21 giugno 2007

Rassegna stampa del 21 giugno 2007


Vedi anche:

Benedetto, novello Atanasio?

Il Papa ad Assisi: la parola all'Osservatore romano




Cari amici, buongiorno :-)
Auguri a tutti coloro che si chiamano Luigi e, quindi, anche al nostro Papa, il cui secondo nome e', appunto, Alois :-)
Iniziamo la nostra lettura della rassegna stampa di oggi. Piu' tardi commenteremo alcuni articoli sulla figura di San Francesco e dovremo tornare sul concetto di "mutilazione".

Raffaella

Il Papa: dovere per tutti accogliere questi fratelli

Un appello perché a tutti i rifugiati del mondo siano garantiti dai leader mondiale «protezione», «asilo» e «riconoscimento dei loro diritti» è stato lanciato da Papa Benedetto XVI, ieri al termine dell'udienza generale nell'Aula Nervi in Vaticano. Papa Ratzinger ha ricordato che si celebrava la «Giornata mondiale del rifugiato» promossa dall'Onu «perché non venga meno nella pubblica opinione l'attenzione verso quanti sono costretti a fuggire dai loro Paesi a seguito di reali pericoli di vita».
«Accogliere i rifugiati e dar loro ospitalità è per tutti un doveroso gesto di umana solidarietà, affinché essi non si sentano isolati a causa dell'intolleranza e del disinteresse», ha rimarcato. «Per i cristiani – ha aggiunto – è inoltre un modo concreto di manifestare l'amore evangelico».
«Auspico di cuore – ha concluso – che a questi nostri fratelli e sorelle duramente provati dalla sofferenza siano garantiti l'asilo e il riconoscimento dei loro diritti, e invito i responsabili delle Nazioni a offrire protezione a quanti si trovano in così delicate situazioni di bisogno».
Benedetto XVI ha dedicato l'udienza generale di ieri alla figura di Sant'Atanasio di Alessandria, «autentico protagonista della tradizione cristiana», e «modello di ortodossia tanto in Oriente quanto in Occidente». Ratzinger ha ricordato come la statua di Sant'Atanasio sia stata collocata da GianLorenzo Bernini tra i quattro protettori della Chiesa orientale, insieme a Sant'Ambrogio, San Giovanni Crisostomo e Sant'Agostino, nella zona della cattedra di San Pietro nella basilica vaticana. «Sant'Atanasio è uno dei padri della Chiesa antica più importanti e venerati», ha detto Benedetto XVI citando il suo «apporto» come «teologo dell'incarnazione» e come «il più importante e più tenace avversario» dell'eresia ariana che negava la natura divina di Cristo.
Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della «Giornata Mondiale del rifugiato», ha inviato al rappresentante regionale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati Walter Irvine e ai partecipanti alla conferenza dedicata al tema dell'intolleranza, un messaggio di apprezzamento per gli obiettivi che l'iniziativa si prefigge. Nel messaggio, Napolitano auspica un impegno bipartisan in Parlamento per la riforma del diritto di asilo.
«L'imperativo morale di soccorrere i naufraghi, qualunque sia la motivazione che li ha mossi ad attraversare i nostri mari – scrive Napolitano – non può essere eluso mai e da nessuno. Perciò è giusto rendere omaggio alla Marina Militare e alla Guardia Costiera, che quell'imperativo morale, sancito dal diritto internazionale, hanno sempre onorato e continuano ad onorare. Pertanto al vostro riconoscimento, al vostro plauso desidero unire il mio».

L'Eco di Bergamo, 21 giugno 2007


Bertone: nessuna ingerenza quando la chiesa indica valori per la dignità della persona

«Sono contrario all'ingerenza e non credo che, quando la Chiesa parla, possa fare ingerenza: presenta quei valori e quegli obiettivi che sono compatibili con il bene dell'uomo, la dignità della persona e il bene di una società che si vuole giusta». Lo ha affermato il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone a margine della la sua conferenza «Carità politica» ieri all'Università Cattolica di Roma. Il porporato ha poi invitato «a entrare in politica da giovani» anche contro quegli «atteggiamenti di sfasciapolitica e contro le concezioni riduttive della politica che dominano oggi». E come esempio ha indicato Aldo Moro che «entrò in politica da giovanissimo e da giovanissimo professore aiutava i suoi studenti più poveri». Partendo dall'enciclica del Papa «Deus caritas est», il cardinale ha criticato le concezioni riduttive della politica e ha ribadito che il Papa «invita ad avere una visione alta della politica» e che «la politica non può essere una tecnica per gli ordinamenti, ma ha per fine la giustizia». Interpellato sulla sua indicazione ai cristiani di occuparsi di politica fin da giovani, Bertone ha collocato il suo invito nella «rivalutazione della politica» di cui c'è bisogno di fronte all'attuale «crisi» che sta vivendo. E per questo i giovani «non devono avere paura della politica e indirizzarsi a studi universitari come le scienze politiche o le scienze della comunicazione». Il cardinale Bertone ha sottolineato che «la politica è da laici e spetta ai laici l'animazione delle realtà temporali: Pio XI parlò contro il nazismo e il comunismo e disse che non c'è nulla di superiore alla politica se non la religione». Invitato a chiarire a quali atteggiamenti si riferisse quando ha parlato di «sfasciapolitica» il porporato ha replicato: «tutti potete giudicare e vedere e constatare gli atteggiamenti di uomini e donne impegnati in politica oggi: valutate se in loro prevalgono interessi personali o un'alta concezione della politica; dobbiamo aiutarli ad elevare i loro obiettivi e la Chiesa svolge anche questa funzione di purificazione della ragione».

L'Eco di Bergamo, 21 giugno 2007

Blair va da Ratzinger a parlare di fede e di Foundation

Di Paolo Rodari

La notizia l’aveva paventata qualche tempo addietro il Daily Telegraph: nel futuro post Downing Street di Tony Blair c’è una Foundation, la Blair Foundation, tutta dedicata all’Africa, al Medio Oriente, al dialogo interreligioso e alla pace nel mondo.
E oltre il Tevere, nelle sacre stanze che attendono sabato prossimo l’arrivo di Tony and Cherie Blair per incontrare prima il papa e poi la leadership della segreteria di Stato - anche la presenza di Cherie è stata ufficialmente confermata -, è arrivata voce che, oltre ai saluti di congedo dall’incarico di premier, a qualche affondo sulla politica interna ed estera, è anche di questa Foundation che il premier inglese intende accennare.
Per chi dai sacri palazzi si occupa di questioni internazionali, quindi, il futuro di Blair sembra avere più i colori di un impegno stile Bill Clinton post Casa Bianca che quelli ipotizzati, sempre recentemente, dal Financial Times e che vedrebbero Nicolas Sarkozy impegnato a lavorare per far divenire Blair presidente «a tempo pieno» dell’Unione europea.
Dunque, l’Africa e il Medio Oriente, il dialogo tra fedi e culture diverse e la ricerca della pace nel mondo sarebbero i campi di lavoro futuri che Blair, insieme alla cattolica Cherie, metterà sul piatto dell’udienza papale. Un impegno importante, alto, e che potrebbe giovare all’ormai ex premier inglese per riscattare quell’immagine guerrafondaia che gli si è appiccicata addosso a causa dell’intervento in Iraq.
Se oltre la Manica, l’appoggio del New Labour al Blair versione ultimo Clinton è scontato - pare che sia dall’inizio del 2007 che il premier inglese sta organizzando la sua Foundation insieme alla squadra dei suoi più fidati consiglieri, la cosiddetta “Banda dei quattro” guidata dalla baronessa Sally Morgan -, e se sia nel Regno Unito come un po’ in tutto il mondo amici e filantropi danarosi sono disposti a versare nelle casse della Foundation importanti quattrini per sostenerne lavori e impegni, l’appoggio vaticano - ovviamente - è di là da venire.
Per la Santa Sede, infatti, il dialogo tra le fedi è e deve rimanere prerogativa delle diverse religioni e non sempre è visto di buon occhio chi, a carriera politica finita, della pace e della convivenza tra i popoli vuole divenirne paladino.
In chiave europea, la futura Foundation di Blair si potrebbe contrapporre all’“Alleanza di civiltà” di Spagna e Turchia, alleanza che Blair vede troppo filo islamica e quindi anti occidentale. Zapatero ha investito molto nei rapporti con Erdogan. Il suo è un appoggio incondizionato all’entrata della Turchia nella Ue, appoggio che discende anche da una politica di scambi commerciali favorevole e già in atto sull’asse Madrid-Ankara. Anche la Santa Sede - stando a quanto ha dichiarato il cardinale Bertone recentemente - è favorevole all’entrata della Turchia nella Ue ma in tema di dialogo interreligioso preferisce giocare senza implicarsi con quella o quell’altra parte, con quella o quell’altra Foundation.

Il Riformista, 20 giugno 2007

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