14 agosto 2007

Amnesty attacca il Vaticano ma sbaglia bersaglio


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Cari amici, pubblichiamo la presa di posizione di Amnesty a favore dell'aborto in caso di stupro e la pronta risposta del Vaticano. Non e' insultando la Santa Sede (addirittura additata come corresponsabile di massacri...suvvia!) che si aiutano le donne in difficolta'.
Raffaella

IL CASO

Amnesty attacca il Vaticano "Nega l´aborto alle donne stuprate"

La replica della Santa Sede: "A un crimine non si può rispondere con un altro crimine"
La posizione dell´ong sarà ufficializzata nel congresso d´ottobre in programma in Messico
Il cardinale Martino aveva detto: "Pronti a ritirare l´appoggio all´organizzazione"


ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO - «Sì al diritto all´aborto per le donne vittime di stupro», annuncia Amnesty International. Ma la Santa Sede risponde con un secco «no» perché «ad un crimine, qual è lo stupro, non si può rispondere con un altro crimine come è l´interruzione volontaria di una gravidanza».
Sull´aborto è ormai guerra aperta tra il Vaticano e Amnesty International, l´organizzazione fondata nel 1961 dall´inglese Peter Benenson - un anglicano convertito al cattolicesimo - per la difesa dei diritti umani. Dopo i primi segnali preannunciati nei giorni scorsi dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio di Giustizia e pace, secondo il quale la componente cattolica di Amnesty sarebbe pronta a ritirare l´appoggio all´organizzazione per la sua politica «eccessivamente» filo abortista, ieri è arrivata la risposta - anticipata dal quotidiano inglese Independent - che ha annunciato che, dopo due anni di riflessione, Amnesty darà «il suo sostegno al diritto di aborto nel caso di donne rimaste incinte in seguito a uno stupro».
La decisione, già pianificata lo scorso mese di aprile dal comitato esecutivo di Amnesty, verrà ufficializzata dall´organizzazione al congresso di ottobre in programma in Messico. Un orientamento in aperto contrasto con la Chiesa cattolica. Nell´anticipazione dell´Independent, il Vaticano viene persino additato come possibile corresponsabile di massacri come quelli consumati, ad esempio, in Darfur, dove oltre agli eccidi perpetrati per motivi etnici, migliaia di donne negli anni passati sono state massacrate e stuprate. Di fronte a violenze simili, per Amnesty le donne incinte «hanno diritto ad abortire e nel congresso di ottobre sarà sancito ufficialmente», malgrado l´opposizione della Santa Sede già resa nota - si legge sul giornale inglese - dal cardinale Martino che due settimane fa aveva avvertito che «se Amnesty International persiste in questa posizione, individui e organizzazioni cattoliche devono toglierle il sostegno perché nel promuovere il diritto d´aborto, Amnesty ha tradito la sua missione».
«Dispiace che una organizzazione che da sempre si batte per la difesa dei diritti umani abbia assunto una posizione che nega il diritto alla vita», commenta monsignor Karel Kasteel, segretario del Pontificio consiglio Cor Unum, il dicastero vaticano preposto agli interventi caritativi a nome del Papa. «Confermo pienamente, quindi, quanto sostenuto dal cardinale Martino perché - spiega monsignor Kasteel - la dottrina della Chiesa cattolica da sempre è a favore della vita nascente, dal primo concepimento fino alla conclusione naturale. Non si può rispondere ad un crimine abominevole, come è lo stupro e la violenza sessuale, con un altro crimine altrettanto abominevole come l´aborto».
Il vicesegretario generale di Amnesy Kate Gilmore, nega invece che l´organizzazione sia diventata «pro-aborto», sottolineando, però, che l´organismo umanitario segue «gli imperativi legali, e non teologici». Tuttavia, assicura Gilmore, «la posizione di Amnesty non è per l´aborto come diritto, ma per i diritti umani delle donne, che devono essere libere dalla paura, dalle minacce e dalle coercizioni quando affrontano le conseguenze dello stupro e di altre gravi violazioni dei diritti umani. Noi siamo accanto alle vittime o ai sopravvissuti di violazioni dei diritti umani. Come, ad esempio, le donne che hanno subito lo stupro in Darfur. Noi ci occupiamo di legge e Stato, non di Dio». Ma il Vaticano bolla questa posizione come «paradossale», perché - ragiona il vescovo Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia per la vita - «non si capisce perché una organizzazione così meritevole come Amnesty, universalmente apprezzata per quanto fa sulla difesa dei diritti umani, abbia cambiato radicalmente posizione sulla difesa della vita nascente». «Fare dell´aborto un diritto, anche di fronte a stupri, è sbagliato. La Chiesa - conclude Sgreccia - ha sempre condannato qualsiasi forma di violenza, ma anche l´aborto, perché la vita, dono di Dio, è sempre sacra. Sarebbe molto meglio andare alla radice di queste violenze, denunciare ed annientare i veri colpevoli, anziché eliminare creature innocenti. E la Santa Sede lo proclamerà sempre ad alta voce».

© Copyright Repubblica, 14 agosto 2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Inviterei a leggere gli scritti di S. Agostino, il Catechismo e la più recente Evangelium Vitae. Il Catechismo della Chiesa cattolica (1997) parla della pena di morte all'interno della trattazione sul quinto comandamento, "Non uccidere", e più specificamente nel sottotitolo che tratta della legittima difesa.In questo contesto dice (n. 2267):
"L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana."

"Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti."(Giovanni Paolo II, enciclica Evangelium vitae).

La pena di morte non è osteggiata perchè rappresenta un crimine, ma solo perchè non è più utile...
Esistono tante contraddizione nella dottrina cattolica ed è per questo che la levata di scudi contro Amnesty mi sa tanto di ideologia da proselitismo. Non parliamo a sproposito di sanare un crimine con un altro crimine...