23 giugno 2007
Aggiornamento della rassegna stampa del 23 giugno 2007 (1)
Vedi anche:
Rassegna stampa del 23 giugno 2007
I media? Una belva selvaggia, parola di Tony Blair
Blair e i media: atto II
Dialogo fra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira dell'est
Blair, il giorno della conversione
Il premier pronto a diventare cattolico. Oggi l´incontro con il Papa
Durante il colloquio in Vaticano si parlerà di battesimo e comunione
La decisione è maturata sotto l´influenza della moglie, praticante fin dall´università
CINZIA SASSO
LONDRA - È il primo piano della mano alzata in segno di benedizione di papa Benedetto XVI ad anticipare agli inglesi dalle pagine dei giornali quello che forse oggi sarà annunciato ufficialmente dalla sala delle udienze del Vaticano: Tony Blair, il primo ministro laburista che per dieci anni ha governato il Paese, uno dei politici che più hanno cambiato l´Inghilterra, il leader che solo per la sciagurata scelta della guerra in Iraq ha fatto disamorare i suoi elettori, si è convertito alla religione cattolica. Reduce dai duri colloqui di Bruxelles, accompagnato dalla moglie Cherie e dall´unica figlia femmina, Kathryn, oggi Blair sarà ricevuto dal Papa in udienza privata. Potrebbe essere semplicemente uno degli ultimi impegni diplomatici di un capo di governo uscente, ma fonti vicine al premier e altre vaticane confermano che l´incontro avrà ben altro significato.
«Dopo trent´anni da cattolico - titola il Guardian - Blair finalmente mette la fede davanti alla politica». Sarebbe stata la guida spirituale del cappellano della Royal Air Force Padre John Walsh, un passato da monaco, ad accompagnare il premier in questo percorso, iniziato molti anni fa, quando un giovane politico pieno di belle speranze, fresco di laurea a Oxford, accompagnava l´allora fidanzata Cherie, studentessa di legge, alla messa nella chiesa del quartiere della ragazza, Islington. E forte sarebbe stata l´influenza della moglie, che è una cattolica praticante e che ha voluto crescere nella stretta osservanza i quattro figli, in questa ultima scelta di Tony. Negli anni di Downing Street, costretto a una vita blindata per questioni di sicurezza, invece che andare in chiesa Blair seguiva la messa il sabato sera nella residenza di campagna riservata al primo ministro, a Chequers, nel Berkshire, dove padre Walsh raggiungeva la famiglia per la funzione delle cinque e mezza.
Per tutti questi anni, però, la fede religiosa del premier è rimasta un fatto privato. Troppo delicato, in un paese dove mai c´è stato un primo ministro cattolico, mischiare la religione alla politica. In questi dieci anni di governo le questioni sensibili toccate sono state moltissime: dai matrimoni dei gay alla legge sull´aborto; dalla contraccezione alla procreazione assistita fino ai finanziamenti alle scuole religiose. E poi c´è la questione della nomina dei vescovi anglicani, che ha a che fare con i poteri del primo ministro; e ancora, le relazioni con l´Irlanda del Nord. Una fede, dunque, vissuta nell´intimità soprattutto per ragioni di Stato, tanto che non è mai stata confermata la notizia secondo la quale in uno degli incontri ufficiali con papa Giovanni Paolo II, Blair abbia ricevuto dal Papa in persona la comunione.
Ora, a quattro giorni dall´addio a Downing Street, nell´imminenza del ritorno di Blair alla vita privata, è dunque probabile che venga dato l´annuncio ufficiale dell´approdo di quel percorso del quale si parla da anni, e che è stato confermato al Times da padre Micheal Sees, un francescano che ha seguito anche la conversione della duchessa di Kent. Secondo indiscrezioni, nel colloquio con Papa Ratzinger saranno trattati i temi concreti legati alla conversione, come il battesimo, la comunione e la cresima, che Blair dovrà ricevere. Poi si parlerà anche del suo progetto di creare una fondazione per favorire il dialogo tra le religioni.
© Copyright Repubblica, 23 giugno 2007
Gran Bretagna il lento declino degli anglicani
la storia
JOHN LLOYD
Qualche giorno fa ho incontrato un mio collega più anziano, un illustre giornalista oggi in pensione di nome Cal McCrystal. Mi ha raccontato del suo primo posto di lavoro: nato e cresciuto a Belfast, negli anni Cinquanta present domanda di assunzione al giornale della sua città, il Belfast Telegraph, e con sua enorme sorpresa si vide offrire un posto in redazione. Ne fu stupito perché era cattolico e il Telegraph era noto per essere un datore di lavoro protestante. Quando gli offr il posto, il direttore gli disse: «Sei soltanto il secondo cattolico che abbiamo assunto, ma sono sicuro che ti troverai bene».
Questa era l´Irlanda del Nord - parte del Regno Unito - negli anni Cinquanta, una provincia nella quale la comunità protestante, la maggioranza, nutriva una profonda diffidenza nei confronti dei cattolici, che pensava volessero imporle un´Irlanda unita. La memoria collettiva di entrambi i versanti di questo spartiacque religioso risale al XVII secolo, quando nella Battaglia di Boyne il re protestante di Inghilterra, Guglielmo d´Orange, sconfisse i contingenti dell´ex re ormai deposto, il cattolico Giacomo II. Ma il cattolicesimo - e con esso il nazionalismo irlandese - rifiut di rassegnarsi alla sconfitta: e diversamente da ci che avvenne nel resto del Regno Unito, le due tradizioni rimasero distanti e avverse l´una all´altra, e soltanto adesso stanno cercando di convivere pacificamente.
Il caso limite di questa rottura riflette quella che era avvenuta, in forma di gran lunga più mite, nel resto del Regno Unito. Il trionfo del protestantesimo nei secoli XVI e XVII fu molto meno sanguinario delle guerre di religione del continente europeo, e non diede adito a un´espulsione in massa dei cattolici come avevano subto i protestanti nell´Europa del Sud. Permaneva nondimeno uno strascico di sospetto, che fino al XIX secolo ha avuto fondamento legale: i cattolici infatti non potevano occupare un´alta carica governativa, non potevano studiare a Oxford e Cambridge, e ovviamente non potevano diventare, né sposare, monarchi (interdizione ancor oggi in vigore). Nel XX secolo, per, a mano a mano che i cattolici (fuori dall´Irlanda del Nord) davano prova di fedeltà indiscussa al loro Stato, e illustri uomini e donne cattolici davano la scalata alle cariche più alte, i ricordi si stemperarono e le leggi finirono con l´essere revocate.
Senza dubbio, oggi la Chiesa cattolica si fa sentire con maggior chiarezza rispetto alla Chiesa di Inghilterra. La sua autorità internazionale, la sua energica opposizione al matrimonio tra gay, all´aborto e alla fertilizzazione in vitro le conferiscono una forza che di rado ha la Chiesa ufficiale più liberal, e ci significa che i cardinali cattolici di Inghilterra e Scozia, insieme ai loro vescovi, partecipano al dibattito pubblico su queste questioni con maggiore vigore e risolutezza rispetto alle autorità ecclesiastiche di altre fedi. Ovviamente c´è dissenso sulle loro opinioni, ma nessuno sostiene che non debbano far sentire liberamente le loro opinioni.
Permane una festa popolare anticattolica: si tratta della notte di Guy Fawkes, celebrata ogni 5 novembre in memoria di un avventuriero e soldato per metà italiano, che insieme ad altri cattolici cerc di far saltare in aria la Camera dei Comuni e con essa il Re Giacomo I, perché egli aveva escluso qualsiasi possibile intesa con i cattolici e sperava cos facendo di scatenare una rivolta contro di lui. Nel giorno di Guy Fawkes si bruciano sulla pubblica piazza le immagini dell´aspirante regicida, ma ben pochi sarebbero ancora in grado di raccontarne la storia e i cattolici prendono parte alla festa con la stessa allegria degli altri. La storia spesso violenta in fondo non è altro che questo: storia. La conversione di Blair - se mai avrà luogo - farà notizia, ma non desterà scalpore e di sicuro tanto meno sarà uno scandalo.
(Traduzione di Anna Bissanti)
© Copyright Repubblica, 23 giugno 2007
«Blair è diventato cattolico: a giorni l'annuncio»
CITTÀ DEL VATICANO
Tony Blair come la duchessa di Kent, convertito alla Chiesa di Roma dall'anglicanesimo, in un Paese in cui la regina è anche capo della Chiesa anglicana? I britannici sembrano non aver più dubbi e aspettano a giorni l'annuncio.
Oggi infatti, quattro giorni prima di lasciare la sua poltrona di premier britannico, Blair, accompagnato dalla moglie e dal seguito, sarà ricevuto dal Papa. L'udienza in Vaticano sarà uno degli ultimi impegni diplomatici dell'inquilino di Downing Street e potrebbe avere un risvolto clamoroso. Anche ieri infatti la stampa britannica tornava con forza sull'ipotesi che il premier anglicano possa abbracciare la fede e le abitudini liturgiche della moglie Cherie e dei quattro figli.
Tre autorevoli quotidiani - Guardian, Independent e Daily Telegraph - danno la cosa per sicura: Tony Blair «andrà domani (oggi, ndr) in Vaticano per incontrare il Papa in preparazione della sua conversione al cattolicesimo romano», scrive il Guardian sulla base di «fonti a Londra e a Roma» e la stessa notizia campeggia su Independent e Daily Telegraph.
Sull'ipotesi di conversione i britannici non sembrano avere più dubbi, e le incertezze riguardano i tempi, se cioè l'esponente laburista darà l'annuncio già dopo l'udienza papale o se aspetterà di non essere più primo ministro, scelta questa che sembrerebbe più opportuna. Le voci di una conversione per il primo ministro britannico uscente erano cominciate a circolare da anni, fin da suoi primi incontri (tre) con Giovanni Paolo II e poi in occasione del suo primo colloquio formale con Papa Ratzinger lo scorso 3 giugno 2006. Le supposizioni hanno però preso consistenza lo scorso mese grazie alle confidenze fatte ad amici dal prete che quasi ogni settimana celebra Messa per i Blair al numero 10 di Downing Street.
In conversazioni informali, rilanciate dai media britannici, padre Michael Seed - un francescano che ha all'attivo la conversione di vip inglesi, tra cui la duchessa di Kent - aveva dato per scontato che Blair sarebbe passato presto alla religione dei suoi familiari. Per il religioso, in sostanza, Blair è già un cattolico. «Va a Messa ogni domenica, ci va anche quando è all'estero e non soltanto quando è con la moglie e con i figli», ha detto padre Seed di recente al Times. Il Guardian ieri precisava che Blair è stato preparato alla conversione da padre John Walsh, cappellano cattolico della Royal Air Force, spesso suo ospite ai Chequers, la residenza campestre dei primi ministri britannici. Ai Chequers padre Walsh ha officiato spesso per i Blair la Messa, il sabato sera. Nel 1996, l'allora arcivescovo di Westminster, il cardinale Basil Hume, quando venne a sapere che Blair faceva abitualmente la comunione insieme alla moglie Cherie in una chiesa cattolica di Londra, gli scrisse una lettera ufficiale per chiedergli di smetterla. Blair rispose piccato: «Mi chiedo cosà direbbe Gesù».
© Copyright L'Eco di Bergamo, 23 giugno 2007
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