30 luglio 2007

Messa tridentina: il cardinale Martini insiste nel creare spaccature nella Chiesa


Vedi anche:

BUON COMPLEANNO DON GEORG

Intervista integrale a Mons. Georg Gänswein (traduzione completa in italiano)

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Secondo alcuni esisterebbero "due Ratzinger": in realta' ne esiste uno solo, l'altro e' un'invenzione dei media!

Il Papa incoraggia la non proliferazione di armi nucleari, il disarmo nucleare e l'uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare

Cari amici, fra poco leggeremo l'ennesimo intervento del cardinale Martini che ha perso un'altra occasione per sostenere il Papa nel suo, non facile, lavoro.
Questa volta si tratta della Messa tridentina: il porporato ci tiene a farci sapere che non la celebrera'. Era necessario? Avremmo fatto volentieri a meno di questa dichiarazione in pompa magna.
Francamente questi interventi, improntati ad un certo conformismo clericale ed ad una certa incapacita' di andare oltre le proprie convinzioni, iniziamo a lasciare il tempo che trovano.
Erano giorni che attendevo di leggere una presa di posizione del genere. Del resto non occorreva essere Maga Maghella per indovinare che cosa avrebbe detto il porporato di cui sopra. Il cardinale poteva benissimo dire la sua (chi gliel'ha mai impedito?), ma, forse, sarebbe stato meglio che rimarcasse la sua obbedienza al Papa visto che il motu proprio "Summorum Pontificum" entrera' in vigore il 14 settembre ed e' un atto pontificio, non un'opinione personale.
Stranamente l'esternazione del cardinale Martini non ha trovato poi cosi' grande eco sui quotidiani (ma tu guarda!) salvo che su "Repubblica" e "L'Unità". Ma che combinazione! Di seguito riportiamo il commento di Korazym, per l'Unita' inseriro' solo i titoli degli articoli perche' non posso visualizzarli, mentre dobbiamo aspettare un po' per l'articolo di Repubblica dal momento che, allo stato, non e' accessibile agli utenti.
Alla fine troverete il mio commento
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Raffaella

L'accoglienza del Motu proprio “Summorum pontificum” /2 Il cardinale Martini: non celebro in latino

di Mattia Bianchi

L'arcivescovo emerito di Milano interviene nel dibattito sulla liberalizzazione del rito tridentino. Sono legato alla liturgia preconciliare, scrive, ma con il Concilio Vaticano II si è fatto un bel passo in avanti.

È una posizione che farà discutere. Nessuna critica al papa e anche spazio ai ricordi personali, ma il cardinale Carlo Maria Martini annuncia che non celebrerà la messa con il messale preconciliare. L'arcivescovo emerito di Milano ne parla in un intervento pubblicato sul supplemento domenicale de “Il Sole 24 Ore”: un testo per confermare il legame alla liturgia antica usata “dalla prima comunione all'ordinazione sacerdotale” e al tempo stesso, chiarire tre concetti che suonano come delle vere e proprie perplessità sulla liberalizzazione decisa da Benedetto XVI.

In primo luogo, il cardinale spiega di non voler usare il messale antico, “perché ritengo che con il Concilio Vaticano II si sia fatto un bel passo avanti per la comprensione della liturgia e della sua capacità di nutrirci con la Parola di Dio, offerta in misura molto più abbondante rispetto a prima". "Di fatto bisogna riconoscere che per molta gente la liturgia rinnovata - continua il card. Martini - ha costituito una fonte di ringiovanimento interiore e di nutrimento spirituale". E anche se ci sono stati degli abusi, ''non mi pare tanti presso di noi''.

"In secondo luogo - sottolinea il cardinale - non posso non risentire quel senso di chiuso, che emanava dall'insieme di quel tipo di vita cristiana così come allora lo si viveva, dove il fedele con fatica trovava quel respiro di libertà e di responsabilità da vivere in prima persona di cui parla san Paolo ad esempio in Galati 5,1-17". Al contrario, "sono assai grato al Concilio Vaticano II perché ha aperto porte e finestre per una vita cristiana più lieta e umanamente più vivibile”.

La terza spiegazione tira in ballo la comunione e questioni di praticità.

"Pur ammirando l'immensa benevolenza del papa che vuole permettere a ciascuno di lodare Dio con forme antiche e nuove - conclude il cardinale - ho visto come vescovo l'importanza di comunione anche nelle forme di preghiera liturgica che esprima in un solo linguaggio l'adesione di tutti al mistero altissimo". "

E qui confido nel tradizionale buon senso della nostra gente, che comprenderà come il vescovo fa già fatica a provvedere a tutti l'Eucaristia e non può facilmente moltiplicare le celebrazioni ne' suscitare ministri ordinati capaci di venire incontro a tutte le esigenze dei singoli - conclude il cardinale -

Ricavo come valido contributo del 'Motu propio' la disponibilità ecumenica a venire incontro a tutti, che fa ben sperare per un avvenire di dialogo fra tutti coloro che cercano Dio con cuore sincero".

Korazym

TITOLI DE "L'UNITA'"

Messa in latino un altro no al Papa

Da Welby ai Dico: l'altra linea del porporato

Messa in latino, i tre no del cardinal Martini Non celebrerà con l'antico rito ripristinato da Ratzinger e difende il Concilio Vaticano II: ha permesso la comprensione della liturgia

Questo intervento di Martini e' gravissimo a mio modo di vedere per molte ragioni, la prima delle quali riguarda la disobbedienza nei confronti del Santo Padre. Inoltre il cardinale, dolorosamente o colposamente, mischia le carte e crea confusione.
Innanzitutto, come ha anche affermato Don Georg Gänswein, nell'intervista a Peter Seewald, pubblicata oggi nel blog, le motivazioni ed il fine del motu proprio vanno esattamente in senso contrario rispetto alla volonta' di spaccare la Chiesa in due tronconi. Il cardinale Martini dovrebbe sapere che lo scopo del Papa non e' quello di creare divisioni, ma di unire la comunita' cristiana ed accogliere TUTTI, compresi i tanto vituperati tradizionalisti (e non parlo degli scismatici!)
Chi vuole creare spaccature? Il Papa con la sua benevolenza o certi vescovi e cardinali che dichiarano di non volere celebrare la Messa tridentina in nome di una supposta adesione al Concilio?
Ricordi il cardinale Martini che Papa Benedetto, e non lui, era presente al Concilio Vaticano II in qualita' di perito. Joseph Ratzinger era gia' un teologo di fama internazionale a 35 anni! Chi puo' dire lo stesso?
Inoltre il cardinale Martini, deliberatamente, divide la comunita' cristiana in due tronconi: coloro che hanno buon senso (i buoni) e non si azzardano a chiedere al Vescovo (???) la Messa tridentina e coloro che non hanno buon senso (i cattivi) e osano pretendere la celebrazione secondo l'antico rito.
Qui ci sono due errori, uno pastorale, l'altro giuridico: innanzitutto non si capisce perche' debbano esistere cattolici di serie A (quelli che hanno buon senso) e quelli di serie B (quelli che si permettono di richiamarsi al motu proprio). E' proprio Martini a creare quella spaccatura che invece il Papa vuole superare!
In secondo luogo siamo di fronte ad un errore giuridico: i fedeli non chiedono la celebrazione della Messa tridentina ai vescovi, ma ai parroci. Il vescovo ha un compito importantissimo: funge da arbitro nel caso di controversie fra i parroci ed i fedeli. Non solo, cara eminenza, il motu proprio afferma all'art 7
:

Art. 7. Se un gruppo di fedeli laici fra quelli di cui all'art. 5 § 1 non abbia ottenuto soddisfazione alle sue richieste da parte del parroco, ne informi il Vescovo diocesano. Il Vescovo e' vivamente pregato di esaudire il loro desiderio. Se egli non puo' provvedere per tale celebrazione, la cosa venga riferita alla Commissione Pontificia ''Ecclesia Dei''.

E' esattamente il contrario di cio' che afferma il cardinale Martini, il quale, dolosamente o colposamente, crea confusione e, in un certo senso, "intimidisce" vescovi, sacerdoti e fedeli.
Inoltre pensiamo alla possibile conseguenza di tali affermazioni: quanti parroci e vescovi, per COMODITA', si appelleranno alle parole di Martini per aggirare il motu proprio? E' gia' successo in politica, quando certe incaute dichiarazioni hanno fatto dire a qualcuno: "la legge sui DICO e' stata ispirata dal cardinale Martini".
Troppe volte questo porporato si mette contro il Papa e non e' corretto per due ragioni: e' un cardinale ed ha prestato giuramento al Papa; e' un gesuita ed ha fatto il quarto voto: obbedienza al Papa. Si tratta, quindi, di un doppio voto di obbedienza che spesso si dimentica...vero?
Ah, ultima annotazione: il cardinale non ha visto poi cosi' tanti abusi liturgici "da noi". Suppongo che si riferisca alla diocesi di Milano. Strano! Io ne faccio parte e li ho visti! Inoltre non mi pare che le chiese dell'arcidiocesi trabocchino di fedeli
.
Raffaella

50 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella, sono Marco, sapevo che c'era qualcosa ancora da commentare... Dalle poche parole del card. Martini non leggo spirito di polemica e quindi vedo rispettata l'obbedienza al papa (anche perchè non è obbligato a dire messa in rito tridentino). Ha semplicemente dato una sua opinione, pur essendo cresciuto col rito tridentino preferisce adottare il rito nato nel post-concilio. Trovo sbagliato il titolo dell'unità, non è un "no", ma esprime che il motu proprio non lo riguarda. Cioè la possibilità che gli viene concessa dal santo padre non gli interessa. Infatti il motu proprio non si rivolge a lui, ma a coloro che si sentono affezionati all'antico rito e agli altri il Papa chiede semplicemente rispetto e soprattutto è importante che ci consideriamo una sola Chiesa. E' chiaro però che, essendo molto rinomato il card. martini, per tante sue idee innovative e geniali, spesso un po' contro il comune sentire, il suo pensiero può essere storpiato e usato per opporlo al pontefice. Ma sono sicuro che non c'è spirito di polemica. Piuttosto contrastiamo chi usa il card. martini (come credo dal titolo voglia fare l'unità). Ciao, Marco

Anonimo ha detto...

Io direi che il cardinale non perde occasione per farsi strumentalizzare.
Inoltre la possibilita' che concede il Papa non interessa il cardinale che, essendo vescovo, puo' da tempo celebrare la Messa tridentina e concedere ai parroci la possibilita' di fare altrettanto. Il dono del Papa riguarda i fedeli e, puntando sui vescovi, si tradisce lo spirito del motu proprio.

Anonimo ha detto...

Non posso darti torto, spesso il card. Martini si inserisce nel dibattito senza contrastare apertamente il Papa, ma nello stesso tempo dimostra di non allinearsi completamente al suo pensiero e sopratutto lasciando aperti degli spiragli che vengono costantemente usati dai media. Mi ricordo ancora quando venne in Italia per celebrare la messa per i suoi 80 anni. In un'intervista disse: "la famiglia va promossa più che difesa" e alcuni videro differenze dalle parole del papa dicendo che ques'ultimo si limitava a dire "no ai pacs, dico..." senza mai dire come fare con le famiglie... Ma sappiamo che non è vero. Ancora sul libro del Papa, lessi i suoi commenti molto freddi, che si limitavano a presentarlo ma tenendo le distanze, puntando più a cercare errori o cose che non gli piacevano... Anche a me questo atteggiamento non piace molto, però accettiamolo così, è un ministro di Dio che non si pone apertamente contro la Chiesa e il Papa, quindi ascoltiamo la sua parola e cerchiamo di andare oltre. marco

Anonimo ha detto...

Giusto, speriamo che le sue parole non provochino troppi danni alla Chiesa.
Ciao

mariateresa ha detto...

Oggi non ho l'energia per fare polemiche. Provo solo un po' di amarezza, ma è un'uscita che mi aspettavo.
Caro Marco, sì, da quello che si legge sui giornali il tono è rispettoso verso il Pontefice, ci mancherebbe, ma non nascondiamoci dietro a un dito. Le interpretazioni dell'Unità e di altri giornali fratelli, il Cardinale le mette nel conto, non è mica sprovveduto. Gli va bene così.
No, non mi è piaciuto, ci sono parecchi rilievi possibili, ma a questo punto non ha senso fare dissertazioni. La sua opinione è diversa da quella del Pontefice e basta e si ha anche l'impressione che la lettera di accompagnamento al Motu proprio, non sia tenuta in considerazione, nonostante abbia, secondo il mio modesto avviso, dei solidi argomenti. Era proprio necessario, lui che è un Cardinale emerito, che non partecipa alla vita diocesana, intervenire così? E, già che ci sono, intervenire su tutto il resto, sempre prestandosi al sicuro teatrino mediatico? Lui pensa di sì, che è necessario e con lui sicuramente altri. Io non sono un Cardinale, mi limito a vivere la mia fede come posso, come moglie e madre e cittadina ,non sento questo bisogno continuo di stimoli critici anche se addolciti da complimenti e ammirazioni verso il Pontefice che, diciamo la verità, suonano paradossali. Anzi, il tono ossequioso verso Benedetto rende tutto l'intervento , alle mie orecchie, direi, stonato.
Decido per rispetto all'età e al lungo servizio prestato alla Chiesa da parte del Cardinale , di concludere qui i miei rilievi . Ma proprio, non mi è piaciuto.
Soltanto, serenamente, ammettiamo le cose come stanno, la Chiesa non è mai stato un monolite e quindi non dobbiamo sorprenderci, dirò di più, non dobbiamo arrabbiarci, però chiamiamo le cose con il loro nome. Il cardinale mette nel conto e lo accetta , che si dica che c'è un'altra Chiesa, più moderna, più dotata di buon senso e questo a lui sembra giusto e fecondo.Di sicuro ha piena libertà di dirlo e nessuno l'ha mai censurato. Ma che abbia ragione, io, in coscienza, non lo credo.
Questo è un modo sicuro per enfatizzare le divisioni nel corpo ecclesiale , certo che i media faranno un abile lavoro da supporter.

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo ogni parola, cara Mariateresa. Mi limito ad aggiungere che secondo me la Chiesa piu' feconda, anticonformistica (pietra dello scandalo) e moderna, e' proprio quella che Politi definisce "ratzingeriana". I commenti in linea con il mondo (e con i media) non mi fanno effetto. Preferisco chi ha il coraggio delle proprie azioni e si prende responsabilita' dirette, come ha sempre fatto il cardinale Ratzinger, come fa Papa Benedetto.
Mi sembra che il cardinale Martini non solo non sia in linea con il Papa, ma divida i fedeli in buoni e cattivi. E' questo che personalmente non accetto.

Luisa ha detto...

Ti ringrazio,Raffaella,per il tuo commento.
Effetivamente una volta ancora Martini con il suo intervento crea confusione e divisione. È libero di esprimere la sua opinione,ma dovrebbe avere la finezza e generosità di misurare le sue parole per evitare che diventino un`arma nelle mani di coloro che si oppongono al Papa.
Cosciamo tutti l`influenza che egli esercita su una parte del clero....ne è perfettamente cosciente..la sua responsabilità è ancor più grande...ma apparentemente le difficoltà che le sue parole potranno creare all`applicazione del Motu Proprio lo lasciano indifferente.
Il suo è un atto di aperta opposizione ad un documento pontificio che ha forza di legge, è molto grave.
A quando un parroco che dirà ad un fedele : per favore un pò di buon senso vede bene che non ho tempo per questo genere di richieste !
Strana concezione della generosità pastorale e dell`obbedienza.

francesco ha detto...

il card. martini ha da tempo manifestato il suo intento di offrire un punto di riferimento nella chiesa che sia improntato al pluralismo delle opinioni, ritenendo che ci sia un'eccessiva omologazione...
l'intervento del card. martini è un articolo sul solo 24ore di ieri (vedi http://www.palazzoapostolico.it/dblog/articolo.asp?articolo=150)
inutile dire che rodari mi sembra eccessivo come i commenti qui...
il card. Martini esprime la propria opinione in maniera libera e rispettosa (magari in maniera un po' superficiale)... obbediente
certamente è chiaro che la summorum pontificum non è una decisione condivisa e soprattutto è "rischiosa"... fanno bene i vescovi a manifestare le loro perplessità... è un esercizio della collegialità ed è buono...
ecco una mia breve riflessione anche in riferimento al libro di don farinelli (con prefazione di falsini): http://www.gabriellieditori.it/scheda.php?id=10579&cat=teologia&scat=Altre%20pubblicazioni&colore=blu
i recenti commenti "critici" (soprattutto il card. Martini) rispetto alla Summorum Pontificum mi pare che evidenzino alcune cose importanti:
- anzitutto che oggettivamente l'attuale ordo Missae è più completo del precedente... sto studiando il Messale del 1962 e anche se è suggestivo mancano tutta una serie di elementi che sono presenti in quelli post 1969 e che sono frutto della rinnovamento liturgico del Concilio
- che l'atto del Papa non riguarda la liturgia, ma il governo della Chiesa (il venire incontro a gruppi di christifideles ossia l'ecumenicità di cui parla il cardinale Martini) e la collegialità episcopale... chi lo interpretasse come un intervento di disciplina liturgica (cioè potrebbe essere una revisione del messale del 1962, che però sarebbe - a mio parere - problematico...)
- nessuno mette bene in evidenza il vero punto dolens del documento che è la questione dell'abrogazione... leggendo la Missale Romanum di Paolo VI è chiara l'intenzione di non fare "un altro" messale, ma di rivedere quello esistente alla luce della Sacrosactum Concilium... come già aveva fatto Giovanni XXIII che non ha abrogato nulla, ma nessuno ha preteso di utilizzare la vecchia versione

Anonimo ha detto...

Mi ritrovo in tutto e per tutto nelle parole di Rodari. Non posso credere che Martini abbia commesso uno scivolone giuridico cosi' grossolano: non sono piu' i vescovi che devono autorizzare la celebrazione della Messa tridentina. Inoltre Rodari ha ragione da vendere riguardo all'ultimo passaggio dell'intervento di Martini. L'ecumenismo si fa fra la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane. I Cattolici tradizionalisti non sono fedeli di serie Z, ma fanno parte della comunita' ecclesiale. Ho trovato l'intervento di Martini offensivo nei loro confronti, come a dire: siate prudenti, siate saggi, non chiedete la Messa tridentina. Atteggiamenti del genere non aiutano di certo il Papa.
Quando poi all'obbedienza ed al rispetto...avrei molto da dire!

mariateresa ha detto...

Insomma, Francesco, i commenti di Magister, quelli di Maggiolini, minano l'unità e la comunione nella Chiesa, invece questo intervento di Martini è un toccasana, un contributo al pluralismo. Non lo so, qualcosa non fila. Io dico che molti nodi stanno venendo al pettine, nodi vecchi, nodi che risalgono forse già all'ultimo pontificato di Paolo VI, ma il modo con cui alcuni si apprestano a scioglierli o a ingarbugliarli, non sembra limpido del tutto anche perchè usa i giornali, come i meschini politici che vediamo ogni sera in TV ad arrabattarsi contro questo e quest'altro.
Ma tiremo pur innanz.
Guardi che molti giovani non sanno nemmeno chi è il cardinale Martini e certe discussioni li lasciano molto tiepidi. Mi sono convinta che in questa questione c'è anche un fatto generazionale legato a chi ha vissuto il preconcilio e il postconcilio, ma i pulcini, i più giovani di queste questioni con l'esegesi dei due messali non ne sanno un bel niente. Forse saranno proprio loro ad avere meno pregiudizi e più generosità

Luisa ha detto...

Ma insomma questo documento ha forza di legge o no?
Immaginate un pò se nello Stato italiano ogni cittadino decidesse di rispettare solo le leggi che gli convengono,con le quali è d`accordo.
Il Papa ha preso una decisione,non è un semplice avviso,opinione personale.
Ha confidato il Motu Proprio al cuore dei vescovi.....ai sacerdoti che sono chiamati con sollecitudine pastorale ad applicarlo!
È mai possibile che l`opinione personale di ognuno conti di più che un documento papale. ?
È mai possibile che l`obbedienza sia finitan ei ripostigli polverosi di una cantina oscura?

mariateresa ha detto...

per Luisa: sì, è possibile, l'obbedienza è finita in un ripostiglio polveroso.Una volta era una virù cristiana, accettata e praticata in libertà. Ora si rischia di apparire minchioni.Il Motu proprio è sì legge per la Chiesa ma è affidato alla coscienza dei suoi Ministri. E la mia povera mamma diceva "non c'è cosa più elastica della coscienza dei preti"....

francesco ha detto...

cara mariateresa...
ho ricordato un intervento del card. martini che spiega i suoi interventi che sembrano "fuori dal coro"...

sulla questione dei giovani son d'accordo, ma è più una questione di ignoranza, di non conoscenza... non per niente sembrano apprezzare più mussolini che andreotti! mica segni buoni... e comunque molti giovani ormai in chiesa non ci vanno più... e neanche desiderano andarci... qualunque sia il messale usato...

a me pare che nella chiesa cattolica per antichissima tradizione il confronto dei pareri sia più che necessario e accolto volentieri... anche il card. ratzinger era critico su diversi punti... magister è certamente più insidioso delle chiare parole di martini sia perché è un laico, sia perché usa in maniera precisa il materiale a sua disposizione... maggiolini l'avevo contestato per un'esternazione che conveniva mantenere all'interno dei rapporti tra vescovi e tra chiese e non sui giornali... son cose diverse...
comunque sapete la mia idea sulla summorum pontificum ma mi sembra che stia diventando un assoluto... il messale del '62 è comunque straordinario e finora chi lo usava o lo faceva con l'indulto (per motivi opportuni e gravi, spero) o era fuori della comunione ecclesiale!
sembra ormai che chi celebra con il messale del 1969 sia un rivoluzionario o un affossatore della chiesa, mentre i lefreviani e chi sognava il rito del '62 dei santo... di fatto risulta che questo modo di pensare sia un bell'esempio di "ermeneutica della discontinuità", per restare alle parole del papa

Anonimo ha detto...

Ancora una volta, devo constatare con mio dispiacere che il Cardinal Martini rilascia tranquillamente dichiarazioni che contrastano con le decisioni e gli intenti del Papa; purtroppo, è risaputo ormai, che i primi nemici Benedetto XVI li ha proprio tra quelli che nemici non dovrebbero essere. Un conto è riportare proprie opinioni che chiaramente possono essere di parrere diverso a quelle del Papa e un conto che si usino mezze parole e frecciatine come per dire :" Non ti attacco e non ti contrasto in modo palese ma, sappi che non sono dalla tua parte" Se il cardinale Martini non intende dire quello che è riportato dall'Unità ( guarda la coincidenza fortuita e da altri giornali di simile risma), perchè non interviene smentendo???????? oppure chiarendo che le sue parole sono state fraintese o manipolate?????? Perchè non è così perchè al grande martini fa comodo l'appoggio di certi giornali, per creare confusione, timore e mettere in cattiva luce tutto ciò che Benedetto XVI decide per il bene della chiesa e dei fedeli....... e per far piacere a Don Francesco, che adesso ha dalla sua un'illustre alleato!!!!!!!!!!!!!!
Sa che le dico Don Francesco???????? Meglio stare con Benedetto XVI che con certi cardinali!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Mi perdoni don Francesco, ma non deve essere il Santo Padre l’unico “punto di riferimento della Chiesa”?!? O con la sua frase «il card. martini ha da tempo manifestato il suo intento di offrire un punto di riferimento nella chiesa che sia improntato al pluralismo delle opinioni, ritenendo che ci sia un'eccessiva omologazione...» vuole forse dire che il pontificato di Benedetto XVI non è improntato sul pluralismo delle opinioni e che la parola del card. Martini vale quanto o addirittura di più di quella del Papa?!? Vogliamo forse contaminare la Chiesa con certi virus tipici della politica, dove quando il “Premier” fa una certa affermazione, i suoi collaboratori sono subito pronti a criticarla o addirittura a irriderla?!? Risponda, La prego, a questa precisa mia domanda. Grazie.

mariateresa ha detto...

Francesco, io non faccio un assoluto di questa questione, mi creda, la fede mi aiuta a vivere e forse mi aiuterà anche a morire e le questioni del messale non mi tengono certo sveglia la notte. Speravo solo in una ricezione onesta del documento papale e infatti ci sono quelli che l'hanno fatto, anche se si evita di parlarne troppo, e non vedere ancora una volta riproposto il teatrino del Martini antipapa.
Ma non è andata così, ancora una volta. Per il bene di chi?
I giovani vanno dove percepiscono coerenza, energia, un messaggio che valga la pena di ascoltare, io ne vedo molti nella mia Chiesa: il mio attuale parroco è tutto fuorchè un fine teologo, ma li attira ed è fedele alla Chiesa e al Papa e questo insegna.
Proprio questi giovani secondo me, che sono come i cuccioli di cerbiatto che sono ancora instabili sulle zampette, mi sembrano lontani da certi bizantinismi e distinguo.
Hanno un enorme bisogno di senso nella loro vita per chi glielo sa dare con generosità.
Queste discussioni le ascoltano a occhi e orecchi spalancati, mi creda, ma increduli.Vedo in rete dei dibattiti se il Papa abbia ragione nel metodo, nel merito o viceversa e in chissà cosa altro con un linguaggio che mi ricorda il sindacalese di Epifani.
Che bene alla Chiesa fa dire che Papa è ammirevole con una sviolinata e poi fare capire che chi chiede la vecchia messa è uno privo di buon senso e che ama un'atmosfera chiusa?
Che esempio si dà? Quelli che amano il rito tradizionale hanno forse l'anello al naso?Una inferiorità genetica?
Ecco il rospo mi è uscito.

euge ha detto...

Caro Giampaolo, purtroppo, per certi versi questo tipo di virus ha già contamito inesorabilmente secondo me la chiesa .......... Visto che al suo interno ci si ostina a fare una distinzione tra tradizionalisti conservatori a cui viene in modo del tutto erroneo annesso anche il Papa e i grandi progressisti che invece si sentono investiti di un processo diciamo così di modernizzazione della religione e della chiesa che altro non è che lo snaturare e l'adattare alle necessità della società moderna, non solo la religione, i suoi principi e la chiesa ma anche........la figura di Dio!!!!!!!!!!!!!!!!!
Luca88

euge ha detto...

opsssssssssssssssssssss !!!!!!!!!!!! mi sono smascherata da sola!!!!!!!

E vabbè pazienza tanto lo immaginavate che ero io!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ma il cardinal Martini non è in pensione? Perchè non la pianta allora?? Basta dire io sto con il Papa "ma..." ma che modo è??

laMericana ha detto...

Mi domando se nella Chiesa attuale (che voi rappresentate) sia possibile un atteggiamento critico nei confronti dei pronunciamenti del Papa. Sono di Milano, ed ho sempre apprezzato Martini per la sua capacita' di cogliere cio' che io credo sia l'essenza fondamentale del messaggio cristiano, al di la' dei fronzoli secolaristici e relativisti. Il fatto che ci sia qualcuno che nella Chiesa abbia un atteggiamento critico nei confronti del fondamentalismo o ingenuismo cattolico, e' cio' che ancora mi fa rimanere nella Chiesa oggi.

Anonimo ha detto...

Anche io faccio parte dell'arcidiocesi di Milano, quindi...
Il problema non e' se si possa o no discutere sui provvedimenti del Papa. Il problema e' il modo ed il mezzo con cui si esercita questa pratica (ormai assai diffusa).
Il cardinale poteva evitare di usare i mass media per dire il suo pensiero. Egli sa perfettamente che le sue parole verranno strumentalizzate, lo mette in conto, e va avanti dritto per la sua strada. La sua era una critica sprezzante nei confronti del Papa e dei fedeli tradizionalisti? Non lo so, ma e' chiaro che questa e' l'opinione che si puo' trarre leggendo cio' che ha affermato.
Inoltre il cardinale ha commesso un errore giuridico che non posso giustificare: il vescovo non deve autorizzare la celebrazione della Messa tridentina. Non disturbare i vescovi perche' "hanno molto da fare" mi e' parsa davvero un'espressione fuori luogo. Il vescovo deve esercitare la cura pastorale su TUTTI, anche su coloro che amano il Messale tridentino.

mariateresa ha detto...

Credo anch'io che il pastore a livello diocesano debba garantire tutti perchè non ci sono motivi per discriminare chi ha un'altra sensibilità, non sono persone fuori dalla Chiesa, naturalmente non parlo dei lefevriani.
Per quanto riguarda il motivo per cui si resta nella Chiesa, che come tutte le costruzioni umane ha le sue grandezze ma anche tanti errori, passati, presenti e futuri, pensavo che il motivo per cui vi si resta è perchè si crede in Gesù Cristo.
E questo, sinceramente, credo che vada al di sopra, caro Michele, delle proprie preferenze per questo cardinale o per questo Papa. Non riuscirei a vivere la mia fede solo con la mia testa, mi sento parte di una comunità vecchia di millenni , con i suoi santi e peccatori. A capo di questa comunità c'è il Papa, anzi un Papa, perchè le persone scompaiono, ma l'istituzione resta.
Io l'accetto così. Non riesco a capire comesi possa aderire a una comunità di fede in funzione della statura degli uomini che ne fanno parte, o alle nostre simpatie.
Sarebbe un continuo fuori e dentro.
Come vedi tutti possono ampiamente criticare il Papa, perchè tu vedi qualcuno che si trattiene?, ma altrettanto liberamente ci sono fedeli che lo amano molto e lo stimano. E lo dicono.
Personalmente non ho nulla contro il cardinale Martini che ho letto anche con piacere in passato, ma in questo caso penso abbia sbagliato, anche se è un grande biblista.
L'ingenuismo o l'ingenuità non sono un peccato, a pensarci bene, è Gesù che ci invita a diventare come i bambini per entrare nel Regno dei cieli.

Luisa ha detto...

Michele potrebbe spiegarci che cosa intende con "fondamentalismo o ingenuismo cattolico" ?
Mi sembra scovare un leggero accento spregiativo sulla "Chiesa attuale" che noi rappresentiamo...
Perchè ci sono diverse Chiese?
Lei rappresenta quale Chiesa, Michele?
Quella guidata da Benedetto XVI, e non dal cardinal Martini,a meno che non me ne sia resa conto...che Chiesa è ? Dove la colloca Michele ?
Michele riconosce Benedetto XVI come il suo Pastore universale...o in grazia del relativismo o religione fai da te, il Magistero Petrino non ha nessun valore ai suoi occhi?

euge ha detto...

Scusami Michele vorrei capire che cosa è per te il fondamentalismo per quanto riguarda la fede cattolica perchè se per fondamentalismo intendi rispettare il Papa ed anche il patrimonio della chiesa, allora sono fondamentalista........ ma, fondamentalista per me ha un'altro significato che sinceramente non trovo applicabile nel cristianesimo......... Riguardo al fatto di criticare l'operato del Papa, io ritengo e se puoi puoi leggerlo in un mio precedente post, si può criticare ed avere opinioni diversi ma, nel caso di Martini non è così ........ sono mezzucci neanche tanto originali e non è la prima volta, che egli usa per puntualmente non criticare in maniera costruttiva ciò che fa il Papa ma, il suo unico scopo è quello di farlo apparire come una persona irrimediabilmente legata al passato oscuro di chissà quale medioevo e questo se mi permetti non depone a suo favore.......... che cosa vuole fare l'obiettore di coscenza come Don Farinella??????????
Povera Barca di Pietro!!!!!!!!!!!!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

Questa volta mi sembra che il Card.Martini ha proprio "toppato". Ignorando il Motu Proprio un vescovo non si oppone ad una decisione delle gerarchie ma alla volonta' dei fedeli la cui voce rimane inascoltata, cioe' applica un'atteggiamento che piu' reazionario di cosi' non si puo'....

Anonimo ha detto...

Credo che la frase di Gesù sulla croce “Padre mio perdonali perché non sanno quello che fanno”, si addirebbe perfettamente alla premiata ditta card. Martini & Co.!!!

Anonimo ha detto...

Ti chiedo preventivamente perdono Raffaella - visto che appartieni a quella stessa arcidiocesi -, ma non è che il card. Martini, a forza di vivere tanti anni nella “Milano da bere” si sia “bevuto” il … ?!?

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, 27 commenti dalle 10 di stamattina alle 11 di sera e tutti per un solo argomento, non sono forse indice di un vivo interessamento al Motu proprio di Benedetto XVI?!?

Anonimo ha detto...

Ciao Gianpaolo, Milan l'e semper un gran Milan ehehehheh
Ti diro' di piu' sul fatto degli innumerevevoli commenti: ogni volta che si parla del motu proprio moltissimi amici si collegano e leggono le discussioni e gli articoli :-)
Ciao

don Nicola ha detto...

Qualcuno poi mi spiegherà perché oggi si appella al solo papa e al contempo si permette di fare rilievi critici su Paolo VI. Chi non fa la doverosa ermeneutica sui documenti e gli interventi di papi e vescovi (ermeneutica = interpretarne i diversi gradi di autorevolezza) rischia di fare questi autogoal tipici dei fondamentalisti, islamici o cristiani che siano. Benedetto XVI non ha emanato un dogma, ma nemmeno un'enciclica su questo argomento, si tratta di Motu proprio, che come dice la traduzione dal latino, è qualcosa a cui sicuramente tiene, perché nato da una personale valutazione, ma che non ha quel carattere di definizione di altri documenti, pur contenendo suggerimenti e norme pratiche precise.

E su questo, essendo indirizzato ai fratelli vescovi (e non ai fedeli, come un'enciclica), il Card. Martini ha piena legittimità a rispondere: sicuramente più di giornalisti, teologi, opinionisti, laici o preti che siano.

Nella lettera di presentazione del Motu Proprio, il papa stesso scrive così a proposito delle voci anteriori alla pubblicazione dello stesso: "Notizie e giudizi fatti senza sufficiente informazione hanno creato non poca confusione. Ci sono reazioni molto divergenti tra loro che vanno da un’accettazione gioiosa ad un’opposizione dura, per un progetto il cui contenuto in realtà non era conosciuto".

Ecco, mi pare che tra i primi si possano annoverare molti intervenuti in questo blog, mentre non posso considerare il Card. Martini tra i secondi, perché la sua è una posizione tutt'altro che dura. E' solo una posizione intelligente, che si rifà al necessario completamento dell'evangelico "semplici come colombe". La colpa di Martini, per molti cristiani muscolosi, è che segue il Vangelo anche nell'astuzia tipica del serpente (più intelligente dell'uomo già dai tempi di Adamo ed Eva), cioè nell'uso dell'intelligenza.

Il problema è che anche Benedetto XVI è assolutamente in linea con questa doppia qualità richiesta dal Vangelo, e la sua "intelligenza" del dogma sta lì a mostrare a tutti che l'uso dell'intelligenza non è vietato nella Chiesa, anzi è doveroso. Anche Giovanni Paolo II con la sua "Fides et ratio" potrebbe dire la sua.

Se invece che dividersi in tradizionalisti e innovatori, entrambi a tutti i costi, con accuse a cardinali da una parte e a papi dall'altra, noi cristiani facessimo appello all'intelligenza e al cuore (ah già, vedo anche una carità evangelica piuttosto scarsa nelle considerazioni su Martini), non ci sarebbe bisogno di blog di questo genere, dove spesso si leggono interventi un po' superficiali. Questi sì purtroppo dividono la Chiesa, e non invece i Cardinali che hanno servito in obbedienza per tutta una vita: occhio ragazzi, che un nostro comune amico ci ha ricordato che la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita. Meno processi alle parole con arrampicate sui vetri e più spirito di comprensione del senso generale e - perché no? - anche profetico...
don Nicola Cateni

Anonimo ha detto...

Senta, caro Don Nicola, Lei puo' dire cio' che vuole e scrivere cio' che pensa, ma non Le permetto di giudicare se ci sia bisogno o meno di blog come questo. Mi pare che Lei cada nello stesso fondamentalismo di cui accusa noi: io non sono superficiale, voi si'!
Io uso intelligenza e cuore, voi no!
Sono queste barriere che non aiutano la compresione di noi poveri fedeli un po' ignorantelli...

don Nicola ha detto...

Accolgo il rilevo e chiedo sinceramente scusa per quella frase.

Ribadisco il concetto con altre parole: questi blog van bene, proprio perché il dialogo - nella Chiesa così come fuori da essa - è importante (tra l'altro credo che proprio in nome del dialogo intra e soprattutto extra ecclesia, e non della divisione tra i cristiani, il Card. Martini abbia fatto e continui a fare interventi di questo tipo: è uno dei modi per mostrare al mondo e a noi stessi fedeli cattolici la diversità di carismi di cui parla San Paolo).

Quello che invece si potrebbe evitare con un supplemento di conoscenza della grammatica o sintassi ecclesiale (possibile, visto che vedo molti interventi fatti con perizia, su tanti argomenti, e a cui i lettori dedicano tempo) e con un occhio meno malizioso e prevenuto e più carico di carità (e lo dico in primo luogo e soprattutto a me stesso) è di perdersi in un bicchier d'acqua.

In soldoni: un conto è dire la propria opinione (lo fa Martini e lo fa chi critica pubblicamente Martini: sono esattamente, formalmente e sostanzialmente, sullo stesso piano. Quindi tutti devono avere lo stesso diritto di farlo e non è impertinenete Martini quando lo fa), un conto è criticare esplicitamente e duramente il papa o il magistero, cosa che Martini non fa.

Ringrazio dell'ulteriore sforzo di lettura paziente.

don Nicola Cateni

Anonimo ha detto...

e come volevasi dimostrare i primi critici della messa di san Pio V sono proprio i preti...
Avete forse paura che qualcuno vi rimandi a studiare il catechismo? O che vi si rispedisca a celebrare la Santa Messa (con qualunque messale)digne ac devote, invece di scambiare l'altare per un palcoscenico su cui esibire le vostre attitudini istrioniche?
W don Camillo!

Anonimo ha detto...

A me non piace la dialettica tradizionalisti/progressisti, piuttosto distinguerei tra:
- quelli che applicano il Concilio, e quelli che ne applicano solo un presunto Spirito (che non può prescindere dalla lettera: un corpo senza anima è un cadavere, ma un'anima senza corpo è un fantasma, diceva GKC);
- coloro che pensano che la Chiesa sia una, ieri oggi e sempre, e coloro che invece si considerano migliori di quegli ottusi vissuti prima del 1962;
- quelli che pensano che "Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso", e coloro che invece gettano dalla finestra tutto ciò che c'era prima del "rinnovamento";
- ecc. ecc.

PS: per don Nicola Cateni: spero che queste parole che le vengono attribuite non corrispondano al vero:
"Mi pare che Benedetto XVI sia troppo attento alla formalità o alla dogmaticità della teologia, a scapito dell'istanza vera di ricerca, di domanda autentica e di apertura al dialogo che ispirò le sedute e la redazione dei documenti del Concilio. In questo senso questo Papa è molto distante dallo spirito conciliare. So di dire cose piuttosto ardite, ma assicuro che è un pensiero largamente condiviso negli ambienti, teologici e non, della Chiesa. E non si tratta di eresia, con buona pace dei leccapiedi a ogni costo della sacra pantofola.
don Nicola Cateni"

Anonimo ha detto...

Di sicuro non perderò il sonno perchè il Cardinale Carlo Maria Martini non celebrerà la S. Messa Tridentina. Certo non mancheranno buoni Sacerdoti e Vescovi che lo faranno.

Lode e gloria al Santo Padre Benedetto XVI che ha mostrato davvero - oltre all'autorità propria che gli compete - un grandissimo coraggio nel restituire liceità alla Messa Tradizionale, anzi nel riconoscere ufficialmente che essa non è mai stata abrogata.

Deo Gratias. E Gratias, oltre che a Dio, a Papa Ratzinger.

Anonimo ha detto...

Caro don Nicola mi fa piacere risentirti, anche se continuo a non condividere le tue idee. Quanto al card. Martini, permetti che nutra seri dubbi sulla sua buona fede in diversi suoi interventi critici nei confronti della linea del Papa.

1. Perché rilascia le sue interviste a giornali spesso polemici con la chiesa e non ad Avvenire o a testate cattoliche, in grado di servire meglio la comunione ecclesiale?

2. Perché interviene su questioni che creano dibatti accesi sempre ad alimentare un'alternativa al Papa?

3. Perché dovremmo accettarlo come una voce fuori dal coro, quando egli che ha sempre ostentato inviti al dialogo, ad astenersi dal giudizio e si oppone a condanne e anatemi, è stato l’unico che (dai tempi del Concilio) ha sottoposto dei laici a un tribunale dell’Inquisizione.
Il Giornale di Montanelli – che per primo dette notizia del fatto – titolò in prima pagina: “A Milano è tornata l’ Inquisizione”. Accadde nel 1987, quando la diocesi di Milano, guidata da Martini, sottopose a processo canonico Socci ed altri due giornalisti. Il caso riguardava dei laici, non degli ecclesiastici, né dei teologi e dunque era particolarmente assurdo, anche perché non eravano imputati per aver messo in discussione dei dogmi della fede cattolica (alla quale, anzi, aderivamo totalmente), ma solo per aver espresso liberamente le nostre idee critiche sugli intellettuali cattolici che si erano accodati al conformismo progressista.

Perché caro don Nicola si può criticare Pio XII e non si potrebbe seconde te obiettare su Paolo VI?

Penso che se il card. Martini sia andato in pensione a Gerusalemme, possa fare tanto bene dedicandosi alla preghiera per la Chiesa e per la salvezza dell'anima sua. Sarebbe brutto se si avverasse ciò che c'è scritto nel Vangelo "Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare."

don Gianluigi

Anonimo ha detto...

E no, caro don Nicola, dire di no al Papa che cosa significa secondo Lei? Vada a rileggersi le dichiarazioni del card. Martini e poi torni pure sull’argomento! Grazie.

Luisa ha detto...

Osare dire che Martini non critica Benedetto XVI ...sarò superficiale e me ne scuso con Don Nicola...ma Martini da buon gesuita non criticherà mai direttamente il Papa,lo farà alla maniera gesuita......prima ti stronco poi addolcisco il proposito.spalmo un pò di miele sulla ferita !
Vorrei ancora aggiungere che i vescovi che si esternano sulla stampa compiacente,sono gli stessi che non hanno accolto l`appello di Giovanni Paolo II .
È dunque,se riflettiamo, anche a causa loro, che il Papa si è sentito in dovere di promulgare un testo con tutta la sua autorità.

Anonimo ha detto...

Che Martini sia un autorevole biblista e vescovo nessuno lo nega. Tuttavia è stato per più di vent'anni vescovo di una delle più prestigiose diocesi del mondo, quella con il maggior numero di preti. Come guida della pastorale della chiesa ambrosiana ha certamente dato un taglio originale alla vita della chiesa di S.Ambrogio. Quali sono stati i frutti? È arido citare delle cifre, ma può aiutare a capire. Gesù ha detto che l'albero si conosce dai frutti. Vediamo le vocazioni nate sotto la Parola del card. Martini: nel 1980 (anno della sua nomina a Milano) i preti novelli furono 43, nel 1994, quando fu ordinato don Nicola, erano scese a 31, quest'anno 12. Mi pare che la diocesi stia vivendo uno dei momenti più difficili e che tante parrocchie siano in subbuglio per le indiscriminate unioni forzate.

Quindi l'eminentissimo invece di esternare il suo dissenso col Papa, farebbe meglio a pensare e a esaminare la sua coscienza sul suo operato come vescovo a Milano.
don Gianluigi Braga

Anonimo ha detto...

Sinceramente l'uscita del card. Martini mi fa abbastanza sorridere. Lui dice che non celebrerà la messa "di sempre", quella che, nei cosiddetti secoli cattolici, ha evangelizzato gran parte del mondo credente. Si tratta di una questione irrilevante: chi è legato alla messa tridentina ha una particolare consapevolezza dottrinale, e vi pare che possa rivolgersi a un eterodosso come Martini per chiedere che gli celebri una cattolicissima liturgia che non lascia spazio a disinvolture e invenzioni? Insomma, nessuno sano di mente chiederebbe una cassoeula (piatto tradizionale milanese) in un fast food cinese. Martini non si preoccupi, nessun cattolico gli chiederà quello che non può dare.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Per Don Gianluigi.

Carissimo Don, non posso pubblicare frasi di una mail privata per correttezza verso il mittente e verso la persona citata fra le righe, a cui personalmente voglio molto bene. Le chiedo di modificare il suo post in modo che possa pubblicarlo :-)
La ringrazio
Raffaella

Anonimo ha detto...

Mi scuso per non aver aggiunto alle cifre delle ordinazioni di Milano quella dell'anno prossimo che sarà di 23, come mi fa notare don Nicola. Comunque rimane una grave crisi vocazionale a Milano, la più grave della Lombardia.
Per confrontarla con Como, come mi invita a fare don Nicola:nel 1980 ebbe 7 ordinazioni, nel 1994 furono 5, quest'anno 6 se non ricordo male. Fatte le proporzioni (Como ha 500.000 ab., Milano 5.000.000) Milano avrebbe dovuto attestarsi nell'80 a 70 novelli, nel 94 a 50 e quest'anno a 60 e pure considerando che il prossimo anno saranno 23, siamo ben lontani da Como.

Anonimo ha detto...

grazie per il blog

Anonimo ha detto...

Don Gianluigi, Le assicuro che Le credo e La ringrazio per la fiducia. Se vuole, puo' lasciare la sua mail privata in un commento. Essa non verra' pubblicata, ma sara' usata solo da me. Mi piacerebbe che Lei potesse inserire qualche altro particolare che, per gentilezza e correttezza, ha taciuto.
Raffaella

Anonimo ha detto...

Io sono un amante del rito antico, e da quando è stato annunciato il motu proprio papale, l'ho aspettato con entusiasmo; tuttavia trovo sbagliata, anzi tendenziosa la lettura che è stata data delle parole di S.E. il cardinale Martini. Egli ha solo affermato la propria posizione personale in merito del Vetus Ordo. Non si è opposto al Motu Proprio anzi l'ha elogiato per la sua funzione unificante e universalizzante.
In seguito ha aggiunto che nn dirà messa col Rito Tridentino. Sino a prova contraria il motu Proprio papale nn abolisce il rito di Paolo VI anzi lo ribadisce come Rito Romano ordinario. Forse non è Martini ad alimentare la polemica...

Wendy ha detto...

Io non credo affatto che il cardinal Martini voglia creare spaccature nella chiesa e mi addolora leggere in un blog cattolico, così attivo nel diffondere il messaggio del Papa, toni tanto sprezzanti nei confronti di un cardinale.
Il "motu proprio" di Papa Benedetto XVI non obbliga nessuno a celebrare secondo il rito tridentino quindi il messaggio del cardinal Martini non si configura come un atto di disobbedienza. La linea che vuole un'opposizione fra questo prelato e il Papa mi pare una pura invenzione giornalistica , diffamatrice nei confronti dell'attività di un prelato che tanto ha contribuito alla realizzazione del Concilio. Innumerevoli sono inoltre i suoi attestati di stima per il Papa e la sua attività, non ultimo l'elogio del suo libro "Gesù di Nazareth". Trovo dunque sbagliato pensare che il cardinale, in quanto vittima di questa mistificazione, dovrebbe tacere le sue opinioni, la verità prima o poi si farà strada da sola. Amo pensare la Chiesa come "chiesa di comunione" e come luogo di unità nella diversità trovo quindi l'infa vitale per la chiesa stessa il fatto che prelati come il cardinale in piena obbedienza al magistero petrino dicano la loro opinione e trovo assai sconsiderato questo continuo scomunicarsi fra cattolici per cui diversi gruppi cercano di sbatterne altri fuori dalla chiesa. C'è posto per tutti gli uomini di buona volontà che intendano ascoltare il magistero, per gruppi di destra, di sinistra, perchè è il magistero stesso a creare unità. Non vi trovo alcuno scandalo se vi è un commento su di esso a volte anche la contestazione, anche se non è assolutamente questo il fatto purchè lo si faccia con rispetto reciproco. Trovo certe affermazioni quali "Ma non è in pensione?" alquanto offensive e fuori luogo. Anche il cardinal Ruini non è più presidente CEI per limiti di età e nessuno può negargli il diritto alla parola, ritengo che lo stesso debba essere fatto con un esimio cardinale come Martini.
p.s diversi cardinali in pensione hanno influenza su parti della chiesa l'importante è usarle non per contrapporsi al Papa, ma per offrire occasioni di approfondimento come il cardinal Martini ha fatto.
p.p.s complimenti per il blog e per gli spazi di discussione che offre

Il Blogh ha detto...

Credo che il Card.Martini abbia tutto il diritto di esprimere il suo parere sul motu proprio di papa Benedetto. Nei commmenti ho letto che qualcuno ha scritto: "E' andato in pensione, ci vada veramente allora!" NOn le parole testuali, ma il senso era questo.
Bhè se uno va in pensione nonn è che perde il diritto di parola!
POi, chiaramente, Martini suscita grande scalpore quando ancora una volta si dice contrario, anche in questa questione, al parere del papa.
Comunque, il Motu Proprio non dev'essere applaudito dai tradizionalisti cosiddetti e dai progressisti non dev'essere ritenuto un "cattivo prodotto".
Si tratta di una decisione del papa, al quale tutti, TUTTI, debbono obbedire e leggere i disegni Divini, e che poi NON cambia nulla in chi crede!
Chi non sa il latino e non riesce a cogliere -come me- il profilo liturgico che -non in spettacolarità di "tonalità"- suscita, continui ad andare ad assistere alla SS.Messa in lingua volgare.
Ci sia umiltà e tanto, tanto, tanto silenzio: per capire questa improtante decisione del papa, la cui volontà NON è certamente quella di dividere, anzi, di unire in una chiesa sempre aggiornata che vive dal suo improtante dna che mai potr essere cambiato.
Il Blogh. http://ilblogh.bloghspot.com

Anonimo ha detto...

io penso per come è stato esteso il post, crei solo una grande confusione e dia origine e tendenze faziose che creano solo confusione nel mondo cattolica. Fatemi il piacere, siate meno soggettivi, e più oggettivi.

matteo

Raffaella ha detto...

Temo che non sia certo questo post a creare confusione...
Nessuna ha mai smentito questo tipo di ricostruzioni, ma, anzi, si e' voluto alimentare il fronte antipapale.
Come vedi, la confusione viene da altre "fonti".