1 agosto 2007

Messa tridentina: qualche riflessione sull'intervento di alcuni vescovi e cardinali


Carissimi amici, vi ringrazio per gli innumerevoli commenti con cui ieri e lunedi' avete voluto arricchire il blog. A tale proposito, sono stati inseriti nuovi interventi nei post "Messa tridentina: il cardinale Martini insiste nel creare spaccature nella Chiesa" (mi piace, in particolare, segnalare l'intervento di Don Gianluigi), "Messa tridentina: le precisazioni "preventive" di Mons. Bagnasco" , "Messa tridentina: l'arcivescovo di Pisa tradisce lo spirito e l'aperturta del motu proprio "Sommorum Pontificum" ", "Messa tridentina: dichiarazione del vescovo di Alba", "Messa tridentina: i giornali a caccia di vescovi "oppositori"".

Penso che nessuno degli amici del blog voglia mancare di rispetto a cardinali e vescovi o sia desideroso che essi tacciano per sempre, magari fingendo di essere in tutto e per tutto allineati con il pensiero del Papa.
La dialettica ed il confronto nella Chiesa sono piu' che salutari, aiutano tutti a riflettere ed a farsi una cultura in materia liturgica e teologica. Cio' che io contesto non e' il diritto di tutti e di ciascuno di manifestare il proprio pensiero, ma il fatto che certe dichiarazioni diano l'impressione di essere fatte "ad orologeria".
Mi spiego meglio: ho sempre pensato che il Papa (non solo Benedetto XVI, ma anche i suoi predecessori) si trovi all'interno di un cerchio che si allarga o si restringe a seconda delle circostanze. In questo periodo ho l'impressione che il cerchio sia molto stretto, mi pare che il Papa subisca una sorta di "accerchiamento" (anche il vaticanista Rodari fa la stessa riflessione), per cui molti prelati e vescovi rilasciano dichiarazioni riguardo al motu proprio "Summorum Pontificum" per affermare che esso costituisce una sorta di passo indietro rispetto al Concilio. C'e' anche chi afferma che non celebrera' mai la Messa tridentina. Non c'era bisogno di dirlo: mi pare che nel motu proprio non sia previsto l'intervento delle guardie svizzere in caso di rifiuto.
In questo caso, quindi, la mia impressione e' che molti esponenti della gerarchia ecclesiastica utilizzino i media (o si lascino strumentalizzare da essi) per contestare o prendere le distanze dal Papa. Questa sorta di "accerchiamento" mediatico non e' una novita': nella storia, spesso, i Pontefici si sono trovati nella medesima posizione, ma questa volta c'e' una contraddizione.
Personalmente non potrei eccepire nulla se lo stesso accerchiamento nei confronti del Papa si fosse verificato quando egli aveva bisogno del sostegno dei suoi confratelli. Ci sarebbe stato bisogno di una "levata di scudi" a difesa del Pontefice dopo la lectio di Ratisbona e, in particolare, quando scoppio' il "caso" del video della BBC sui preti pedofili (poi rivelatosi una gigantesca bolla di sapone scoppiata fra le mani dei cari Santoro ed Odifreddi). In questi due casi (ma ce ne sono stati altri, anche se di minore impatto) mi sarei aspettata che il cerchio attorno al Papa si stringesse per dare modo a vescovi e cardinali, ed a semplici sacerdoti e membri del laicato cattolico, di manifestare la solidarieta' al Papa.
Che cosa e' successo invece? Il cerchio si e' allargato a dismisura e tutti coloro che oggi sono molto loquaci riguardo alla liberalizzazione della Messa tridentina sono rimasti immobili nel loro "religioso" silenzio.
Ecco cio' che io contesto: non si puo' parlare ad orologeria. Non si puo' utilizzare la stampa (o essere utilizzati dalla stampa) per manifestare il proprio dissenso nei confronti del Pontefice e tacere quando egli ha bisogno del sostegno dei confratelli.
Questa politica dei "due pesi e due misure" non mi piace quando a praticarla sono i media, figuriamoci quando ne sono protagonisti i membri del clero...
Il dissenso e' legittimo e si puo' manifestare anche sulla stampa (a patto, pero', che vengano intervistati anche coloro che la pensano diversamente, e non mi pare che sia accaduto, almeno finora), ma, come contropartita, mi piacerebbe che il Papa ottenesse il sostegno che gli va dato, quando e' necessario. Non puo' crearsi il vuoto intorno a lui, quando fa comodo, e la ressa quando i media vanno all'attacco. Personalmente, non mi stanchero' di evidenziare questa contraddizione, finche' essa ci sara'.

Raffaella

12 commenti:

francesco ha detto...

cara raffaella va bene la devozione al papa, ma la chiesa non coincide col papa...
la summorum è una decisione che già il papa sapeva non molto condivisa a livello episcopale ed ecclesiale: altrimenti non ci sarebbe stata la lettera di accompagnamento... è una sua decisione, pienamente legittima, ma anche "coraggiosa" e di cui si assume una responsabilità grande perché sa che molti non sono d'accordo e per seri motivi di ordine teologico, giuridico e pastorale...
a parte il card. martini, che ha detto chiaramente di avere l'intenzione di mostrare la vicinanza dei pastori a cristiani che si sentono messi ai margini dall'attuale immagine (mediatica? reale? chi lo sa?) della chiesa, gli altri interventi sono prodotti ad hoc dal circo mediatico ora evidenziando documenti ora cercando persone della gerarchia che dicano certe cose (vedi l'intervento a caldo di mons. brandolini)
la vita reale della chiesa si svolge in altro modo... io non so se chi frequenta il blog vive la vita ecclesiale, ma mi sembra evidente, per restare alla summorum, che nessun prete (e nessun vescovo) - si vabbè forse qualche curiale - si preoccupi più di tanto di celebrare una forma extraordinaria di liturgia... ci son già mille altre cose, forse anche più importanti, no?
come ha detto mons. forte: la chiesa è più vicina alla gente del grande circolo mediatico...
e così il papa e i vescovi... che non vanno mai letti come contrapposti, ma nella unione "cattolica": sono molto più vicini di come i media vogliano farli scoprire distanti...
se i frutti della summorum sono questa sottile isolamento del papa dai vescovi e viceversa...già sta fallendo nei suoi intenti...
forse dovremmo usare il blog per sottolineare la continuità, l'esigenza di riforma e non la rottura, la discontinuità nella chiesa
francesco

Anonimo ha detto...

Caro don Francesco, potrebbe gentilmente specificarmi quali sono i “seri motivi di ordine teologico, giuridico e pastorale...”? Grazie.

Anonimo ha detto...

Che cosa c'e' di piu' urgente dell'accoglienza di tutti, anche di coloro che amano l'antico rito, da parte della Chiesa?
Ci saranno ANCHE altre urgenze, ma non va sottovalutata quella che il motu proprio si propone di risolvere.
Non e' certo il blog ad alimentare le divisioni, ma certi "avvertimenti" assai discutibili che vorrebbero il motu proprio "Summorum Pontificum" ancora piu' restrittivo dell'indulto di Giovanni Paolo II. E' inutile fare "terrorismo preventivo" quando non si sa nemmeno quanti chiederanno la celebrazione con rito tridentino. Qualcosa di eccezionale, comunque, il motu proprio l'ha gia' ottenuto: c'e' chi inizia a parlare di abusi liturgici

Luisa ha detto...

Hai ragione Raffaella,ci sono parecchi benefici secondari a questo Motu Proprio.
Non solo finalmente i fedeli si sentono autorizzati dal Papa a parlare delle loro sofferenze vissute durante certe "liturgie" "animate" da preti animatori,attori,registi di liturgie spettacolo....ma, e non è da poco, tanti sacerdoti e vescovi,cominciano a ammettere questi abusi e vanno sino a dire che forse si dovrebbe portare più cura e attenzione alla Santa Liturgia !
Mica male no?
Quanti abusi..quanti silenzi...nel nome dello "spirito del concilio" e del suo "soffio liberatore"...
Che dunque questi vescovi,sacerdoti,che contrastano il documento del Papa,riflettano un pò a tutto quello che hanno tollerato nelle loro parocchie,riflettano ai rifiuti ingiustificati e intolleranti che hanno opposto a chi domandava di beneficiare dell`indulto...e si renderanno conto che sono loro i primi responsabili di una situazione di ingiustizia e irrespetto che ha spinto il Papa a promulgare il suo documento!

Anonimo ha detto...

Concordo con Luisa soprattutto per l'ultima frase del suo commento: forse i vescovi ed i parroci non si sentirebbero tanto minacciati se avessero (parlo dei vescovi) accolto con maggiore generosita' le richieste di concessione dell'indulto di Papa Wojtyla.
C'e' il rischio che i fedeli da una parte ed i sacerdoti dall'altra ne facciano una questione di principio: caro parroco, non ci concede la Messa tridentina? Andiamo dal Vescovo. Eccellenza, non esaudisce il nostro desiderio? Andiamo in Vaticano! Di contro i parroci: non celebriamoo in latino! I Vescovi: nemmeno noi!
Fa bene tutto cio' alla Chiesa? Credo di no! E chi ha la cura pastorale delle amime? I fedeli? No, i Vescovi!

lapis ha detto...

Mi chiedo perché i sacerdoti che, almeno stando alla mia esperienza personale, dimostrano sempre molta attenzione e capacità di ascolto nei confronti dei fedeli dovrebbero chiudere la "saracinesca" della disponibilità proprio quando una certa richiesta riguarda la liturgia. Ci saranno anche mille altre cose che occupano la mente e il lavoro dei sacerdoti, forse anche più importanti, non so, visto che non sta a me fare graduatorie, ma perché mai la liturgia dovrebbe essere considerata il fanalino di coda della vita di una comunità cattolica?
In fondo, con questo motu proprio mi pare che il Papa non abbia imposto niente "dall'alto", ma che abbia solo legittimato eventuali istanze provenienti "dal basso": ci vedo anche un elemento di democraticità. E con grande saggezza e prudenza ha stabilito un periodo di tre anni di "prova". Perché allora non si attendono i frutti prima di giudicare l'albero?

francesco ha detto...

penso che sia bene staccare la spina... il taglio che la discussione sulla summorum pontificum ha preso non lo condivido: esprimere giudizi negativi e di merito sull'operato (persino pastorale) dei vescovi in un luogo pubblico non è cosa che conviene a cristiani e tanto meno a preti (e mi riferisco al pessimo intervento di don gianluigi e a quello di tanti altri)...
mi spiace che anche raffaella abbia abbandonato l'equilibrio dimostrato in precedenza e abbia appoggiato in maniera discutibile una linea di comportamento che tanto fa male alla chiesa, alle nostre parrocchie e in definitiva alla nostra società...
con rammarico mi vedo costretto per un po' di tempo a non intervenire...
spero che il tono diventi più sereno e cattolico... fino ad allora - capirete - mi limiterò a leggere il blog di tanto in tanto
francesco

Anonimo ha detto...

Non mi pare di avere offeso nessuno e mi sembra di avere dato a tutti la possibilita' di parlare e di esprimere il proprio parere.
Quanto al motu proprio, ho evidenziato alcune contraddizioni giuridiche di certe interpretazioni, perche' sono abituata a lavorare con le leggi ed i regolamenti. Mi piace molto evidenziare la politica dei due pesi e due misure praticata da molti, e non solo dai media. In ogni caso sono stati pubblicati i commenti (a meno che non fossero offensivi) di tutti proprio per dare la possibilita' di confrontarsi con opinioni diverse.

Anonimo ha detto...

Don Francesco, mi dispiace sinceramente che Lei abbandoni il tavolo di discussione, proprio adesso che si stava arricchendo della partecipazione di altri esponenti del clero. Rispetto la sua decisione, come del resto credo faranno tutti gli altri appartenenti a questo blog, ma prima di staccare la spina, non crede che sarebbe opportuno e corretto che Lei ci dicesse a quale Chiesa fa tanto male questo comportamento di Raffaella…, alla Chiesa del Santo Padre o a quella del card. Martini…?!?

Luisa ha detto...

E in nome di quale principio noi fedeli non avremmo il diritto di pronunciarci sui preti e vescovi? Questo diritto sarebbe esclusività di preti e vescovi che si pronunciano sull`operato del primus inter pares Benedetto XVI ?
Noi dovremmo tacere e accettare in silenzio?
L `importante è far prova di correttezza nelle discussioni ed è il caso su questo blog.
Il comportamento di tanti preti e vescovi ha fatto sì male alla Chiesa,anche a livello pastorale,è inutile fare come se ciò non fosse vero.
I vescovi sono essere umani,soggetti a sbagliare come tutti noi,ma con una più grande responsabilità quella di essere pastori...troppo spesso hanno escluso dalla loro cura pastorale,certe pecore che non avevano il pedigree desiderato,ora se ne rendono conto,certi lo ammetteranno,altri no.
I primi a dover fare un onesto esame di coscienza sono quei pastori che in nome di un rinnovamento fattosi ideologia,hanno dimenticato la generosità del cuore.
Purtroppo avendo costruito tutta la loro "carriera" su questa ideolgia e essendo vicini al ritiro,sarà difficile per loro oggi ammettere di essersi sbagliati, fino all`ultimo persevereranno nella loro rigidità mentale e di cuore.
Altri più umili,accoglieranno il Documento del
Papa,rifletteranno serenamente e partendo dal cuore dunque da Cristo, sapranno avere l`atteggiamento che il Santo Padre ha chiesto loro.
Ho fiducia che questi ultimi rappresentano la stragrande maggioranza, anche se silenziosa, perchè nessuno sembra interessarsi a loro!

Anonimo ha detto...

Ma scherziamo?? i vescovi possono esprimere tutte le riserve possibili sul papa (tramite i giornali, poi...) e Martini&Brandolini invece sono intoccabili?
Se loro hanno seri motivi di ordine teologico, giuridico e pastorale e nonostante ciò il papa ha fatto il MP vuol dire che i suoi motivi invece erano non seri ma serissimi!
Nessun prete e nessun vescovo si preoccupa di celebrare una forma extraordinaria di liturgia? A parte che il mio parroco mi ha già detto che se ne preoccuperà (e non è un curiale sfaccendato, ma uno che galoppa dalla mattina alla sera,con diversi bypass), e sembra che lo farà anche il papa in Avvento... ma poi che discorsi sono? pare che il papa si annoia e allora pensa alle forme extraordinarie...
Se un prete e un vescovo hanno cose più importanti, sai quante ne ha il papa? Evidentemente è importante pure questa per lui!
PS: Don Francè resta, chè tra una litigata e l'altra in fondo c'eravamo affezionati

Anonimo ha detto...

comunque ho l'impressione che i timori di questi vescovi e cardinali siano dettati dalla confusione fra la messa tridentina e i suoi abusi... ma io non mi sogno neanche di pensare che il messale di Paolo VI coincida con gli abusi delle messe-show... e se cominciassero anche loro a capire che "abusus non tollit usus"?