28 agosto 2007

Aborto selettivo a Milano (i commenti)


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Aborto selettivo a Milano: “E’ l'eugenetica che impone le sue leggi”

Commento de “L’Osservatore Romano”

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 27 agosto 2007 (ZENIT.org).- “L’Osservatore Romano” ritiene che il caso dell’aborto per errore di una bimba al posto della sua gemella Down mostri come “è l'eugenetica che impone le sue leggi”.

La procura di Milano ha aperto d'ufficio un fascicolo di inchiesta rubricato a modello 45 senza ipotesi di reato e senza indagati sul caso dell'aborto selettivo all'ospedale San Paolo di Milano.
I reati ipotizzabili in astratto sono la violazione della legge sull'aborto e la colpa medica.
L’inchiesta riguarda una donna incinta di due gemelle, di cui una affetta da sindrome di Down, che aveva chiesto un aborto selettivo per quest’ultima; per errore, tuttavia, è stato eliminato l’altro feto.
In seguito, la donna ha chiesto l’interruzione di gravidanza anche per la bambina Down.
Il quotidiano vaticano nell’edizione che domani sarà nelle edicole commenta il caso affermando che “è la cultura della perfezione che impone di escludere tutto ciò che non appare bello, splendente, positivo, accattivante”.
“E quello che si apre è il vuoto, il deserto di una vita priva di contenuti anche se confezionata a perfezione”.

Con il titolo “Non avete il diritto”, “L’Osservatore Romano” costata che “sono morte due bambine. Uccise nelle conseguenze di un aborto selettivo”.

“I genitori hanno deciso di effettuare l'aborto per tenere solo la gemella ‘sana’. Un terribile errore ha portato invece a sopprimere quest'ultima bambina. Una scelta radicale ha poi portato a ripetere l'aborto per la sorellina rimasta in vita”.
Nessun uomo, secondo il quotidiano vaticano, “ha diritto di sopprimere un'altra vita. Nessun uomo ha il diritto di sostituirsi a Dio. Per nessuna motivazione”.
“Eppure innocenti continuano a morire. Le loro parole non dette, i loro sorrisi mai espressi, i loro sguardi mai accolti continuano a non suscitare sdegno o almeno le necessarie, profonde, serie riflessioni”.
“È una scelta illegittima, anche se autorizzata dalla legge, come in Italia”.
“L’Osservatore” esprime infine il “timore” che “una politica troppo presa da sciocchezze varie finisca per definire sciocchezze, come è suo costume talvolta, quelle che sono, o che possono tramutarsi, in disperanti tragedie”.
Commentando la notizia dell’aborto, il Vescovo Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha rivolto un appello ad accogliere ogni vita umana.
Davanti a questo caso o ad altri, per il Vescovo è necessaria innanzitutto “l’accoglienza della vita”.
“Soltanto con questo atto fondamentale da parte di tutte le persone interessate si raggiunge la vera serenità, la vera pace della coscienza e il vero bene della società”, ha osservato.
“Dobbiamo sentirci tutti sollecitati, da questo fatto e da molti altri che si ripetono di giorno in giorno, a riprendere un nuovo e diverso impegno per ottenere il rispetto della vita fin dal primo momento, perché queste creature hanno la nostra stessa dignità”.
“Quando anche fossero gravate da un handicap, hanno semplicemente un titolo in più per essere aiutate”.
“Tutto questo finché non cambierà la cultura, finché non cambierà anche la legge. Soltanto accogliendo la vita per quello che è, per il valore che ha e per il bene che porta con sé, la società va verso il bene comune e noi dobbiamo mirare al bene comune, evitando le polemiche ma assumendo le vere responsabilità”, ha aggiunto.

© Copyright Zenit


Aborto selettivo a Milano: il commento di mons. Sgreccia e la testimonianza di una coppia che ha adottato una bimba Down

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo sulla tragica vicenda avvenuta all’ospedale ‘San Paolo’. L’episodio – lo ricordiamo - riguarda una donna incinta di due gemelle, di cui una affetta da sindrome di Down. La signora ha chiesto un aborto selettivo per la bimba Down, ma, per errore, è stato eliminato l’altro feto. In seguito, la donna ha chiesto l’interruzione di gravidanza anche per la bambina Down. I magistrati per ora non hanno formulato ipotesi di reato e nessuna persona risulta iscritta nel registro degli indagati. Su questo drammatico avvenimento, al microfono di Fabio Colagrande ascoltiamo il commento di mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita:

R. - Mi trovo in questo momento in vacanza di fronte a una Casa-famiglia, dove una giovane coppia in attesa di avere un proprio figlio custodisce otto figli di altri, di cui due gravemente handicappati, con handicap molto più gravi della sindrome Down. Sono bambini che non potranno mai camminare, eppure sorridono, sono oggetto di affetto e mi chiamano per nome quando passo. Allora vuol dire che il bene della madre che si è trovata in queste circostanze, per cui noi preghiamo, il bene del figlio che ha perduto la vita - si dice per un semplice errore medico - il bene della famiglia, il bene della società, il bene comune, tutto questo richiede innanzitutto l’accoglienza della vita. Soltanto con questo atto fondamentale da parte di tutte le persone interessate si raggiunge la vera serenità, la vera pace della coscienza e il vero bene della società. Dobbiamo sentirci tutti sollecitati, da questo fatto e da molti altri che si ripetono di giorno in giorno, a riprendere un nuovo e diverso impegno per ottenere il rispetto della vita fin dal primo momento, perché queste creature hanno la nostra stessa dignità. Quando anche fossero gravate da un handicap, hanno semplicemente un titolo in più per essere aiutati. Tutto questo finché non cambierà la cultura, finché non cambierà anche la legge. Soltanto accogliendo la vita per quello che è, per il valore che ha e per il bene che porta con sé, la società va verso il bene comune e noi dobbiamo mirare al bene comune, evitando le polemiche ma assumendo le vere responsabilità.

D. - Mons. Sgreccia, l’aborto selettivo praticato in questo caso mette in luce in maniera particolare il principio eugenetico che sta dietro l’interruzione di gravidanza…

R. – Sì, in tutto il mondo si lamenta, per esempio, la scomparsa dalla faccia della Terra, del bambino Down, perché viene sempre più perseguito attraverso la selezione. Questo è un brutto segno che si sta verificando oggi nelle società più avanzate. Man mano questo fatto dilaga sempre di più anche verso altri difetti: in certi Paesi semplicemente uno viene selezionato semplicemente perché di sesso femminile, o altre volte soltanto perché è concepito in un periodo in cui la famiglia non è disposta. Tutte le volte che si ammettono questi criteri selettivi si uccide una persona, che è il nascituro, ma si offende tutta la società, tutta l’umanità. Una selezione che poi non riguarda solo questo tipo di soggetti ma si amplia sempre di più e che accompagna una grossa fetta dell’esercizio della medicina e di una grande parte della nostra cultura di morte, perchè la si pratica nella fecondazione artificiale, la si pratica ogni volta che si fa l’aborto, perché l’aborto è sempre selettivo. Molte volte si selezionano e sono sani ma solo in omaggio a una non capacità, a una non volontà, a un non riconoscimento, a una non accoglienza, a delle circostanze che sono ancora più banali. Questo cambio di mentalità è urgente se vogliamo costruire una società degna di persone umane e che si sentono tutte uguali per dignità.

All’opposto di questa vicenda, c’è la scelta di adottare un bambino affetto da sindrome di Down. Una decisione coraggiosa, che fa riflettere sul valore della vita e sull’importanza della sua tutela, sempre e comunque. Al microfono di Isabella Piro, ascoltiamo la testimonianza dei coniugi Paolo e Antonietta Parlagreco, residenti a Roma e genitori adottivi di Jessica:

R. – (Paolo) Noi avevamo già quattro figli e poi ci è arrivata una richiesta, tramite la parrocchia. Cercavano dei genitori perché adottassero una bimba Down che si trovava in un brefotrofio. Mia moglie ha raccolto questo invito e l’ha proposto in famiglia. Siamo andati a vederla e abbiamo deciso immediatamente.

D. – Per voi è stata comunque una scelta naturale...

R. – (Antonietta) Se fosse stata mia l’avrei accolta comunque. Per noi non è stato un atto di coraggio. Anzi, l’abbiamo presa così come si accoglie un figlio, come se fossi rimasti incinta e fosse stato mio.

D. – Quali sono le difficoltà che incontrano i bambini Down?

R. – (Paolo) Hanno dei limiti nella capacità cognitiva, ma hanno una capacità di relazionarsi in modo affettivo incredibile, percependo loro da soli, in modo molto naturale, chi può accoglierli ed aiutarli e chi meno.

D. – Voi avete donato a Jessica una famiglia, ma Jessica in cambio cosa vi ha dato?

R. – (Antonietta) Ha dato veramente una ricchezza in più a tutti noi. La sua sensibilità rende anche noi più attenti a certe cose. Oggi, mio figlio più grande si occupa di persone disabili, proprio come lavoro. Sono tutte piccole cose che lei ci ha portato.

D. – C’è un episodio in particolare che vi piace ricordare della vita insieme a Jessica?

R. – (Antonietta) Ho perso il mio papà, ormai dieci anni fa, e senza averle detto niente lei si è resa conto che io soffrivo e mi ha accarezzato in una maniera tale che ancora oggi ricordo le sue carezze sul viso. Lei non sapeva niente, eppure aveva percepito la mia tristezza per la morte del mio papà.

D. – Volete lasciare un messaggio ad altri genitori che magari fanno scelte radicali, come quello che è successo all’ospedale di Milano...

R. – (Paolo) La vita, in tutti i vari aspetti, è sempre un grande dono e una grande ricchezza, va accolta in tutte le sfumature. Nel caso di Jessica sicuramente ha tante sfumature che forse noi consideriamo mancanti, ma ne ha altrettante, talmente ricche e talmente belle, che ogni giorno è una scoperta e una ricchezza. Mai rifiutare quello che la vita ci propone.

© Copyright Radio Vaticana


L'Osservatore: aborto selettivo, è eugenetica
Il giornale del Vaticano: «L'uomo non ha il diritto». La Procura apre un'inchiesta

Alessandra Mangiarotti

MILANO — L'Osservatore Romano attacca: «Non avete il diritto». Il «diritto di sopprimere un'altra vita», di «sostituirvi a Dio», «per nessuna motivazione ». Eppure, sottolinea il quotidiano della Santa Sede, «innocenti continuano a morire». Perché «è così che sono morte due bambine, a Milano: uccise nelle conseguenze di un aborto selettivo. È eugenetica ». La condanna del giornale cattolico arriva nel giorno in cui la procura di Milano ha aperto un'inchiesta sul caso delle due gemelline del San Paolo: durante un aborto selettivo è stata interrotta la gravidanza del feto sano al posto di quello affetto da sindrome di down. L'Osservatore sentenzia: «È l'eugenetica che impone le sue leggi». E quello che resta è «un mare di dolore, di sofferenza», provocato da «valutazioni spesso fatte senza aiuti effettivi, senza il necessario approfondimento». Perché «troppo spesso i genitori vengono lasciati soli. I pericoli sono alti. Eppure a volte accettano il rischio: non è una scelta fatta senza dolore tuttavia è una scelta illegittima, anche se autorizzata dalla legge». L'editoriale punta il dito contro «la cultura della perfezione che impone di escludere tutto ciò che non appare bello, splendente, positivo, accattivante ». Il rischio: «Il vuoto, il deserto di una vita priva di contenuti anche se confezionata a perfezione». Il timore: «Che una politica troppo presa da sciocchezze varie finisca per definire sciocchezze, come è suo costume talvolta, quelle che sono, o che possono tramutarsi in disperanti tragedie».
Nel fascicolo aperto dalla procura di Milano non compaiono né indagati né ipotesi di reato. Per fare luce sulla vicenda il procuratore aggiunto Alberto Nobili ha chiesto al San Paolo di inviare tutta la documentazione relativa all'intervento. Atti che, ha fatto sapere ieri la direzione dell'azienda ospedaliera, «ha già provveduto a trasmettere nella più assoluta trasparenza dei propri comportamenti». Anche se «per il momento nessuna querela — ha sottolineato — è pervenuta contro il nostro personale sanitario».
In attesa di un pronunciamento dei giudici, continua lo scontro sul fronte biogenetico, con al centro la legge 194. Da una parte ci sono i medici cattolici dell'Amci, schierati sulle posizioni dell'Osservatore: «È stato un intervento abortivo per selezione eugenetica ». E Claudio Giorlandino, presidente della società di diagnosi prenatale e medicina materno fetale, sottolinea: «Dopo la legge 40 la pratica dell'aborto selettivo sta diventando più frequente». Dall'altra ci sono i ginecologi laici, capeggiati dal padre della fecondazione assistita Carlo Flamigni: «La 194 non va modificata, sarebbe come chiudere le autostrade solo perché ogni tanto ci viaggia qualcuno che si addormenta al volante».
Sul fronte politico l'udc Rocco Buttiglione si scaglia contro l'intervento al San Paolo: «La legge non prevede l'aborto eugenetico». Il collega Luca Volontè chiede l'intervento del ministro Turco, quindi l'invio di ispettori e la chiusura delle indagini sui casi precedenti: «La 194 deve essere applicata nella sua interezza». In difesa della legge sull'aborto si schiera invece la consulta di Bioetica onlus: «La 194 funziona indipendentemente da fatali errori. Semmai va modificata per aumentare la libertà delle donne». La radicale Rita Bernardini aggiunge: «La Chiesa vuole imporre a tutti non solo di rinunciare all'aborto, ma anche alla diagnosi prenatale. Non si può liquidare tutto con frasi banali come quelle dell'Osservatore sull'eugenetica ». Ma Monsignor Elio Sgreccia, della Pontificia accademia per la vita, ribadisce: «Tutte le volte che si ammettono questi criteri selettivi si uccide una persona e si offende tutta l'umanità».

© Copyright Corriere della sera, 28 agosto 2007

Qui certamente qualcuno dice banalita' ma non e' l'Osservatore...
R.


I GENITORI

«Eravamo così felici per le gemelle Poi quel doppio, terribile dolore»

Simona Ravizza

MILANO — «Io e mio marito non riusciamo più a dormire neppure la notte, la nostra vita è rovinata». È in fuga da Milano la donna che si è sottoposta a metà giugno all'aborto selettivo nell'ospedale San Paolo: l'interruzione di gravidanza, dopo il terzo mese, è finita con la morte della gemella sana invece di quella malata e da ieri il caso è anche al centro di un'inchiesta della Procura per accertare eventuali responsabilità mediche.
A metà pomeriggio, Anna (nome di fantasia) è in auto con la sua famiglia su un'autostrada che la porterà lontano per qualche giorno dal paese dell'hinterland milanese dove vive con il marito e il figlio ancora piccolo. La voce è rotta dal pianto e dallo stress. «Sono sotto choc — ripete come un mantra la trentottenne, originaria di Napoli —. Ho la pelle d'oca, non ce la faccio a parlare».
Anna e suo marito non vogliono sapere dettagli sull'indagine della magistratura, meglio lasciarsi il palazzo di Giustizia alle spalle. Almeno per adesso. Entrambi continuano a rivedere nella testa il film degli ultimi mesi. Anche se ora sembra impossibile ricordare e descrivere la felicità provata per quella nuova maternità che era stata desiderata a lungo, una gioia diventata ancora più grande dopo la scoperta dell'arrivo di due gemelle. Il viavai dall'ospedale per gli esami di diagnosi prenatale. I soliti, già fatti per il primo figlio, ma questa volta ancora più accurati perché le bambine erano due. L'attesa dei risultati per quindici giorni (i medici dicono che dopo i 35 anni aumentano i rischi di gravidanze difficili). Il dramma della scoperta che una delle due gemelle aveva un'alterazione dei cromosomi (ossia la sindrome di down). La decisione, sofferta, spiegano, alla 18esima settimana di sottoporsi all'aborto selettivo per fare nascere solo la bambina senza problemi. L'angoscia del giorno dell'intervento. E, poi, la terribile sentenza: «Il feto morto è quello sano». Nuova scelta, altro dramma, con la seconda interruzione di gravidanza.
«Che cosa possiamo dire? — domanda il marito al quale Anna passa subito il cellulare —. Ormai non facciamo altro che tremare dalla disperazione. La nostra convinzione è una sola: c'è stato un terribile errore. Ora la documentazione è in mano al nostro avvocato, gli abbiamo chiesto aiuto, sta seguendo il nostro caso».
La famiglia non riesce più a guardare la televisione, lo stesso vale per i giornali. «Tutti parlano della nostra tragedia — dice sconvolto l'uomo —. La verità per noi è che c'è stato uno sbaglio, ne siamo sicuri. Di altre cose è inutile discutere». Chiedono rispetto per il loro dolore, ogni parola esce a fatica. La cronaca degli ultimi due giorni ha aperto una ferita, in verità mai cicatrizzata. «Andiamo in ferie per cercare di sfuggire all'angoscia — ribadiscono —. Del resto si occuperà il nostro legale a settembre». La raccomandazione è di non scrivere inesattezze, il desiderio ripetuto più volte è di essere lasciati in pace.
Quella che sembrava l'unica decisione possibile — fare nascere solamente la gemella senza alterazioni cromosomiche — ora non dà pace alla coppia decisa a vederci chiaro. La donna si rifiuta di pensare a che cosa farebbe se potesse tornare indietro. È troppo tardi per porsi interrogativi simili. Il doppio aborto l'ha lasciata senza fiato. In testa solo confusione e dubbi.
Anna Maria Marconi, la ginecologa che ha eseguito l'aborto selettivo e che ha seguito i genitori nei momenti che hanno preceduto la decisione di non far nascere la gemella con sindrome di down, si dice a posto con la coscienza. «I due feti erano morfologicamente uguali — ha ripetuto più volte il medico —. È morto quello sano perché i due si sono girati in pancia prima dell'intervento. Una fatalità che non potevamo prevedere». I vertici dell'ospedale San Paolo sono sulla stessa posizione.
Ma il marito di Anna è perplesso: «Su questo caso oramai potrà fare chiarezza solo la magistratura. È ai giudici che affidiamo le nostre speranze». Perché un doppio dramma come questo non si ripeta mai più.

© Copyright Corriere della sera, 28 agosto 2007

9 commenti:

Blog creator ha detto...

Una tragedia 'laica' con risvolti laici. E mi spiego.
Aborto, ovvio: no, mai!
Nel caso specifico, quello che mi preoccupa è l'esempio che questa famiglia sta dando. Certo, loro sono per l'aborto, avrebbe tolto 'il bimobo' malato per tenere quello 'perfetto'.
Ed ora che c'è una tragedia nella tragedia - perchè tutto questo capita a chi è senza coscienza cristiana - il padre dei bimbi 'si affida alla magistratura'.
Triste. Non commento oltre, ognuno fà come può.
Viene da ricordare il libro di Socci "Il genocidio dimenticato", sull'aborto attuale nel mondo.
Dateci un occhio. Anche voi 'lontani' e affidatevi poi anche a qualcun altro, più in Alto.

Anonimo ha detto...

La questione è effettivamente molto delicata, tanto che è necessario riaprire un dibattito su tutti i fronti: laici e religiosi; politici e sociali.

Per questo vi invitiamo a visitare anche la nostra pagina web: www.loccidentale.it

Stamani abbiamo pubblicato due articoli sul tema, che potrebbero interessarvi...

La Redazione

Anonimo ha detto...

Ringrazio sinceramente, a nome del blog, la redazione de "L'Occidentale".
Raffaella

Anonimo ha detto...

Quando sento parlare di genitori che vogliono dei bimbi sani e perfetti mi viene da ridere...
conosco un bambino che e' sano come un pesce, bello come il sole ma ha una forma di autismo
e allora come la mettiamo?
Ma nessuno si accorge che mentre da un lato aumentano i mezzi per diagnosticare i difetti fisici o genetici, dall'altra aumentano i problemi legati a psicopatologie infantili, dall'autismo a comportamenti violenti?
AAhh il concetto di figlio sano e' piu' che mai discutibile..e inutile

euge ha detto...

Sono inorridita da ciò che è successo e sono ancor più inorridita da come viene attuata questa pratica abortiva!!!!!!!! Non posso caro Umberto che condividere le tue osservazioni.....per la prima volta sento parlare di questa pratica e onestamente mi domando come si può arrivare a tanto forse per disperazione?????????? Ma, mi chiedo può la disperazione arrivare a provocare la morte orribile di due vite ??????????????
Non so rispondere a questa domanda che forse non troverà mai risposta!!!!!!!! Stiamo veramente diventando dei manipolatori della vita umana ci vogliamo sostituire a Dio. L'uomo sta portando se stesso alla distruzione e la cosa più atroce ed inverosimile e che ne siamo compiaciuti!!!!!!!!!!!!!!!!!
Che schifo di mondo
Eugenia

Anonimo ha detto...

Chi ci garantisce, poi, che un bambino nato sano resti sano per sempre?

gemma ha detto...

purtroppo è inutile coinvolgere la magistratura in questi casi. Nessun giudice può lenire ciò che si prova in coscienza e quando ci si affida ad un medico ci si affida ad un uomo, non a Dio, che come tale può sbagliare (checchè ne dica Veronesi).
Si firmano moduli prima di acconsentire a manovre invasive in cui si viene informati e ci si assume la responsabilità di eventuali inconvenienti. Perchè se ci si affida alle leggi degli uomini, di inconvenienti si tratta.
Magari alla fine la colpa sarà solo di quel povero essere che si è girato. Un motivo in più per sopprimerlo e rifiutarlo per due volte di seguito

Anonimo ha detto...

Tante cose nascono per fini “nobili” poi però, il diavolo ci mette lo zampino e … … …!!! Si è partiti dall’innocente test per sapere in anticipo se è “maschio o femmina”, per poi finire a quelli più complicati e complessi che danno risposte a quesiti di ben altra portata, ma con un alto tasso di rischio per la sopravvivenza del nascituro. Nel caso come quello in questione mi sorge un dubbio: non è che questa eugenetica sia una moderna riedizione della “rupe Tarpea” dell’antica Sparta, con la sola differenza che mentre allora la scelta era dettata da esigenze di superiorità della società troiana, oggi è mossa unicamente da quel subdolo ed egoistico desiderio di “perfezione” tanto caro a certa parte della nostra società che si autodefinisce civile?!? Eppure tutti dovrebbero sapere che la perfezione non è di questo mondo…!!!

euge ha detto...

Cara Gemma, il tuo commento è molto crudo ma, purtroppo questa è la verità!!!!!!! che per noi è difficile da accettare.

Eugenia