23 agosto 2008

L’ultimo abbraccio al vescovo di Bolzano-Bressanone (Alto Adige)


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Migliaia ai funerali. Il Papa: «La Chiesa perde un pastore colto e pio, io un caro amico»

L’ultimo abbraccio al vescovo di tutti

Il commosso ricordo del cardinale Scola. La tomba in Duomo proprio accanto Gargitter

Cerimonia solenne in una cattedrale piena di fedeli Sull’altare anche il fratello Kurt

BRESSANONE.

Lo stesso Seminario, lo stesso Duomo, la stessa piazza. Tre settimane fa monsignor Egger passeggiava per questi luoghi insieme al Papa, circondato dalla folla. Anche ieri c’erano migliaia di fedeli, ma per dare l’ultimo saluto al vescovo. Un funerale solenne e commovente, iniziato con un corteo oceanico lungo il centro storico e concluso con la sepoltura sotto il pavimento della cattedrale, vicino a Josef Gargitter. Durante la funzione è stato letto anche il messaggio inviato dal Pontefice: «Un caro amico, un pastore tanto erudito quanto amabile e pio». Reso noto anche il testamento spirituale.
Sono accorsi migliaia di fedeli. La stima di 4000 non era eccessiva: cattedrale piena, tantissimi in piazza o nella parrocchiale davanti ai maxischermi. La cerimonia è iniziata poco dopo le 15. Il feretro del vescovo viene depositato su un carro trainato da cavalli e attraversa il centro fino al Duomo. Lo accompagna un corteo oceanico: centinaia di sacerdoti, 30 vescovi, autorità (l’elenco sarebbe sterminato: da Durnwalder e la giunta provinciale a Dellai, ai sindaci, ecc.), associazioni. Ai lati la folla. Schützen e carabinieri fianco a fianco accanto al feretro. Ovunque risuonano le campane. In segno di rispetto moltissimi negozi restano chiusi. La funzione in chiesa si apre con due momenti di forte commozione. Josef Matzneller, l’amministratore diocesano, legge la lettera inviata dal Papa.
Parole che lasciano il segno: «La Diocesi e l’intera Chiesa - scrive Benedetto -. perdono un Pastore tanto erudito quanto amabile e pio. Personalmente la morte di monsignor Egger, che mi è stato caro amico e che ancora una settimana fa ho potuto salutare a Bressanone, significa una perdita dolorosa».
Il vescovo, dice ancora il Papa, «aveva un rapporto profondo con la Sacra Scrittura, che ha totalmente pervaso e plasmato la sua vita. L’amore per la Parola di Dio e la santificazione della Domenica rappresentano ora il suo testamento particolare». Citando una lettera pastorale di Egger, che si definiva «chiamato alla sequela nell’amore», Benedetto conclude: «Questo pensiero ben interpreta la vita di cristiano, di religioso e di vescovo di questo generoso uomo di Chiesa». Subito dopo tocca a don Ivo Muser, rettore del Seminario, leggere il testamento spirituale di Egger e le ultime parole: «In ogni messa ho pregato affinché noi siamo una fraternità sacerdotale secondo il santo Vangelo».
La cattedrale è strapiena. Ci sono due ali di sacerdoti provenienti da tutta la provincia (c’è anche don Carli) e da fuori. Ci sono le autorità in prima fila e poi fedeli a perdita d’occhio. Sull’altare, come concelebranti, i vescovi del nord-est e di diversi Länder austriaci, ma anche don Muser, il segretario don Stürz, il fratello Kurt. Ci sono anche i cardinali Silvestrini e Scola: quest’ultimo, patriarca di Venezia, celebra in italiano e tedesco. Sua anche l’omelia, nella quale Egger è ricordato come «pieno di vita», capace di comunicare a tutti «la sua gioia incontenibile, come quella di un bambino, per aver ricevuto in dono il soggiorno del Pontefice». E non solo: «Nei suoi occhi - dice il cardinale - ho visto i sentimenti di tutti voi, del popolo di questa splendida terra. Vi ho letto dignità e magnanimità, frutti del vigore di una storia ricca, anche se non di rado travagliata, capace di fondere in unità popoli, tradizioni e culture diverse». Anche al momento delle preghiere in molti ricordano il suo motto «Syn», insieme.
Alla fine della messa il vescovo Egger è stato sepolto nella tomba scavata sotto il pavimento del Duomo, sul lato sinistro, vicina a quella del suo predecessore Josef Gargitter. E fino a tarda sera fedeli si sono messi in coda per l’ultimo saluto.

© Copyright Alto Adige, 22 agosto 2008

«Abbiamo perso una guida di grande equilibrio»

Quattromila fedeli hanno partecipato ai funerali solenni. In chiesa anche Don Carli

Il corteo è partito dal Seminario Maggiore attraversando il centro fino in piazza Duomo

FRANZ GIORDANO

BRESSANONE.

Migliaia di fedeli in piazza Duomo. Centinaia seduti tra i banchi della parrocchia San Michele. Sacerdoti, religiosi e autorità politiche nel Duomo gremito. Ieri pomeriggio almeno quattromila persone sono arrivate nella città vescovile per partecipare ai funerali solenni del vescovo Wilhelm Egger, morto di infarto sabato scorso a 68 anni. Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ha presieduto la cerimonia nel Duomo, dove il vescovo è stato sepolto.
In cima al Duomo - vicino alla bandiera del Vaticano - sventola un drappo nero. Le campane suonano. E quando si fermano, nel piazzale del Seminario gli sguardi dei vescovi e dei politici sono rivolti verso il portone dal quale escono quattro carabinieri e sei Schützen. Sulle spalle trasportano la bara di legno del vescovo Wilhelm Egger. La appoggiano sul carro trainato da due cavalli. Vicino al feretro c’è padre Kurt Egger, fratello gemello del vescovo. Intorno i rappresentanti della gerarchia ecclesiastica, il presidente della Provincia Durnwalder insieme al collega trentino Dellai e i vertici politici e militari. «Signore Gesù, conduci il nostro vescovo Wilhelm alla tua dimora eterna». Con queste parole il patriarca di Venezia Angelo Scola benedice la salma. Il coro intona l’Ave Maria, mentre il corteo funebre si muove ed esce dal piazzale del Seminario.
Lungo le strade della città vescovile lo aspettano migliaia di fedeli. Arrivano da tutto l’Alto Adige. Come le migliaia di persone che da domenica a giovedì sono entrate nel Duomo di Bolzano e nella chiesa del Seminario per porgere l’ultimo saluto al prelato. Italiani, tedeschi e anche molti turisti che avevano visto monsignor Egger durante la visita estiva di Benedetto XVI.
Il corteo avanza lungo via San Albuino in mezzo a due ali di folla. Centinaia i brissinesi. Rita Erlacher è una di loro: «Abbiamo perso un uomo dalla grande personalità».
Il carro funebre attraversa via Bastioni Minori ed entra in piazza Duomo, dove lo attendono duemila fedeli. «Lo avevo visto in televisione insieme al Papa - dice Giancarla Pargoletti di Busto Arsizio - e ora sono emozionata». Appena la bara varca il portone del Duomo, il coro intona il De profundis. Vescovi, parroci e rappresentanti politici si dispongono lungo le navate della chiesa. Molti fedeli, non potendo entrare nel Duomo gremito, restano fuori e seguono la celebrazione dal maxischermo in piazza Duomo. Altri mille sono seduti tra i banchi della parrocchia San Michele, dove è stato allestito un secondo schermo che proietta la bara di legno chiaro ai piedi dell’altare. Il feretro è appoggiato sul pavimento di marmo del Duomo, un rito conforme al rituale dei cappuccini, ordine di appartenza del vescovo Egger. La celebrazione inizia con la lettura del messaggio di condoglianze di Benedetto XVI. Poi don Ivo Muser legge il testamento spirituale di monsignor Egger.
Il patriarca di Venezia Scola presiede la messa - celebrata da una ventina di vescovi provenienti da Triveneto, Austria e Germania - alternando l’uso della lingua italiana e di quella tedesca. Tra i presenti in Duomo c’è anche don Giorgio Carli, sacerdote accusato di pedofilia, assolto in primo grado e condannato in appello a sette anni e mezzo. In questi anni il vescovo Egger aveva sempre creduto all’innocenza del prete bolzanino e lo avevo difeso anche pubblicamente parlandone con il Papa.
Al termine della messa - quando la bara viene deposta nella nicchia scavata nella navata sinistra della chiesa - molti fedeli piangono. Lacrime in piazza. Lacrime anche in parrocchia. «La figura del vescovo è da sempre una parte importante della storia della nostra città», dice la brissinese Pina Magnini. «Ho visto monsignor Egger il giorno della partenza del Papa - aggiunge commossa Sabina Vitroller - Era felice e sorridente. La sua morte improvvisa mi ha colpito profondamente».
Nel Duomo sacerdoti, religiosi e autorità sfilano verso la tomba del vescovo Egger e la benedicono con l’acqua santa. Escono, ma la chiesa non si svuota: migliaia di fedeli varcano la soglia del Duomo, perché desiderano salutare per l’ultima volta il loro vescovo.

© Copyright Alto Adige, 22 agosto 2008

Bressan lo ha salutato pure in tedesco: «Aufwiedersehen»

«Anche Trento sente il vuoto»

BRESSANONE.

Anche il Trentino partecipa al lutto per Egger: oggi alle 19 nella cattedrale di Trento l’arcivescovo Bressan presiederà una messa. E anche ieri, durante il funerale, Bressan ha avuto parole di calda amicizia verso Egger: «Molte famiglie trentine lo sentono loro - ha detto -, sia per le origini trentine della madre, sia per i temi sociali che accomunano le nostre due terre. Abbiamo un grande rispetto per la sua attività di pastore e ora anche Trento sente un vuoto. Con Egger abbiamo sviluppato un’ottima collaborazione in diversi settori e, personalmente, ero legato a lui da un’amicizia che risaliva agli anni ’60». Conclusione in tedesco: «Danke, lieber Bruder Wilhelm, und Aufwiedersehen». (m.r.)

© Copyright Alto Adige, 22 agosto 2008

PüRGSTALLER: UNITI NEL DOLORE

BRESSANONE. «E’ un grande dolore per la nostra città - dice il sindaco di Bressanone Albert Pürgstaller prima dell’inizio della cerimonia - ma ora vogliamo celebrare i funerali del nostro vescovo. In questo momento ci sentiamo uniti, proprio come lui ci ha insegnato». Ieri, tra i sindaci presenti ai funerali di monsignor Egger, c’era anche Luigi Spagnolli: «C’è una partecipazione straordinaria, soprattutto da parte della gente. E ci sono anche molte persone venute da fuori, segno che il nostro vescovo ha saputo espandere il suo motto”insieme” anche al di là dei confini altoatesini. Adesso aspettiamo la nomina del successore. Monsignor Egger ci lascia il ricordo di un uomo di grande statura morale ed equilibrio».

© Copyright Alto Adige, 22 agosto 2008

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