alla persona e all’azione del card. Ratzinger divenuto nel 2005 Papa.

Basterebbe a tal proposito rimandare alle dichiarazioni e alla lettera al direttore della BBC da parte del presidente della Conferenza dei vescovi d’Inghilterra e Galles reperibili qui (notizia del 23 maggio).

Il documentario maliziosamente confonde i contenuti dei due documenti ecclesiastici circa il delitto di sollecitazione ad un peccato contro il VI comandamento in occasione o col pretesto della celebrazione del sacramento della penitenza (Confessione) e l’altro peccato e delitto, sempre contro il VI comandamento, commesso da un chierico (vescovo, sacerdote e diacono) con un minorenne".


Perchè non vogliamo parlare del video della BBC? Ecco il mio contributo/2

Come si può porre l'argomento del segreto pontificio? E’ infatti una delle tesi “accusatorie” del documentario della BBC.

"La delicata e spinosa questione del segreto pontificio su questi processi che era ed è mantenuto nella legislazione canonica al fine di tutelare la dignità del sacramento come anche le parti (imputato, vittime e chiunque fosse a conoscenza il quale era obbligato - secondo il documento del 1962 - a denunciare il tutto all’autorità ecclesiastica sotto pena di scomunica e non il contrario, cioè il non denunciarlo presso l’autorità civile o ecclesiastica come lasciano intendere gli autori!) tutto ciò per far sì che fin dalle prime fasi del procedimento i testimoni possano parlare liberamente, gli accusati proteggere la loro buona fama sino a che sia accertata la colpevolezza e alle vittime che non vogliono pubblicità di farsi avanti.

La segretezza ovviamente riguardava solo il processo canonico. Era e resta tuttora aperta per chiunque la possibilità di denunciare alla magistratura il reato di pedofilia regolato e sancito nelle varie leggi statali. Ovviamente i detrattori, come gli autori del documentario inglese, accusano la Chiesa di occultare gli scandali, di proteggere i preti accusati di pedofilia, spostandoli solo di sede e di ostruire la giustizia come è avvenuto negli USA, formalizzando anche presso alcuni tribunali l’accusa nei confronti del card. Ratzinger, ipotizzando la cosiddetta responsabilità oggettiva.

La riserva al Tribunale apostolico della Congregazione per la Dottrina della Fede di questi processi canonici riguardanti i sacerdoti accusati di pedofilia, dimostra al contrario, per chi non prevenuto, la serietà e la gravità nel procedere e nell’affrontare la questione che presenta molteplici aspetti che riguardano le persone, le situazioni e i rapporti sia nella Chiesa come al di fuori di essa.

Ora, io personalmente posso dire che c'è un elemento molto importante che rischia di non essere compreso, per la seconda premessa che facevo. I documenti cui ci si riferisce - sia il primo del 1962 che il secondo del 2001, hanno a che fare con un delitto e regolano un problema interno alla Chiesa collegato anche con la Confessione - un sacramento molto delicato che riguarda l’intimo, la privacy delle persone. Non solo: essi regolano anche i processi che la Chiesa può avviare proprio al fine di condannare gravemente coloro che – come preti o religiosi – commettono atti gravissimi. Ma veniamo allo specifico ambito della Confessione…luogo che potrebbe – proprio grazie al Sigillo/Segreto ad essa collegati – diventare (paradossalmente) una scappatoia per una qualche“copertura”. E così spieghiamo come mai la Chiesa, da vari secoli, ha deciso di legiferare su questa materia, proprio al fine di tutelare le vittime e punire duramente i veri “colpevoli”, come pure coloro che falsamente accusano sulla stessa materia un confessore.

Facciamo un esempio molto concreto. Un sacerdote commette un crimine di pedofilia e, in quanto peccato, va a confessarsi. Il sacerdote che si confessa, però non può essere subito assolto da un qualsiasi altro sacerdote come lui perché questi crimini – tali anche per la Chiesa e condannati attraverso un tribunale ecclesiastico - non possono essere assolti come un qualsiasi altro peccato. Si chiamano peccati "riservati" proprio perché la loro assoluzione è riservata all’autorità superiore e costituiscono anche un delitto secondo il diritto penale della Chiesa.

La “Crimen sollicitationis” e il “De delictis gravioribus” inseriscono la pedofilia all'interno di questi peccati "riservati".
Per "riservatezza", però, non si intende che questi non debbano essere resi pubblici, ma si parla del fatto che sono “riservati” al Papa, cioè che solo il Papa può perdonare questi peccati e giudicare su tali delitti. E, a livello di giurisdizione, si intende che il tutto viene riservato alla Congregazione della dottrina della fede, naturalmente previa indagine a livello locale. Immaginate, infatti, che un prete commetta questi peccati e che vada a confessarsi da un suo confratello, da un prete normale. Immaginate se questo prete avesse la possibilità di poter immediatamente dare l'assoluzione. Tutto finirebbe lì.

E invece succede che la Chiesa, proprio perché riconosce la gravità di questi comportamenti, dice "no, tu prete non puoi cavartela così. Non riceverai l'assoluzione, se la vuoi te la può dare solo il Papa”. All'interno della Chiesa, poi, questi documenti fanno scattare in modo automatico dei processi di tipo canonico che sono molto, molto gravi e minuziosamente regolati circa i fatti/delitti come sulle procedure e che portano il sacerdote ad essere soggetto a sanzioni. Siamo sempre, però, nell'ambito dei casi in cui è il sacerdote colpevole di pedofilia che va a confessarsi e, quindi, c'è il sigillo/segreto sacramentale che tutela la dignità del sacramento della Penitenza (confessione).

Facciamo un altro esempio così capiamo tutto il problema (e capiamo così la montatura giornalistica e l'esagerazione mediatica, pur comprendendo totalmente le vittime di questi crimini) Pensiamo, questa volta, alla persona, vittima dell'abuso, che va a confessarsi. Anche in quel caso il sacerdote è tenuto al segreto confessionale. Nulla vieta a questa persona, però, di andare anche dai carabinieri o dall'autorità civile a denunciare ciò che gli è successo fuori dalla confessione e nulla vieta ad un'altra persona che venisse a sapere - fosse anche un sacerdote o un vescovo - di andare a denunciare un'altra persona su quanto capitato all'autorità civile. Questo famoso segreto pontificio non è associato alla persona che va a confessarsi, che è assolutamente libera di andare a denunciare quello che gli è accaduto. Quella persona non viene scomunicata perché non lede nessun segreto pontificio. (I documenti del 2001 non accennano minimamente e per nessuno alla scomunica!)
Il segreto pontificio è invocato solo per quanto riguarda i procedimenti sui peccati riservati di “sollicitatio ad turpia”, ossia di crimini rivelati all'interno o col pretesto della confessione, come al di fuori di essa, cioè nei casi di peccati/delitti contro il VI comandamento commessi da un sacerdote nei confronti di un minore.

Se la pedofilia è un fenomeno marginale nella Chiesa, qualunque siano state le cifre nominate si parla sempre e comunque di una MINORANZA, l'omertà sembra essere un fenomeno ben più ampio. E questo forse è un argomento valido del video della BBC.

Vedete... statistiche alla mano, in effetti non compaiono casi nei quali Vescovi (che sono coloro maggiormente sotto accusa in questa vicenda) abbiano denunciato dei loro sacerdoti alle autorità civili, e – purtroppo – i giornali un po’ sensazionalisticamente hanno riportato solo alcune loro denunce per il risarcimento danni di “immagine” …. (Cfr. il caso Marchese trattato da “Mi manda Rai3” riguardo al quale però non è stata pubblicata la notizia secondo la quale la curia in questione ha ritirato la contro-denuncia verso l’ex-seminarista abusato; successivamente il sacerdote condannato mediante patteggiamento della pena lo ha risarcito economicamente)

Ma la tesi del documentario della BBC, e degli innumerevoli articoli apparsi su Internet in merito a questa vicenda, è un’altra, anzi due:

- che ci sia stata una totale copertura da parte dalla Chiesa, a partire dalle sue gerarchie, e che tale copertura sia stata “sostenuta e imposta” attraverso documenti ufficiali e sotto la minaccia della scomunica latae sententiae “ipso facto”;

- che non solo non ci siano state denunce (reperibili da un buon cronista giudiziario) ma neppure alcuna collaborazione da parte di religiosi e sacerdoti (sempre sotto lo “spauracchio” della scomunica…di cui abbiamo parlato prima).

In merito alla prima tesi, direi che gli elementi che ho fornito prima (e tutti i supporti specifici che potrete trovare dando voce a qualsiasi esperto di Diritto Canonico…. guarda caso mai intervistati in questi giorni di polemica) già sono sufficienti a rispondere.

Riguardo alla seconda tesi mi viene da chiedere:

- come si possa dimostrare questa tesi, non essendoci nessun dato verificabile che possa né confermarla né smentirla;

- come si possa non considerare tutto il sostegno che – solo per fare un esempio – alcune associazioni, come quella di don Salvatore Di Noto o (più vicina a noi) la Casa del Giovane di Pavia, hanno sempre dato, sia ai famigliari, che alle vittime….senza contare tutta l’azione anche investigativa e pubblicistica che don Di Noto ha sempre sostenuto tramite la sua associazione, collaborando con circa 20 procure italiane nella lotta contro la pedofilia, soprattutto tramite internet.

Certo che il “linguaggio giornalistico” vorrebbe che ad una tesi come quella proposta dal documentario si rispondesse con la citazione di casi concreti di denunce da parte delle autorità ecclesiastiche (che purtroppo non si sono verificate), ma non si può “fare di tutt’erba un fascio”, confondendo le discutibili scelte pastorali di qualche vescovo del mondo anglosassone con l’atteggiamento tutt’altro che omertoso della maggior parte del clero mondiale. Senza contare tutti i sacerdoti che sostengono le famiglie e le vittime e di cui nessuno parla….ovviamente perché non fanno notizia.


Perchè non vogliamo parlare del video della BBC? Ecco il mio contributo/3

Una delle tesi contenute nel documento della BBC è quella della segretezza circa la pubblicazioni dei documenti “incriminati”.

Prima di entrare nella questione della segretezza dei documenti, vale la pena ripercorrere la cronistoria di tutti i documenti che –solo in minima parte – vengono citati dal documentario della BBC ma per il resto vengono ignorati.

- Nel 1962 viene pubblicata la “Instructio. De modo procedenti in causis de crimen sollicitationis”

- Il 30 aprile 2001 Papa Giovanni Paolo II (1920-2005) pubblica la lettera apostolica Sacramentorum sanctitatis tutela, facendo riferimento a una serie di norme sostanziali e procedurali su quali delitti e processi penali canonici siano riservati alla giurisdizione della Congregazione per la dottrina della fede, secondo la Cost. ap. Pastor Bonus sulla Curia Romana del 1988 (Cfr. art.52)

- La lettera De delictis gravioribus, firmata dal cardinale Joseph Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il 18 maggio 200, costituisce una sintetica esplicitazione delle norme sostanziali citate da Giovanni Paolo II e non il mantenimento dell’Istr. Crimen Sollicitationis che è stata implicitamente revocata con l’entrata in vigore del Codice di Diritto Canonico nel 1983. (Cfr. can.34,§3) e dalle nuove norme sostanziali e procedurali in materia.

Ma veniamo al discorso circa la “segretezza” dei documenti. Affrontiamolo in modo analitico.

- L’istr.“Crimen sollicitationis” (forma abbreviata) non è un documento segreto ma un documento inviato in forma riservata a “tutti i patriarchi, arcivescovi, vescovi ed a tutti gli altri ordinari del luogo, compresi quelli di rito orientale”. Costoro sono coloro ai quali spetta l’istruzione del processo canonico, attraverso i vari tribunali collegiali (diocesano o regionale), cioé composti da 3 giudici, un promotore di giustizia (l’equivalente del PM civile) ed un notaio che devono essere tutti sacerdoti. Quindi il documento è riservato nel senso che è destinato a competenze specifiche e non nel senso che non debba essere reso pubblico.

- La lettera apostolica di Giovanni Paolo II è un documento pubblico e perciò pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis (La “Gazzetta Ufficiale” della Santa Sede)

- La Lettera “De delictis gravioribus”, è un regolamento attuativo, circa l’individuazione dei “delitti più gravi”, quindi anch’esso assolutamente pubblico – come era pubblica la lettera del Papa cui fa riferimento.

A questo punto viene da chiedersi: dove sta la segretezza di questi documenti? I documenti dunque non erano segreti, specialmente quelli che inducono molti a credere che l’attuale Papa abbia voluto tenere nascosti questi fatti per sottrarli alla giustizia civile.

Joseph Ratzinger, infatti, non ha nulla a che vedere con il primo di questi documenti (la Crimen Sollicitationis). Sono stati semplicemente “scoperti” e vanamente strumentalizzati dal “famoso” tribunale americano ai fini processuali, soprattutto per aumentare l’entità delle richieste risarcimento danni rivolte alle diocesi e accusare il prefetto della CDF di ostruzione della giustizia americana.

Occorre infine distinguere e precisare che le Norme sostanziali e procedurali cui accenna verso la fine la lettera di Giovanni Paolo II non sono stati pubblicati né negli AAS, né nell’Osservatore Romano, ma come afferma Bertone, vengono inviate ai vescovi o agli ordinari latini e orientali che ne facciano richiesta e questo per la delicatezza della materia che, specie sul tema attuale della pedofilia, può suscitare facili sensazionalismi che portano ad accentuare solo un aspetto di un documento, rischiando di travisarne la natura ed il contenuto.
Nel 2001 la Santa Sede ha scelto per le due lettere (del Papa e della CDF) una pubblicazione riservata e senza enfasi per le vie ufficiali e senza la consueta conferenza stampa di presentazione. Le norme sostanziali e procedurali, afferma ancora Bertone, si trovano sostanzialmente, le prime nella Lettera della CDF, le seconde riprendono i canoni del CIC circa le procedure da seguire nei vari gradi dei processi con le relative sanzioni. Esse hanno, tra l’altro, lo scopo di evitare il rischio della trascuratezza circa la gravità dei casi nelle diocesi, insistendo sulle indagini canoniche previe ed i provvedimenti cautelativi a tutela degli indagati e delle presunte vittime.

Quindi ci sembra di capire che le norme contenute nei testi “collegati” (anche dal documentario della BBC) all’allora Card. Ratzinger, siano più restrittive e gravi, rispetto alle precedenti. E’ vero?

Certo che è vero. Con la promulgazione del Codice di Diritto Canonico del 1983, infatti, era necessario aggiornare le procedure e ciò è stato fatto, inserendo anche tra i crimini “riservati” quello della pedofilia commessa dal clero. Un elemento emblematico di questa maggiore gravità – non contenuto nella istruzione del 1962, la quale peraltro gli dedica solo 3 dei suoi circa 70 articoli, è l’istituto della riserva del giudicare su questi delitti alla Congr.della Dottr. Fede che, secondo l’art. 52 della Pastor Bonus, agisce come Tribunale apostolico.

Per essere ancora più chiari anche se forse schematici:

- dal 1962 in poi, ovvero dopo la stesura della “Crimen sollicitationis”, il crimine di pedofilia non era espressamente citato tra i peccati riservati considerato a sé stante, cioè al di fuori dei casi collegati con il sacramento della Confessione;
- dopo il CIC, il Motu proprio di Giovanni Paolo II e la “De delictis gravioribus” il sacerdote che confessa o che è accusato del crimine di pedofilia deve per forza essere sottoposto alle valutazioni e al giudizio del Papa (essendo “riservato” il peccato/delitto contro il VI comandamento commesso da un chierico con un minore di 18 anni), e, nel contempo, lo stesso crimine del quale venisse a conoscenza per altra via un Vescovo, deve essere comunicato e poi subito affrontato con indagini e processi canonici, dalla Congregazione per la Dottrina della Fede; quindi non può essere “insabbiato” a livello locale….

Questo elemento dimostra chiaramente la serietà e la gravità del procedere della Chiesa di fronte anche a queste tristi vicende. Inoltre va nella stessa direzione la novità di aver innalzato a 10 anni dopo il compimento della maggiore età, quella prevista per la prescrizione del delitto contro il VI° comandamento con un minore (nel CIC, can.1395,§2 “al di sotto dei 16 anni”; nella Lettera della CDF “al di sotto dei 18 anni”) Queste norme infatti sono chiaramente atte a evitare che crimini compiuti su minori molto piccoli, possano essere prescritti in poco tempo, proprio in questi anni nei quali è emerso maggiormente (anche nella considerazione della Santa Sede, e delle diocesi) il fenomeno della pedofilia tra i preti – specialmente proprio ad opera di Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI – si vuole davvero rendere giustizia alle vittime e condannare i colpevoli. Altro che copertura ufficiale del Vaticano….verrebbe da dire.


Grazie davvero, Don Paolo :-)
Raffaella

6 commenti:

francesco ha detto...

bene molto ben fatto e adirittura preferibile a introvigne per la mancanza di tono polemico (un po' gratuito)
però penso sempre che nel grande circo mediatico non serva granchè... lì ci vogliono slogan, cose ad effetto ecc.
che fa'? ci rivolgiamo a dei pubblicitari per tradurre tutto questo in roba mediaticamente fruibile? o... lasciamo passare il botto e poi pian piano si ricostruisce?
cmq questa storia passerà nel dimenticatoio (sic transit gloria mundi)mentre come dice sirico, benedetto xvi verrà ricordato come il papa della libertas ecclesiae
... non temere, piccolo gregge

mariateresa ha detto...

don Paolo Pedrini è in gamba, è un combattente e soprattutto ho avuto modo di constatatare nel suo blog, ha la pazienza di Giobbe; io ad alcuni dei suoi frequentatori, io che sono una povera peccatrice, avrei dato fuoco. Lui no, non perde mai la calma e se la perde non si vede. Penso anch'io che col tempo la faccenda si smorzerà , ma smorzata questa ne salterà fuori un'altra. Perchè c'è gente che sta sveglia la notte per questo mestiere, in servizio permanente effettivo.Contenti loro...
Buona giornata

Anonimo ha detto...

Ciao Francesco, considero molto importante il lavoro di Don Paolo. Credo che anche i non addetti ai lavori possano capire la struttura dei documenti del 2001. Basta saperli spiegare nella maniera corretta. Mi auguro, quindi, che gli ospiti di Santoro siano ben preparati...
Molto bella la definizione di Sirico :-)
Grazie
Raffaella

Luisa ha detto...

Ringrazio Don Paolo per il suo contibuto che da ulteriore chiarezza a questo delicatissimo tema.
Ci stamo svegliando!!
Grazie a tutte le buone volontà!
Permettetimi di dirvi che io continuo a pormi domande sull`approdaggio di questo video sul net dapprima e sulla RAI in seguito.
Non posso che ripetere che i lobby pedofili sono potenti, introdotti in tutte le strutture di potere decisionale, nei diversi settori.
In Svizzera esistono associazioni molto attive nella lotta contro la pedofilia, a più riprese ci hanno informato che una delle tattiche di questi lobby è di infiltrare le strutture che combattono la pedofilia.
Ci troviamo dunque di fronte a pedofili che si inseriscono in queste strutture per meglio essere informati e dunque informare, e quello che è peggio, per intralciare l`opera della giustiza quando questi pedofili sono giudici!
È chiaro che concentrare i fuochi dei riflettori mediatici sulla Chiesa come covo di pedofili può anche essere un`abile manovra di diversione.
Di fronte non solo alla delicatezza , alla gravità estrema di questo tema, ma anche alla sua vastità, non posso che ridire che la RAI assume una grande responsabilità e, a mio umile avviso, commette anche un grave errore ,affidando il compito di parlarne , a Santoro.
Sarà capace di non trasformare l`emissione in un "one man show"? Sarà capace di non trasformarsi in ministero pubblico col dito accusatorio levato ,e sappiamo contro chi? Riuscirà a far prova del rispetto necessario e dunque della discrezione dovuta alla sofferenza di tutte le vittime di questo
crimine orrendo?
O assisteremo a una nuovo episodio di questo circo mediatico che vuole solo sollevare l`emozione, la curiosità morbosa, incurante delle conseguenze, della verità e che lascerà in seguito gli accusati, le vittime sbrigliarsela con la polvere sollevata per passare ad altre emozioni, altri scandali ?
Temo di già conoscere la risposta.

Anonimo ha detto...

Grazie a Mariateresa e Luisa per i puntuali commenti...
Speriamo che, stavolta, Santoro eviti di fare la "primadonna"...ci riuscira'?

euge ha detto...

carissimi, innanzitutto, voglio esprimere un ringraziamento a Don Paolo pedrini per la sua ricostruzione molto chiara, dettagliata che non si presta certo a disguidi. Purtroppo, Francesco hai ragione nell'ambito del grande circo mediatico, non si stanno a considerare le verità incontrovertibili ma, soltanto gli slogan è anche vero però che chi parla sempre per slogan alla fine si troverà senza parole!!!!!! Riguardo alle lobby cara Luisa, non solo quella dei pedofili ma, anche quella dei Gay sono potenti, radicate e per giunta formate da persone che hanno soldi a non finire e sappiamo bene quante cose può fare il dio denaro; mettiamoci poi il fatto che Papa Benedetto per difendere i principi sacrosanti della persona umana le sta combattendo entrambi, ed ecco pronto l'attacco frontale la rivoluzione dei ranocchi che si concretizza con l'acquisto di una squallida montatura fatta dalla BBC. la mia preoccupazione la ribadisco, e che la chiesa sappia chi mandare in trasmissione per difendere la verità è questo che noi dobbiamo fare nel nostro piccolo, con ogni mezzo per testimoniare che non basta un video pieno di meschine, false ed ignobili insinuazioni, per abbattere la fiducia, il rispetto e la riconoscenza nei confronti di Benedetto XVI. Prepariamoci al peggio ed andiamo avanti sempre con Benedetto XVI.
Eugenia