23 giugno 2007

E' ancora possibile tollerare il vilipendio della religione cattolica? (1)


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IL NUOVO ATTACCO AL PAPA PASSA PER MEDJUGORJE?

Rassegna stampa del 23 giugno 2007

Aggiornamento della rassegna stampa del 23 giugno 2007 (1)


LE IMMAGINI DELL'INCONTRO FRA PAPA E BLAIR

VISITA DI BLAIR: VIDEO DI SKYTG24

SPECIALE DI SKY SULLA VISITA DI BLAIR

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«Io e la Chiesa non facciamo niente contro nessuno»

«Perché accade tutto ciò? C’è un degrado spirituale»

CHIEDE, anzi «prega», che «nessuno dia una connotazione politica» alle sue parole. Chiarisce: «Sono fuori, devo rimanere fuori, non m’interessa minimamente questo». Poi il cardinale Carlo Caffarra confida senza tentennamenti un dubbio sulla serata blasfema di vicolo Bolognetti. «Non so se in questo caso ci sia stato un uso del denaro pubblico — si chiede —. Se fosse così, ogni cittadino avrebbe il diritto di dire: il denaro pubblico per insultare il sentimento religioso della maggior parte dei cittadini voi non lo dovete usare».

IL CARDINALE si confida ai microfoni di Francesco Spada, conduttore di ‘Dedalus’ su E’tv. Il colloquio, di mezz’ora, consegna un ritratto. Il padre della chiesa bolognese appare addolorato per quel che sta accadendo e rilancia «la grande missione» educativa della Chiesa.

PARTE da una premessa, il cardinale: «Io, la Chiesa, non facciamo niente contro nessuno». Chiarisce: «Il degrado di cui parlo è spirituale. Bologna è una città in preda allo scoraggiamento. Il suo cuore è insidiato dalla tristezza. I nostri giovani hanno più paura che speranza, tante categorie sociali sono scoraggiate». Confessa il suo «profondo dolore» per il caso di vicolo Bolognetti e altri recenti attacchi alla Chiesa. «Anch’io mi chiedo sempre di più — s’interroga —: ma perché questi fatti stanno accadendo, com’è possibile che avvengano nella storia di una città, della nostra città. E’ come se si fosse appannato l’occhio dello spirito, che percepisce ciò che è bello, luminoso e grande. Credo che fatti di questo genere siano il segno di una grande tristezza che c’è nel cuore di tante persone. Tristezza che si cerca di coprire con le urla e il divertimento, però...». Torna sul passaggio cruciale dell’omelia di San Luca, la bestemmia avallata dalle istituzioni. «Le autorità pubbliche hanno il dovere grave di custodire il tessuto connettivo della società civile», osserva. Quindi devono usare il denaro pubblico verificando «con attenzione se un determinato comportamento è conforme o no al bene comune. Non tutti i comportamenti hanno il diritto di avere la stessa ospitalità». La messa di San Luca era un atto dovuto, «qui è stata offesa Colei che nella fede cristiana dopo Gesù è la più amata, la più venerata dalle persone. Quando una persona cara, amatissima, viene insultata, chiunque si sente in dovere di dire: noi ti vogliamo bene».

CAFFARRA approda infine ai giovani, la sua «preoccupazione fondamentale». «Le istituzioni — sostiene — devono favorire tutti i soggetti che hanno la grande missione di educare. Chi ha questa responsabilità dice al ragazzo: ecco la visione che ho della vita, te la propongo perché tu liberamente la verifichi. Non si possono confondere spontaneità e libertà». Altrimenti si diventa «schiavi della tirannia dello spontaneismo. Oggi manca l’autorevolezza del padre».
Il cardinale ricorda il saluto ai tremila della Montagnola, la giornata diocesana dell’Estate ragazzi, il doposcuola della Curia. «Penso al servizio che le parrocchie stanno facendo alla città, altrimenti tanti giovani resterebbero per strada», conclude. Aiutare vuol dire anche finanziare, chiede l’intervistatore? «Ma certamente, certamente, anzi direi che questo è il primo modo», non lascia dubbi Caffarra. Proprio due giorni fa Mauro Bignami, presidente di Agio, l’associazione dei giovani per l’oratorio, è andato in Comune a illustrare l’attività del gruppo. Dicono abbia entusiasmato anche Carmelo Adagio, il presidente del San Vitale, che pure rischiava di ospitare la famosa serata blasfema.
Rita Bartolomei

© Copyright Quotidiano nazionale (Bologna), 23 giugno 2007


COFFERATI

«Madonna, SanVitale tagli la coop Jurta e chieda i danni»

SERGIO COFFERATI invita il quartiere San Vitale a non rinnovare la convenzione con Jurta e a chiedere i danni. Sul caso della performance «La Madonna piange sperma», l'happening dello scandalo cancellato tra le polemiche, il primo cittadino spinge ancora una volta all’angolo il presidente del quartiere San Vitale, Carmelo Adagio (foto), che giovedì aveva parlato di una possibile conferma dell'accordo con Jurta.

«LA MIA OPINIONE — ha detto ieri Cofferati al question time, su sollecitazione di Forza Italia — è che alla luce di quanto è capitato, la gestione degli spazi per il 2008 non possa essere riconsegnata all’associazione che è stata scelta per il 2007. Non siamo di fronte ad un avvenimento che può essere considerato un incidente tecnico».
A giudizio di Cofferati è evidente che il quartiere può anche chiedere i danni: se infatti l'associazione non ha informato correttamente la commissione di quartiere che ha dato il via libera all'evento, «troverei del tutto naturale che il Consiglio di quartiere discuta su quali decisioni adottare per difendere se stesso».
Infatti, il «danno prodotto è un danno che non può essere ignorato». Ma la decisione, precisa il sindaco, spetta solo e unicamente a vicolo Bolognetti.
In Consiglio è intervenuto anche l’assessore alla Cultura Angelo Guglielmi. Sul futuro ci sono «idee chiare che dovrebbero tranquillizzare tutti coloro che sono preoccupati».
Ma Fi non si accontenta della linea dura tratteggiata da Cofferati: e parla ugualmente di «immobilismo e mancanza di coraggio politico». Il sindaco, afferma l’azzurro Lorenzo Tomassini, «ammette l'esistenza di un raggiro, o ai danni della commissione o del Consiglio di quartiere. Però avrebbe dovuto associarsi alla nostra richiesta di dimissioni nei confronti di Adagio».
Il presidente del San Vitale non si sente per nulla sconfessato dal sindaco. «Non ero in consiglio ma mi è stato riferito che il senso delle sue parole non è stato quello — ribatte —. A fine stagione il consiglio valuterà se è il caso di confermare la convenzione per il 2008. Chiedere i danni? Dovrà valutarlo l’ufficio legale del Comune».

© Copyright Quotidiano nazionale (Bologna), 23 giugno 2007


Scritte alla chiesa di Monte Calvo, è vilipendio

VILIPENDIO di una confessione religiosa. E’ questa l’accusa, piuttosto rara nella pratica, che la Procura ipotizza nel fascicolo (contro ignoti) aperto dopo gli atti vandalici alla chiesa di Monte Calvo a Pianoro, imbrattata con scritte contenenti insulti rivolti ai fedeli, fatte sulla porta e sulle pareti della chiesa. Ma è stata anche deturpata con la vernice un’immagine della Madonna fatta di ceramica. Di qui il reato contestato (insieme al danneggiamento) dal pm Paolo Giovagnoli.

© Copyright Quotidiano nazionale (Bologna), 23 giugno 2007


Il quartiere Santo Stefano revoca spazi e patrocinio alla mostra lesbica

di FEDERICA GIERI

CHIUDE prima ancora di aprire «Recombinat women», la mostra di Arcilesbica che, reinterpretando i dieci comandamenti in chiave lesbica, include l’opera di Migi Pecoraro ‘-10+10’ .
A prendere questa decisione — visto che Arcilesbica non accetta di ritirare l’opera —, è il presidente del quartiere Santo Stefano, Andrea Forlani che aveva concesso il patrocinio e la sede espositiva al Baraccano.
«Con rammarico», Forlani ritira dunque patrocinio e l’uso della sala. E chiama al telefono il vescovo ausiliare, Ernesto Vecchi.
«Se quell'opera — spiega il presidente diesse — mi fosse stata presentata per tempo, con buona probabilità, si sarebbero evitati sia reciproci imbarazzi sia, certamente, di aggiungere ulteriori polemiche ad un clima ben poco utile per tutti».
Il dietrofront del quartiere, tiene a sottolineare Forlani, non è, però, il frutto di «alcun tardivo ripensamento provocato da chicchessia né da alcuna sorta di ‘autocensura’ eterodiretta». Ma l’applicazione di «una regola che presidente e consiglieri di maggioranza si sono dati». E cioè: nessun patrocinio ad iniziative che «trattino argomenti religiosi o eticamente sensibili».
Se poi, avverte Forlani, nella fattispecie, questa ‘norma’ è stata rispettata «in modo tardivo, la responsabilità non è attribuibile a noi».
Quando Arcilesbica (che si è rifiutata di ritirare ‘-10+10’ per salvare ‘Recombinat women’) propose la mostra, ricorda Forlani, «le opere preventivamente sottopostemi non richiamavano in alcun modo tematiche legate alla sfera religiosa».
Per Arcilesbica, «non è ammissibile che una mostra d’arte organizzata per dare visibilità a un servizio contro la discriminazione e il disagio delle lesbiche, sia a sua volta oggetto di discriminazione e censura e, ancora peggio, li accetti passivamente». La soppressione «s’inserisce in un clima diffuso» in città «per cui è difficile esprimersi liberamente su tante, troppe questioni».
Inevitabili, come già nel caso de ‘La Madonna piange sperma’, inserita e poi cancellata dal cartellone estivo del quartiere San Vitale, le polemiche.
Sull’esposizione «blasfema e diabolica», il parlamentare Udc, Luca Volontè «si aspetta un’inchiesta della magistratura». Perchè «l’ennesimo villipendio, stavolta, non lede solo il culto cattolico, ma anche quello ebraico, tutelato dal nostro ordinamento».
Anche la Lega cattolica antidiffamazione chiama in causa la magistratura, ma compie un passo in avanti. «Presenteremo un esposto in procura -— anticipa il presidente, Pietro Siffi — se la magistratura ravviserà il reato di villipendio religioso, intenteremo una causa civile contro gli organizzatori».
L’onorevole di Forza Italia, Fabio Garagnani, annuncia una risoluzione in commissione cultura alla Camera e il ricorso alle vie legali. «Occorre una reazione di tutti, cattolici e laici che ritengono non possa essere messa a repentaglio la pace religiosa. A Bologna una certa sinistra anticlericale sta condizionando in modo eversivo le istituzioni». Parla di «ignobile attacco alla Chiesa e all’intera cristianità», Maurizio Parma consigliere regionale della Lega Nord.

© Copyright Quotidiano nazionale (Bologna), 23 giugno 2007

E passiamo alla "minaccia":

LA QUESTIONE GAY

Grillini: «Caffarra dialoghi, o saremo noi a vincere la guerra»

di RITA BARTOLOMEI

SORRIDE, con le battute e l’ironia di sempre. Eppure dice cose pesantissime. «La Curia si rassegni — avvisa Franco Grillini, parlamentare uscito dai ds, leader storico dell’Arcigay —. Siamo un pezzo imprescindibile di questa città. E’ bene che la Chiesa cominci a cercare un dialogo. Se proprio si vuole la guerra, non saremo noi a perdere. I partiti cattolici sono marginali. Non prendiamoci in giro, questa è una città laica e secolarizzata, dei diritti e delle libertà. E ci piace viverla così. Do un consiglio fraterno alle gerarchie cattoliche: frenino questa bulimia di no e bulimia antigay. Autoriducano il conflitto. Altrimenti l’anno prossimo, per il Gay pride di Bologna il 28 giugno, saremo due milioni». Ma ce n’è anche per la Quercia in salita, sulla strada del Pd. «L’ho detto al congresso di aprile, quando me ne sono andato — ricorda —. Non m’iscrivo a un partito prigioniero dei clericali. A Roma eravamo un milione, abbiamo battuto il ‘Family day’. Mi chiede se i diesse stiano correggendo la rotta? Mi pare che Wonder Walter, voglio dire Veltroni, sia un chiaro segnale».
Previsione: «O tengono conto che questo paese è laico e secolarizzato o perdono un sacco di voti». Lo dice alla fine di una conferenza stampa che presenta il programma per i 25 anni del Cassero, con Matteo Cavaliere del direttivo e Elisa Manici, vicepresidente di Arcilesbica.
Lunedì alle 18.30, alla Salara, apertura di una mostra fotografica con il segretario dei ds, ribattezzato da Grillini «beata vergine De Maria, ma è una battuta affettuosa. Andrea ha partecipato alle nostre riunioni fin da quando era studente al liceo Righi. Capisco che oggi il suo ruolo lo porti ad essere prudente. Per forza, ha i clericali in casa».

VEDE «la politica bolognese prona a baciare le pantofole» ma sospende il giudizio sul sindaco Sergio Cofferati, «prima voglio vedere come va a finire questa storia dell’assessorato alla famiglia. Si è detto che avrebbe scelto una persona gradita alla Curia. Noi siamo furiosamente contrari. Vediamo, se lo fa vuol dire che c’è l’inciucio».

INTANTO il clero continua a ispirare la ‘produzione gay’, tanto che Grillini esordisce con una proposta: «Potremmo ripetere la biennale d’arte, come negli anni Ottanta. Propongo un titolo: non metteteci in croce». Il riferimento alla Chiesa torna il 26 nella serata di miss Alternative, che si presenta così: «Non serve farsi prete per mettersi una gonna». Ma qui nessuno «è interessato a litigare», ripetono tutti.

Alla domanda: avete mai usato l’ironia con i musulmani?, qualcuno scherza, qualcun altro fa notare: «Ma loro non hanno tutto il potere della Chiesa». Però di quell’ironia, nessuna traccia.

«Noi — sostiene Grillini rivolto alla chiesa cattolica — ci siamo sempre limitati a difenderci, e sottolineo sempre tre volte». Ma per trovare attacchi, «contumelie e parole offensive», il parlamentare deve tornare molto indietro nella storia. «Oggi — riconosce — c’è un’ipersensibilità, chiamiamola così, della Curia verso gli omosessuali. Invece, caro cardinale, dovrebbe cercare di aprirsi al dialogo».

MA se la città è laica e secolarizzata, da dove sbucano i 1200 bolognesi che hanno affollato San Luca per la messa di Caffarra, preparata in un giorno? «E’ stata una manifestazione politica — risponde Grillini —.

Ormai la Chiesa si è trasformata nel partito di Dio».

Ma dopo un titolo come «La Madonna piange sperma» secondo lei un cardinale cosa deve fare? «Di quella serata a vicolo Bolognetti non sappiamo niente — prende le distanze —.

Non conosco il gruppo, ho già dichiarato che non avrei fatto quel titolo». Però avete gridato ‘fascisti’ ai fedeli davanti a San Pietro, il 17 maggio... Interviene Sergio Lo Giudice, consigliere comunale ds, presente quel giorno: «Non ho sentito quella parola». Grillini conclude: «Non sarebbe successo nulla se un esagitato non fosse uscito dalla chiesa a sbraitare slogan. Altrimenti si arriva a vietare le manifestazioni e l’arte. Questa è censura, premessa di una dittatura. Ci si rassegni, non è possibile instaurare una dittatura del clero».

© Copyright Quotidiano nazionale (Bologna), 23 giugno 2007

No comment...
R.

2 commenti:

euge ha detto...

Certo che i commenti di grillini sono proprio intollerabili ed inaccettabili. Loro vinceranno la guerra ma, quale guerra quella dei diritti?????? e come può certa gente pretendere i diritti in questo modo??????? Il problema a monte è sempre lo stesso abbiamo lasciato che questi tipi fossere liberi di prendersi tutte le libertà di questo mondo con la scusa del dialogo questo non è dialogo è arroganza e attacco sconsiderato!!!!!!!!!!!!!! e va punito!!!!!!!!! Però oggi la gente non è più attenta a tutto questo perchè ci sicrede padroni della propria vita senza se e senza ma !!!!!!! Torno a ripetere perchè nessuna organizzazione religiosa o le famose organizzazioni che sono nate per la difesa dei cristiani tacciono???????? La difesa non è solo dalle altre religioni che attaccano ma, ed in primo luogo su chi al governo permette di autorizzare tutto questo è questa la vera vergogna!!!!!!!!!!!!!! o ci diamo una svegliata o veramente stando così le cose, Grillini e la sua lobby rischiano di vincere!!!!!!!!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

Da cristiano sono stato abituato alla pacatezza e alla gentilezza, ma qui ho letto parole arroganti alle quali faccio fatica a rispondere con garbo. La Chiesa non è il partito di Dio, ma si propone di vivere il Vangelo e di predicarlo agli altri (con tutte le sue debolezze). Dio non ha bisogno di partiti. Se è vero che Bologna è nota per essere una città con numerosi esponenti atei e col tempo divenuta anche anticlericale, ora sta diventando incivile. Non è possibile vivere in una città sentendosi offesi nella propria fede. La Chiesa non obbliga nessuno a seguire i suoi precetti e il Vangelo, ma invita tutti al dialogo e al rispetto. La laicità da troppo tempo si sta trasformando in laicismo e stiamo andando verso il fondamentalismo laico (se così posso dire). Qui occorrono menti illuminate di politici che ridimensionino questo obbrobrio. Ai fedeli non resta che vivere più intensamente la fede e vincere il male con la preghiera, portando avanti la fierezza e la passione propria del cristiano. Marco.