28 giugno 2007

L'autogol di Dario Fo e la satira mediocre


Vedi anche:

Rassegna stampa del 28 giugno 2007

Benedetto XVI, le ragioni di una elezione...

Nuove nomine in Vaticano

Il Cardinale Ratzinger? Nettamente contrario alla norma che consentiva di eleggere il Papa con la maggioranza semplice


Cari amici, sembra che i detrattori di Benedetto XVI imbuchino tutta una serie di autogol. Ma come mai? :-)
Ecco il resoconto della disinformazione di Dario Fo e l'intervista a chi vorrebbe giustificare la satira sul Papa ed in realta' spiega come mai il Papa dia tanto fastidio ai conformisti del nostro tempo.
Dopo gli articoli troverete il mio commento
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Raffaella


Il papa e l'acqua. Botta e risposta tra Dario Fo e padre Lombardi

di Mattia Bianchi

Il premio nobel per la letteratura accusa Benedetto XVI di non aver mai detto nulla sul problema dell'acqua. La replica decisa del direttore della sala stampa della Santa Sede: non è vero, si informi. E i fatti lo dimostrano.

Ormai ogni argomento è buono per polemizzare contro il papa. Anche attaccarsi al presunto disinteresse del pontefice sui temi dell'ambiente e dello sviluppo. È quanto ha fatto il premio Nobel per la letteratura Dario Fo che martedì sera, a Milano, ha affermato in pubblico che sul problema dell'acqua, Benedetto XVI non ha mai speso una parola. Intervenendo alla Festa dell'acqua, organizzata dalla Carovana dell'acqua per raccogliere firme contro la privatizzazione della risorsa idrica, Dario Fo aveva spiegato che il papa, “che parla sempre della purezza delle famiglie, dell'importanza di difendere la coppia quando è maritata davanti a un prete e in una chiesa, dovrebbe ricordarsi che l'atto principale del Cristianesimo è il lavacro purificatore del battesimo. Eppure sull'acqua - aveva aggiunto il Premio Nobel per la letteratura - non ha mai detto una parola''.

Dichiarazioni perentorie che hanno ricevuto la replica ferma del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.

Il Nobel, ha detto all'agenzia Ansa, “dovrebbe informarsi meglio”, dal momento che “è facile dimostrare il contrario, anche limitandosi a guardare la documentazione degli ultimi mesi”. E in effetti, la lista delle prese di posizione pubbliche del pontefice parla da sola. L'ultima è quella del 22 marzo scorso, Giornata Mondiale dell'Acqua, con un messaggio del papa inviato al direttore generale della Fao, Jacques Diouf. Nell'occasione, si ribadiva che ''l'accesso all'acqua deve essere garantito a tutta l'umanità'', in quanto si tratta di ''un diritto inalienabile di ogni essere umano''. Benedetto XVI si richiamava a ''una responsabilita' condivisa'' per gestire ''questa risorsa preziosa'' in modo ''tale da permettere a tutti di accedervi, soprattutto a quelli che vivono in condizioni di povertà'', ''un imperativo morale e politico in un mondo che dispone di livelli di conoscenza e di tecnologie capaci di porre fine alle situazioni di penuria d'acqua''. ''Tutti siamo chiamati - spiegava - a modificare il nostro modo di vivere in uno sforzo educativo capace di restituire a questo bene comune dell'umanità il valore e il rispetto che merita''.

Concetti sviluppati anche in Turchia, nell'omelia del 1 dicembre scorso nella cattedrale di Istanbul. “In un mondo dove gli uomini hanno tanta difficoltà a dividere tra loro i beni della terra e dove ci si inizia a preoccupare giustamente per la scarsità dell'acqua, questo bene così prezioso - aveva detto - la Chiesa si scopre ricca di un bene ancora più grande''. E ancora: nella messa del Corpus Domini 2006 a San Giovanni, il papa aveva proposto l'immagine di una umanità sofferente, assetata d'acqua e di Dio, prigioniera di una ''fame psichica e fisica'', lacerata e resa insicura dai dubbi mentre ''vaga nei suoi interrogativi”. “Uomini e bestie muoiono di sete in regioni senza acqua”, aveva detto. L'acqua, “dono” naturale preziosissimo dal quale dipende la vita stessa, parla della immensa “grandezza di Dio” e di quanto “siamo incapaci di procurarcela da soli”.

© Copyright Korazym

Fo...Fo...Fo...da un premio Nobel mi aspetto maggiore conoscenza di atti e documenti. E' troppo facile attaccare il Papa di fronte ad un platea "amica" facendo passare un messaggio falso.
Caro Fo, il Papa non e' fortunato come la Sua augusta persona: non tutte le sue omelie, i suoi discorsi, i testi dei telegrammi, le catechesi del mercoledi' e le parole degli Angelus, vengono adeguatamente riportate dai media.
Da una persona intelligente come Lei (immagino che non abbia preso il Nobel per caso) mi aspetto maggiore correttezza e piu' volonta' di informarsi ed informare.
Vede, in questo caso, non e' certo il Papa ad avere fatto una pessima figura ma Lei che ha dimostrato di non conoscere il pensiero di Benedetto XVI
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Raffaella


Se la sinistra fa male alla satira «Troppa autocensura, troppi mediocri»
A Livorno la festa del «Vernacoliere». Cardinali: «Sì, è crisi...»

di MARINA MARENNA

— LIVORNO —
TRE FINE SETTIMANA ‘lunghi’ per fare satira, ascoltarla e vederla. Si intitola «Vernacoliere chiama ... le lingue della satira» la manifestazione che da oggi al primo luglio, dal 5 all’8 e dal 12 al 15 luglio si svolgerà a Livorno, all’interno della Fortezza Vecchia nel porto mediceo. Si parte dal “Vernacoliere”, il principale mensile italiano di satira politica, per spaziare in tutte le varie espressioni della satira. Ci sarà una mostra sul disegno «Dal Risorgimento al referendum», una raccolta di film di Andrea Camerini, l’esposizione di vignette e delle locandine del “Vernacoliere”, spettacoli di Paolo Hendel, Dario Ballantini, Paolo Migone, Johnny Palomba, Galli & Villo, Omar Fantini, Ubaldo Pantani, Cristiano Militello. E poi le serate con i collaboratori del “Vernacoliere” Federico Sardelli, Daniele Caluri ed Emiliano Pagani e, ovviamente, con il suo direttore-editore Mario Cardinali, ma anche due appuntamenti con gli stornelli e le ottave.

L’INTENTO dell’Apt - che organizza l’evento - è quello di candidare la città labronica a capitale italiana della satira, dato che proprio qui si stampa il “Vernacoliere”, che vanta lettori ed estimatori in tutta Italia e che forse è più apprezzato proprio al di fuori delle mura domestiche. Un caso unico, il “Vernacoliere”, che affonda le sue radici proprio nella parlata livornese, dissacratoria, irriverente e ‘anti istituzionale’ per eccellenza per un giornale che è ‘anti istituzionale’ nel suo dna, che rompe i rapporti col Palazzo e con tutti i Palazzi perché «i Palazzi prima o poi si somigliano tutti», come dice Cardinali.

NONOSTANTE il successo sempre crescente del periodico, lui però non è ottimista sullo stato di salute della satira. «La domanda giusta sarebbe se c’è satira oggi. E’ depotenziata da quando manca della sua ragione storica. Prima era giustificata dal momento storico, da una finalità politica e ideologica, dall’insofferenza, dal bisogno di novità. Poi tutto è finito e anche la satira è diventata uno strumento a servizio dei palazzi, a cominciare da quelli editoriali, come è successo a “Cuore” e a “Satyricon”». «Quelli che erano satirici di istinto - continua Cardinali - sono diventati professionisti e la satira di professione non dà frutti. La satira è un particolare uso critico dell’intelligenza supportata da una buona dose di passione civile. Se non c’è passione civile non c’è satira».
E l’autocensura verso i potenti ‘amici’?
«Non è solo un problema degli autori. La crisi della satira è cominciata con l’autocensura del pubblico di sinistra. In genere quando si pensa al Palazzo si pensa in qualche modo a dei ‘nemici’ e così alla fine degli anni ’90 con i primi governi di centrosinistra il pubblico ha cominciato a pensare che nel palazzo ora c’erano degli ‘amici’. Anche io sono stato contestato perché facevo satira contro la sinistra. Ma la satira deve criticare sempre il Palazzo perché i Palazzi prima o poi si somigliano tutti». E a conferma della sua ‘equidistanza’, Cardinali anticipa la prossima locandina del “Vernacoliere” ispirata alle intercettazioni sulle scalate bancarie: «Compriamo una banca a D’Alema».

UN ALTRO problema è, secondo Cardinali, la difficoltà di trovare un bersaglio: «La satira è rivolta contro chi sta ai posti di comando, ma adesso ci sono persone insignificanti. E’ difficile trovare un bersaglio. Ecco perché tanto Berlusconi, perché rappresenta anche il potere mediatico ed economico ed è un bersaglio potente. Nella sinistra ci può essere D’Alema perché si dà arie da saputello».
Ma il bersaglio più bersaglio di tutti forse è il Papa: «Il Papa è il Papa e io rivendico il diritto di fare satira sul Papa e la Chiesa perché è la Chiesa che ci opprime e ci dice cosa dobbiamo fare, come dobbiamo vivere e come dobbiamo amare». Ma qual è, se c’è, il limite? Per Cardinali è dato dall’intelligenza: «Non sono le parole che offendono, ma la mancanza di intelligenza. Senza intelligenza la parolaccia è parolaccia e basta».

© Copyright Quotidiano nazionale, 28 giugno 2007

E certo! La Chiesa La opprime, caro Cardinali? E perche' la ascolta? Il Papa non vuole a tutti i costi imporre la sua volonta'. Come mai Le da' cosi' fastidio? Si e' dato da solo la risposta. Di fronte a persone chiaramente insignificanti, il Papa spicca in quanto a moralita' e carisma. Per questo, cari Fo e Cardinali, non riuscite a sopportare Benedetto XVI.
Ma come? Un Papa viene piu' rispettato e seguito di noi augusti pensatori? Non sia mai...cerchiamo di abbatterlo.
Peccato che tutti questi attacchi si risolvano, quasi sempre, in clamorosi autogol
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Raffaella

4 commenti:

euge ha detto...

E' quello che mi chiedo anch'io ma se questa gente è profondamente atea e miscredente perchè si da tanta pena di ciò che dice la chiesa??????? Il Papa non impone di seguirlo come a nessuno è stato mai imposto di seguire gli insegnamente della religione cristiana; andate per la vostra strada e come noi cattolici siamo chiamati a rispettarvi anche quando ci gettano fango addosso, anche voi cari non credenti, cercate di fare altrettanto non credo vi costi molto; la satira non è vietata ma, è deprecabile e inaccettabile il vilipendio che è ben altra cosa....... e questo vale anche per Dario Fo!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

Nella vicenda terrena di Cristo c'è la prefigurazione di ciò cui è destinata la Chiesa(e il Papa)in questo mondo, nel corso della Storia:come è stato schernito,flagellato,crocifisso Lui, così sarà schernita e crocifissa la Chiesa, che è il Corpo di Cristo...facciamocene una ragione:questo sarà sempre il nostro destino.
Federiso

Anonimo ha detto...

Voglio anche annotare, riguardo a Dario Fo, che il Papa durante un'udienza generale e una messa in piazza san Pietro, dopo avere visto che nonostante la pioggia, c'era una marea di gente ad ascoltarlo, dice a braccio (quindi a maggior ragione rispecchia una sua preoccupazione): "la pioggia, in questi anni di siccità, è una benedizione, grazie per la vostra pazienza... ecc... " . Vorrei raccomandare a certe persone che nel caso il papa non stesse simpatico, non ne parlino neanche, perchè ognuno può avere una sua opinione sul Papa, ma che non dica falsità, vista la grande coerenza del papa. Il discorso vale per che fa satira, comicità ecc. Io stesso mi divertivo ad ascoltare la Littizzetto su Rai3, ma bisognerebbe farle capire che su certi argomenti non è bene informata, legge il titolone e ne ricava una battuta. Se il titolo è "Il papa restaura la messa in latino" o "Latino per tutti" (vedremo tra qualche giorno cosa diranno...), bisogna andare a fondo invece di dire subito "ritorno al passato", o "tradizionalismo...". Alla base di questa scelta non c'è un desiderio di passatismo, ma ci sono ragioni profonde, che vanno correttamente prese in considerazione. Per favore, quando si vuole portare avanti un'idea propria del papa senza informarsi, lo si faccia in salotto o al bar, ma non in un luogo pubblico, non in televisione. Grazie. marco.

Anonimo ha detto...

Per attaccare il Papa non c’è mai stato bisogno di argomenti, tanto vale andarsene a cercare di quelli che non sussistono, basta comunque e soltanto inventarsi qualunque pretesto, meglio se inesistente, ancora meglio se falso. Ormai siamo abituati a tale meschino comportamento che, vilmente, in maniera piuttosto bizzarra ma spudoratamente vergognosa, è diventato addirittura la metafora dell’appartenenza politica, costruita abilmente, ancorché ingenuamente e banalmente, da taluni uomini e/o donne di sinistra, che ignorando ogni etica, qualora l’abbiano mai avuta, buttano alle ortiche, come normale sia in questo caso, ogni presunta filosofia morale, con l’unico intento di occuparsi, esclusivamente e ottusamente, di sparlare a crepapelle, credendo che questa operazione, se mediaticizzata, rechi loro un guadagno in termini di popolarità professionale (sic). Come dire, la sinistra estrema attacca il Papa, che difende l’istituzione della famiglia, solo perché la sinistra estrema spera così di tenersi buoni, i suoi sostenitori muniti di una buona dose di preconcetti stupidi, inteso nel senso lato del termine, ovvero chi è tardo nel comprendere e ottuso di mente. Così è la vita, amiche e amici miei, in una società dove si son persi i principi morali e le ideologie sono state smarrite e poi ritrovate inquinate in una rappresentanza politica disorganica e incapace di badare a se stessa, dove gli stessi cattolici stanno facendo confusione prima con la loro coscienza e poi regalando a tali soggetti la loro ipocrita complicità. Confusione, è solo confusione, e nella confusione le persone intelligenti danno fastidio, fanno addirittura paura, e coloro che intelligenti non sono, non possono che rifugiarsi nella mediocrità, travestendosi da menestrelli. Cara Raffaella, la persona di cui trattasi ha preso il Nobel proprio per caso, e, nel contesto, caso significa politica disconnessa dalla intelligenza. Qualcuno mi aiuti a capire cosa c’entri questo signore con la letteratura, con la sublimazione della parola, con la concezione artistica della Cultura. Io, sono anni che mi sto scervellando per trovare una pur minima traccia di questa investitura. L’unica argomentazione che riesce a convincermi e a darmi un po’ di serenità è la consapevolezza d’un avvenuto scambio, effettuato di nascosto, tra la Cultura (intelligente) e la Mediocrità (non intelligente). Ricordo bene, se vogliamo dare dei nomi alle suddette Personificazioni, l’operazione fu realizzata facendo finta di aver smarrito il letterato Mario Luzi e di aver frettolosamente trovato un giullare che passava da quelle parti per caso. Quindi, da chi parla per caso, io non accetto lezioni, figuriamoci se deve accettarle una delle Personalità più illuminate del mondo.