17 giugno 2007

Rassegna stampa del 17 giugno 2007


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VISITA PASTORALE DI SUA SANTITA' BENEDETTO XVI AD ASSISI (17 GIUGNO 2007)

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Incontro fra Benedetto XVI e Chrysostomos II


Il Papa pellegrino nei luoghi del Poverello

Oggi la visita ad Assisi, attraverso gli itinerari percorsi otto secoli fa da San Francesco E Ratzinger scrisse: la cittadina umbra crocevia della Storia e capitale delle Beatitudini

Alberto Bobbio

ASSISI È impressa sulla pietra chiara delle case, inchiodata nella memoria delle Chiese. La figura di Francesco ti insegue per Assisi, ti incalza la sua avventura ad ogni angolo di questa città attaccata al colle, che è diventata una propaggine della Basilica del Santo patrono d'Italia. Assisi attende un Papa per la diciassettesima volta. Otto secoli fa, quando quel giovane un po' scapestrato cadde in ginocchio davanti ad un crocifisso di legno, raggiungendo la perfetta misura di Cristo con la conversione, non c'erano la cattedrali maestose che racchiudono l'affaccio sulla pianura d'Umbria. C'erano chiese in rovina, cappelle di campagna piene di rovi, simbolo di lontananza dalla fede, gente spensierata, che fece fatica a capire la scelta radicale di quel ragazzo che gettò le ricchezze per abbracciare un Vangelo nudo e vero. Qualcuno la chiama la leggenda francescana, perché così piace ai turisti e a chi viene qui a vedere pietre ed edifici. Ma leggenda non è, se si osserva oltre le pietre, se si penetrano con lo sguardo della fede gli affreschi maestosi di Giotto sulle pareti della Basilica superiore, scintillanti di storia e di Vangelo, quello che continua a stupire generazioni di uomini e di donne.
Forse non c'è bisogno di alcuna segnalazione aggiuntiva per spiegare cos'è Assisi. Bastano le storie di Giotto e il crocifisso di San Damiano. Questa mattina il Papa comincerà da qui il suo pellegrinaggio, attraverso le strade calpestate da Francesco otto secoli fa. E aprirà il quaderno della sua conversione, che ha arricchiato la Chiesa e l'umanità, tanto che oggi l'Ordine francescano è il più numeroso tra quelli religiosi in seno alla Chiesa cattolica. Francesco venne dichiarato Santo due anni dopo la sua morte. Allora non c'erano regole canoniche che consigliavano di aspettare. Semplicemente impressionò la Chiesa e il Papa quel «piccolino», quel «parvulus», come lui stesso, Francesco, si definì nel suo testamento, che da Dio e dal Vangelo aveva appreso l'umiltà e l'aveva dispiegata dalla rocca di Assisi. Il Papa era Innocenzo III che in Laterano, di fronte al frate Francesco, rivede con umilità i suoi giudizi e riesce a distinguere la voce dello Spirito Santo. È quella che oggi si può sentire camminando per Assisi, se si tende l'orecchio e s'allunga la vista oltre i negozi per turisti, oltre le bandiere, oltre il contorno della devozione. Perché qui la parola giusta è conversione e il Papa oggi viene a spiegarlo.
Cos'è Assisi? C'è una pagina dell'ultimo libro di Joseph Ratzinger che lo dice e la frase comporta responsabilità per tutti i cristiani. Assisi è il crocevia della Storia, è la capitale delle Beatitudini. Lo ricorda alla vigilia del viaggio l'Osservatore Romano, che titola a tutta pagina:

«Benedetto XVI nella capitale delle Beatitudini percorrendo la strada che "allarga" la vita".

La via è quella della conversione, che porta diritta all'indirizzo di Cristo e all'impegno per la pace, la difesa dell'ambiente e l'amore. Scrive il direttore del settimanale diocesano «La voce», don Elio Bromuri: «I vescovi di Roma hanno compreso il carisma di Francesco fin dall'inizio e lo hanno legittimato, additandolo come una via sicura di santità. D'altra parte Assisi, che appartiene al mondo, non può fare a meno di Roma dove il suo figlio prediletto è stato consacrato totalmente cattolico e apostolico». Ecco perché i Papi continuano a salire su questo colle.
Lo «spirito di Assisi» è la spirito di una conversione esemplare, lo spirito di un uomo che non ha imbracciato il Vangelo come un'arma, ma come strumento di comprensione tra gli uomini, come simbolo d'amore, tanto da consentirgli di andare, in tempo di Crociate, a Gerusalemme per parlare con il Sultano. E se la Storia poi ha preso una piega diversa è perché gli uomini non sono stati abbastanza discepoli di questo Francesco, non hanno camminato dentro «l'esperienza di Dio», come ha scritto ieri il vescovo della città, monsignor Domenico Sorrentino nel benvenuto al Papa pubblicato sul settimanale della diocesi. Lo «spirito di Assisi» è lo «spirito del Vangelo», ha spiegato il vescovo e oggi il Papa viene a confermarlo. Si tratta di un spirito «lontano da ogni tipo di sincretismo e di relativismo religioso. Francesco fece scelte radicali, soprattutto sul versante della povertà, ma comprese che non c'è vita cristiana autentica senza comunione con la Chiesa».

L'eco di di Bergamo, 17 giugno 2007


Ratzinger oggi visiterà Assisi, luogo simbolo in tutto il mondo del dialogo ecumenico. Ad accoglierlo ci sarà anche il presidente del Consiglio Romano Prodi

Benedetto XVI sulle orme di San Francesco

In diretta su Raiuno dalle 9.45 la Messa in occasione degli 850 anni della conversione del "poverello"

Elisa Pinna

Il Papa teologo giungerà questa mattina nella città di San Francesco, luogo simbolo in tutto il mondo del dialogo interreligioso, dell'opzione per i poveri, dell'aspirazione ostinata alla pace. Ad accoglierlo, di buon mattino, nel campo sportivo di Rivotorto dove atterrerà con il suo elicottero, Ratzinger troverà i francescani, le autorità religiose e politiche locali, una schieramento di centinaia di agenti e, soprattutto, il presidente del Consiglio italiano. Romano Prodi, affiancato dalla moglie Flavia, assisterà poi alla messa che Benedetto XVI celebrerà nella piazza inferiore della Basilica francescana. La messa andrà in onda in diretta su Raiuno dalle 9.45 in occasione degli 850 anni della conversione del "poverello". «È un segno di grande attenzione il fatto che il capo del governo in persona abbia voluto seguire la visita del Santo Padre nella nostra città», ha commentato padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento. Dopo il rito religioso e l'Angelus di mezzogiorno, Benedetto XVI, insieme a Prodi e ad altri 330 invitati, tra cui 180 frati, pranzerà nel refettorio dei francescani. Chi ha avuto occasione di mangiare in questa monumentale sala rettangolare, attigua alla basilica affrescata da Giotto, può scommettere che il menù sarà semplice, pasta, carne, insalata, accompagnate da un vinello rosso locale. Più difficile invece prevedere il copione delle conversazioni a tavola tra il Pontefice, il premier italiano, e gli altri commensali. Tuttavia, l'atmosfera rilassata e lo «spirito d'Assii» potrebbero offrire l'opportunità di affrontare in modo informale anche taluni temi caldi della situazione italiana, dalle emergenze economiche alla tutela della famiglia o al progetto di legge sul testamento biologico, o tematiche internazionali, dalle crisi mediorientali alla lotta alla povertà.
L'incontro con il presidente del consiglio italiano sarà uno dei diversi capitoli della visita di Ratzinger ad Assisi, la prima in quanto Papa nella cittadina umbra : 11 ore, 10 tappe sulle orme della vita terrena di San Francesco, e tanti significati spirituali e sociali, quanti ne offre, del resto, l'epopea francescana e il suo intreccio con la storia della Chiesa e dell'umanità.
Custode per eccellenza della fede cattolica, Ratzinger darà innanzitutto una lettura della figura e degli insegnamenti di San Francesco. A lui, ha dedicato, nel suo recente libro «Gesù di Nazareth» , pagine di grande pathos, identificandolo – a proposito della prima beatitudine, quella dei poveri – come «la figura che, nella storia della fede, l'ha tradotta nell'esistenza umana, nel modo più intenso». La fede cattolica, ha precisato Ratzinger in altre occasioni, deve tuttavia rimanere la chiave di lettura unica di un santo ammirato anche dai non credenti. Francesco «non era solo un pacifista o un ecologista; era innanzitutto un convertito», ha detto il Papa. Intravedendo pericoli di un sincretismo religioso o di una eccessiva politicizzazione del messaggio di Assisi, Ratzinger, con un motu proprio del novembre 2005, mise sotto il controllo della Curia tutte le iniziative dei frati del Sacro Convento e di Santa Maria degli Angeli.
Si parlò allora di commissariamento; ma oggi, alla vigilia della visita pontificia, padre Vincenzo Coli, custode del Sacro Convento, non vuole sentire polemiche: «quel motu proprio non offusca la nostra gioia per l’arrivo del Santo Padre».
Un altro aspetto che potrebbe offrire riflessioni a Ratzinger è il fatto che Francesco sia patrono d’Italia e, qui ad Assisi, è possibile che il papa colga lo spunto per aggiungere in pubblico un altro corposo capitolo alle sue riflessioni sulla Nazione Italiana.
Infine, mentre divampano le guerre fratricide in Palestina e in Iraq, e mentre i cristiani si trovano sotto tiro in molti paesi musulmani, quale migliore scenario per lanciare un appello alla riconciliazione e al negoziato, se non quello di Assisi? Da questa città Francesco partì 800 anni fa, in epoca di crociate, non per combattere gli infedeli ma per andare a dialogare di persona con il «nemico», il sultano musulmano al Malik, nipote del Saladino.

Gazzetta del sud, 17 giugno 2007


Il Papa custode dell’ortodossia nella terra del «Poverello»

Visita ad Assisi: nel 2005 commissariò i frati del convento

STEFANO CECCHI

— ASSISI —
IL PAPA CUSTODE dell’ortodossia cattolica nel luogo simbolo del dialogo interreligioso, dell’opzione per i poveri, dell’aspirazione universale alla pace. Durerà lo spazio di una giornata, ma avrà su di sè il respiro della storia, la visita che Papa Benedetto XVI compirà oggi qui ad Assisi. Ottocento anni dopo la vocazione di un giovane benestante che cambiò il corso della Chiesa, papa Ratzinger ha scelto di percorrere i vicoli della cittadella medioevale umbra per rilanciare proprio quel messaggio forte di fede e di pace lanciato allora da Francesco.

«SARÀ — ha detto padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento — un abbraccio spirituale con un Santo che ha segnato e riformato profondamente la vita della Chiesa e del Papato, affascinando anche schiere di non credenti, convinti di vedere in lui un difensore dell’umanità oppressa ed emarginata». Benedetto XVI arriverà dunque stamattina in elicottero a Rivotorto di Assisi. Ad accoglierlo troverà anche Romano Prodi. Seguiranno due visite private al santuario di Rivotorto e alla chiesetta di San Damiano, dove avvenne la conversione di Francesco.

ALLE 10 il Papa celebrerà la messa nella piazza inferiore di San Francesco, per poi pregare in privato sulla tomba del santo. Assieme a Prodi e alla moglie Flavia, Benedetto XVI parteciperà all’«agape fraterna» nel Sacro Convento. Dopo il pranzo con i frati, l’incontro con le clarisse cappuccine tedesche: da loro, quando era cardinale, si recava spesso per riposare. «Gli porteremo in dono la cosa che può essergli di maggiore aiuto: le nostre preghiere», ha spiegato la madre superiora.

QUINDI, due incontri. Prima con i frati conventuali, poi con i sacerdoti nella cattedrale di San Rufino, da cui il Papa raggiungerà Santa Maria degli Angeli per la visita in privato alla Porziuncola, dove la sera del 3 ottobre 1226 frate Francesco morì. Ultimo appuntamento della giornata alle 18 quando, sul piazzale della basilica di Santa Maria degli Angeli, il Papa incontrerà 10mila giovani.

UNA VISITA di preghiera e di riflesioni, questa di Benedetto XVI. Di Francesco, il Papa ha già parlato innumerevoli volte, proprio per evitare fraintendimenti sul suo messaggio. «Il frate di Assisi — ha infatti spiegato a più riprese Ratzinger — non era solo un ambientalista o un pacifista. Era soprattutto un convertito». A dire che «fu la scelta radicale di Cristo a fornirgli la chiave di comprensione della fraternità». Niente, insomma, al di fuori della Chiesa.

E’ QUESTO il concetto che il Papa ribadirà probabilmente in questa città, divenuta dal 1986 capitale del dialogo interreligioso. Da quando, con un gesto senza precedenti, Giovanni Paolo II riunì i capi di tutte le religioni a pregare contro la minaccia nucleare. Pur non rinnegando queste iniziative, papa Ratzinger, nel novembre 2005, sentì il dovere di frenare uno «spirito d’Assisi» usato a suo giudizio in modo troppo disinvolto, fino a scadere nei pericoli di un’eccessiva politicizzazione. Per questo, da allora ha messo i frati del Sacro Convento sotto la giurisdizione del vescovo di Assisi e di un legato pontificio (all’epoca si parlò di «commissariamento»).

Quotidiano nazionale, 17 giugno 2007


UN DOLCE TEDESCO PER SUA SANTITÀ

E PER FINIRE, probabilmente, un dolce tipico tedesco. Il Papa pranzerà oggi insieme con il presidente del Consiglio e altri 330 commensali (180 saranno frati) nel Sacro Convento dei francescani. Un pranzo «sobrio ma tipico» che prevede antipasto, ravioli al sugo, arrosto con insalata e carciofi, caffé e dolce (forse tedesco, anche se il cuoco non s’è sbottonato).

Quotidiano nazionale, 17 giugno 2007


Pranzo ad Assisi con il Papa

Luigi Accattoli

DAL NOSTRO INVIATO

ASSISI — Papa Benedetto e il presidente del Consiglio Romano Prodi pranzeranno oggi insieme, nel Refettorio del Sacro Convento di Assisi, ospiti del Custode padre Vincenzo Coli e avranno uno "scambio" di vedute sui temi caldi del momento: le sorti della famiglia in Italia, la laicità nello scenario europeo, il conflitto del Medio Oriente.
Gli stessi argomenti che ebbero a trattare lo scorso autunno, in occasione della visita di Prodi in Vaticano, ma che si sono nel frattempo acutizzati. Benedetto XVI viene ad Assisi — ottava visita di un papa, negli ultimi 47 anni — per gli 8 secoli che ci separano dalla conversione di Francesco: fu nel 1207, quando aveva 26 anni, che il figlio di Pietro Bernardone si sentì chiamare dal Crocifisso della chiesetta di San Damiano che gli disse «Restaura la mia Chiesa». L'intuizione del Papa teologo è che si debba spostare l'attenzione dal Francesco pacifista e amico della natura al "poverello" che si spoglia di tutto compresi i vestiti che indossa, deposti davanti al vescovo di Assisi - per seguire Cristo in atteggiamento di radicalità evangelica. Prodi dà il "benvenuto" al Papa al campo sportivo di Rivotorto, dove l'elicottero proveniente dalla Città del Vaticano arriverà alle 8,30.
Subito dopo Benedetto XVI andrà a pregare davanti al «Crocifisso di San Damiano», quello che parlò a Francesco. Seguirà l'atto principale della giornata: la celebrazione della messa nella piazza della Basilica inferiore di San Francesco.
Poi sarà l'ora del pranzo.
Come ha fatto con il presidente Bush la settimana scorsa, Papa Benedetto potrebbe sollecitare il capo del nostro governo a farsi promotore sul piano internazionale - di nuove e più corali iniziative di pace per il Medio Oriente. Sulla famiglia è ben nota la "preoccupazione" della Chiesa. Prodi potrebbe far valere i propositi del suo governo in vista di una politica di sostegno, quale è stata ventilata dalla Conferenza governativa di Firenze e che Benedetto XVI mostrò di gradire nel discorso tenuto in quegli stessi giorni ai vescovi riuniti in assemblea. Nonostante lo scontro sui Dico, i rapporti tra il nostro governo e la Santa Sede sono venuti migliorando negli ultimi mesi, almeno dal punto di vista dei contatti diplomatici, grazie anche all'incontro distensivo che Prodi ebbe il 19 febbraio con il cardinale Tarcisio Bertone durante il ricevimento per i Patti lateranensi.

Corriere della sera, 17 giugno 2007

1 commento:

euge ha detto...

Che????????????? Rai uno trasmette la messa del papa da Assisi???????????????? e che cosa è successo???????????????? A proposito di stampa e televisione, hai ragione Raffaella, nessuno ha parlato dell'incontro di Crisostomo e Benedetto XVI i soliti vaticanisti che non vogliono saperne di fare il loro lavoro ma, che si buttano nella mischia quando si tratta di criticare..... Siamo alle solite ma, perchè questa gente non si occupa di altro?????????? Chissà magari se ci sarà ed io spero che ci sia e presto l'incontro con Alessio II passerà anche quello inosservato???????????? Mah!!!!!!!!!!!!!
Sempre con Benedetto XVI - Eugenia