22 marzo 2008

Silenzio dei giornaloni sui Cristiani perseguitati e sulla Via Crucis

Evidentemente il tema della persecuzione dei Cristiani nel mondo non interessa i giornaloni. Evidentemente non importa a nessuno che in varie parti della Terra c'e' chi muore in nome di Cristo.
Trafiletto su "La Stampa" e fotina con didascalia sul "Corriere".
"Repubblica" non si arrende e titola: "Il Papa parla della schiavitù ma tace ancora sulla Cina" (Politi).
Ma almeno in quest'ultimo caso c'e' un articolo di commento alla Via Crucis ed alle meditazioni del cardinale Zen.
Quando i giornali romperanno il silenzio sulla condizione dei Cristiani? Troppo comodo fare la morale a chi rischia in prima persona.
Forse, pero', c'e' una spiegazione: manifestazioni, sit-in, prese di posizione per il Tibet, ma la Cina ha risposto solo al Papa e agli Stati Uniti...
Che strano! E' chiaro che Pechino sa bene chi conta e chi chiacchiera
.
R.

10 commenti:

mariateresa ha detto...

Buongiorno cara, oggi sono mattiniera.
Io ho trovato questa agenzia che non mi sembra male.
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_42026575.html

E' stata una bellissima Via Crucis, molto suggestiva.
Il cardinale Zen è uno tosto, si sente.
Preghiamo per i cristiani perseguitati,preghiamo per tutti quelli che soffrono per la loro fede.
Non leggerò l'articolo di Politi, dopo dovrei tornare a confessarmi....
I giornaloni non hanno fatto in tempo ieri sera a fare un bell'articolo sulla via Crucis, mettiamola così; si vede che quando è cominciata i giornalisti erano già a casa in pigiama.
Certo che ce n'era di gente ieri sera!!Sono rimasta impressionata.

mariateresa ha detto...

Guarda Raffaella, questo, naturalmente in spagnolo, è l'articolo di El Pais.

http://www.elpais.com/articulo/sociedad/Benedicto/XVI/dirige/Via/Crucis/Coliseo/mirada/puesta/China/elppgl/20080321elpepusoc_4/Tes

Pensa, El Pais ne parla e i nostri giornaloni no.Mah
E non c'è nemmeno nell'articolo quel saporino di bile acida che riscontriamo su Repubblica in tutte le feste comandate.

Anonimo ha detto...

Grazie Mariateresa :-))
Mi ha fatto molto piacere vedere tanta gente ieri sera nonostante la tempesta che si e' abbattuta su Roma.
Preghiamo per i Cristiani perseguitati.
Le meditazioni del cardinale Zen meritano un bel dieci!
R.

Anonimo ha detto...

E se, tra non molto, la persecuzione diventasse più virulenta anche qui?
E se si notano sempre più crepe tra i nostri sacerdoti e non solo in merito alla non facile fedeltà alla vocazione, ma proprio ideologica, nei fondamenti, nelle verità di fede?
Se il "mondo" e il suo "principe" tentano di omologarci, resistere darà fastidio e chi tra noi invece lo vedrà come un "segno dei tempi" da assecondare, farà comodo.
Preghiamo tanto. Confidiamo in Gesù per fare la volontà del Padre, con l'intercessione Maria. Preghiamo gli angeli. preghiamo per le anime del purgatorio, che cooperino nella battaglia che si profila durissima, dolorosa, per quanto certamente vittoriosa.

Luisa ha detto...

Critico abbastanza sovente i giornali di casa mia , ma questa volta devo proprio fare i complimenti alla "Tribune de Genève" che ha dedicato ancora oggi un lungo articolo alla situazione dei cristiani in Irak, con una bella intervista a Mons. Rabban guida di due diocesi nel Kurdistan, e che ha celebrato le ossequie di Mons. Rahho.
Appena i due articoli saranno on-line ,li riporterò sul blog.
Su 500.000 cristiani presenti in Irak prima del 2003, 200.000 hanno già lasciato la loro terra, molti vanno nella zona autonoma kurda. La diocesi di mons. Rabban è così passata da 25.000 persone a 80.000 persone !

Anonimo ha detto...

Ma veramente Politi ha scritto quelle cose? Ma che ne sa lui dei Cristiani e dei sacerdoti perseguitati e uccisi,(come Don Santoro e Mons. Ralho, e i tanti altri martiri)che hanno pagato con la vita la loro Fede? E che ne sa del complesso e paziente lavoro diplomatico con i Paesi della "Chiesa del silenzio", lavoro affidato dalla S. Sede a persone di altissimo livello, a quanto ne so, non come la nostra classe dirigente delle "tessere" di qusto o quel partito: quella classe dirigente che "coccola" la Cina (fidatevi, le proteste di questi giorni sono di facciata!), e per valori certo meno nobili delle vite umane, come gli interessi economici, in altri termini, il Dio Denaro. In queste condizioni, come può Politi "intercettare" anche una piccola parte del senso delle meditazioni della Via Crucis di ieri sera e delle parole finali di Papa Benedetto?

Anonimo ha detto...

scusatemi, ho dimenticato di sottoscrivere il messaggio predente è mio... Carla

Anonimo ha detto...

Scusate ma forse l'articolo di Politi dovreste leggerlo, senza fermarvi alla titolazione. Non corrisponde affatto al titolo che gli è stato dato, e spiega molto bene come al di là dei riferimenti espliciti il significato delle meditazioni e della simbologia della Via Crucis fosse tutto rivolto ai Paesi, come la Cina, in cui i Cristiani sono perseguitati, e spiega anche che è soltanto per non gettare benzina sul fuoco di una situazione già molto complessa che sono stati evitati riferimenti troppo diretti... Spiega che è per volontà di Papa Ratzinger che le meditazioni sono state affidate al Cardinale Zen, e come tutta la processione fosse pervasa dalla memoria della Chiesa del silenzio, in Cina in primis... E' un bellissimo articolo

Anonimo ha detto...

Libertà di fede

Il Papa parla della schiavitù ma tace ancora sulla Cina

Via Crucis, evitato il testo del cardinale Zen Per il Papa quella cinese è una chiesa piena di sofferenze ma anche di speranze

MARCO POLITI

ROMA - «Cristo chiama amici tutti noi. La sua morte affranca dall´odio e dalla violenza. Libera dalla schiavitù. Apriamo il cuore a Gesù, non temiamolo». Con un breve intervento, tutto incentrato sulla spiritualità della Passione, Benedetto XVI conclude una Via Crucis potenzialmente esplosiva.
Perché ieri sera il Golgota era in Cina. Erode e Pilato avevano gli occhi a mandorla. Cinesi erano gli sgherri che afferravano Cristo. Le preghiere per il rito erano scritte dal cardinale Zen di Hong Kong, per espressa volontà del Papa, e tutto l´andamento della Via Crucis era pervaso dalla memoria della Chiesa del silenzio.
Benedetto XVI stesso ha iniziato il rito, sotto una pioggia battente, rammentando che i «Colossei (dei martiri) si sono moltiplicati attraverso i secoli, là dove i nostri fratelli, in varie parti del mondo, vengono ancora oggi duramente perseguitati». Ma poi in Vaticano, anche alla luce delle tensioni internazionali provocate dalle repressione in Tibet, devono avere avuto timore di gettare benzina sul fuoco e così il pontefice ha evitato nel finale di riprendere il tema del martirio in nome della fede sia in Cina che nel mondo intero. E´ stato perfino evitato che fosse una ragazza cinese a dare al pontefice la croce, che - protetto da un gazebo - l´ha presa soltanto all´ultima stazione.
E ciò nonostante ieri è stata una Via Crucis particolarissima. È vero, dal testo del cardinale Zen è stato emendato il riferimento esplicito, nominale ai cinesi, ma tutte le preghiere della sua Via Crucis rimandano ai martiri della Chiesa del silenzio prima in Cina e poi in altre parti del mondo e ogni invocazione risuona anzitutto delle grida dei perseguitati, per quanto accaduto nei decenni passati oltre la cortina di bambù.
Ricorda il cardinale di Hong Kong i cristiani «calunniati, torturati, derisi». E subito il pensiero corre all´isteria dei processi maoisti. Ricorda il cardinale le defezioni anche da parte di vescovi. Risuona forte nelle preci il lamento dei torturati:
«Gesù, ti sono familiari le grida dei perseguitati».
E´ una sequenza di preghiere intessute di passione, con gli occhi della mente colmi di immagini, che riflettono ancora la caccia al credente che per lunghi decenni ha colpito in Cina la Chiesa delle catacombe. La folla al Colosseo, sotto una coltre di ombrelli, ascolta in silenzio: «Perché questa oppressione? Perché questa prolungata schiavitù?».
Molti, tra i pellegrini, hanno in mano il libretto vaticano del rito e già solo le illustrazioni - dove Cristo è cinese, ma cinesi sono anche i persecutori - hanno un effetto potente. Le spade bandite contro Cristo sono cinesi, cinesi sono coloro che flagellano il Cristo, incatenato ad una leone di marmo simbolo secolare del potere imperiale di Pechino. Non è liturgia, è storia ciò che balena da queste preghiere. Anche l´accenno alle «mamme di tanti giovani imprigionati per la causa di Cristo, mamme che rischiando arresti e persecuzioni hanno perseverato a pregare in famiglia». Concludono le orazioni di Zen: «Attraverso i secoli schiere di innocenti sono state condannate a sofferenze atroci».
Eppure il rito non è rivolto al passato. Confessava il cardinale di Hong Kong nell´introduzione di aver faticato per purificarsi dai sentimenti ostili verso quanti fanno «soffrire nel mondo di oggi i nostri fratelli». Però l´orizzonte ha i segni della speranza e vi si coglie l´eco dei negoziati condotti pazientemente da Benedetto XVI con le autorità di Pechino: Cristo illumini le coscienze dei governanti perché trovino il «coraggio di rispettare la libertà religiosa».
Spiega l´Osservatore Romano che il Papa guarda alla Chiesa cinese «ricca di sofferenze, ma anche di speranze; una Chiesa impegnata a contribuire con tutta la ricchezza dei suoi doni, particolarmente spirituali e morali, alla crescita del proprio Paese». Così il rito, celebrato come riconoscimento della Chiesa del silenzio, diventa impulso a superare le ferite del passato e lavorare per la riconciliazione.

© Copyright Repubblica, 22 marzo 2008

Sicuramente Politi ha il merito di avere parlato della Via Crucis, cosa che la maggiorparte dei suoi colleghi non ha fatto.
C'e' pero' l'insistenza sulla correzione del testo del cardinale Zen e la strana interpretazione per cui il Papa non ha voluto ricevere la croce da una ragazza cinese.
Eppure stasera sara' lo stesso Pontefice a battezzare un ragazzo proveniente dalla Cina.
R.

gemma ha detto...

"E´ stato perfino evitato che fosse una ragazza cinese a dare al pontefice la croce, che - protetto da un gazebo - l´ha presa soltanto all´ultima stazione."

Questa frase, che ritengo non meriti nemmeno commento, mi basta per rifiutarmi di leggere il resto
Nel momento in cui la ragazza cinese ha passato la croce, rimaneva ancora un pò di strada da fare, scalinata compresa, sotto una pioggia diventata ormai scrosciante. Evidentemente è stato deciso che il Papa, per motivi legati alle sue condizioni fisiche, non uscisse dal Gazebo e portasse a termine la celebrazione il cardinale Ruini. Non certo per non farsi passare la croce dalla ragazza cinese. Siamo ormai al limite della diffamazione