28 agosto 2007

Mons. Maggiolini su certi sacerdoti piu' devoti ai media che a Dio


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Quei preti devoti all’esibizionismo

di Alessandro Maggiolini

Sulla figura del prete si può partire per un ampio e alto volo di teologia per scoprire che cosa suggerisce la Scrittura sulla realtà del sacerdozio cattolico e poi per ordinare gli spunti raccolti in una sintesi che offra una visione teologica completa e profonda. Non sono queste le finalità di un articolo di giornale. Meglio prendere un dizionario biblico o teologico e spaccarsi la testa sugli spunti che la Bibbia offre e la Patristica raccoglie e la Scolastica ordina con la maggior logicità possibile.

Stiamo a ciò che vediamo attorno a noi oggi, nella vita usuale. Come si vede il prete? Come lo si desidererebbe?

Intanto, è da distinguere la pubblicistica popolare che dilaga sui giornali e sui settimanali circa il prete: anche la rappresentazione filmica, letteraria o umoristica: distinguere tutto ciò dalla realtà che si incontra senza trasfigurazioni e senza caricature. Molti notisti avvertono, di questi tempi, che raramente il sacerdote ha avuto tanta pubblicità. E non certo per invitare a intraprendere la via della consacrazione in seminario o oltre. L’immagine sacerdotale compare assai più spesso nelle vignette umoristiche, negli articoli di costume, nelle riflessioni un po’ svagate e un po’ irridenti che mostrano il ministro di Dio come una figura desueta, estranea agli schemi della moda corrente e dello stile di pensiero e di vita comuni. Si vada oltre: un certo vezzo di descrizione e di disegno del prete non si arresta nemmeno all’umorismo: passa a piè pari alla presa in giro più grossolana quand’anche non al disprezzo più volgare. L’umorismo è arte difficile: soprattutto quando lambisce temi sacrali come la talare, la predicazione e la celebrazione dei sacramenti.
Qualche segno di disprezzo o di oltraggio, però, questa insistenza dissacrante l’ha lasciata. Allora quello che doveva essere umorismo diviene sarcasmo e si traduce in un allontanamento da ciò che il prete è, fa e insegna. Non è raro che anche giovani pressoché analfabeti in fatto di cristianesimo si sentano in diritto di sdottorare su un «sentito dire cristiano» che di cristiano non ha assolutamente nulla. Il tema della libertà diviene qui prevalente e la norma morale avanza verso la ribalta della vita e appare come una prigione che disprezza l’uomo e lo mortifica. Poi le cose appariranno in modo diverso. Ma intanto occorre fare i conti con questa situazione.
Il tema va considerato anche «ex parte inferi» perché non si risolva in una celebrazione immotivata. Ciascuno conosce sacerdoti dotti, prudenti, capaci di ascolto e di comprensione, protesi a comunicare consolazione e a dare speranza. Così come conosco altri preti che, senza darsi l’aria di monaci un po’ goffi e malriusciti, riescono ad inserirsi nella società contemporanea e soprattutto nel mondo dei giovani: veste talare compresa. Molti nostri parroci raggiungono una tale semplicità da essere capaci di dialogare anche con le persone meno addottorate e tuttavia desiderose di certezze chiare capaci di scavare dei caratteri umani e cristiani sulla traccia del Vangelo.

Mettiamo che questa sia la norma. Ad attirare un’attenzione curiosa e quasi morbosa, però, sono altri sacerdoti: quelli che mettono ogni cura per camuffarsi da operai, da contadinotti, da sindacalisti, da sportivi, o da disinvolti contestatori del pensare e del vivere comune. Gesù Cristo sembra escluso dal loro linguaggio. Conoscono tutto sulle canzonette e sullo sport. Non esitano a sorpassare il limite delle barzellette spinte, pur di apparire come gli altri e più aggiornati degli altri nelle scemenze più deludenti.

Non si vedono mai davanti al Signore a pregare con attenzione e con occhi e cuore fissi al tabernacolo. Non si lasciano irretire in discorsi su valori anche umani e non solo cristiani. Si mostrano conversatori disinibiti.

Se proprio vogliono oltrepassare i limiti delle vacuità, i loro interessi si rivolgono ai margini dell’umanità normale: si dedicano, ma in maniera esibizionistica ai poveri, ai portatori di handicap, ai drogati e così via. Purché questi marginali abbiano la capacità di spogliare il prete della propria fisionomia e della propria missione.
Il giorno dopo i fatti, osservano subito il giornale per controllare l’eco che hanno avuto le loro bravate. I ragazzi non imparano quasi nulla da loro né circa il Vangelo né circa il catechismo: roba vecchia e ininfluente. A me uno dei fenomeni più traumatici è dato dal fatto che il tradimento di qualche prete rispetto ai suoi impegni sacri è visto quasi con approvazione e con compiacimento da persone che hanno salutato Dio da lontano.

© Copyright Il Giornale, 28 agosto 2007

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse la carenza di vocazioni e la conseguente paura di perdere quei pochi giovani preti rimasti, hanno contribuito ad ampliare i margini di tolleranza sul comportamento di certi sacerdoti “moderni”, con le conseguenze che, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Peccato..., perché per colpa di pochi, ci perdono tutti!!!

Blog creator ha detto...

E tanto che ci sono, avendo in grande stima Mons. Maggiolini da anni per i suoi eloquenti scritti, mi viene in mente questa cosa che voglio farvi presente.
Sacerdoti devoti ai media: mi è venuta alla mente l'immagine del prete-padre, in stà ore alle cronache; (personalmente ritengo che abbia fatto meno danni mons. Milingo di questo, ma ce ne sarebbe anche qui da dire).
Comunque, e non me lo levo dalla testa, sta prete-padre, che si espone ai microfoni e non si nasconde ma anzi rivendica, mi pare sia "mosso" (ma lo scopriremo prossimamente) dal movimento dei preti sposati - vedansi loro sito e loro proclami.
Insomma una specie di 'testa d'ariete', all'occasione giusta: ormai padre è, tanto vale buttarla sul celibato sacerdotale da abolire.
Mi spiace per stà prete, non lo giudico per quel che è ma per quel che appare e mi fa pena.
Sul celibato dei preti non si discute, vedansi Magistero etc.
E ricredo in un mio (parlo per me) cavallo di battaglia: sotto sotto vedo l'ombra dei massoni gaudenti di queste bordate e che sono completamente, anche nelle forme più blande, inconciliabili con il cristianesimo.Cristianesimo da Cristo. Rivedasi Convegno Vaticano del marzo 2007 su Inconciliabilità asoluta tra massoni e cristianesimo.
Ce n'è di carne al fuoco, e non è una battuta!
Buono studio.

Anonimo ha detto...

Ho visto al tg questo sacerdote di Padova tenere una conferenza stampa, in Chiesa, davanti all'altare (dando le spalle a quest'ultimo ed al Crocifisso). Era necessario? Non c'era un altro luogo? Forse non avrebbe avuto lo stesso impatto?
Io non giudico le sue scelte ma il suo comportamento di questi giorni. Se un sacerdote non vuole piu' essere tale, e' giusto che chieda la dispensa senza troppo clamore e pubblicita'.

Blog creator ha detto...

Eh Raffaella, fosse solo 'dispensa': questo mi pare intenzionato a perorare altra causa. Non parliamo poi delle interviste ai parrocchiani che lo elogiano: praticamente ci stanno facendo credere che un prete sposato può benissimo essere come e meglio dell'altro, che vedrai prima o poi si dirà apertamente cioè che un prete 'solo', è pieno di turbe etc etc.
La Chiesa ha visto di peggio, comunque la Congregazione per il Clero sul suo sito, rende disponibili tutti gli Atti del Magistero sull'argomento.
Sono la risposta agli eretici: citiamoli senza pietà, infondo sono il nostro incoraggiamento e cibo.
Vi dico una curiosità che fà riflettere: 50 anni fa nei rapporti della Chiesa ma non solo, sulle religioni nel mondo, non esisteva la distinzuione attuale islam ma, quella più corretta e da rispolverare, maomettani!
Meditiamo. Grazie della bellissima raccolta di tutti questi interventi del Santo Padre. Esemplare.

Luisa ha detto...

La chiesa trasformata in un "plateau" di reality show stile grande fratello, il prete trasformato in un candidato al vedettariato effimero.
Penso non ci sia bisogno di grandi commenti e credo che tutte le persone dotate di un pò di buon senso sapranno tirare le conclusioni che si impongono da sole.
Ma come può un sacerdote servirsi, per scopi personalissimi e discutibili della casa di Dio?
Quale è il livello della sua coscienza per poter parlare ai giornalisti , voltando le spalle al
crocifisso e all`altare ?
Ma chi crede di essere, dove crede essere?
Un "eroe" del grande fratello che gioca davanti alle telecamere? Un attore, comico o piuttosto drammatico o tragico comico?
Per qualche minuto o ora di notorietà personale e tutta relativa far passare in secondo luogo,il servizio alla Chiesa ?
Mi astengo di giudicare la persona ,ma mi permetto di giudicare il comportamento di questo prete che trovo alquanto leggero e sintomatico dell`individualismo sfrenato che purtroppo sembra dilagare anche in seno al clero.

francesco ha detto...

mah...
a me maggiolini non mi convince punto...
alcune idee condivisibili, ma il tono volutamente provocatorio e troppo chiaro/scuro...
che certo clero sia esibizionista è vero, che la storiaccia di padova è una storiaccia pure (proprio perché vuol porsi esemplificativa per spingere la Chiesa a eliminare il celibato ecclesiastico)...
però che un vescovo parli come maggiolini non mi sembra bello...
francesco